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lunedì 28 febbraio 2011

NE' IBRA NE' CAVANI, MILAN-NAPOLI DECISA DALL'ARBITRO ROCCHI

MILAN-NAPOLI 3-0 49′ Ibrahimovic (rig.) - 77′ Boateng - 80′ Pato
Grande attesa per il big match di giornata. Milan-Napoli era una partita che valeva un pezzo di scudetto. E con tanti campioni in campo era inevitabile che a decidere la partita fosse una prodezza di uno di loro. Come Sampdoria-Inter anche Milan-Napoli è infatti decisa da un colpo di genio di un campione. E’ se la punizione di Sneijder era stata stupenda, altrettanto straordinario è il rigore che inventa l’arbitro Rocchi al quarto minuto della ripresa per sbloccare il risultato (tocco di mano Aronica in contrasto su un colpo di testa di Pato). Dal dischetto ovviamente Ibrahimovic non sbaglia e successivamente il Milan dilaga legittimando la vittoria.
Probabilmente il Milan sarebbe riuscito a vincere comunque. Ma la decisione arbitrale rimane. Niente di straordinario, per la verità. Rocchi è una vecchia conoscenza per i tifosi nerazzurri. Già un anno fa in un derby diede ampia dimostrazione di avere quantomeno simpatie rossonere arbitrando la partita in modo imbarazzante (e pazienza se quell’Inter riuscì a venirne a capo in 10 contro 11 prima e 9 contro 11 poi).
Forse il popolo nerazzurro (e anche quello partenopeo) si sta illudendo troppo. Questo scudetto deve prendere la strada di Milano rossonera, con le buone o con le cattive.
Se così fosse ce lo dicano. Eviteremmo di seguire il campionato e potremmo dedicarci a qualcosa di più interessante.

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AD UN PASSO DALLA VETTA. CHI L'AVREBBE DETTO DUE MESI FA?

Finalmente avremo una settimana di riposo. Dopo 15 partite in 52 giorni (in una sola occasione non abbiamo giocato di mercoledì ma c’è stato comunque l’impegno delle nazionali) la prospettiva di avere sette giorni per riposarsi ed allenarsi sarà sicuramente allettante per i nostri ragazzi.
E’ stato un tour de force molto massacrante ma direi che ne è valsa la pena. Alla vigilia dell’Epifania eravamo a 13 punti dal vertice, oggi siamo a 2 punti aspettando il risultato finale di Milan-Napoli che stanno giocando in questi minuti. Nelle peggiori delle ipotesi saremo a -5, un vantaggio da non sottovalutare.
Ieri sera non è stata una partita facile e averla spuntata deve essere un motivo di ottimismo. Queste partite non sempre si riescono a portare a casa ed essere riusciti a conquistare i tre punti è stato un chiaro segnale di forza e di bravura. La Sampdoria ha giocato una signora partita e se Poli non avesse preso il palo o Maccarone fosse riuscito a superare Julio Cesar magari saremmo qui a raccontare un’altra partita. Invece abbiamo avuto quel pizzico di fortuna che non guasta mai e che sommata alla bravura balistica di Sneijder ci ha permesso di sfatare dopo 4 anni il tabù di Marassi blucerchiato.
Anche perché ieri sera non ho visto un’Inter al top. Da un lato Ranocchia è stato un muro insuperabile (pensare che non doveva giocare), Eto’o sempre pericoloso, Sneijder aveva il piede caldo su calcio da fermo, dall’altro lato Stankovic e Kharja erano sottotono, Chivu non sempre è stato preciso e attento e sull’altra fascia Nagatomo non è Maicon, anche se il giapponese non mi è dispiaciuto più di tanto. A ciò aggiungerei un Pazzini che dopo un impatto devastante nell’ambiente nerazzurro sta attraversando un periodo di appannamento. Il bomber ex blucerchiato appare quasi svogliato, abulico. E ciò, a mio
avviso, rende difficile anche l’integrazione con Eto’o.
E’ evidente che le assenze si fanno sentire. Milito ma anche Maicon, Cambiasso e Thiago Motta (ieri solo in panchina) sono assenze pesanti. Anche perché gli infortuni impediscono di fare turnover e far rifiatare chi gioca sempre. Ecco perché, come dicevo prima, questa settimana di riposo è più che mai opportuna.
La lotta per il titolo sta entrando nel vivo. Ci avviciniamo sempre più alla vetta e il fatto che da qui al derby il nostro calendario sia più agevole (o almeno così mi pare di ricordare) ci permette di sperare di poter ancora dire la nostra. A patto di non fare sciocchezze e perdere punti laddove non possiamo e non dobbiamo perderli.
Come già scrivevo ieri sera siamo in una situazione insperata fino a due mesi fa e ciò deve essere uno stimolo in più a giocarci le nostre chance in tutta tranquillità. I favoriti per lo scudetto sono sempre i rossoneri, noi dobbiamo solo giocare il nostro campionato ed essere pronti ad approfittare di eventuali errori di chi ci precede.
Non so voi ma io inizio ad avere la sensazione che anche questa primavera ci divertiremo parecchio. Indipendentemente da quello che potrà succedere, penso proprio che i prossimi mesi ci vedranno protagonisti. E chissà che a maggio… Vabbè, non corriamo. Per ora godiamoci questa emozionante rincorsa. Come si suol dire, se son rose fioriranno.
FORZA INTER!!!


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domenica 27 febbraio 2011

SNEIJDER-ETO'O FANNO LA DIFFERENZA. E LASSU' QUALCUNO TREMA...

Serie A 2010-2011 – 27^ Giornata
SAMPDORIA - INTER 0 - 2
73’ SNEIJDER - 94’ ETO’O

SAMPDORIA: Curci; Volta, Gastaldello, Lucchini; Mannini, Dessena (dal 31’ s.t. Biabiany), Palombo, Poli (dal 43’ s.t. Macheda), Ziegler; Guberti (dal 38’ s.t. Koman); Maccarone.
A Disposizione: Da Costa, Zauri, Laczko, Martinez.
All: Di Carlo.
INTER: Julio Cesar; Nagatomo, Lucio, Ranocchia, Chivu; J. Zanetti, Stankovic, Kharja (dal 18’ s.t. Pandev); Sneijder; Pazzini (dal 43’ s.t. Mariga), Eto’o.
A Disposizione: Castellazzi, Thiago Motta, Obi, Materazzi, Coutinho.
All. Leonardo.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova.

L’Inter non spreca i tre punti e porta a casa una vittoria preziosa contro un avversario che l’ha messo abbastanza in difficoltà.
Leonardo a sorpresa schiera Ranocchia, che recupera a tempo di record, in coppia con Lucio al centro, con Nagatomo schierato a destra e Chivu a sinistra. A centrocampo Kharja, Zanetti e Stankovic con Sneijder dietro le punte Eto’o e Pazzini, ex di turno mai rimpianto abbastanza dai tifosi blucerchiati.
Primo tempo abbastanza sottotono con sprazzi da un lato e dall’altro con Sampdoria e Inter che cercano il gol senza trovarlo.
Nella ripresa Maccarone ha subito l’occasione per portare in vantaggio la Sampdoria ma è bravo Julio Cesar a chiudere la porta in faccia all’attaccante ligure. L’Inter conquista terreno in campo ma la Sampdoria è brava ad imbrigliarla e a neutralizzare gli attacchi nerazzurri. Leonardo prova allora la carta Pandev per impensierire la retroguardia blucerchiata.
Ci vuole allora il tocco del campione per sbloccare il risultato al 72esimo. Gastaldello atterra Pazzini. Su punizione Sneijder inventa un gol strepitoso che sblocca il risultato. La Sampdoria prova una reazione ma l’Inter è brava a non prendere rischi, tranne per un fallo in area che poteva essere sanzionato col calcio di rigore (rigore che poteva starci, ma non è clamoroso non averlo dato). L’Inter nel finale si rende pericolosa due volte con Eto’o e in pieno recupero il camerunese riesce a sbloccarsi (non segnava da 4 giornate) e segnare il 2-0 che chiude la partita.
L’Inter porta a casa tre punti importanti e, come dicevo stamattina, domani sera può accomodarsi sul divano e godersi Milan-Napoli.
E’ stata una partita non semplice. La Sampdoria è stata bravissima a bloccare il nostro centrocampo e in fase offensiva a rendersi pericolosa. I blucerchiati hanno disputato una buona partita e probabilmente non meritavano nemmeno di perdere. La differenza, come spesso accade, l’hanno fatta i campioni. Sneijder con la sua magia su punizione e Ranocchia strepitoso in difesa. Già, la difesa. Ci siamo spesso lamentati del fatto che prendevamo troppi gol. Ebbene, sono due partite che l’Inter non subisce gol e se non ricordo male, non succedeva da ottobre.
La nostra rincorsa verso la vetta si fa sempre più interessante. Comunque vada domani sera, siamo sempre più vicini a chi guida il gruppo. E chi sta là davanti inevitabilmente inizia a sentire la nostra pressione alle spalle.
Siamo tornati in piena corsa per lo scudetto. Una situazione che due mesi fa nemmeno sognavamo.
FORZA INTER !!!

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ALLA CONQUISTA DI TRE PUNTI DA NON SPRECARE

Continua la nostra corsa per il tricolore. Prossima tappa Genova dove domani sera affronteremo la Sampdoria. E’ l’ultimo ostacolo prima di poterci fermare finalmente una settimana. E’ dall’Epifania che giochiamo ogni tre giorni e una settimana di riposo ci farà sicuramente bene.
Ma prima, come detto, c’è da superare l’ostacolo Sampdoria. Lunedì
sera nel posticipo si affronteranno Milan e Napoli, dunque la sfida al Marassi assume molta importanza e sarà fondamentale non sbagliare approccio alla partita e magari riuscire a portare a casa i tre punti per recuperare terreno su chi ci precede in classifica.
A sorpresa tra i convocati figurano Andrea Ranocchia e Thiago Motta, entrambi usciti malconci dalla sfida col Bayern Monaco, che però andranno quasi certamente in panchina. Niente da fare invece per Cambiasso che ha riportato uno stiramento e che difficilmente rivedremo in campo a breve.
Ritorna anche Cristian Chivu dopo aver scontato le quattro giornate di squalifica mentre sempre per squalifica sarà assente Maicon. Formazione che dunque vedrà in difesa Zanetti e Nagatomo sugli esterni e Lucio e Chivu centrali. A centrocampo dovrebbero giocare Stankovic, Kharja e Mariga, mentre Sneijder agirà dietro le punte Eto’o e Pazzini, fresco ex di turno che tornerà in quello che fino a un mese fa era il suo stadio.
Una formazione che, fatta eccezione per il reparto offensivo, si presenta con qualche defezione di troppo. Evidentemente gli infortuni non erano da imputare a Benitez. Ma di questo magari parleremo in un altro momento. Ora c’è da concentrarsi sulla Sampdoria. I blucerchiati nelle ultime stagioni ci hanno spesso messo in difficoltà. Lo scorso anno fu una delle poche squadre ad uscire indenni dal ciclone nerazzurro addirittura senza subire gol e anche in questa stagione all’andata rischiò di vincere a San Siro.
Ma quella che affronteremo domani sera sarà un’altra Sampdoria. E’ innegabile infatti che senza Cassano e Pazzini la squadra ligure abbia perso molto del suo potenziale offensivo e non è più una formazione che incute timore. Ovviamente ciò non vuol dire che dovremo prendere la sfida sotto gamba. Anzi dovremo essere più attenti e concentrati perché noi abbiamo molto da perdere mentre loro hanno ben poco da chiedere a questa stagione. Se noi perdiamo punti, potrebbero essere preziosi per la ricorsa mentre se loro perdono punti potranno comunque conquistarli altrove.
Bisognerà affrontare la sfida con la giusta mentalità e la giusta cattiveria. Come già scrivevo all’inizio, lunedì sera c’è Milan-Napoli pertanto questi tre punti diventano troppo importanti per essere sprecati o buttati via. Servono questi tre punti. Servono per potersi sedere lunedì sera sul divano a goderci lo spettacolo con la serenità di chi, comunque vada, avrà rosicchiato punti. FORZA INTER !!!

PS: Come ben sapete mi piace guardare le cose da più punti di vista. E allora ho approfittato dell'occasione per "rubare" un pezzo di post all'amico Andrea, tifoso sampdoriano.
Gara non certo difficile da inquadrare vista l'enorme differenza di valori tecnici in campo: per strappare un risultato positivo dovrà girarci tutto a favore e contemporaneamente si dovrà sperare che i nerazzurri incappino in una serata negativa o che magari possano accusare la stanchezza del match di Champions...mi piacerebbe vedere una Samp sbarazzina, che se la giochi a viso aperto ma temo invece che vedremo la solita squadra attendista e che penserà quasi esclusivamente solo a difendersi...

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sabato 26 febbraio 2011

ECCO L'INEVITABILE!!! L'ITALIA PERDE UN POSTO NEL RANKING UEFA

La situazione era già drammatica la scorsa stagione e ci era voluta la vittoria dell’Inter in Champions League per salvare l’Italia. Ma purtroppo la stagione attuale è stata disastrosa come le ultime e alla fine l’inevitabile è successo.
Con l’eliminazione del Napoli dall’Europa League (battuto 2-1 dal Villareal in trasferta dopo aver pareggiato 0-0 in casa) diventa ufficiale il sorpasso della Germania ai danni dell’Italia nel ranking Uefa. Ad inizio anno i tedeschi avevano un vantaggio di 4,79 punti che, con gli ultimi risultati (come sempre pessimi) delle formazioni impegnate in Champions League ed Europa League, è salito a 8,12. Anche se Inter, Milan e Roma dovessero superare gli ottavi ed andare fino in fondo rimarrebbe un divario matematicamente impossibile da colmare.
L’Italia scivola quindi, senza possibilità di recupero, al 4° posto: l’anno prossimo manterrà ancora quattro club in Champions, ma dal 2012-13 ne avrà uno in meno. E il futuro non induce all’ottimismo visto che il divario non è facile da colmare e dietro la Francia spinge (quest’anno i francesi sono abbastanza lontani ma l’anno prossimo il vantaggio sarà praticamente dimezzato).
Fra due stagioni il 3° posto in campionato obbligherà ai playoff di agosto, con il 4° si va nientedimeno nell’Europa League, con il 6° si resta a casa. Siamo stati in testa ininterrottamente dal 1986 al 1999 (1990 escluso), poi la discesa implacabile. Il crollo.
Un dato dovrebbe far riflettere su questa pesante inversione nell’ultimo decennio. Dal 1990 al ’99 le italiane hanno vinto 20 trofei (3 Champions, 7 Coppe Uefa, 5 Supercoppe, 3 Coppe Coppe, 2 Intercontinentali). Dal 2000 al 2010 soltanto 7 successi (3 Champions, 2 Supercoppe, 2 Intercontinentali).
Nell’ultimo decennio ben tre volte (nel 2001, nel 2002 e nel 2009) è successo di non avere italiane ai quarti di Champions e quest’anno molto probabilmente succederà la quarta volta. L’Europa League poi è diventata solo un fastidio di cui sbarazzarsi al più presto. Dal 2000 la Spagna ha vinto quattro coppe, la Russia due, l’Inghilterra una, la Germania è andata avanti in massa, mentre le nostre venivano eliminate ai primi turni (solo la Fiorentina è arrivata in semifinale nel 2008) spesso da squadre provenienti da nazioni di medio-basso livello.
Nelle ultime stagioni stiamo ripetendo sempre le stesse cose ma, ahimè, non vedo cambiamenti sostanziali, non vedo inversioni di rotta. E intanto la nave fa giù a fondo meritatamente. Perché se veniamo eliminati da un Lech Poznan o da un Metalist qualsiasi o se squadre come Shakthar o Tottenham riescono a batterci in casa non meritiamo di stare nelle posizioni nobili, meritiamo il quarto posto. Dovremmo risollevarci, rialzare la testa, restituire credibilità al nostro calcio a livello europeo. Dovremmo. Ma tra dire e fare c’è di mezzo il mare. E un discreto numero di dirigenti che dovrebbero andarsene a casa.

UN PAIO DI ARTICOLI CHE VI CONSIGLIO DI RILEGGERE
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Coppe Europee, Il Calcio Italiano E' Allo Sfascio Totale
- La Disfatta Europea Del Calcio Italiano
- L'Italia E Il Mal D'Europa
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Le 10 Cose Che Uccidono Il Calcio Italiano

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venerdì 25 febbraio 2011

CRISI IN LEGA PRO: LA SITUAZIONE PEGGIORA DI ANNO IN ANNO ...

PUNTO C – Notizie dalla Lega Pro
La crisi della terza serie non è solo figlia della situazione finanziaria attuale, ma anche di un malessere gestionale che si trascina da almeno tre lustri.
Vengono modificate, ed il più delle volte inasprite, stagione dopo stagione, le regole e ed i conseguenti obblighi per le Società, con l’intento di conferire maggiore stabilità a tutto l’impianto, ma la situazione anziché migliorare, peggiora gradatamente, avvicinando la categoria al collasso, campionato dopo campionato.

Sorge allora spontanea una domanda: ma a cosa valgono i regolamenti se, ogni stagione, assistiamo impotenti,al consueto balletto delle radiazioni e dei ripescaggi?
Si è anche erroneamente pensato che il timore dei deferimenti e delle penalizzazioni, che peraltro stanno puntualmente arrivando, sarebbe servito da deterrente ed avrebbe contribuito a migliorare la situazione, che invece va aggravandosi sempre di più.
Errore, in un periodo di crisi finanziaria come quello attuale.
Ma il problema reale sono, come lo sono sempre stati, costi e ricavi. Negli anni mi è sempre rimasta impressa nella mente una frase di Mario Macalli. Parlando di stipendi ai tesserati diceva un giorno, il Presidente di Lega: “Durante la settimana andate a vedere fuori dagli spogliatoi il parcheggio delle auto dei calciatori, anche di una squadra dilettanti,sono tutte auto di grossa cilindrata, vi aiuterà per rendervi conto dei loro reali guadagni“. Eccolo il vero problema: il costo del lavoro.
In questa categoria ho sempre sentito parlare di netti, di vitto e alloggio e di procure a carico delle Società, ma il costo totale dell’azienda lievita oltre misura e, portando un esempio, un ragazzino al primo contratto, che percepisce il minimo federale, alla fine della stagione ,sommando tutte le voci di cui sopra, costa qualcosa come trentamila euro.
Dice, ma in compenso c’è il “minutaggio”, il valore riconosciuto alle Società che fanno giocare gli “under”. Si, sai di quanto? Nove euro circa al minuto, in Seconda Divisione.
Allora bisogna risparmiare e come si sa, bisogna, in accordo con il calciatore, abbattere il contratto. Dice e che problema c’è? E' un giochetto che fanno in tanti! E si deposita in lega.
Lo strano accade per i contratti pluriennali,dove per gli anni a venire leggi cifre distanti anni luce da quelle della prima annualità,impossibili e da capogiro, per la categoria. Nessuna obietta? No e i contratti vengono ratificati con buona pace di tutti. Dice: ma ci sono i ricavi. Quali? Di sponsor meglio non parlare, la crisi finanziaria li ha fatti scappare tutti,e poi come avvicinarsi con il proprio marchio a un mondo in dissesto. Ci sono Società di categoria superiore che non riescono a trovare partners,figurarsi in terza serie.
Persino per la cartellonistica a bordo campo si incontrano difficoltà,anche il piccolo imprenditore del territorio naviga nelle ristrettezze del momento ed è costretto a lesinare sui tremila euro che pubblicizzano la sua azienda dietro la porta.
Una volta si aspettava impazienti la gara casalinga per l’incasso della domenica con il quale facevi fronte a una bella fetta dei costi di gestione, oggi meglio non pensarci.
Escludendo piazze da categorie superiori la media degli incassi, soprattutto in Seconda Divisione, non supera gli otto/diecimila euro. Cose da mettersi le mani nei capelli.
Servizio steward, vigili del fuoco, iva e spese organizzazione gara ne assorbono la metà, ma poi devi augurarti che dalla curva nessuno dei tuoi tifosi intoni un coro contro la tessera del tifoso o contro il Ministro degli Interni perché altrimenti, con le multe propinate dal Giudice sportivo,non riesci neanche a far pari con i conti.
Encomiabile che il Presidente Macalli si batta per una più equa ripartizione dei diritti televisivi in favore delle Società appartenenti alla Lega pro,ma lo scontro all’interno delle istituzioni calcistiche, avverrà con altri organismi, come,ad esempio, il sindacato dei calciatori.
Una domanda sorge spontanea: come barattare l’eventuale richiesta di riduzione degli organici di categoria e l’abbassamento dei limiti di età per i calciatori da mandare in campo contro la tutela del posto di lavoro richiesto dall’AIC per i propri associati?
E poi questa ventilata ipotesi di arrivare ad una maggiore richiesta di garanzie fidejussorie, pari al cinquanta per cento del costo del lavoro, ove fosse attuabile,da quante Società potrebbe essere sopportata? Dice: il calcio deve essere fatto solo da chi ha i soldi! Se questi sono i rimedi a un pallone malato ... Ma ci sarà tempo e modo per riparlarne. (TuttoLegaPro)


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giovedì 24 febbraio 2011

QUEL PIZZICO DI FORTUNA CHE FA LA DIFFERENZA

Siamo tutti d’accordo sul fatto che ieri sera è stata una partita “strana”. Una partita spettacolare, giocata a viso aperto da entrambe le squadre, una partita che meritava di vincere l’Inter ma allo stesso tempo meritava di vincere il Bayern Monaco e per questo era giusto che finisse in parità. E invece abbiamo perso per un gol al novantesimo. Un gol che pesa molto sulla coscienza di Julio Cesar anche se sinceramente mi sembra ingeneroso addossare tutte le colpe al portiere brasiliano che spesso ci ha salvato con le sue prodezze e a cui possiamo perdonare un errore, anche se rischia di essere decisivo per la stagione. E poi la difesa ha lasciato tirare Robben e Gomez era solo soletto in area, libero di ribattere in rete la respinta del portiere. Quindi smettiamola di attribuire colpe solo a Julio Cesar.
Per ciò che riguarda gli altri 89 minuti ho visto una buona Inter, che in difesa ha corso qualche rischio (i tedeschi hanno preso due legni) ma che è stata brava ad arginare le offensive avversarie. E in fase d’attacco si è resa pericolosa in più di un’occasione sebbene Leonardo aveva schierato una squadra piuttosto coperta con una sola punta. Se Cambiasso l’avesse buttata dentro, magari saremmo qui a raccontare un’altra partita. Ma anche se Leonardo avesse giocato la carta della seconda punta (dall’inizio o a partita in corso) sarebbe potuta essere un’altra partita, o se magari non si fosse infortunato Ranocchia.
Ma, ahimè, è andata come è andata. Inutile fare processi e piangere sul latte versato. Bisogna prendere atto della sconfitta e pensare al ritorno.
Credo che ribaltare il risultato non è un’impresa titanica. Abbiamo visto che i bavaresi sono molto insidiosi quando attaccano, ma in difesa sono tutt’altro che impeccabili. Con un Eto’o come quello di ieri sera e un Milito in condizione ottimale sfondare il muro dei
teutonici non sarà impossibile. Servirà una grande Inter, un’Inter attenta in difesa, che sappia attaccare e colpire gli avversari nei punti deboli. E servirà un pizzico di fortuna. Quella serve sempre ma fra tre settimane in particolar modo. Come ho scritto, servirà quel pizzico di fortuna che ci è mancato ieri sera. Quel pizzico di fortuna che fa sì che un tiro di Cambiasso non finisca alle stelle, che l’arbitro assegni un rigore sacrosanto, che Julio Cesar blocchi e non respinga un tiro, che un tiro di Eto’o deviato finisca 20 centimetri più a destra, che un elemento fondamentale come Ranocchia non si infortuni.
Sono soddisfatto del fatto che tra i tifosi ci siamo un clima disteso, di ottimismo. E questo clima ha coinvolto anche la squadra e l’allenatore. Tutti hanno la sensazione che possiamo farcela, che vincere a Monaco sia un’impresa alla nostra portata. Mi fa piacere questo clima disteso e spero che duri fino alla partita di ritorno. Se iniziamo a pensare al match di ritorno come una partita difficile, alla vittoria come un’impresa titanica, alla qualificazione come una mission impossibile, finiremo per caricarci di tensione, di adrenalina, rischiando di fare cilecca. Invece che ben venga il clima di ottimismo. Sì, possiamo farcela. Possiamo tranquillamente andare in Germania a prenderci la qualificazione agli ottavi.
Possiamo farcela. Dobbiamo crederci. Fino al novantesimo.
FORZA INTER !!!

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mercoledì 23 febbraio 2011

INTER, CHE BEFFA AL NOVANTESIMO!!!

Champions League 2010-2011 – Andata degli Ottavi di Finale
INTER - BAYERN MONACO 0 - 1
90’ Gomez

INTER: Julio Cesar; Maicon, Ranocchia (29' st Kharja), Lucio, Chivu; Zanetti, T. Motta, Cambiasso; Sneijder, Stankovic; Eto'o.
A disposizione: Castellazzi, Materazzi, Nagatomo, Mariga, Coutinho, Pandev.
All.: Leonardo
BAYERN MONACO: Kraft; Lahm, Tymoshchuk, Badstuber, Pranjic (38' Breno); Luiz Gustavo, Schweinsteiger; Robben, Müller, Ribery; Gomez.
A disposizione: Butt, Van Buyten, Ottl, H. Altintop, Kroos, Klose.
All.: Van Gaal
Arbitro: Kassai

Un gol di Gomez fredda l’Inter al 90esimo di una partita con tante emozioni e che i nerazzurri non meritavano di perdere.
Leonardo per il suo debutto europeo sulla panchina dell’Inter si presenta con Eto’o unica punta supportato da un centrocampo a cinque con Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta, Stankovic e Sneijder mentre in difesa giocano Lucio e Ranocchia centrali e Maicon e Chivu sugli esterni.
Primo tempo molto vivace con occasioni da una parte e dall'altra. Passa poco più di un minuto e Ranocchia sfiora il vantaggio. Per i tedeschi ci prova Luis Gustavo. Dopo un rigore reclamato per atterramento di Eto’o in area, arriva la grande chance per l'Inter: Eto'o semina il panico nella difesa tedesca e scarica per Cambiasso. Il centrocampista si trova a tu per tu con il portiere Kraft, che in uscita disperata riesce a respingere. Al 23' Robben pennella un cross perfetto per Ribery: il francese colpisce di testa, ma per fortuna dell'Inter il pallone scheggia la parte alta della traversa. Il Bayern si rende ancora pericoloso con Gomez, la risposta nerazzurra è firmata Eto'o. In chiusura di primo tempo ancora una chance per l'Inter: una percussione di Maicon sulla destra porta il brasiliano al tiro da posizione defilata, la palla finisce sull'esterno della rete. Si chiude sullo 0-0 la prima frazione di gioco, caratterizzata da due squadre alla ricerca costante del gol.
La ripresa riparte sugli stessi ritmi. Pronti via e il Bayern sfiora il vantaggio. Cross di Robben dalla destra, Muller colpisce di testa, ma la palla sfila sul secondo palo. I tedeschi si riprovano poco dopo. Una discesa devastante di Robben che colpisce di destro: palla sul palo. L'Inter si sveglia ancora grazie a Eto'o, che chiama ad una grande parata Kraft. Sulla ribattuta Cambiasso sciupa ancora un'occasione gigantesca. Dall'altra parte al 64' ancora Gomez si rende pericoloso. Al 73' si fa male Ranocchia: Leonardo inserisce Kharja, Zanetti va a fare il terzino sinistro, Chivu si sistema al centro.
L’Inter prova l’assalto finale. Su calcio d’angolo Thiago Motta impegna Kraft bravo a deviare il colpo di testa del centrocampista nerazzurro. Poi ancora Eto'o può tirare da posizione favorevole appena dentro l'area di rigore, il pallone però finisce fuori dopo una deviazione.
E quando tutto lascia presupporre che finisca a reti bianche arriva l’atroce beffa per i nerazzurri. Robben tira da fuori area, Julio Cesar respinge corto, arriva Gomez e deposita in rete senza problemi.
Finisce 1-0 per i tedeschi. Una partita che entrambe avrebbero meritato di vincere e che per la mole di occasioni e di emozioni prodotte meritava di finire in parità.
Fra tre settimane in terra bavarese ribaltare lo 0-1 non sarà semplice ma probabilmente non è nemmeno un’impresa impossibile. Bisogna crederci. E avere quel pizzico di fortuna che ci è mancato stasera.
FORZA INTER !!!


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martedì 22 febbraio 2011

DA MAGGIO A DOMANI. ANCORA BAYERN SULLA NOSTRA STRADA

Nove mesi dopo rieccoci nuovamente di fronte. Inter-Bayern Monaco, come quella serata di Madrid quando dopo un’attesa lunga 45 anni riassaporammo l’ebbrezza di vincere la Champions League. Una serata bellissima ed emozionante che resterà per sempre nei nostri cuori. Inter-Bayern Monaco un tatuaggio indelebile sulla nostra pelle nerazzurra.
Ma non possiamo cullarci per sempre su quel trionfo. Bisogna guardare avanti e puntare a vincere ancora. Un anno fa, come tutti ricorderete, avvenne la svolta della stagione con quella vittoria sul Chelsea che ci diede la convinzione dei nostri mezzi e la consapevolezza che potevamo arrivare lontano.
Quella vittoria ci ha dato una nuova Inter, un’Inter che in Europa se la gioca a viso aperto e non teme più nessuno. E proprio quel tipo di Inter che vogliamo vedere in campo domani sera.
Nel calcio nove mesi sono un’eternità e le due squadre che si affronteranno domani sera non hanno nulla a che vedere con le due che si affrontarono a Madrid. Molti protagonisti c’erano allora e ci saranno domani sera ma è un’altra Inter ed è un altro Bayern.
Per quanto ci riguarda non c’è più Mourinho, e domani sera non ci saranno nemmeno Milito e Samuel. Però c’è ancora Sneijder, c’è ancora Eto’o, ci sono ancora Zanetti, Cambiasso, Stankovic, Lucio, Maicon, Julio Cesar.
Sarà una partita tutt’altro che semplice e sarà interessante vedere che Inter schiererà Leonardo. Spero che il tecnico brasiliano metta in campo una formazione che prima di tutto non prenda rischi in difesa. In campionato siamo abituati a vedere una squadra che concede parecchio agli avversari, che segna molto ma che subisce anche tanti gol. In Europa questo è inammissibile. Per fare un esempio, un 3-2 in Italia va benissimo, in Europa è pericolosissimo perché al ritorno rischi di essere beffato.
Servirà una prestazione da vera Inter. Il sogno sarebbe vedere l’Inter perfetta che sconfisse il Barcellona ma anche l’Inter che ebbe la meglio sul Chelsea a San Siro o, perché no, proprio l’Inter che batté il Bayern in finale andrebbe benissimo.
Non mi voglio dilungare in tatticismi, ne ipotizzare formazioni e uomini da schierare. Ciò che conta è che gli undici che vanno in campo diano il massimo che poi si giochi col 4-2-3-1 o col 4-4-2 oppure col 4-3-2-1 è relativo e non ha importanza se gioca Tizio o Caio.
E’ una partita importante e mi aspetto il massimo da tutti. E sarà una partita importante anche e soprattutto per mister Leonardo chiamato a cancellare l’ombra di Mourinho e la pessima figura che fece lo scorso anno agli ottavi di finale col Manchester United quando sedeva sulla panchina dell’altra squadra di Milano.
Mi aspetto una grande Inter e una grande partita. Siamo ancora i Campioni d’Europa in carica. Noi non l’abbiamo dimenticato, ora ricordiamolo anche agli altri.
FORZA INTER!!!


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lunedì 21 febbraio 2011

STANGATA UEFA PER RINGHIO GATTUSO: 4 (+1) GIORNATE DI STOP

Come ben ricorderete una settimana fa il “mite” Gennaro “Ringhio” Gattuso al termine di Milan-Tottenham (per la cronaca 1-0 per gli inglesi) aveva aggredito Joe Jordan, ex giocatore milanista ed attuale secondo di Redknapp.
I problemi erano iniziati a metà secondo tempo, sullo 0-0. Gli
animi si sono surriscaldati dopo una brutta entrata di Flamini su Corlucka, sanzionata dall'arbitro con il giallo. Pochi minuti dopo Gattuso si becca a distanza con Jordan, poi si avvicina alla panchina inglese e mette una mano al collo di Jordan, che reagisce insultandolo. A fine partita avviene il "secondo round". Gattuso si toglie la maglietta. Saluta tranquillamente un paio di avversari e va verso la panchina del Tottenham. C'è la stretta di mano con Redknapp. Ma lì nei paraggi c'è anche Jordan. I due si beccano e si ritrovano testa contro testa.
I due vengono divisi ma appare subito evidente che il centrocampista calabrese sarebbe andato incontro ad una sanzione pesante.
L’Uefa infatti dopo la partita apre un’inchiesta e oggi è arrivata la sentenza: "Il centrocampista del Milan, Gennaro Gattuso, è stato squalificato per quattro turni di competizioni per club dalla Commissione Disciplinare e di Controllo della Uefa in seguito a quanto accaduto in occasione della sfida di andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Tottenham in Italia. Secondo l’organismo di controllo e disciplina Gattuso ha assalito il tecnico in seconda del Tottenham Hotspur Joe Jordan dopo il fischio finale. Gattuso, anche ammonito al 76′ della stessa partita, avrebbe già saltato la gara di ritorno contro il Tottenham essendo arrivato al terzo cartellino giallo. Di conseguenza le quattro giornate di squalifica conteranno a partite da quella successiva. Il ricorso contro il verdetto può essere presentato entro tre giorni dalla notifica di questa decisione".
Quattro giornate di squalifica dunque (non cinque come qualcuno erroneamente ha detto, una gli sarebbe stata comunque comminata) e il giocatore saluta in anticipo la manifestazione, a meno che i rossoneri non riescano ad arrivare fino alla finale di Wembley.
Credo che la squalifica sia giusta. Quattro giornate mi sembra una pena tutto sommato equa. Anche se da quelle parti non sono abituate a certe sanzioni e sarà sembrata una punizione eccessiva…

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ROMA, SI DIMETTE RANIERI. MONTELLA GUIDA L'AUTOGESTIONE

Da ieri sera Claudio Ranieri non è più l’allenatore della Roma. La squadra giallorossa era in caduta libera avendo perso le ultime quattro partite. Letale la sconfitta subita ieri pomeriggio a Marassi quando i giallorossi erano in vantaggio per 3-0 contro il Genoa al minuto 51 (6' Mexes - 16' Burdisso – 51’ Totti) e in 34 minuti si sono fatti rimontare e superare (52' Palacio - 68' Paloschi – 74’ Palacio – 85’ Paloschi). A fine gara, il tecnico romano ha preferito dimettersi per dare quella che lui stesso ha definito “una scossa”.
Al posto di Ranieri è stato chiamato Vincenzo Montella. Scelta molto discutibile che lascia intendere come si sia entrati in una fase di autogestione della squadra. Dubito che l’ex attaccante giallorosso possa avere una certa autorità nei confronti di giocatori come Totti, De Rossi, Perrotta, tutti suoi ex compagni.
Non è difficile capire che tra il tecnico e lo spogliatoio ci fosse una certa spaccatura. Ranieri paga probabilmente la mancanza di timori reverenziali nei confronti di Totti che a dispetto degli anni e degli acciacchi, pretende ancora un posto di titolare inamovibile. E poiché Totti nel club giallorosso ha più peso del Papa in Vaticano, è stato subito accontentato. E lo dimostra anche il fatto che non sia stato chiamato un altro allenatore ma la squadra sia stata affidata a Montella, fino ad oggi allenatore dei Giovanissimi giallorossi, che di sicuro non terrà il “suo” capitano in panchina.
Credo sia sbagliato (e anche pericoloso per una squadra che sta per essere venduta) assecondare le bizze di un giocatore che crede di essere una divinità intoccabile. Bisogna fare le scelte più giuste per il bene della squadra non del suo capitano. E inoltre, come scrissi anche in occasione dell’esonero di Benitez, trovo deleterio che una squadra possa decidere le sorti di un allenatore e che un presidente assecondi le bizze di questi bimbi viziati invece di richiamarli all’ordine.
Se da un lato questa autogestione pone i giocatori di fronte ad una grossa responsabilità e alla consapevolezza di non avere più alibi, dall’altro nutro forti perplessità sul fatto che la nave possa essere condotta sana e salva in porto. Vedremo cosa succederà. La mia sensazione è che si sia fatto un salto nel buio.


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domenica 20 febbraio 2011

QUELLO CHE CONTA E IL NERAZZURRO VINCENTE DAPPERTUTTO

Non sempre si può vincere in scioltezza, non sempre si può assistere ad una partita senza soffrire, soprattutto se gioca l’Inter. Ma alla fine conta il risultato, conta la vittoria, contano i tre punti che, indipendentemente se servono per la rimonta o per un posto in Champions, sono comunque pesanti.
Ieri sera l’Inter ha giocato un primo tempo molto buono e una ripresa da apnea. Anche se, come già scrivevo ieri sera, si è sofferto molto, ci sono state molte mischie in area ma non mi pare che Julio Cesar abbia dovuto compiere parate decisive. E inoltre credo che nella ripresa abbia pesato anche il pensiero dell’impegno in Champions League.
Resta il fatto che se per causa di forza maggiore o per turnover fai a meno di titolari come Samuel, Lucio, Chivu, Cambiasso, Stankovic, Sneijder e Milito, un po’ di sofferenza ci può anche stare.
Ciò nonostante non mi pare che l’Inter sia apparsa disastrata e non competitiva. Intanto non abbiamo preso gol, cosa che non succede spesso. E poi ho visto un Pandev in netta crescita (vuoi vedere che la panchina gli abbia fatto bene?) e un Ranocchia sempre più leader difensivo. Il giovane centrale nerazzurro non è ancora ai livelli di Lucio e Samuel ma è ancora giovane e c’è tutto il tempo per crescere e diventare forte. Molto bene anche Nagatomo. Molti, io per primo, erano
perplessi del suo acquisto e invece in difensore giapponese ha dimostrato di essere bravo a spingere e difendere. Finalmente un terzino sinistro decente.
Quindi al di là dei 45 minuti molto sofferti io sono abbastanza soddisfatto di come ha giocato l’Inter. E’ proprio in questi momenti che esce fuori la grinta e la determinazione di una squadra. Si soffre, si prende qualche rischio ma si riesce a restare in piedi e a non perdere punti preziosi. Se è necessario bisogna anche buttare qualche pallone in tribuna come farebbe una squadra mediocre. Tutto è concesso quando bisogna difendere un risultato positivo.
Si discuterà molto sul gol che ha deciso la partita. Ranocchia infatti è in posizione di fuorigioco. Fuorigioco che onestamente mi è sembrato abbastanza netto ma l’arbitro e il guardalinee non l’hanno evidentemente visto (e in effetti non era facile da vedere). Ma a tutti i tifosi avversari, e in particolare a quelli che si spacciano per giornalisti, vorrei far notare che l’arbitro non ha nemmeno visto un rigore nettissimo su Thiago Motta ad inizio partita. E, a titolo informativo, vorrei far notare sempre a tifosi e pseudo-giornalisti che non è il primo rigore non assegnatoci nelle ultime gare. Naturalmente in questa settimana si parlerà quasi ed esclusivamente del nostro gol e il rigore negato verrà ignorato, ma ormai siamo abituati a questo. Ecco perchè continueremo per la nostra strada ignorando gli sproloqui dei salotti televisivi e della carta stampata.
Perché ciò che conta più di tutto è che abbiamo portato a casa il risultato e che per almeno altre due ore siamo a soli due punti dalla vetta. Una situazione insperata fino ad un mese e mezzo fa. Chapeaux, mister Leonardo.
FORZA INTER!!!


Caro Professore della musica d'autore, per una volta abbiamo fatto noi il tifo per te. E ancora una volta abbiamo vinto insieme: grazie per il "sesto titolo!" (Inter.it)
Complimenti a Roberto Vecchioni, tifoso interista doc, che ieri sera ha trionfato al Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore”. Ormai il nerazzurro è diventato vincente. Dappertutto.


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sabato 19 febbraio 2011

TRE PUNTI COL MINIMO SFORZO. E LA VETTA S'AVVICINA.

Serie A 2010-2011 – 26^ Giornata
INTER - CAGLIARI 1 - 0
7' RANOCCHIA

INTER: Julio Cesar; Maicon, Ranocchia, Cordoba, Nagatomo; Zanetti, Thiago Motta (dal 27' s.t. Cambiasso); Eto'o (dal 16' s.t. Stankovic), Kharja (dal 33' s.t. Mariga), Pandev; Pazzini.
A Disposizione: Castellazzi, Obi, Materazzi, Coutinho.
All. Leonardo.
CAGLIARI : Agazzi; Pisano, Astori, Canini, Agostini; Biondini, Conti, Lazzari; Cossu (dal 25' s.t. Nainggolan); Nené, Acquafresca (dal 19' s.t. Ragatzu).
A Disposizione: Pelizzoli, Ariaudo, Laner, Missiroli, Perico.
All. Donadoni.
ARBITRO: Domenico Celi di Campobasso.


Il massimo risultato con il minimo sforzo. L’Inter batte il Cagliari con un gol di Ranocchia (prima rete nerazzurrra), conquista tre punti importanti e si porta momentaneamente a -2 dal Milan.
Leonardo lascia a riposo Cambiasso e Stankovic e rispolvera il 4-2-3-1 con Maicon, Ranocchia, Cordoba e Nagatomo in difesa, Thiago Motta e Zanetti in mezzo e Pandev, Kharja ed Eto’o dietro l’unica punta Pazzini.
Pronti via e dopo 7 minuti l’Inter è in vantaggio. Punizione veloce battuta al limite da Eto’o, difesa del Cagliari sorpresa, Kharja è libero in area: primo tiro ribattuto, sul secondo deviazione ininfluente di Ranocchia. Il gol è del difensore interista, non tanto perché se lo merita (altra gran partita), ma perché così dice la regola Fifa. I sardi protestano per una probabile posizione di fuorigioco di Ranocchia. Fuorigioco che, ad essere sinceri, potrebbe anche starci. Ma, parafrasando Boskov, “fuorigioco è quando arbitro fischia”
Il primo tempo è a senso unico con l’Inter che gioca bene. Cerca lo spettacolo, manovra larga, propensione all’attacco. Pandev per un tempo gioca come non ricordavamo più.
Nella ripresa i nerazzurri calano d’intensità in vista dell’impegno europeo che l’attende fra 4 giorni, il Cagliari si fa sotto e sfiora più volte il gol del pari. Per la verità si trattano perlopiù di mischie in area perché di tiri insidiosi nella porta di Julio Cesar non arrivano.
Ma seppur con qualche sofferenza di troppo i nerazzurri portano a casa la vittoria.
Come già dicevo prima, buona la prova di Pandev ma il migliore in campo è stato decisamente Ranocchia. Un po’ appannato invece è apparso Pazzini.
Stamattina scrivevo che era importante non buttar via punti preziosi e così è stato. Siamo a -2, un vantaggio che domani pomeriggio potrebbe restare immutato, aumentare a -3 o tornare a -5. Noi abbiamo lanciato la sfida, ora tocca al Milan domani pomeriggio a Chievo e al Napoli domani sera col Catania rispondere. Sperando in qualche sorpresa.
FORZA INTER !!!

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L'IMPORTANZA DI NON BUTTARE VIA TRE PUNTI

Circa un mese fa scrissi che ci aspettava un tour de force abbastanza difficile con avversari non proprio agevoli. Il tour de force è stato superato abbastanza bene e il distacco dalla vetta è un’accettabile -5. Ora fino al derby abbiamo 5 partite un tantino meno difficili che magari ci permetteranno di rosicchiare punti a chi guida la carovana.
Il primo impegno sarà stasera in casa contro il Cagliari. Leonardo, anche in proiezione dell’impegno di Champions League di mercoledì prossimo, lascia a casa Sneijder e Lucio, che dovrebbe aver recuperato dall’infortunio e che quasi certamente sarà tra i convocati per il match europeo. Ipotizzando che sarà dato un turno di riposo a Cambiasso (panchina per lui), Leonardo dovrebbe schierare Maicon, Cordoba, Ranocchia e Nagatomo in difesa, capitan Zanetti, Kharja e Thiago Motta a centrocampo e Stankovic dietro le punte Eto’o e Pazzini
Difronte avremo un Cagliari molto combattivo. I sardi da quando sono stati presi in mano da Donadoni non conoscono mezzi termini con 8 vittorie e 3 sconfitte. E soprattutto giocano un calcio molto efficace. L’assenza di Matri finora non sta pesando, anche se sono ancora troppe poche le partite senza il bomber passato alla Juventus per poter dare un giudizio concreto.
Come sempre non sarà una partita semplice ma la differenza di valore tra le due squadre è abbastanza evidente e a meno che non ci facciamo distrarre da pensieri europei o facciamo errori di superficialità non credo che dovrebbe essere un problema portare a casa i tre punti. E qui vorrei aprire una parentesi. Continuiamo a parlare di rimonta, dell’importanza dei tre punti per avvicinarci al vertice ma in un campionato molto equilibrato come quello di quest’anno i tre punti sono doppiamente importanti perché da un lato ci avviciniamo alla vetta e dall’altro ci allontaniamo dalle squadre che inseguono. Se diamo una sbirciata alla classifica ci accorgiamo che appena due punti dietro c’è la Lazio, e a seguire l’Udinese e la Juventus. Basta sbagliare un paio di partite per trovartele tutto a ridosso. Ecco perché i tre punti sono importanti sempre e comunque e acquistano doppio o triplo valore.
Ecco perché l’impegno di stasera è alla nostra portata e non possiamo sbagliarlo. Lo scorso anno (toccatina, please) la partita che precedette la sfida d’andata degli ottavi di Champions League (toccatina, please) la pareggiamo in casa (toccatina, please). Era, tanto per intenderci, la famosa partita delle manette di Mourinho. Una partita pareggiata per eccessivo zelo di Tagliavento ma anche perché non l’affrontammo con la necessaria concentrazione. Stasera dovremo evitare quegli errori. Dobbiamo giocare tranquilli, consapevoli della nostra forza e con la determinata concentrazione. Questi tre punti sono fondamentali, guai a buttarli via.
FORZA INTER !!!

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giovedì 17 febbraio 2011

COME UN CORRIDORE CHE CORRE PER SE STESSO

Bisognava vincere e abbiamo vinto. Questo il pensiero di quasi tutti i tifosi nerazzurri. E come non essere d’accordo? Al di là di tutto il risultato è quello che conta e tra una partita giocata male e vinta e una giocata benissimo e pareggiata, è scontato quale sceglierebbero tutti.
Dunque abbiamo vinto. Abbiamo espugnato Firenze. Lo scorso anno, se non ricordo male, a Firenze pareggiammo e quel weekend la Roma vinse con l’Atalanta e ci superò in classifica. Stavolta invece abbiamo portato a casa i tre punti e la nostra corsa verso la vetta rimane più viva che mai.
Anche se continuo a pensare che noi siamo quel corridore che deve correre solo per lui, corre e corre senza guardare gli altri concorrenti, senza pensare a come corrono gli altri. Un corridore che solo dopo aver tagliato il traguardo saprà se ha vinto o se è arrivato dietro.
Dobbiamo fare il nostro campionato, senza tabelle, senza guardare le concorrenti, senza fare pronostici. Lo so, predico bene e razzolo male. Io sono il primo che fa calcoli, che guarda a che punto è il distacco con la vetta, che parla di rimonte scudetto.
Lo scudetto, già. Mai come quest’anno chi insegue può avere speranze di risalire. E’ un campionato equilibrato, l’abbiamo detto già mille volte. Il Milan resta un cincinino più avanti di tutte ma basta un nulla per arrivare lì. 5 punti sono maledettamente pochi. O maledettamente troppi. Dipende dai punti di vista e da come affronteremo le prossime partite. E poi ci sono i mille fattori che possono variare. L’infortunio, il gol fortuito, la decisione arbitrale, un palo, un rigore, un errore sottoporta, una disattenzione difensiva.
Due mesi fa eravamo destinati ad un campionato mediocre, da dimenticare. Una stagione nell’anonimato dopo aver vinto cinque titoli in sei mesi. Ma è bastata una piccola scintilla e siamo tornati ad essere forti e a poter dire la nostra in questo campionato. Da inizio campio
nato a Natale abbiamo fatto 23 punti su 45, dall’Epifania a oggi ne abbiamo fatto 24 su 30. Il cambio di rotta è evidente. Siamo tornati ad essere una grande squadra. E, salvo stravolgimenti, sono convinto che vivremo un’altra primavera da protagonisti. Magari non vinceremo tutto ma ci saremo, diremo la nostra, saremo in prima fila a lottare per il titolo finale.
Ma per lottare avremo bisogno di tutti. Anche ieri sera a Firenze abbiamo avuto la conferma che lì dietro serve Lucio e serve Chivu (e peccato che non tornerà Samuel), lì al centro serve il miglior Thiago Motta e lì davanti servirà quel Milito che ci ha trascinato al Triplete. E poi servirà uno Sneijder formato pallone d’oro, un Pandev utile (non quella sorta di fantasma che è diventato il macedone) e ancora servirà il miglior Stankovic, il miglior Maicon, il miglior Eto'o, il miglior Cambiasso, il miglior Zanetti, il miglior Ranocchia, e soprattutto la migliore Inter. Perché più dei singoli giocatori, è importante avere al top una squadra che ha fatto della compattezza e dell’unità del gruppo il suo punto di forza.
Più la vetta si avvicina più la salita diventa ardua ma noi non vogliamo mollare. Non ora.
FORZA INTER !!!
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