L’addio di Conte, il grave problema al cuore di Eriksen, la cessione di Hakimi, la partenza di Lukaku. A vederla ad agosto questa Inter era, o meglio sembrava, decisamente più indebolita rispetto allo scorso anno. Perché Inzaghino è sicuramente un buon allenatore, ma non è certo Conte, perché Calhanoglu non vale Eriksen, perché Dzeko, preso per sostituire Big Rom, è ormai sul viale del tramonto, perché Dumfries, che doveva sopperire all’assenza di Hakimi, è pur sempre una scommessa.
Tutto vero, anzi verissimo. Ma (e lo ripeto per la miliardesima volta) il calcio non è una scienza esatta. 2+2 nel calcio, al contrario della matematica, non sempre fa 4. E così, come è, come non è, questa Inter viaggia che è una bellezza.