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lunedì 29 febbraio 2016

SEMPRE PIU' SPROFONDO NERAZZURRO (quella vaga sensazione che Mancini...)

“La classifica si commenta da sola. Non so quale altra squadra abbia perso così tanti punti. Non sono i punti persi allo Juventus Stadium il problema, il problema sono quelli persi con le altre squadre. Non penso nemmeno che la classifica dell’Inter sia questa. Dobbiamo tirarci su le maniche e pedalare. Deluso è poco, sono incazzato nero. Sento parlare di regista, ma non possono mancare altre caratteristiche: la qualità tecnica, la personalità, il sacrificio e le palle. Se Mancini mi soddisfa? Ho parlato solo dei giocatori e della loro personalità. Abbiamo un progetto con Mancini, questa è la strada. Con lui costruiremo questa e l’Inter del futuro".
Sono voluto partire dalla parole di Piero Ausilio ai microfoni di Sky Sport perché sintetizza perfettamente il mio pensiero del dopo-gara.
Aldilà delle motivazioni di tifo (l’avrò ripetuto mille volte: non mi piace perdere con la Juventus nemmeno nel Trofeo Tim di metà agosto) una sconfitta a Torino contro la Juventus ci può anche stare. I punti persi sono altrove. Tra Sassuolo, Carpi e Verona abbiamo perso sette punti che ci avrebbero permesso di essere terzi a -6 dalla capolista. Senza considerare i due punti persi a Bergamo o il punto buttato via a Firenze (che vale tanto perché perso contro una diretta concorrente).

domenica 28 febbraio 2016

D’AMBROSIO E ROCCHI: CHE REGALI ALLA JUVE !!! INTER: E' NOTTE FONDA

Serie A 2015-2016 – 27^ Giornata
JUVENTUS - INTER 2 - 0
47’ Bonucci – 84’ Morata (rig.)

JUVENTUS (3-5-2): Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini (dal 36' p.t. Rugani), Lichtsteiner, Khedira (dal 32' s.t. Sturaro), Hernanes, Pogba, Alex Sandro, Mandzukic, Dybala (dal 36' s.t. Morata).
A disposizione: Neto, Rubinho, Evra, Padoin, Lemina, Asamoah, Pereyra, Cuadrado, Zaza.
All. Allegri.
INTER (3-5-2): Handanovic; Murillo, Miranda, Juan Jesus; D'Ambrosio, Melo, Medel (dall'11' s.t. Ljajic), Kondogbia, Alex Telles (dal 28' s.t. Perisic); Icardi (dal 40' s.t. Eder), Palacio.
A Disposizione: Carrizo, Berni, Santon, Nagatomo, Gnoukouri, Biabiany, Manaj, Perisic, Jovetic.
All. Mancini.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.

Un errore madornale di D’Ambrosio che tutto solo rinvia sui piedi di Bonucci (roba da prenderlo a pedate nei maroni) e il solito “cadeau” dell’arbitro Rocchi all’Inter (stavolta niente espulsione ma un rigore) permettono alla Juventus di conquistare i tre punti contro un Inter che continua ad evidenziare tutti i suoi limiti (e non sono pochi…).

Mancini, allergico a schierare sempre la stessa formazione, decide di cambiare ancora e si presenta con un 3-5-2 che prevede Miranda, Murillo e Juan Jesus difensori centrali, D’Ambrosio e Telles esterni di centrocampo, Felipe Melo, Medel e Kondogbia (ridotta a una le giornate di squalifica) in mezzo al campo e Icardi e Palacio in attacco (Eder già bocciato?).

UN DESTINO GIA’ SCRITTO, MA… (la Juve… l’Inter… Rocchi…)

Penso a Juventus-Inter di domani sera e mi prende lo sconforto. Mi prende lo sconforto perché mi sembra di vedere un copione già scritto, con un finale che non è quello che vorrei. Penso a Juventus-Inter e mi viene in mente, una, dieci, cento sfide in cui a sventolare era una bandiera non colorata e non i colori del cielo e della notte. Penso a Juventus-Inter e già immagino la sofferenza che mi aspetta.

La sfida contro i rivali bianconeri è sempre una partita speciale per il popolo nerazzurro. Ma lo stesso vale anche per loro. Come diceva quel bimbo juventino incontrato oggi pomeriggio in centro “l’Inter è il nostro peggiore incubo e la Juventus è il vostro peggiore incubo”. Il problema è che loro hanno quasi sempre affrontato la partita con la giusta mentalità e la giusta grinta, mentre noi spesso siamo stati molli e poco determinati. Anche quando noi dominavamo in Italia e loro arrivavano settimi o giù di lì, la sfida ha quasi sempre visto trionfare loro. Non è un caso che a Torino la Juventus ha vinto 60 volte su 89, lasciando all’Inter le briciole sotto forma di appena 17 pareggi e solo 12 vittorie. Alla luce di tutto questo e considerando quello che attualmente loro sono e quello che noi siamo, non riesco ad immaginare un lieto fine, un happy end.

sabato 27 febbraio 2016

Palla Al Centro. SARA’ UN GRAN BEL WEEKEND

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
Mai come stavolta il weekend di calcio è ricco e tutto da seguire. Juventus-Inter e Fiorentina-Napoli in Serie A, il derby di Madrid in Spagna, la supersfida tra Arsenal e Manchester United e Arsenal in Premier League, il grande classico Lione-Psg in Francia, il confronto tra Wolfsburg e Bayern Monaco in Bundesliga e la sfida al vertice in Turchia dove si affronteranno Fenerbahce e Besikstas. Insomma non ci rimane che metterci comodi e goderci lo spettacolo.


 SERIE A (Italia) – 27^ Giornata 
Le due sfide al vertice Juventus-Inter e Fiorentina-Napoli catalizzeranno tutte le attenzioni con la sfida incrociata scudetto-Champions. Ad approfittarne potrebbero essere Roma e Milan che si rilancerebbero in chiave terzo posto.
Ma la giornata di campionato offre sfide decisive anche per la zona retrocessione con Sampdoria-Frosinone che è a tutti gli effetti uno scontro salvezza (se i ciociari battono i blucerchiati li superano in classifica uscendo per la prima volta dalla zona retrocessione). Delicato in ottica salvezza anche il confronto tra Palermo e Bologna e tra Udinese e Verona con i veronesi che sperano nei tre punti per continuare ad alimentare speranze di salvezza.

venerdì 26 febbraio 2016

FIFA: INIZIA L’ERA INFANTINO, LO SVIZZERO DI ORIGINI CALABRESI CHE TIFA INTER

Gianni Infantino è ufficialmente il nuovo presidente della Fifa. L'ex segretario generale dell'Uefa, di origini italiane, con 115 voti ha battuto al secondo turno di votazione lo sceicco Salman Al Khalifa, che si è fermato a 88. Più staccato, con quattro voti, il principe giordano Ali Bin Al Hussein. Infantino succede al connazionale Joseph Blatter alla guida dell'organo di governo del calcio mondiale.
Spetyterà a lui il pesante compito di risollevare una Federazione pesantemente colpita dai recenti scandali e reduce dalla lunga gestione Blatter.
Nel primo pomeriggio, dopo i consueti discorsi di presentazione, si sono svolte le prime votazioni che hanno visto in corsa il principe Ali, lo sceicco Salman, Jerome Champagne e Gianni Infantino e non Tokyo Sexwale che all'ultimo momento ha ritirato la propria candidatura.
Il primo scrutinio ha visto Infantino assicurarsi 88 voti a fronte degli 85 catturati dallo sceicco Salman Bin Al Khalifa . 27 le preferenze per il principe Ali Bin Hussein , mentre Jerome Champagne si è fermato a soli 7 voti.

giovedì 25 febbraio 2016

EURODISASTRO: SI QUALIFICA SOLO LA LAZIO, FIORENTINA E NAPOLI FUORI

Europa League 2015-2016 – Andata dei Sedicesimi di Finale
Verdetti impietosi dall’Europa League per quanto riguarda le squadre italiane. Si salva solo la Lazio che in casa col Galatasaray piazza il tris nella ripresa e si qualifica per gli ottavi. Va invece male a Napoli e Fiorentina. Hamsik illude i partenopei, Pina spegne le illusioni. I viola invece rimediano un pesante 3-0 che non ammette repliche.
LAZIO-GALATASARAY 3-1 (andata 1-1)
59' Parolo - 61' F. Anderson - 63' Yasin - 72' Klose
LAZIO (4-3-3) Marchetti; Konko, Mauricio, Bisevac, Mauricio, Radu; Milinkovic, Biglia, Parolo; F.Anderson, Matri (dal 25’ s.t.Klose), Lulic (dal 13’ s.t. Candreva). (Berisha, Hoedt, Mauri, Basta, Cataldi). All. Pioli.
GALATASARAY (4-2-3-1) Muslera; Sarioglu (dal 21’ s.t. Bulut), Denayer, H.Balta, Carole; Donk (dal 40’ s.t. Kisa), Chedjou; Oztekin (dal 30’ s.t. Adin), Inan, Sneijder; Podolski. (Gonen, Rodriguez, Kaya, Gunter). All. Denizli.
ARBITRO Bezborodv (Russia).

mercoledì 24 febbraio 2016

MANIFESTO IDEOLOGICO DEL CALCIO DI PERIFERIA

Alcuni articoli sono così perfetti che non può che semplicemente copincollare e pubblicare sul tuo blog. Buona Lettura. 
Se avete giocato (male) a calcio, ebbene questo pezzo è dedicato a voi (e a me).
I piacioni Vialli e Amoruso sono partiti con un nuovo programma. Si intitola Squadre da Incubo. Lo danno su Sky.
Sinossi del programma: Vialli e Amoruso sono due ex calciatori di un certo livello, uno fa il gagà a Londra e dice cose in tv tipo “Per me il Napoli è forte ma lo scudetto se lo deve sudare molto perché la Juve è una squadra anch’essa forte”, l’altro non so.
I due entrano negli spogliatoi delle squadre più scalcinate d’Italia composte da idraulici, operai, gente che si sveglia molto presto alla mattina e il calcio lo usa come sfogatoio per non dover tornare a casa e picchiare con il cric moglie e figli in presenza di una pasta al pesto non al dente. Questa gente si fa un mazzo così e lavora anche 11 o 12 ore al giorno.
Vialli e Amoruso in presenza della squadra scalcinata sparano sentenze del genere “Dovete giocare meglio!”, “scatta in fascia!”, “fai il triangolo!”, “Mettici più grinta!” a gente che due ore prima applicava maniglie a porte marca “Che bel Portòn” in fetenti catene di montaggio.

martedì 23 febbraio 2016

BAYERN SPETTACOLARE MA SCIUPONE, JUVE GRANDE CUORE (e un po’ di culo…)

Champions League 2015-2016 – Andata degli Ottavi di Finale
JUVENTUS-BAYERN 2-2
43’ Müller – 55’ Robben – 63’ Dybala – 76’ Sturaro

JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli, Evra; Cuadrado, Khedira (dal 24' s.t. Sturaro), Marchisio (dal 1' s.t. Hernanes), Pogba; Dybala (dal 30' s.t. Morata), Mandzukic. (Neto, Rugani, Pereyra, Zaza). All. Allegri.
BAYERN (4-1-4-1): Neuer; Lahm, Kimmich, Alaba, Bernat (dal 29' s.t. Benatia); Vidal; Robben, Müller, Thiago Alcantara, Douglas Costa (dal 38' s.t. Ribery); Lewandowski. (Ulreich, Alonso, Rafinha, Coman, Götze). All. Guardiola.
ARBITRO: Atkinson (Inghilterra).

Tanto, tantissimo Bayern per un ora abbondante, poi la Juventus si sveglia e con tanta grinta e un po’ di fortuna (fondamentale in questi casi) riesce a raddrizzare la partita e a lasciare aperto il discorso qualificazione.
Il primo tempo c’è solo il Bayern Monaco in campo. I tedeschi fanno un possesso palla impressionante, la manovra è fluida, si gioca solo nella metà campo della Juventus e a fatica i bianconeri riescono a contenere gli attacchi avversari. Se all’intervallo la partita non è già chiusa è solo demerito della formazione di Guardiola, incapace di rendersi pericolosa nei metri finali (clamorosa l’occasione che capita sui piedi di Muller dopo 12 minuti e che il giocatore tedesco riesce a sbagliare in modo incredibile). Ci provano anche Robben e Lewandowski ma il fortino bianconero regge fino al 43esimo quando Robben pennella dalla destra sul lato opposto, Douglas Costa rimette in mezzo, Barzagli respinge sui piedi di Muller che di piatto infila Buffon: 1-0.

lunedì 22 febbraio 2016

TOTTI E IL CORAGGIO DI FARSI DA PARTE

 CLASSE A Analisi e commenti sul Campionato Italiano 
C’è un momento nella carriera di un calciatore dove è necessario farsi da parte. Succede quando l’età avanza e il fisico non regge più certi ritmi, quando l’avversario più giovane ti supera senza difficoltà, quando non sei più un titolare o peggio ancora diventi un fardello pesante per l’allenatore.
Quando arriva questo momento puoi fare ben poco: devi solo metterti da parte. La differenza sostanziale sta tra quelli che lo capiscono e si mettono da parte di loro spontanea volontà (qualcuno ricordava stamattina il caso di Franco Baresi che decise di ritirarsi dopo che Vieri in un Milan-Juventus gli diede tre metri da fermo) e quelli che invece aspettano che siano gli altri che glielo dicano e magari neanche accettano di farsi da parte.
Di quale categoria faccia parte Francesco Totti non abbiamo dubbi. A 39 anni pretende ancora di giocare titolare e di essere il fulcro del gioco giallorosso. Er Pupone va veloce verso gli –anta (a settembre ne compirà quaranta) e, purtroppo per lui, non ha il fisico di uno Zanetti che a 40 anni sembrava ancora un ragazzino. Normale quindi che nelle gerarchie di Garcia prima e Spalletti ora non sia nelle primissime posizioni e altrettanto normale che capiti di farsi qualche panchina in più.

domenica 21 febbraio 2016

COME UNA BELLA GIORNATA DI SOLE (tornerà il maltempo o arriverà la primavera?)

Ipotizziamo che abbia piovuto per una settimana e che oggi sia una bella giornata di sole. Non vi verrà certo in mente di dire che il meteo è cambiato e che è arrivata la primavera. Se domani ci sarà il sole, e se ci sarà anche dopodomani e nei giorni a seguire, allora a quel punto potremo dire che il tempo è cambiato e che la primavera sta arrivando. Se invece domani pioverà di nuovo, oggi sarà stata solo una bella giornata e niente più.

Ecco, la vittoria di ieri sera è esattamente la bella giornata di sole dopo giorni di maltempo. Se seguiranno altre vittorie o comunque prestazioni convincenti (per dire, domenica prossima a Torino potrebbe andar bene anche il pareggio) allora potremo dire che il peggio è passato e che ci stiamo affacciando alla primavera, altrimenti i tre punti conquistati ieri sera sono stati solo una bella giornata di sole in mezzo ad un inverno che ancora non è terminato. Un po’ come la vittoria col Chievo, preceduta e seguita da prestazioni e risultati tutt’altro che soddisfacenti.

sabato 20 febbraio 2016

INTER, TRE GOL SCACCIACRISI (altro che "finirà 0-0"…)

Serie A 2015-2016 – 26^ Giornata
INTER - SAMPDORIA 3 - 1
23’ D'AMBROSIO – 57’ MIRANDA – 73’ ICARDI – 92’ Quagliarella

INTER (4-4-2): Handanovic; D'Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Biabiany (dal 34' s.t. Gnoukouri), Felipe Melo, Brozovic (dal 43' s.t. Jovetic), Perisic; Eder (dal 18' s.t. Ljajic), Icardi.
A Disposizione: Carrizo, Berni, Juan Jesus, Palacio, Santon, Zonta, Popa, Manaj).
All. Mancini
SAMPDORIA (3-4-2-1): Viviano; Cassani, Ranocchia, Silvestre; Ivan (dal 23' s.t. Muriel), Soriano, Fernando, Dodo; Alvarez (dal 40' s.t. Christodoulopoulos), Correa (dal 34' s.t. Krsticic); Quagliarella.
A Disposizione: Puggioni, Brignoli, Moisander, Barreto, Rodriguez, Palombo, De Silvestri, Skriniar, Cassano.
All. Montella
ARBITRO: Massa di Imperia.

Niente 0-0. Stavolta Inter-Sampdoria finisce con un netto 3-1 che regala tre punti importantissimi all’Inter e fa ben sperare per il prosieguo della stagione (fermo restando che bisogna comunque dare continuità ai risultati). Unico neo della serata nerazzurra l’ennesimo gol preso dopo il 90esimo. Anche se stavolta è un gol indolore.
Mancini alla fine opta per un 4-4-2 con Biabiany e Perisic esterni di centrocampo e Felipe Melo e Brozovic nella zona centrale. In attacco Eder e Icardi.

Dopo un avvio di gara piuttosto confuso da entrambe le parti, è la Sampdoria a prendere l’iniziativa con una certa continuità. I blucerchiati ci provano con Quagliarella (girata che impegna Handanovic sul primo palo) e Ranocchia (svetta su azione da corner). Al 13esimo è ancora Quagliarella a regalare un brivido al pubblico di San Siro: pregevole movimento ad attaccare la profondità e destro secco a incrociare che sfiora il palo.

FINIRA' 0-0 (ma noi contiamo sulla vittoria...)

VI VOGLIAMO COSI' !!!
Finirà 0-0. Le statistiche dicono che Inter-Sampdoria questa sera si concluderà a reti bianche. In cinque occasioni si è giocato a febbraio (sei considerando anche una sfida di Coppa Italia nel 2007) e tranne nella prima occasione (nel lontano 1947) il confronto è sempre finito 0-0, compresa l’ormai famosa partita delle manette di Mourinho che si giocò esattamente 6 anni fa il 20 febbraio 2010. Dunque anche questa sera ci sono ottime probabilità che tra nerazzurri e blucerchiati la partita finisca senza reti.
Un pareggio servirebbe a poco ad entrambe. La Sampdoria si deve togliere da una situazione di classifica che la vede in piena zona retrocessione, l’Inter deve riprendere la sua corsa verso un posto in Champions League che sembrava sicuro poche settimane fa e che invece attualmente è parecchio incerto.
Ai nerazzurri servirebbe come il pane una vittoria, magari corredata da una prestazione convincente e senza il solito patema d’animo dei minuti finali che ha caratterizzato quest’ultimo periodo.

venerdì 19 febbraio 2016

LA CORSA DELLA JUVE SI FERMA A BOLOGNA: NAPOLI (e Inter) RINGRAZIA

Serie A 2015-2016 – 26^ Giornata
BOLOGNA-JUVENTUS 0-0
BOLOGNA (4-3-3): Mirante; Mbaye, Gastaldello, Maietta, Masina (dal 28' s.t. Constant); Donsah, Diawara, Taider (dal 36' s.t. Brienza); Rizzo (dal 20' s.t. Mounier), Destro, Giaccherini. (Da Costa, Stojanovic, Ferrari, Oikonomou, Pulgar, Zuniga, Morleo, Brighi, Floccari). All. Donadoni.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Evra; Sturaro, Marchisio, Pogba; Pereyra (dal 1' s.t. Cuadrado); Zaza (dal 22' s.t. Dybala), Morata. (Neto, Rubinho, Rugani, Romagna, Padoin, Lemina, Hernanes, Favilli). All. Allegri.
ARBITRO: Irrati di Pistoia.

E alla fine ci pensa il Bologna a fermare la corsa della Juventus. La formazione allenata da Roberto Donadoni non si è inchinata a 90 gradi al cospetto dei Campioni d’Italia e se l’è giocata a viso aperto portando a casa un punto prezioso.
Si ferma così a 15 la striscia di vittorie consecutive della formazione bianconera che vede sfumare la possibilità di eguagliare e magari superare il record che appartiene all’Inter di Mancini che nella stagione 2006-2007 inanellò 17 vittorie consecutive.
Una Juventus in fisiologico calo, probabilmente già con la testa alla sfida di Champions League contro il Bayern Monaco di martedì prossimo. Allegri aveva caricato i suoi alla vigilia con una frase forte ("Bologna-Juve vale un pezzo di scudetto") ma non ha avuto la risposta che si augurava in vista dell'andata degli ottavi di finale di Champions League contro i bavaresi. Una Juve poco brillante ha chiuso la partita con zero tiri nello specchio (non succedeva dal marzo del 2011). È mancato soprattutto Pogba, che in queste partite deve fare la differenza, e l'ingresso di Dybala non ha cambiato le cose.

Palla Al Centro. LA JUVE CERCA LA SEDICESIMA, MA IL NAPOLI NON MOLLA

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
Napoli-Milan è la partita più importante di questo turno di campionato di serie A. Nel ricco menù del weekend calcistico anche Bayer Leverkusen-Borussia Dortmund in Bundesliga e Atletico Madrid-Villareal in Spagna.
E se vi appassionano anche ai campionati minori non perdetevi il derby pugliese tra Foggia e Lecce.


 SERIE A (Italia) – 26^ Giornata 
La neocapolista Juventus apre questo turno di campionato che verrà chiuso lunedì sera con il big match Napoli-Milan. Nel menù di giornata anche il derby veronese fra Hellas e Chievo (qui potete leggere l’intervista in occasione della sfida dell’andata) e la corsa al terzo posto che vede la Fiorentina impegnata a Bergamo e Roma e Inter che ospitano rispettivamente Palermo (che in settimana ha riabbracciato mister Iachini) e Sampdoria.
Venerdì 19 Febbraio ore 20:45
BOLOGNA-JUVENTUS
Nei 75 precedenti tra Bologna e Juventus, i padroni di casa hanno avuto la meglio in 22 occasioni, mentre gli ospiti sono stati corsari per 29 volte; nelle altre 24 gare, l’esito è stato il segno X in schedina. Il successo più recente degli uomini oggi guidati da Allegri è datato 6 dicembre 2013, quando il risultato finale fu di 0-2, con gol di Vidal e Chiellini.

Sabato 20 Febbraio ore 18
VERONA-CHIEVO
Saldo negativo per l’Hellas nei derby disputati in casa: gli scaligeri hanno vinto il primo incontro e perso gli altri due, avendo segnato solo un gol in meno (3-4).

giovedì 18 febbraio 2016

NAPOLI, UN'ALTRA BEFFA NEL FINALE. LAZIO E FIORENTINA, SOLO UN PARI

Europa League 2015-2016 – Andata dei Sedicesimi di Finale
FIORENTINA-TOTTENHAM 1-1
37' Chadli (rig.) - 59' Bernardeschi
FIORENTINA (3-4-2-1): Tatarusanu; Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Astori; Blaszczykowski (18' st Kalinic), Borja Valero, Costa (22' st Vecino), Alonso; Bernardeschi, Zarate; Ilicic (16' st Badelj). A disp.: Sepe, Pasqual, Fernandez, Babacar. All.: Sousa
TOTTENHAM (4-2-3-1): Vorm; Trippier, Alderweireld, Wimmer, Davies; Carroll (1' st Dembele), Mason; Eriksen, Alli, Son (23' st Kane); Chadli (34' st Dier). A disp.: McGee, Rose, Walker, Onomah. All.: Pochettino
Arbitro: Zwayer

Nell'andata dei sedicesimi di finale di Europa League, al Franchi, la Fiorentina pareggia 1-1 con il Tottenham. Vantaggio inglese nel primo tempo segnato da Nacer Chadli su rigore (fallo di Tomovic su Davies), e pareggio che arriva nella ripresa realizzato da Bernadeschi per la squadra di Paulo Sousa, con un bel tiro di sinistro da fuori area che si insacca sotto la traversa.
Nel finale, dopo le ultime due gare interne vinte in extremis, la Fiorentina ci prova anche stavolta sfiorando il gol in due occasioni con Gonzalo Rodriguez prima di testa e con Zarate poi. Stavolta la fortuna non assiste la Fiorentina che deve accontentarsi di un pareggio che comunque lascia aperte le possibilità di qualificarsi.

mercoledì 17 febbraio 2016

ROMA, UNA BUONA PRESTAZIONE NON BASTA: IL REAL LA PUNISCE

Champions League 2015-2016 – Andata degli Ottavi di Finale
ROMA-REAL MADRID 0-2
57’ Cristiano Ronaldo - 87’ Jesè

ROMA (4-1-4-1) Szczesny; Florenzi (dal 42' s.t. Totti), Manolas, Rudiger, Digne; Vainqueur (dal 32' s.t. De Rossi); Salah, Pjanic, Nainggolan, El Shaarawy (dal 18' s.t. Dzeko); Perotti (De Sanctis, Maicon, Keita, Iago Falque). All. Spalletti
REAL MADRID (4-3-3) Navas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Marcelo; Modric, Kroos, Isco (dal 18' s.t. Kovacic); James Rodriguez (dal 37' s.t. Jesé), Benzema, Cristiano Ronaldo (dal 44' s.t. Casemiro) (Casilla, Nacho, Danilo, Lucas Vazquez). All. Zidane
ARBITRO Kralovec (Cze)

Non basta una prestazione molto convincente ad evitare la sconfitta alla Roma che nell’andata degli ottavi di finale di Champions League perde 2-0 in casa contro il Real Madrid di Zinedine Zidane.
La Roma ha disputato un gran primo tempo, nel quale non solo è riuscito a contenere i Blancos, ma anche a ripartire con buona inerzia, soprattutto con Salah e Perotti, rendendosi pericolosa con un tocco sottomisura di El Shaarawy sul finire della prima frazione. Real abulico e confusionario, che nella prima parte non è riuscito a far decollare i propri campioni, Statistica negativa per la squadra di Zidane, che effettua zero tiri in porta, come non accadeva dal maggio 2011, nella semifinale di Champions contro il Barcellona.
Il secondo tempo si apre come si era chiuso il primo: Real confusionario, Roma pericolosa sulle ripartenze e vicinissima al vantaggio con una discesa di El Shaarawy, sventata da Keylor Navas.

L'INTER E GLI ARBITRAGGI SFAVOREVOLI: NON E' SOLO UNA CASUALITA'

Non capisco questa ostinazione dei tifosi nerazzurri nel sostenere che gli arbitraggi influenzino le partite, non comprendo perché siano convinti che esistano due pesi e due misure, ho difficoltà a condividere questo astio verso i vari Tagliavento, Rizzoli, Doveri, Mazzoleni, rei, a loro dire, di arbitrare sempre contro l’Inter. E poi su che basi sostengono tutto ciò?
Partiamo da questa interessante tabella che sicuramente chiarisce le idee più di tante parole.
Fonte: Claudio Saccardi
Lascio a voi giudicare. Abbiamo fatto finora 45 falli meno della Juventus eppure abbiamo 9 ammoniti in più e il doppio delle espulsioni. Rispetto al Milan 59 falli in meno ma 8 ammoniti e più del doppio degli espulsi.
Ovviamente questa tabella non tiene conto di eventuali rigori negati, di mancate ammonizioni o espulsioni nei confronti dei nostri avversari (l’ultimo in ordine di tempo Kalinic che domenica sera ha assestato una discreta gomitata a Murillo), di decisioni arbitrali che hanno condizionato ed influenzato l’andamento della gara (domenica sera abbiamo fatto cagare, ma sicuri che con un arbitraggio più equo avremmo perso?).


martedì 16 febbraio 2016

GIGI MARULLA, IL BOMBER CHE FECE SOGNARE I LUPI


Il calcio del sud, è risaputo, nutre particolare e caloroso affetto per i suoi beniamini. Cosenza è una piazza che purtroppo non è ancora riuscita ad assaporare la Serie A. Ma tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del decennio seguente visse il suo periodo migliore, sfiorando la tanto agognata massima categoria. Il centravanti con il numero 9 sulle spalle, tra i principali artefici di quell’epoca, era Luigi Marulla. Calabrese, reggino di Stilo dove era nato il 20 aprile 1963, Marulla si formò lontano da casa. Prima all’Acireale (dove esordì tra i dilettanti nel 1979-80) e poi nell’Avellino, che in quegli anni rappresentava una presenza costante in A. Nella stagione 1981-82 gravitava attorno alla prima squadra, ma non riuscì a debuttare: un palcoscenico che resterà per lui soltanto un miraggio, anche per scelte personali. Arrivò a Cosenza nell’estate del 1982, in C1. Un crescendo di reti lo portò a laurearsi capocannoniere del campionato 1984-85 con 18 segnature, una performance che gli diede la possibilità di passare al Genoa tra i cadetti. In 2 delle 3 annate sotto la Lanterna risultò il miglior marcatore della squadra, pur senza toccare cifre da urlo.

Nel 1988 cambiò aria e ritornò ad Avellino, sempre in B, stavolta per giocare da titolare. E “Gigi” timbrò 10 volte in 30 partite.

lunedì 15 febbraio 2016

UN'ALTRA STAGIONE BUTTATA ALLE ORTICHE?

Poteva essere la partita della svolta. Doveva essere la partita della svolta. Scontro diretto per il terzo posto contro un avversario che non se la passa certo meglio di noi. Tre punti erano fondamentali per riappropriarci del terzo posto, per dare un segnale che ci siamo e che non avremmo mollato facilmente.
E invece? E invece dobbiamo registrare l’ennesima beffa finale. Piccola premessa: non ho guardato la partita. Ero in viaggio, stavo tornando a casa dalla Toscana (ironia della sorte…), pertanto non so come abbiamo giocato ieri sera, non so se abbiamo meritato di perdere, se abbiamo giocato tosti come vorremmo noi o flaccidi come i bicipiti di un’ottantenne. So però che a fine primo tempo avevamo i tre punti in tasca, so che al novantesimo stavamo portando a casa un dignitoso pareggio e soprattutto so che al 91esimo abbiamo preso un gol che non dovevamo prendere. Dopo Sassuolo e Carpi un’altra beffa nel recupero. Questa pericolosa tendenza ad addormentarci sul gong si fa preoccupante.

sabato 13 febbraio 2016

INTER, CI RIPRENDIAMO IL TERZO POSTO O CROLLIAMO ANCORA?

Fiorentina e Inter si sono affrontate 77 volte all’Artemio Franchi di Firenze: in 27 occasioni sono stati i viola ad assicurarsi la massima posta in palio, mentre per 32 volte le due squadre si sono aggiudicate un punto a testa. Infine i nerazzurri hanno potuto festeggiare il successo lontano da San Siro per 18 volte, tra cui quattro volte negli ultimi 10 confronti.

giovedì 11 febbraio 2016

Palla Al Centro. JUVENTUS-NAPOLI: TUTTO IN UNA PARTITA

 PALLA AL CENTRO Discussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio (versione extra-light) 



 SERIE A (Italia) – 26^ Giornata 
Giovedì 11 Febbraio ore 20.45
LAZIO-VERONA

Venerdì 12 Febbraio ore 20.45
CARPI-ROMA

Sabato 13 Febbraio ore 15
EMPOLI-FROSINONE

martedì 9 febbraio 2016

DA GIOVINCO A RANIERI: REIETTI IN ITALIA, LEADER E APPREZZATI ALL'ESTERO

Così funziona in Premier: se hai professionalità e capacità, se conosci il tuo lavoro e sai ottenere risultati con uno stile corretto e lineare, avrai anche i giusti riconoscimenti. Potremmo chiamarla meritocrazia, in ogni caso un’idea di calcio (nello specifico) che purtroppo si allontana sempre di più dalla nostra realtà, macchiata da scorciatoie, meschinità e cadute di stile.

Lo stile di Ranieri invece è alto, un marchio di fabbrica inconfondibile. Era tale anche qui, nel campionato italiano, ma aveva un effetto diverso, sembrava ai più qualcosa di obsoleto. Come all’italianizzato Mourinho che lo definì “rinco”. O come ai grandi club con i quali non ha mai trovato un feeling duraturo, e di conseguenza neppure le vittorie auspicate, al massimo sfiorate, come quando con la Roma realizzò ai danni dell’Inter una rimonta entusiasmante quasi quanto l’impresa di Leicester. Non che Ranieri non abbia commesso sbagli. Ai tempi della Juve, ad esempio, non si può dimenticare il macroscopico errore di valutazione commesso sul mercato quando disse che Xabi Alonso sarebbe stato un giocatore inadatto alla serie A perché troppo lento e gli preferì con convinzione il mediocre gregario Poulsen…

lunedì 8 febbraio 2016

LASCIATE OGNI SPERANZA…

Ero più ottimista una settimana fa. Lo so, sembra un paradosso. Anzi, probabilmente è un paradosso, ma è così. Perché nonostante i 3+3 presi da Juventus e Milan in quattro giorni, c’era la speranza che potesse arrivare un cambio di rotta. Un periodo negativo può capitare, a noi è capitato nel mese di gennaio, ma ora bisognava rialzare la testa.
Dopo che prendi tre gol, tutti uguali, da palla inattiva, dall’ultima in classifica, bè inizi ad avere la certezza che il famoso cambio di rotta non ci sarà mai.
Sono finiti anche gli alibi. A meno che non vogliamo addossare tutte le colpe a Mancini oppure a Felipe Melo, o magari trovare nell’assenza di Miranda il capro espiatorio di tre gol che non avresti preso nemmeno all’oratorio.
Lo stiamo scrivendo più volte in queste settimane. Manca la grinta, manca la rabbia negli occhi, manca la ferocia agonistica nel lottare su ogni pallone. In 8 minuti prendi due gol da coglioni? Ti rimbocchi le maniche e cerchi di raddrizzare la baracca. Considerando che ci sono ancora 74 minuti da giocare. E invece abbiamo buttato via il primo tempo e solo dopo aver subito l’ennesimo gol da coglioni ci siamo messi a giocare.

domenica 7 febbraio 2016

EMMENTAL INTER, PERISIC NON BASTA: FINISCE 3-3

Serie A 2015-2016 – 24^ Giornata
VERONA - INTER 3 - 3
8’ MURILLO – 13’ Helander – 16’ Pisano – 57’ Ionita – 61’ ICARDI – 77’ PERISIC

VERONA (4-4-2): Gollini; Albertazzi, Moras, Helander, Pisano; Wszolek (dal 36' s.t. Romulo), Marrone, Ionita, Fares (dal 15' s.t. Gilberto); Pazzini, Toni (dal 24' s.t. Gomez).
A disposizione: Coppola, Marcone, Samir, Jankovic, Furman, Greco, Bianchetti, Emanuelson.
All. Delneri.
INTER (4-3-3): Handanovic; Nagatomo, Murillo, Jesus, Telles (dal 38' s.t. Biabiany); Brozovic, Melo (dal 1' s.t. Perisic), Kondogbia; Eder (dal 45' s.t. Ljajic), Icardi, Palacio.
A disposizione: Carrizo, Berni, Medel, Santon, Gnoukouri, D'Ambrosio, Popa, Manaj, Correia.
All. Mancini.
ARBITRO: Giacomelli.

L’Inter torna da Verona con un misero punticino frutto di una partita pirotecnica che la squadra nerazzurra ha avuto in pugno dopo pochi minuti ma che poi stava perdendo per 3-1, prima della rimonta firmata Icardi-Perisic.
Mancini stavolta cambia il minimo indispensabile rispetto alla precedente gara. Juan Jesus al posto dello squalificato Miranda e Felipe Melo al posto di Medel. Confermatissimi gli altri 9/11 della formazione che ha battuto il Chievo.
Come contro il Chievo l’Inter parte fortissima decisa a fare sua la gara. La prima clamorosa occasione capita a Palacio, che si fa murare da Gollini: azione da manuale per i tre lì davanti che si incrociano a meraviglia con Icardi che prende il cross sul primo palo, Eder porta via un difensore e Palacio può così raccogliere libero a centro area senza però finalizzare a dovere.
Gol che arriva dopo otto minuti. Cross di Brozovic e fantastico colpo di testa di Murillo: 1-0 e partita che per l’Inter si mette in discesa. Ma come ben sappiamo quando corri in discesa c’è il rischio di inciampare e cadere . Ed è proprio quello che capita all’Inter.
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A META’ DEL GUADO TRA OTTIMISMO E PESSIMISMO (verso Verona-Inter)

Ventiquattro anni. Tanto è passato dall’ultima vittoria del Verona in casa contro l’Inter. Piano con gli entusiasmi. Negli ultimi 24 anni Verona e Inter si sono incontrati solo sei volte (una doppia sfida ogni quattro anni, media da Mondiale, Europeo o, se preferite, da anno bisestile), troppo poco per dare peso al fatto che sia passato praticamente un quarto di secolo dall’ultima volta in cui gli scaligeri conquistarono l’intera posta in palio e che l’Inter abbia vinto cinque dei sei confronti succitati.
Non so perché ho iniziato l’articolo guardando al lato negativo della sfida col Verona, probabilmente è colpa delle dita che qualche volta partono a battere sulla tastiera in modo autonomo ed incontrollato. O forse vuol essere inconsciamente un invito a non sottovalutare la sfida. Perché se è vero che il Verona ha vinto mercoledì la sua prima partita stagionale interrompendo un digiuno che durava da 24 partite, è anche vero che l’Inter vista a gennaio perderebbe anche contro una Rappresentativa del Dopolavoro Ferroviario e aver battuto il Chievo (peraltro con qualche affanno dovuto alla nostra incapacità di chiudere le partite al momento giusto) non vuol dire che siamo guariti.

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sabato 6 febbraio 2016

Palla Al Centro. RANIERI, ESAME DI MATURITA’ A MANCHESTER

 PALLA AL CENTRO – Discussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
La sfida al vertice in Premier League tra il Manchester City e la sorprendente capolista Leicester guidata da Ranieri è senza ombra di dubbio la partita più interessante di questo weekend che propone anche Chelsea-Manchester Utd sempre in Inghilterra, Leverkusen-Bayern in Germania, Monaco-Nizza e Marsiglia-Psg in Francia e Roma-Sampdoria in Serie A.


 SERIE A (Italia) – 24^ Giornata 
Turno agevole per Napoli e Juventus che affronteranno Carpi e Frosinone. Il weekend si apre con la sfida tra Bologna e Fiorentina, l’Inter va a Verona (che mercoledì ha colto la prima vittoria di questo campionato), il Milan ospita l’Udinese mentre la Roma se la vedrà con la Sampdoria del grande ex Vincenzo Montella.

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venerdì 5 febbraio 2016

FINTE UNIVERSITA’ DEL CALCIO E PRESUNTI SPONSOR NERAZZURRI: SVENTATA UNA GRANDE TRUFFA

Una mega truffa che vede coinvolta l’Inter, la compagnia aerea Etihad e un ignaro albergatore romano. Regista dell’operazione un faccendiere, tale V. L. Su questa vicenda indagano i carabinieri e la Procura di Roma, come ha riportato il Corriere della Sera un paio di giorni fa.
V. L. si è finto interessato ad acquisire una struttura a 4 stelle situata nei pressi di Fiumicino, asserendo di volerne fare un'Università dello Sport con responsabile Roberto Baggio. E' ciò che ha raccontato ai carabinieri Roberto Biordi, titolare del Bed and Breakfast della Capitale dove V. L. aveva alloggiato e che si era lasciato convincere da questi ad aiutarlo nella ricerca di un hotel adatto in cui realizzare il proprio progetto.
Come se non bastasse, lo stesso non ha mai pagato il conto del soggiorno nel B&B assicurando Biordi che l'importo (4.520 euro) sarebbe stato saldato dall'Inter. Motivo? Si professava in missione per conto del club di Thohir, che avrebbe poi acquistato la fantomatica Università appoggiata da un gruppo arabo. Ma quei soldi Biordi non li ha mai visti, ecco perché decise di rivolgersi alle forze dell'ordine.

giovedì 4 febbraio 2016

INTER, AVANTI COSI' (ma sotto porta...)

Piccola ma doverosa precisazione. Sì, vi posso confermare che il Chievo che ha affrontato l’Inter ieri sera e il Chievo che domenica all’ora di pranzo ha calato le braghe nei confronti dei Campioni d’Italia sono la stessa squadra. Ho controllato e ricontrollato e nonostante il diverso colore della maglia (gialla e blu domenica, bianca e blu ieri sera) stiamo parlando della stessa squadra. Il perché domenica sembrava che fossero in gita al lago e ieri sera sputassero sangue non lo scopriremo mai. I grandi misteri irrisolti del calcio.
Detto questo, possiamo sicuramente affermare che ieri sera con un po’ di più precisione avremmo potuto tranquillamente rifilare un poker alla squadra di Maran. Purtroppo l’Inter continua ad avere questo cronico difetto nel non riuscire a concretizzare le occasioni da rete che gli capitano. Non pretendiamo che ogni tiro sia un gol, ma in un assedio come quello di ieri sera sperare che la partita venisse chiusa prima del triplice fischio finale non è certo una pretesa assurda. E invece sotto porta abbiamo faticato parecchio e, ironia della sorte, abbiamo segnato con l’unica azione meno limpida che ci sia capitata.
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mercoledì 3 febbraio 2016

CAPITAN ICARDI RISOLLEVA L'INTER

Serie A 2015-2016 – 23^ Giornata
INTER - CHIEVO 1 - 0
48’ ICARDI

INTER (4-3-3): Handanovic; Nagatomo, Miranda, Murillo, Telles; Brozovic (dal 45' s.t. Melo), Medel, Kondogbia; Palacio (dal 32' s.t. Juan Jesus), Icardi, Eder (dal 39' s.t. Ljajic).
A Disposizione: Carrizo, Jovetic, Biabiany, Santon, Gnoukouri, D'Ambrosio, Perisic, Manaj, Correia.
All. Nuciari
CHIEVO (4-3-1-2): Seculin; Frey, Spolli, Cesar, Gobbi; Rigoni, Radovanovic (dal 37' s.t. Costa), Pinzi (dal 13' s.t. Castro); Birsa (dal 27' s.t. Mpoku); Inglese, Pellissier.
A Disposizione: Bressan, Confente, Dainelli, Sardo, Cacciatore, Damian.
All. Maran
ARBITRO: Valeri di Roma.

Sì, l’Inter c’é. Contro il Chievo i nerazzurri portano a casa il solito 1-0 che è un po’ il marchio di fabbrica di questa stagione, ma i nerazzurri avrebbero meritato di vincere con un risultato più ampio per la quantità di occasioni create.
Mancini cambia ancora e propone un 4-3-3 che prevede Nagatomo e Telles esterni di difesa, Medel, Brozovic e Kondogbia a centrocampo e il tridente offensivo composto da Eder, Icardi e Palacio.
E’ un’Inter decisa ad invertire la rotta e parte subito forte. Dopo nove minuti traversone basso dalla destra di Icardi, finta di Palacio e inserimento di Eder, che va al tiro quasi a botta sicura, sul quale però è bravo Seculin (al debutto in Serie A) a respingere con i piedi.
Passano pochi istanti e i nerazzurri vanno nuovamente vicini alla rete, questa volta con una botta terrificante di Icardi sul quale ancora una volta è bravissimo Seculin a mettere in calcio d'angolo.
Terza occasione per la squadra di Mancini nel corso dei primi venti minuti di gioco: passaggio in profondità di Eder per il liberissimo Kondogbia, che da ottima posizione spara addosso all'estremo difensore clivense.
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IL MOMENTO DELLA VERITA’

Vi aspettavate il solito articolo del pre-gara? Rimarrete delusi.
Oggi c’è poco da dire, oggi le chiacchiere stanno a zero, oggi contano solo i fatti.
Siamo arrivati al momento della verità.
Dimenticate il 0-3 della Juventus, Scordatevi il 0-3 del Milan, mettete da parte il gol beffa di Lasagna e il rigore in pieno recupero di Berardi.
Stasera tutto questo non conta. Stasera conta solo vincere.
Allo stadio Giuseppe Meazza di Milano questa sera non dovranno scendere 11 giocatori, ma 11 leoni affamati, 11 gladiatori con il coltello fra i denti.
Li vogliamo vedere lottare su ogni pallone, li vogliamo vedere che vincono tutti i contrasti, li vogliamo vedere uscire dal campo stremati, esausti, distrutti.
Vogliamo vedere gli esterni non sbagliare un cross, vogliamo vedere i difensori non sbagliare un intervento, vogliamo vedere i centrocampisti e gli attaccanti fare la cosa giusta al momento giusto.
Vogliamo vedere una squadra che unita e compatta lotta per un solo grande obiettivo: Vincere!!!

martedì 2 febbraio 2016

Palla Al Centro. JUVE E NAPOLI CONTINUA IL DUELLO. INTER, TI RISOLLEVI?

 PALLA AL CENTRO Discussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
Lazio-Napoli e Juventus-Genoa sono le sfide che tutti gli appassionati seguiranno con passione. Curiosità per vedere se l’Inter riuscirà a risollevarsi dopo un gennaio negativo.


 SERIE A (Italia) – 23^ Giornata 
Anche questo turno infrasettimanale offre sfide interessanti e da seguire. Il duello in vetta tra Napoli e Juventus è sicuramente il piatto forte di questo turno. I bianconeri cercano la 13esima vittoria consecutiva, il Napoli vuole mantenere a debita distanza i rivali.
Dietro si accende la lotta per il terzo posto con la Roma attesa da una difficile trasferta col Sassuolo, l’Inter che ospita il Chievo (sfida che un mese fa non avrebbe destato preoccupazioni), la Fiorentina che riceve il Carpi (che in Coppa Italia batte i viola al Franchi) e il Milan che va a Palermo.

lunedì 1 febbraio 2016

NULLA E' PERDUTO (goffo tentativo di rimanere ottimisti...)

Ieri sera nell'immediatezza della partita pensavo che se avessimo vinto il derby saremmo rimasti a -6 dalla vetta, il che non era poi così malvagio a 16 giornate dalla fine del campionato. Mi rendo conto che era un pensiero fin troppo ottimistico, ma il tifoso è irrazionale, sa che la sua squadra ha dei limiti, ma si illude che questi limiti possano essere superati.
Che poi non era nemmeno così assurdo come pensiero. Fosse entrato quel colpo di testa di Eder dopo sei minuti o Icardi avesse segnato il rigore, probabilmente saremmo qui ad analizzare un altro derby. Ma quando tutto deve andare storto, va tutto storto.
E prendere 3 gol prima dalla Juventus e poi dal Milan in quattro giorni non è il massimo della vita. Anzi, direi che provoca un pesante e incontrollabile giramento di palle. Questa settimana è la perfetta antitesi di quella di sei anni fa quando in quattro giorni a fine gennaio battemmo prima il Milan in campionato e poi la Juventus in Coppa Italia. Che ci vuoi fare? Il calcio è così, a volte dà, a volte toglie. Nel caso dell’Inter spesso toglie e raramente dà, ma questo è un altro discorso.