ARTICOLI RECENTI

giovedì 30 aprile 2015

IL CARPI FA FESTA: E' UNA PROMOZIONE STORICA (alla faccia di Lotito)

 LATO B  Appunti sulla Serie Cadetta 
La favola è diventata realtà: con quattro giornate di anticipo, il Carpi è in serie A. Nella trentottesima giornata della serie B, la squadra di Castori pareggia con il Bari e può festeggiare l’aritmetica promozione. Per gli emiliani si tratta della prima promozione nella massima serie in 106 anni di storia del club. Un risultato storico per la piccola città della provincia di Modena (appena 70.000 abitanti) e per un club che tre anni fa non aveva giocato neanche un campionato di B.
Una promozione frutto della programmazione, del lavoro grazie alla società guidata dal presidente Claudio Caliumi e dall'allenatore Fabrizio Castori. Un campionato dominato in lungo e in largo, giocando un calcio veloce, offensivo e spettacolare.
Eppure la stagione del Carpi comincia a fari spenti. Nelle prime otto giornate la squadra di mister Castori perde già due volte e raccoglie, insieme a tre vittorie, altrettanti pareggi. Dopo la vittoria di misura col Latina del Cabassi scatta la scintilla. I biancorossi rifilano infatti all'ambizioso Pescara di Baroni un memorabile 0-5 davanti all'attonito pubblico dell'Adriatico: praticamente ogni palla lunga per la punta (Mbakogu) o per l’esterno che attacca la profondità (Concas o Letizia) libera un uomo davanti al portiere avversario.

COME COMBATTERE LA VIOLENZA NEGLI STADI?

Sempre più spesso negli stadi italiani accadono cose che non dovrebbero accadere: risse, episodi di razzismo, discriminazione territoriale e chi più ne ha più ne metta.
Il famoso Daspo, tanto pubblicizzato dai governi che lo hanno promosso e fatto diventare legge, non ha sortito gli effetti sperati e non ha impedito a orde di barbari di rovinare ogni domenica lo sport più bello del mondo. Uno sport che dovrebbe essere destinato alle famiglie e ai tifosi, quelli veri però.
Ma come si combatte la violenza negli stadi? Esiste un modo per debellarla definitivamente?
Intanto, per "restituire il calcio alle famiglie" dovremmo iniziare a guardare come hanno fatto gli altri paesi europei per prendere esempio.

In Gran Bretagna, dove è forse accaduto l'episodio più grave di tutti, la strage dell'Heysel del 1985, sono stati introdotti numerosi provvedimenti. Lo "Sporting Event Act" vietò l'introduzione degli alcolici negli stadi (era ora), mentre il "Public Order Act" del 1986 permise alla magistratura di interdire la presenza negli eventi sportivi di soggetti ritenuti violenti, costringendoli all’obbligo di firma in caserma.

mercoledì 29 aprile 2015

BRAVISSIMI A COMPLICARCI LA VITA MA L'EUROPA...

La data del 28 aprile evoca ricordi bellissimi ai tifosi nerazzurri. Il 28 aprile di cinque anni fa l’Inter alzò le barricate al Camp Nou, resistette in 10 per quasi un’ora contro uno dei più forti Barcellona che io ricordi e alla fine esplose la gioia e l’entusiasmo perché, nonostante la sconfitta per 1-0, conquistammo la finale di Madrid che poi andammo a vincere.
Vabbè, vi sto raccontando cose che già sapete perfettamente. Sono partito da questa premessa per dire che ieri era il 28 aprile. In soli cinque anni siamo passati dal tener testa ad un grande Barcellona in inferiorità numerica, a vincere con affanno contro l’Udinese (buona squadra, ma pur sempre l’Udinese) nonostante la doppia superiorità numerica. Dalle stelle alle stalle, direbbe qualcuno.
Ma purtroppo in questo momento siamo questi, quindi inutile perderci in lunghi e inutili discorsi retorici.

La cosa che fa più incazzare è che per più di un’ora si è vista una buona Inter, padrona del campo, che ha creato azioni, che si è resa pericolosa e che in difesa ha preso pochissimi rischi. Poi col passare dei minuti e nonostante fossimo in 11 contro 9 siamo andati nel pallone.

martedì 28 aprile 2015

LAMPO PODOLSKI, UNA PESSIMA INTER SENTE ODORE DI EUROPA

Serie A 2014-2015 – 33^ Giornata
UDINESE - INTER 1 - 2
48’ ICARDI (rig.) – 50’ Di Natale – 65’ PODOLSKI

UDINESE (4-3-1-2): Karnezis; Widmer, Danilo, Domizzi, Piris; Allan, Pinzi, Badu; Guilherme (dal 44' p.t. Guilherme); Thereau, Di Natale (dal 16' s.t. Kone).
A Disposizione: Scuffet, Meret, Fernandes, Perica, Zapata, Brubnijc, Hallberg, Gabriel Silva, Geijo, Aguirre.
All. Stramaccioni.
INTER (4-3-1-2): Handanovic; D'Ambrosio, Vidic, Felipe, Santon; Guarin (dal 20' s.t. Podolski), Medel, Kovacic; Hernanes (dal 45' s.t. Gnoukouri); Palacio, Icardi.
A Disposizione: Carrizo, Obi, Sciacca, Gnoukouri, Puscas, Donkor, Nagatomo, Brozovic, Shaqiri, Dimarco, Bonazzoli.
All. Mancini.
ARBITRO: Rocchi di Firenze

L’Inter porta a casa tre punti preziosi e respira aria d’Europa con Fiorentina e Sampdoria che, in attesa delle sfide di domani sera, sono ad un tiro di schioppo. E’ questa l’unica cosa positiva di una partita che l’Inter gioca bene per circa un’ora, prima di complicarsi la vita oltre ogni limite consentito nonostante la doppia superiorità numerica (Udinese rimasto in 10 dal 40esimo per l’espulsione di Domizzi e poi in 9 dal 60esimo per il rosso a Badu).
Mancini deve far fronte all’assenza di Ranocchia e Juan Jesus in difesa per squalifica. Coppia di centrali composta quindi da Vidic e Felipe con D’Ambrosio e Santon sugli esterni. A centrocampo il rientrante Medel, Guarin e Kovacic con Gnoukouri che si accomoda in panchina. In avanti Hernanes ancora una volta preferito a Shaqiri con Palacio-Icardi tandem offensivo.

Partita che stenta a decollare con l’Inter che fa molto possesso palla ma che crea ben pochi pericoli. Le uniche occasioni da registrare sono due tiri dalla distanza di Guarin ed Hernanes.

lunedì 27 aprile 2015

IL MILAN NON ESISTE PIÙ

L’altra sera è avvenuta l’ennesima sconfitta sconcertante a opera di una squadra che da tempo non ha più nulla da chiedere al campionato. È brutto vedere come un club con un importante blasone come il Milan non manifesti chiarezza e sicurezza in nessun settore.
La squadra, composta da parametri zero e giovani dalle mille speranze e pochi valori reali, non riesce ad esprimere un’idea di gioco. Mancano i leader, manca la personalità dei vari Maldini e Gattuso, capaci di trainare la squadra anche nei momenti più difficili e di tenere alta la tensione.
Il povero Pippo Inzaghi, idolo indiscusso della tifoseria ed eroe di mille battaglie, non è riuscito a dare alla squadra il mordente e la serietà che lo ha sempre contraddistinto nella sua carriera di calciatore.
Per non parlare della società, dei due amministratori delegati che passano il loro tempo a litigarsi le attenzioni di un vecchio presidente che non ha più le risorse fisiche ed economiche per mantenere la baracca. Barbara Berlusconi non ha le capacità e l’esperienza adatta per gestire il settore marketing.

MEGLIO TARDI CHE MAI (finalmente abbiamo battuto una big...)

Quest’anno sono riuscito nell’impresa di perdermi la sfida contro la Roma sia all’andata che al ritorno. Sia chiaro, non è stata una scelta “ad minchiam”, ma dettata da esigenze sentimentali (ah, altri tempi quando dicevo che mai e poi mai una ragazza mi avrebbe impedito di vedere l’Inter…).
Sono lontani i tempi in cui le sfide contro la Roma erano decisive per lo scudetto o per l’assegnazione di una Coppa nazionale. Con i nerazzurri che vegetano nelle posizioni appena fuori l’Europa e la Roma che da seria concorrente al titolo si è ritrovata a dover contendere il secondo posto ai cugini della Lazio, la sfida di sabato sera aveva ben poco da dire ed era utile al Mancio solo per cercare di capire da quali elementi ripartire.
Come Gnoukouri, un giovane 18enne che sta ben impressionando nelle ultime gare. Dopo l’ottima prestazione del derby si è ripetuto anche contro la Roma. E un imberbe 18enne che pronti via e subito ti spara una dopo l’altra due prestazioni convincenti contro Milan e Roma, come minimo merita una chance di riconferma nell’Inter della prossima stagione e non di essere spedito in qualche squadra di medio-bassa classifica con la scusa che deve fare esperienza (e poi magari l’allenatore di turno gli farà fare più panchina che partite, alla faccia dell’esperienza).

venerdì 24 aprile 2015

EUROPA LEAGUE, NAPOLI E FIORENTINA SOGNANO LA FINALE

E' andata come tutti speravano: niente derby fratricida fra Fiorentina e Napoli . Il sorteggio di Europa League svoltosi questa mattina a Nyon è stato benevolo, quindi, con le due squadre italiane ancora in lizza, che avranno così entrambe la chance di approdare in finale e, è questa la speranza di tutti gli amanti del calcio italiano, giocarsi il trofeo in una finale tutta italiana.
Evitato il derby italiano, ma il calendario prevede un ostacolo durissimo per la squadra di Vincenzo Montella. Impossibile non attribuire i gradi di super favorita al Napoli di Rafa Benitez. Gli azzurri pescano quella che sulla carta era la squadra rivelazione sì ma più debole tra le quattro. Altro discorso per la Fiorentina di Montella, che invece trova l'osso più duro.
Gli ucraini sono senza ombra di dubbio la grande sorpresa di questa edizione di Europa League. La squadra di Markevyč (terza in campionato dietro a Dinamo Kiev e Shakhtar) ha staccato il pass per la prima semifinale europea della propria storia stupendo tutti e contro ogni pronostico: qualificatosi ai sedicesimi come seconda forza nel girone dell'Inter, il Dnipro ha eliminato prima l'Olympiacos ("ripescato" in Europa League come terza classificata nel girone della Juventus in Champions) e poi l'Ajax agli ottavi.

CHAMPIONS LEAGUE: JUVE-REAL, UN COPIONE GIA' SCRITTO?

Sarà casualità, sarà fortuna o sarà qualcos’altro ma ancora una volta l’urna di Nyon sorride alla Juventus. Il sorteggio delle semifinali di Champions League svoltosi oggi ha, infatti, decretato che sarà il Real Madrid l’avversario dei bianconeri nel penultimo atto della massima competizione europea. L'andata è in programma allo Juventus-Stadium il 5 maggio, ritorno il 13 maggio al Bernabeu.
Le merengues non sono certo un avversario di poco conto, ma siamo d’accordo tutti sul fatto che a questo punto della manifestazione i blancos allenati da Carlo Ancelotti sono la corazzata meno forte delle tre rimaste.
Juventus e Real si sono già incontrate in altre sei edizioni di Champions/Coppa Campioni. L'unico precedente in semifinale sorride ai bianconeri, che passarono il turno esattamente 12 anni fa. Il match di andata si giocherà, come detto, a Torino il 5 maggio, mentre il 13 si disputerà il retour-match al Bernabeu.
Le Merengues sono state eliminate 3 volte su 4 nei doppi confronti con la Juventus. Il Real è riuscito però a battere i bianconeri nella finale di Champions del 1998.

giovedì 23 aprile 2015

IL COSENZA E' NELLA STORIA: LA COPPA ITALIA E' ROSSOBLU

PUNTO C – Notizie dalla Lega Pro
Per la prima volta nella sua storia, il Cosenza alza al cielo la Coppa Italia di Lega Pro Dopo il sorprendente 4-1 in favore dei ‘Lupi’ nella trasferta lombarda all’andata, i rossoblu hanno vinto anche il match di ritorno per 1-0 con marcatura del bomber Ciancio.
Doveva essere la giornata della festa in casa Cosenza, quella della difficile “remuntada” in casa Como. Alla fine l’hanno spuntata i calabresi, che diventano così la prima squadra calabrese ad alzare una coppa. La soddisfazione è ancora più grande per i tifosi silani, i quali sulla loro strada verso la finale hanno incrociato, e battuto, i cugini rivali del Catanzaro. I quasi 8.000 spettatori del “San Vito” hanno messo in scena uno spettacolo che con la Lega Pro non c’entra assolutamente nulla. Una festa iniziata già intorno alle ore 20, quando i primi tifosi rossoblù facevano il loro ingresso allo stadio. L’apoteosi, ovviamente, al momento della premiazione.

mercoledì 22 aprile 2015

JUVE, E’ SEMIFINALE MA IMMERITATA (e col doppio aiutino…)

Champions League 2014-2015 – Ritorno dei Quarti di Finale
MONACO-JUVENTUS 0-0
MONACO (4-2-3-1): Subasic; Fabinho, Raggi, Abdennour, Kurzawa; Kondogbia, Toulalan (dal 1’ s.t. Berbatov); Bernardo Silva, Moutinho, Ferreira-Carrasco (dal 41’ s.t. Matheus Carvalho), Martial (dal 30’ s.t. Germain) (Stekelenburg, Dirar, Wallace, Elderson). All. Jardim.
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal (dal 31’ s.t. Pereyra), Pirlo, Marchisio, Evra (dal 44’ s.t. Padoin); Tevez, Morata (dal 22’ s.t. Llorente) (Storari, Ogbonna, Sturaro, Matri). All. Alleg
ARBITRO: Collum (Scozia)

Alla fine il rigore regalato all’andata dall’arbitro è risultato decisivo per la qualificazione. Una pessima Juventus è stata presa a pallate da un discreto Monaco che recrimina anche per un rigore su Kongodbia (all’andata rigore inesistente a favore, al ritorno rigore netto a sfavore non assegnato… qui gatta ci cova).
Il primo tempo non è bello: tanti gli errori da parte di entrambe le squadre. Il Monaco fisicamente sembra stare meglio. I francesi pressano a tutto campo lasciando ben poco spazio ad una Juventus tutt’altro che in serata. Purtroppo però la squadra di Jardim non riesce ad essere pericolosa dalle parti di Buffon, difettando di precisione in area avversaria.
Nella prima frazione il Monaco chiede il rigore per un intervento Chiellini-Vidal su Kondogbia: l'arbitro Collum, ovviamente, lascia correre.

martedì 21 aprile 2015

SE L'ARBITRO DECIDE IL DERBY...

No, stavolta non possiamo proprio recriminare nulla ai nostri ragazzi. Hanno giocato una grande partita, anzi, per meglio dire, un grande derby, hanno lottato come leoni su ogni pallone dominando per quasi tutta la gara e dimostrando di volerla vincere a tutti i costi.
E alla fine l’avrebbero strameritato di vincere. Anzi, se vogliamo dirla tutta, la partita l’avevamo quasi portata a casa se non fosse per l’arbitro Banti.
A dire il vero qualche sensazione l’avevamo avuta già nel weekend precedente quando due centrocampisti nerazzurri su tre si erano beccati un cartellino giallo facendo scattare la squalifica. Peccato che i falli sanzionati non erano stati poi così gravi, soprattutto il tocco di mano di Guarin era sembrato involontario.
Tutt’altro che involontario è stato invece il tocco di mano di Antonelli in piena area rossonera. Un rigore sacrosanto che avrebbe visto anche un cieco voltato di spalle, figuriamoci l’arbitro che era lì a due passi. E infatti l’arbitro ha visto (non posso pensare il contrario) ma ha preferito sorvolare. Un episodio che conferma ancora una volta che c’è sempre un occhio di riguardo verso determinate squadre e che nel derby quasi sempre partiamo da 0-1.

domenica 19 aprile 2015

SARA’ UN DERBY IN TONO MINORE

Piaccia o no, non possiamo negare l’evidenza. Quello che andremo a giocare stasera sarà un derby in tono minore, probabilmente il derby più inutile ai fini della classifica che io ricordi. L’Inter è decima, il Milan un gradino e un punto più su. Entrambe abbastanza distanti dalla zona Europa League (-8 per l’Inter, -7 per i cugini) e lontani anni luce dalla qualificazione Champions League (l’Inter è a -16, il Milan ovviamente a -15).
L’unico motivo di interesse è la partita in sé. Perché entrambe non hanno nessuna intenzione di perdere il derby e con ogni probabilità venderanno cara la pelle pur di portare a casa almeno la vittoria nella stracittadina in questa stagione da dimenticare in fretta.
Anche i tifosi delle rispettive squadre stanno vivendo con assoluta calma questa vigilia. Personalmente ho vissuto una settimana molto tranquilla, nessun pathos, nessuna ansia da pre-derby. E anche intorno a me ho visto un clima molto rilassato, quasi di indifferenza. In genere, come è ovvio che sia in questi casi, ci si scambia commenti e opinioni con gli amici. Immancabilmente con l’avvicinarsi della sfida ci si confronta e si ripete sempre lo stesso ritornello “vabbè, il derby è sempre il derby, dobbiamo vincerlo ad ogni costo”.

sabato 18 aprile 2015

Palla al Centro. LAZIO, SPERANZE SCUDETTO. INTER-MILAN, DERBY DELLE DELUSE

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
I risultati della scorsa settimana hanno improvvisamente acceso le speranze scudetto della Lazio che affronterà la Juventus in una sfida molto interessante nonostante l’abissale distanza tra le due squadre. Scarso interesse invece verso un derby milanese che sicuramente ricorderemo come tra i più poveri tra due squadre reduci da una stagione molto al di sotto delle aspettative.
Oltre confine imperdibile la sfida tra Chelsea e Manchester United in Premier League, ma interessanti si preannunciano anche Barcellona-Valencia, Wolfsburg-Schalke04 e Lione-Saint-Etienne.

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SERIE A (Italia) – 31^ Giornata 
Sabato 18 Aprile ore 18
SAMPDORIA-CESENA
Nei 10 precedenti disputati a Genova, la Sampdoria ha un ruolino di marcia positivo con 4 vittorie, 2 sconfitte e 4 pareggi. L’ultimo successo interno per la Samp contro il Cesena risale al 1990-1991, 1-0 con rete di Invernizzi.

Sabato 18 Aprile ore 20.45
JUVENTUS-LAZIO
Sono 71 gli scontri totali tra Juventus e Lazio, con i bianconeri in vantaggio nella contesa con 45 successi. Diciotto i pareggi, mentre sono solo 8 i successi della Lazio, che non vincono a Torino dalla stagione 2002/2003, con un 2-1 frutto della doppietta di Fiore (che proprio ieri ha compiuto 40 anni).

venerdì 17 aprile 2015

CIAO LIVIO, COMPAGNO DI TANTE DOMENICHE POMERIGGIO

Probabilmente se lo racconti ai giovani di oggi (quando scrivi “i giovani di oggi” vuol dire che stai diventando vecchio?) neanche ti credono. Eppure è tutto vero. C’è stato un tempo dove non c’erano le pay tv e per vedere i gol dovevi aspettare 90° minuto. Ma un tifoso non poteva mica stare col fiato sospeso tutto il pomeriggio domenicale e allora a raccontare le partite ci pensavano loro, gli inseparabili amici (perché dopo un po’ diventavano come amici) di “Tutto il calcio minuto per minuto”. I più famosi erano Enrico Ameri e Sandro Ciotti, ma io ricordo anche Alfredo Provenzali, Ezio Luzzi (che se non ricordo male si occupava della Serie B), Bruno Gentili, Tonino Raffa (che spesso si occupava delle squadre calabresi), Livio Forma, Enzo Foglianese, Massimo De Luca, Antonello Orlando.

Ti abituavi alle voci di tutti, sapevi riconoscerli al volo, senza indugio. L’avvento delle pay-tv ha un po’ messo da parte il fatidico rituale della domenica pomeriggio quando con l’orecchio appiccicato alla radio aspettavi col cuore in gola che il telecronista di turno annunciasse il gol della tua squadra.

giovedì 16 aprile 2015

CALCIO GIOVANILE, UNA SENTENZA RISCHIA DI SCATENARE UN TERREMOTO

Una nuova sentenza rischia di sconvolgere ancora una volta il calcio. In particolare il mondo dei settori giovanili. Per lo meno in Italia. Accade a Verbania, dove un giudice ha considerato nullo il contratto firmato da un calciatore minorenne con una società perché manca l’autorizzazione del giudice tutelare.In pratica, qualunque firma che lega un minorenne a una società di calcio, vincolandolo fino all'età di 25 anni, è stata ritenuta nulla anche se accompagnata dalla "garanzia" dei due genitori, poiché non si tratta di un atto di ordinaria amministrazione come ritenuto dalla leggi federali, bensì di straordinaria amministrazione e come tale richiederebbe l'autorizzazione del giudice tutelare.

I fatti. Il giovane calciatore, nell'estate 2011 firmò con la Virtus per giocare tra gli Juniores. L'anno successivo la squadra non si iscrisse al campionato così i suoi tesserati, per andare a giocare in un'altra società, avrebbero dovuto "riscattare" il proprio cartellino pagando la somma di 1.500 euro.

mercoledì 15 aprile 2015

TUTTI A LEZIONE DA PALLOTTA (il difficile rapporto società-ultras)

Di James Pallotta e della sua avventura alla guida della Roma si possono dire molte cose, anche negative. Che non sta abbastanza vicino alla sua creatura, ad esempio, vivendo dall’altra parte dell’Oceano. Oppure che sa troppo poco di calcio per poter gestire una società così importante, o magari che gli interessa solo il nuovo stadio, perciò delega la gestione della società e della squadra a collaboratori non proprio infallibili. Di sicuro, però, non si potrà dire che non ha portato qualcosa di nuovo e di positivo – molto nuovo e molto positivo – nel nostro mondo: il modo di gestire il rapporto con i tifosi violenti e con quelli idioti.

Non siamo tra coloro che demonizzano le curve e chi le frequenta. Anzi. Spesso ascoltiamo e leggiamo benpensanti disinformati che additano quei settori dello stadio, di tutti gli stadi, come luoghi di violenza, di aggressività, di ignoranza. Non è così. Le curve sono popolate di persone perbene, spesso giovani (ma non solo), tremendamente innamorate della loro squadra ma anche equilibrate e competenti.

martedì 14 aprile 2015

RIGORE INESISTENTE E IL PRIMO ROUND E' DELLA JUVE

Champions League 2014-2015 – Andata dei Quarti di Finale
JUVENTUS-MONACO 1-0
57’ Vidal (rig.)
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Pirlo (dal 29’ st Barzagli), Marchisio; Pereyra (dal 42’ st Sturaro); Tevez, Morata (dal 38’ st Matri). (Storari, Padoin, Pepe, Llorente). All. Allegri
MONACO (4-3-1-2): Subasic; Raggi (dal 26’ st Berbatov), Ricardo Carvalho, Abdenhour, Kurzawa; Dirar (dal 6’st Bernardo Silva), Fabinho, Kondogbia, Ferreira-Carrasco; Joao Moutinho; Martial (dal 42’ st Matheus Carvalho). (Stekelenburg, Wallace, Elderson, Germain). All. Jardim.
ARBITRO: Kralovec (R. Cec)

Un rigore per un fallo commesso fuori area (Carvalho su Morata) è sufficiente alla Juventus per aggiudicarsi il primo round dei quarti di finale di Champions League per 1-0. Il Monaco infatti si rivela avversario ben più ostico di quello che inizialmente si pensava (ok, l’ammetto, ho giudicato male la squadra francese, ma occhio che il mio pronostico potrebbe non essere sbagliato). E allora ci pensa l’arbitro ceco (forse non solo di nazionalità) a dare il proprio contributo alla causa bianconera (a voler essere maligni e malpensanti direi che questi sono i vantaggi di avere come Presidente Uefa un ex giocatore bianconero, nonché tifosissimo del club torinese).

Gara non semplice per la squadra di Massimiliano Allegri, contro un Monaco che parte benissimo a crea subito un paio di buonissime occasioni con Ferreira-Carrasco (bravo Buffon). Per la Juve le occasioni più nitide del primo tempo portano la firma di Tevez (che da buona posizione appoggia di piatto fra le mani di Subasic) e Vidal (che ancor meglio piazzato calcia alto sopra la traversa).

lunedì 13 aprile 2015

CAMPIONATO FALSATO? IL PARMA RISPONDE CON I FATTI

 CLASSE A – Analisi e commenti sul Campionato Italiano 
Il Parma? Ormai è fallito. I giocatori sono demotivati, in campo ci vanno solo per onor di firma, le perderanno tutte perché tanto ormai la stagione è andata. Questo il responso dei presunti esperti che parlano di calcio tutti i giorni, 365 giorni l’anno. Ma il responso del campo è stato ben diverso.
Pareggio a San Siro il sabato di Pasqua contro l’Inter (e non venitemi a dire che l’Inter è in crisi perché attualmente ha sicuramente più motivazioni di questo Parma), vittoria casalinga contro l’Udinese, vittoria sempre al Tardini contro la Juventus campione d’Italia che schierava sì le seconde linee, ma erano le stesse seconde linee che mercoledì a Firenze hanno ribaltato il risultato dell’andata conquistando la finale di Coppa Italia.
Sette punti in una settimana, un ruolino di marcia di tutto rispetto quello del Parma. Per dire, nelle ultime tre gare Inter, Napoli, Sampdoria e Fiorentina hanno fatto 4 punti a testa, forse solo la Lazio, reduce da otto vittorie consecutive, ha fatto più punti di questo Parma in questo ristretto arco di tempo.

COME FINIRA' IL DERBY INTER-MILAN? FAI IL TUO PRONOSTICO E VINCI

Domenica sera andrà in scena quello che sicuramente potremo definire uno dei derby di Milano più “poveri” della storia. Entrambe le squadre sono reduci da una stagione negativa e ben lontano (salvo sorprese…) dall’obiettivo minimo rappresentato dalla qualificazione all’Europa League. Eppure il derby è sempre il derby, con il suo fascino e la sua storia e tanto i nerazzurri quanto i rossoneri pagherebbero oro per vedere trionfare la propria squadra. La voglia di vincere di entrambe le squadre rende la sfida incerta e aperta ad ogni pronostico.
Già, il pronostico. Chi avrà la meglio? L’Inter del Mancio o il Milan di Pippo Inzaghi? O alla fine prevarrà la paura e finirà in parità?
Voi siete pronti a lanciare un pronostico e provare a vincere i gadget di “Calciomania 90”? E allora cosa aspettate?
Giocare è molto semplice:
- Bisogna indicare il risultato esatto e i marcatori della sfida di San Siro (es: Inter-Milan 1-1 Palacio e Cerci) lasciando un commento a questo post;

domenica 12 aprile 2015

E ALL’IMPROVVISO CI RICORDIAMO COME SI VINCE UNA PARTITA

Puntuale come un orologio svizzero dopo una vittoria e una prestazione abbastanza convincente parte l’ennesimo ritornello “ah, se avessimo giocato sempre così…”.
Già, se avessimo sempre giocato così magari saremmo là davanti a giocarcela con le romane per un posto in Champions League. O almeno se avessimo giocato più spesso così, saremmo riusciti ad essere tra quelle che si giocheranno un posto in Europa League.
Invece siamo nel limbo della metà classifica, lontano da tutto e tutti e questi tre punti servono più per il morale che per la classifica stessa. Il che non è certo una cosa da poco. Con il derby alle porte e la sfida con la Roma una settimana dopo, portare a casa il bottino pieno dopo un mese e mezzo (non vincevamo dal 23 febbraio, 2-1 a Cagliari) è sicuramente una carica di fiducia.
Diobono, quando vogliamo sappiamo essere una grande squadra che gioca un buon calcio e che porta a casa la vittoria senza troppi patemi (ecco, il problema che dovremmo e potremmo porci è come mai spesso e volentieri, soprattutto negli ultimi tempi, non sappiamo essere una grande squadra).

sabato 11 aprile 2015

L'INTER RITROVA I TRE PUNTI E SI RILANCIA (??)

Serie A 2014-2015 – 30^ Giornata
VERONA - INTER 0 - 3
11’ ICARDI 48’ PALACIO – 92’ Moras (aut.)

VERONA (4-3-3) Rafael; Sala, Moras, Gu.Rodriguez, E.Pisano; Obbadi (dal 36’ s.t. Valoti), Tachtsidis, Hallfredsson (dal 28’ s.t. Greco); Jankovic, Toni, J. Gomez (dal 30’ s.t. Saviola).
A Disposizione: Benussi, Agostini, Martic, Marques, Marquez, Campanharo, Christodoulopoulos, Fernandinho, N.Lopez.
All. Mandorlini
INTER (4-3-1-2) Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic, J.Jesus; Brozovic, Medel (dal 35’ s.t. Gnoukouri), Guarin; Hernanes (dal 43’ s.t. Felipe); Icardi, Palacio (dal 35’ s.t. Kovacic).
A Disposizione: Carrizo, Berni, Andreolli, Nagatomo, Shaqiri, Obi, Podolski, Puscas, Bonazzoli.
All. Mancini
ARBITRO Tagliavento di Terni

Alleluia, l’Inter sa ancora come si vince una partita. I nerazzurri ritrovano i tre punti dopo quasi due mesi battendo con un secco 3-0 il Verona con gol di Icardi, Palacio e autorete di Moras. E per non farsi mancare proprio nulla, Handanovic para anche un rigore a Toni.
Mancini preferisce D’Ambrosio per Santon sull’out destro ma la sorpresa più grande è nella trequarti con Hernanes che parte titolare e Shaqiri che si accomoda in panchina.
L'Inter parte bene e mette in difficoltà gli scaligeri. Ai nerazzurri bastano 11 minuti per passare in vantaggio. Palacio pesca a centro area Icardi, che da distanza ravvicinata non ha difficoltà a battere Rafael con un piatto destro.
Preso l'1-0, il Verona si riorganizza e ne viene fuori una gara piuttosto equilibrata. Da segnalare nella prima frazione le due ammonizioni ai danni di Brozovic e Guarin. Sono cartellini gialli visto che entrambi erano diffidati e pertanto salteranno il derby di domenica prossima.

UNA SFIDA CHE NON HA NULLA DA DIRCI E QUEL 5 MAGGIO COMUNE

Sarebbe troppo facile stasera dedicarsi a fare altro. E’ sabato sera e le alternative non mancherebbero di certo. Una pizza con gli amici, una birra al pub, un apericena in un locale, al limite anche un film sul divano che farebbe felice la propria compagna. 
Sarebbe troppo semplice rinunciare ad un Verona-Inter che non ha molto da dirci. Sarebbe troppo comodo evitarci 90 minuti di imprecazioni, incazzature, budella attorcigliate e fegati amari.
Sarebbe troppo facile. Ma noi siamo interisti e le cose semplici non le amiamo proprio. No, stasera, nonostante la tentazione di fare altro, noi saremo sul divano a guardare Verona-Inter, e a tifare per i colori nerazzurri Magari dopo il triplice fischio finale ci incazzeremo per non aver fatto altro, ma nei 90 minuti noi ci saremo.
Sappiamo già che non sarà una partita semplice e ci siederemo sul divano ben coscienti che quasi sicuramente saranno 90 minuti di pathos e consapevoli che ci sia la concreta possibilità che finisca in malo modo. Del resto, dopo che pareggi in casa con una squadra praticamente già fallita, può aspettarti tutto e il contrario di tutto.

venerdì 10 aprile 2015

Palla al Centro. MANCHESTER GUIDA IL WEEKEND DEI DERBY

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
Grande attesa a Manchester per il derby tra lo United e il City. Una sfida importantissima anche in chiave lotta al titolo. Ma è domenica di derby anche a Bucarest tra Dinamo e Rapid e a Praga tra Sparta e Slavia.
In Serie A sempre più accesa la lotta per un posto in Europa. Napoli-Fiorentina,Torino-Roma e Milan-Sampdoria potrebbero essere decisive per la corsa alla Champions e all’Europa League.

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SERIE A (Italia) – 30^ Giornata 
Sabato 11 Aprile ore 18
GENOA-CAGLIARI
16 i precedenti al Ferraris tra i grifoni e i sardi in archivio, con un bilancio favorevole per i padroni di casa: 6 vittorie, ben 7 pareggi e 3 sconfitte.
PARMA-JUVENTUS
Sono 23 i precedenti totali al Tardini tra Parma e Juventus, con il pareggio che va per la maggiore. Il segno X, infatti, si è verificato ben 10 volte tra le due squadre. Sette i successi dei bianconeri, sei i successi dei ducali, che non battono i bianconeri in casa da 4 anni, dall’1-0 (Giovinco) di stagione 2010/2011.

Sabato 11 Aprile ore 20.45
VERONA-INTER
Verona e Inter si sono affrontate 25 volte nella loro storia. In 4 occasioni si sono imposti i padroni di casa (l’ultimo successo gialloblu invece è dato stagione 1991-1992, per 1-0, grazie al gol di Rossi), mentre per 8 volte le due squadre si sono equamente suddivise la posta in palio. l’Inter ha invece portato a casa i tre punti 13 volte.

giovedì 9 aprile 2015

COPPA ITALIA, SARA' LA LAZIO L'ANTI-JUVE

Saranno Juventus e Lazio a contendersi la Coppa Italia 2015. I bianconeri hanno eliminato nel loro cammino il Verona negli ottavi (con un pesante 6-1) e il Parma (1-0) nei quarti prima di avere la meglio sulla Fiorentina nella doppia sfida della semifinale. Dopo aver perso 2-1 allo Juventus Stadium, gli uomini di Allegri hanno vinto a Firenze con un netto 3-0. E ora Tevez e compagni sognano di fare il Triplete che cinque anni fa riuscì all’Inter.
Ad ostacolare i sogni bianconeri ci penserà la Lazio. La squadra romana ha avuto la meglio negli ottavi del Torino con un secco 3-1, mentre ai quarti si è sbarazzata del Milan per 1-0. In semifinale un gol di Lulic (decisivo anche due anni fa nella finale vinta contro la Roma) al San Paolo ha spedito i biancocelesti in finale dopo l’1-1 casalingo.
Per quanto la Coppa Italia sia un trofeo bistrattato bisogna riconoscere che mette di fronte in finale le due squadre migliori del momento: la Juventus e la Lazio.
I bianconeri sono in forma straordinaria. Lo scudetto è praticamente in tasca (manca solo l’ufficialità), contro la Fiorentina hanno dato un’ulteriore prova di forza e i quarti di Champions League contro il Monaco sono praticamente una formalità.

mercoledì 8 aprile 2015

INTER, MORATTI PREPARA UN CLAMOROSO RITORNO?

E’ un’indiscrezione clamorosa quella lanciata stamattina da “La Gazzetta dello Sport” e “La Stampa”. Massimo Moratti vuole ritornare al comando della "sua" Inter.
Un ritorno, quello di Moratti, che ha davvero del sensazionale. L'ex presidente è molto tentato di tornare al comando con amici importanti (Tronchetti Provera e Pellegrini), fondi stranieri e un azionariato popolare.
Secondo la Gazzetta, ci sarebbe l'appoggio di Ernesto Pellegrini (che poco tempo fa si era detto pronto a dare una mano) e Marco Tronchetti Provera che, con il passaggio di Pirelli ai cinesi, avrebbe la possibilità molto concreta di aprire a nuovi e "pesanti" mercati esteri. Ma non è tutto.
Moratti sta anche sondando il terreno per trovare fondi e investitori tra Inghilterra e Stati Uniti. L'obiettivo è riavere il 60% del pacchetto con un'operazione che avrebbe lo star nel 2016. Insomma, un'organizzazione più ampia che darebbe al club milanese un respiro diverso e più internazionale.
C'è poi un altro tassello da aggiungere e questo complicato mosaico: l'azionariato popolare, strumento attraverso il quale Moratti chiuderà ai tifosi di scendere in campo.

sabato 4 aprile 2015

A TUTTI VOI... BUONA PASQUA !!!

La Redazione di  CALCIOMANIA 90  
Augura a tutti voi..
 UNA FELICE E SERENA PASQUA !!!  
 

 *** Votaci in Net-Parade **

giovedì 2 aprile 2015

CARPI, LA FAVOLA E' QUASI REALT...A'

 LATO B  Appunti sulla Serie Cadetta 
La squillante vittoria con il Bologna nell’insolito derby emiliano lancia il Carpi verso la Serie A. Al momento manca solo la matematica per decretare la storica promozione nella massima serie nazionale della squadra allenata da Fabrizio Castori, dominatrice del campionato di Serie B.
A ben vedere la storia calcistica del Carpi somiglia a qualcosa di più di un miracolo. E’ una di quelle magie che ogni tanto il calcio sa regalare e che rendono questo sport bellissimo.

Nel 2009 il Carpi era ancora in Serie D. Ma da quel momento il borsino biancorosso è sempre andato al rialzo. Ripescaggio al primo colpo in Serie C2 nonostante un clamoroso spareggio perso con il Pianura (5-0 in casa e sconfitta 8-2 in Campania), vittoria immediata del campionato e ritorno in C1 dove già si era distinto ai tempi degli allenatori Gianni De Biasi e Gigi De Canio. Potrebbe arrivare subito un'altra promozione, ma nella finale playoff il Carpi perde con la Pro Vercelli. La promozione arriverà però l'anno successivo (2012/13) con i biancorossi, allenati dall'esperto Fabio Brini, letali nel superare il Lecce nel doppio confronto di spareggio.

mercoledì 1 aprile 2015

LENTINI, LA PARABOLA DI UN MANCATO CAMPIONE

In questi giorni si sta parlando molto della serie che tratta delle vicende politiche e mediatiche avvenute nel 1992, l'anno che cambiò per sempre l'Italia e la fece passare dalla Prima alla Seconda Repubblica. Il 1992 è anche l’anno del grande salto per Gianlugi Lentini, funambolico centrocampista esterno di Torino, Milan e Atalanta, uno dei giocatori più promettenti dell'epoca, che però non è mai riuscito ad entrare nell'Olimpo dei grandi.
Nato il 27 marzo del 1969 a Carmagnola, in provincia di Torino, da ragazzo è schivo, ma sicuro di sè stesso e dei suoi mezzi: viene subito notato dai tecnici del settore giovanile del Torino durante un provino al Campo Agnelli nel 1979. Dopo una breve trafila nella Beretti granata, viene chiamato in Primavera, dove non smette di stupire. Può giocare da 11 classico, sulla fascia sinistra, ruolo che predilige, ma anche come seconda punta o rifinitore: la sua caratteristica fondamentale è un dribbling ubriacante, in grado di mettere a sedere chiunque provi a marcarlo. La categoria giovanile gli va stretta, tanto che Gigi Radice, ai tempi tecnico del Toro, lo fa esordire già in prima squadra, in serie A, a soli 17 anni, il 23 novembre 1986.