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giovedì 4 febbraio 2016

INTER, AVANTI COSI' (ma sotto porta...)

Piccola ma doverosa precisazione. Sì, vi posso confermare che il Chievo che ha affrontato l’Inter ieri sera e il Chievo che domenica all’ora di pranzo ha calato le braghe nei confronti dei Campioni d’Italia sono la stessa squadra. Ho controllato e ricontrollato e nonostante il diverso colore della maglia (gialla e blu domenica, bianca e blu ieri sera) stiamo parlando della stessa squadra. Il perché domenica sembrava che fossero in gita al lago e ieri sera sputassero sangue non lo scopriremo mai. I grandi misteri irrisolti del calcio.
Detto questo, possiamo sicuramente affermare che ieri sera con un po’ di più precisione avremmo potuto tranquillamente rifilare un poker alla squadra di Maran. Purtroppo l’Inter continua ad avere questo cronico difetto nel non riuscire a concretizzare le occasioni da rete che gli capitano. Non pretendiamo che ogni tiro sia un gol, ma in un assedio come quello di ieri sera sperare che la partita venisse chiusa prima del triplice fischio finale non è certo una pretesa assurda. E invece sotto porta abbiamo faticato parecchio e, ironia della sorte, abbiamo segnato con l’unica azione meno limpida che ci sia capitata.
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Merito anche di Seculin che ieri sera sembrava un incrocio tra Yascin e l’Uomo Ragno (sono pronto a scommettere che domenica contro il Torino il giovane portiere clivense non ne beccherà nemmeno una, subendo gol banali), ma un pizzico di demerito nerazzurro c’è pure.

Tutto ciò ha comportato che nei minuti finali la squadra nerazzurra fosse in affanno e che gli ultimi cinque minuti ce la siamo fatta addosso. L’ombra di un altro rigore o di un Lasagna-bis in zona Cesarini incombeva sulle nostre teste e tanto i giocatori in campo che i tifosi sugli spalti e sul divano sono rimasti col fiato sospeso.
Ecco le prossime lacune da colmare sono proprio queste due. Anzi basterà colmare la prima per fare in modo che la seconda non esista proprio. Se vinci 3-0 la squadra avversaria nel finale molla la presa. E se non molla noi siamo comunque tranquilli perché subire un gol non cambia l’esito finale.
Esito finale che ieri sera ci ha sorriso dopo un mese tutt’altro che semplice e soprattutto siamo tornati a vincere a San Siro dopo quasi due mesi. Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra ieri sera. Abbiamo attaccato con grinta e spesso siamo andati con più convinzione sulla palla. Icardi, per fare un esempio, col Carpi aveva sprecato un’occasione da rete perche si era fatto rimontare da un difensore che gli aveva preso il tempo. Ieri sera si è presentata la stessa situazione e Icardi ha battagliato col difensore non mollando un centimetro e riuscendo ad andare al tiro.
Mi auguro che Mancini abbia capito che è questo l’undici base da cui partire. Al limite può limare qualcosina (Perisic o Ljajic per Palacio, Felipe Melo per Medel), ma non deve fare più stravolgimenti e cambiare formazione e moduli ad ogni partita. Credo che ad occhio non esista una formazione migliore di questa. L’attacco non può prescindere da Icardi ed Eder, a centrocampo servono tre uomini (evitando di far giocare insieme Medel e Felipe Melo che per caratteristiche sono molto simili) e la prestazione di Nagatomo e Telles di ieri sera è stata superba. Quindi perché cambiare se non c’è strettamente bisogno? Avanti così dunque caro Mancio. E domenica portiamo a casa altri tre punti. Vero?

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2 commenti:

Matrix ha detto...

I cinque minuti di panico finale stavano mettendo a rischio il risultato. In altre occasioni (vedi Carpi) ci è andata male, ieri sera ci è andata bene. DI sicuro, come sottolinei anche tu, così non va per niente bene. Le partite vanno chiuse prima.

Winnie ha detto...

Ci teniamo per buono il risultato. Il resto si vedrà...