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venerdì 31 maggio 2013

POKER ITALIA, TUTTO FACILE COL SAN MARINO

AMICHEVOLE
ITALIA-SAN MARINO 4-0
28’ Poli – 34’ Gilardino – 50’ Pirlo – 79’ Aquilani

ITALIA (4-3-3): Buffon (dal 25’ s.t. Sirigu); Maggio (dal 31’ s.t. Abate), Ranocchia, Ogbonna, Antonelli (dal 45’ p.t. De Sciglio); Poli, Pirlo, Aquilani; Diamanti (dal 4’ s.t. Cerci), Gilardino (dal 4’ s.t. Balotelli), Bonaventura (dal 4’ s.t. Sau). (Agazzi, Astori, Bonucci, Chiellini, Giaccherini, Giovinco). All. Prandelli.
SAN MARINO (4-5-1): A. Simoncini (dal 1’ s.t. Valentini); Rinaldi, D. Simoncini, Della Valle (dal 26’ s.t. G. Bollini), F. Vitaioli (dal 33’ s.t. D. Rinaldi); F. Bollini (dal 22’ s.t. Buscarini), Cervellini; Gasperoni (dal 14’ s.t. Berretti), Coppini (dal 1’ s.t. Cibelli), M. Vitaioli; Selva. (Genghini, Andreini, Calzolari, Mazza, Bianchi). All. Mazza.
ARBITRO: Borg (Malta).

L’Italia batte San Marino 4-0 nell’ultima amichevole prima della Confederation Cup (anche se c’è ancora la sfida contro la Repubblica Ceca valevole per la qualificazione ai Mondiali brasiliani).
Prandelli schiera Diamanti e Gilardino in avanti (era dal 1967 che nell'attacco della formazione nazionale nostrana non figurassero due attaccanti militanti nel Bologna), insieme all’esordiente Bonaventura. Al centro della difesa c'è l'inedita coppia Ranocchia-Ogbonna con Maggio e Antonelli sugli esterni. A centrocampo Pirlo, Poli e Aquilani.
Era una prova soprattutto per le seconde linee, schierate in massa. L’Italia fatica un po’ ad ingranare. Sarà che le seconde linee non sono abituate a giocare insieme, sarà che gli stimoli per queste partite sono sempre difficili da trovare per l’Italia.

I primi 28’ sono la presentazione di Aldo Junior Simoncini al mondo del pallone che conta. Il portiere di San Marino, ex terzo e poi quarto portiere del Cesena, para prima sul debuttante Bonaventura, poi concede il bis su Aquilani e quindi addirittura triplica gli interventi decisivi su Gilardino, che vorrebbe segnare davanti ai propri tifosi.

giovedì 30 maggio 2013

UNA CHAMPIONS DOPATA, L'ACCUSA DELL'OLANDA ALLA JUVE

Seppur con qualche giorno di ritardo vorrei tornare sulle nuove accuse di doping alla Juventus di metà anni Novanta. Questa volta arrivano dall’Olanda, dove hanno dedicato un’intera puntata di Andere Tijden Sport (Sport d’altri tempi, un famoso programma televisivo prodotto dall’emittente NOS) alla finale di Coppa dei Campioni del 1996, vinta dalla Juventus contro l’Ajax per 5-3 dopo i calci di rigore. E al presunto uso di doping da parte dei giocatori bianconeri.
La tesi portata avanti dall’emittente olandese è chiara: non solo abuso di farmaci al confine della legalità, ma anche un impiego sistematico di doping, solo in parte provato nelle aule di tribunale (infatti sul dottor Agricola e su Antonio Giraudo pende l’ombra della prescrizione per un reato – quello della somministrazione illecita di farmaci tranne l’epo – in parte confermato) .
Il clou della puntata è rappresentato dalle interviste agli italiani. Raffaele Guariniello, magistrato piemontese che seguiva la vicenda dopo l’attacco a mezzo stampa di Zeman, ha usato parole molto dure: “Durante le indagini facemmo irruzione con la polizia al centro sportivo della Juventus e ritrovammo medicinali, apparecchiature per analisi ed apparecchiature per l’archivio dei test.

VERONA, L'INCUBO E' FINITO. 11 ANNI DOPO E' DI NUOVO SERIE A

LATO B Appunti sulla Serie Cadetta
Undici anni dopo è di nuovo Serie A. Al termine di una stagione sempre ai vertici della classifica, in cui non ha mai abbassato la guardia e superato quei pochi momenti difficili con le doti di una squadra costruita per vincere, il Verona ritorna nella massima serie.
Un rullo compressore, la formazione allenata da Andrea Mandorlini che ha indossato i panni della schiacciasassi in un Bentegodi divenuto autentico fortino violato solo da Vicenza e Padova e nel quale gli scaligeri hanno costruito i propri successi.
La società ha consegnato nelle mani del tecnico una Ferrari per il campionato cadetto: campagna acquisti di alto profilo, la precisa scelta di puntare su elementi provenienti dal palcoscenico della A in cerca di rilancio ma allo stesso tempo cultori della B.
Tra questi vi è senza dubbio Daniele Cacia, bomber rinato nella città di Romeo e Giulietta a suon di goal e giocate di talento. Quello dimostrato spesso e volentieri, ma poco accompagnato da continuità di rendimento e integrità fisica: fattori che lo hanno costretto a ripartire da giù, ma probabilmente i 24 sigilli stagionali rendono ancor più bello il riscatto dell'attaccante autentico trascinatore nella cavalcata dell'Hellas verso la A.

mercoledì 29 maggio 2013

TRA TRE SETTIMANE AL VIA LA CONFEDERATIONS CUP

Sui siti di scommesse sul calcio è già possibile scommettere sulla nona edizione della Confederations Cup. Dal 15 al 30 giugno in Brasile si faranno le prove generali del Mondiale che si disputerà nel 2014; sei città (Brasilia, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Salvador, Recife e Fortaleza), otto squadre e due gironi (le prime due si qualificano per le semifinali “incrociate”) per determinare chi succederà proprio al Brasile, vincitore delle ultime due edizione in Germania e Sudafrica nel 2005 e 2009.
I verdeoro contano anche sul titolo vinto nel ’97 contro l’Australia in Arabia Saudita, oltre alla finale persa due anni dopo, in Messico, contro i padroni di casa per 4-3. Due successi, consecutivi, della Francia nel 2001 e nel 2003 (solo dal 2005 la Fifa ha stabilito la cadenza quadriennale); proprio l’edizione del 2003 è passata poi tristemente alla storia per la morte dello sfortunato Foe durante la semifinale vinta dal suo Camerun contro la Colombia.

martedì 28 maggio 2013

L'ESONERO DI STRAMA E I PUNTI DI VISTA DEI GIORNALI

In principio fu Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, che in un articolo apparso sulla rosea domenica analizzava tutti i retroscena del calvario nerazzurro del tecnico romano. Ecco alcuni passaggi:
"1) Già alla seconda giornata di campionato Cambiasso sta fuori e la prende male. In un successivo scontro alla Pinetina, davanti alla squadra, Zanetti si metterà contro Cambiasso: sembra una rivoluzione. Prima di Udinese-Inter il capitano conforta il tecnico: “Fai le tue scelte senza guardare in faccia a nessuno”.Stramaccioni ha considerato a lungo il capitano suo primo alleato, salvo poi constatarne il progressivo scollamento. Nel giorno dell’esonero, hanno parlato i due argentini, amici più di prima.
2) Branca non è nato per parlare in pubblico. Infatti spiegando il caso Sneijder si incarta (“Se non spalma, non gioca”) esponendosi all’accusa di mobbing. Deve accorrere Strama con lo straccio: “Non gioca per scelta tecnica”. L’olandese parte perché guadagna troppo (Cambiasso, che guadagna 4.8 milioni, resta senza problemi). Per l’allenatore una mazzata. Già non ha avuto gli attaccanti esterni, ora perde la migliore qualità offensiva.
3) Quando Moratti, nel colloquio d’assunzione chiese del centravanti, Stramaccioni rispose:“Milito, poi vuoto, vuoto, vuoto…”. Disse sette volte ‘vuoto’ per spiegarne la stima. Con Milito, Strama ha espugnato lo Juventus Stadium e battuto Mazzarri. Perso pure Palacio, finirà per doversi arrangiare con Rocchi e Samuel centravanti, anche perché hanno lasciato partire Livaja. Unico buon regalo dal mercato: Kovacic. Lo scoprì Strama studiando in cassetta il terzino destro della Dinamo Zagabria, Vrsaljko. Quindi non è un regalo ricevuto, ma un regalo fatto all’Inter.

lunedì 27 maggio 2013

LIVORNO-EMPOLI, IL DERBY TOSCANO CHE VALE LA A

LATO BAppunti sulla Serie Cadetta
Nessuna sorpresa dalle semifinali dei playoff di Serie B. Sarà infatti il derby toscano tra Livorno ed Empoli (arrivate rispettivamente terzo e quarto nella stagione regolare) a designare la terza promossa che farà compagnia a Sassuolo e Verona nella prossima serie A.
 Dopo i pareggi dell'andata (entrambi per 1-1), l'Empoli batte il Novara con un netto 4-1, mentre il Livorno firma un altro 1-1 contro il Brescia, ma in virtù del miglior piazzamento in campionato accede alla finale. Gara d'andata mercoledì prossimo, ritorno tre giorni dopo.
Il sogno del Brescia (che aveva agguantato i playoff solo all’ultima giornata) dura solo 9 minuti: il tempo che passa fra il gol del vantaggio (meritato) di Corvia e il pareggio di Paulinho. Per il Livorno, invece, il sogno del ritorno in A, dopo tre anni di purgatorio nella cadetteria, continua. Gli amaranto, pur soffrendo, accedono alla finale.
Come quattro giorni prima al Rigamonti, gli uomini di Nicola hanno dovuto stringere i denti, gettare il cuore oltre l'ostacolo e rimontare la rete degli avversari. Partita intensa, emozionante, severamente vietata ai deboli di cuore. Nel primo tempo giocano meglio le rondinelle, mentre Luci e compagni appaiono insicuri.

domenica 26 maggio 2013

COPPA ITALIA, LA REGINA DI ROMA E' LA LAZIO

COPPA ITALIA 2012-2013 - FINALE
ROMA-LAZIO 0-1
72’ Lulic

ROMA (4-2-3-1): Lobont; Marquinhos, Burdisso, Castan, Balzaretti (30' st Osvaldo); De Rossi, Bradley; Lamela, Totti, Marquinho (37' st Dodò); Destro.
A disp.: Goicoechea, Romagnoli, Torosidis, Piris, Taddei, Florenzi, Perrotta, Pjanic, Tachtsidis, Lopez.
All.: Andreazzoli
LAZIO (4-1-4-1): Marchetti; Konko, Biava, Cana, Radu; Ledesma (9' st Mauri); Candreva, Onazi (47' st Ciani), Hernanes (38' st Gonzalez), Lulic; Klose.
A disp.: Bizzarri, Guerrieri, Dias, Stankevicius, Crecco, Ederson, Pereirinha, Kozak, Floccari. All.: Petkovic
Arbitro: Orsato di Schio

E’ la Lazio ad aggiudicarsi il derby che valeva la Coppa Italia, al termine di una gara non spettacolare (per intenderci, niente a che vedere con Bayern Monaco-Borussia Dortmund di ieri sera) e decisa da un gol di Lulic a metà ripresa.
I biancocelesti in un solo colpo vincono il derby, si aggiudicano per la sesta volta il titolo e conquistano l’ultimo biglietto utile per l'Europa League.
Nel primo tempo latitano le emozioni. La paura di perdere blocca le gambe e la testa dei ventidue in campo. E’ la Lazio a creare il primo pericolo col tiro di Lulic smanacciato da Lobont e Klose da due passi non ne approfitta. La risposta giallorossa è targata Bradley, che al 10' calcia in diagonale ma non trova la porta. Nel finale di tempo, Lobont salva sul colpo di testa ravvicinato di Klose, mentre Destro fallisce da ottima posizione a tempo quasi scaduto.
Nella ripresa, le squadre sono ancora più bloccate e di emozioni se ne vedono ben poche.

sabato 25 maggio 2013

BAYERN CAMPIONE, FINALMENTE ECCO IL TRIONFO EUROPEO

CHAMPIONS LEAGUE 2012-2013 – FINALE
BORUSSIA DORTMUND-BAYERN MONACO 1-2
60’ Mandzukic – 67’ Gundogan (rig.) – 89’ Robben

BORUSSIA DORTMUND (4-4-2): Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Blaszczykowski (dal 45' s.t. Schieber), Gündogan, Bender, Grosskreutz; Reus, Lewandowski. (Langerak, Kirch, Felipe Santana, Kehl, Leitner, Sahin). All. Klopp.
BAYERN MONACO (4-4-2): Neuer; Lahm, Boateng, Dante, Alaba; Robben, Javi Martinez, Schweinsteiger, Ribery (dal 45' s.t. Luiz Gustavo); Müller, Mandzukic (dal 48' s.t. Gomez). (Starke, Van Buyten, Tymoshchuk, Shaqiri, Pizarro). All. Heynckes
ARBITRO: Rizzoli (Faverani-Stefani/ Skomina(Slo)/Rocchi-Tagliavento).

Decide Robben. A Wembley l’olandese ad un minuto dalla fine segna il gol che permette al Bayern Monaco di battere il Borussia Dortmund e portare a casa la Champions League dopo due finali perse nelle ultime tre edizioni.
Parte decisamente meglio il Borussia Dortmund, più aggressivi e determinato. Al 14esimo tiro da fuori area da parte di Lewandowski, ma Neuer sventa in angolo. Un minuto dopo è Blaszczykowski a rendersi pericoloso ma Neuer fa buona guardia.
Il Bayern si fa vedere al minuto 26: testa di Mandzukic, Weidenfeller smanaccia in angolo. Occasionissima alla mezzora per i bavaresi. Robben viene lanciato sulla destra, ma a tu per tu con Weidenfeller, spara sul portiere.
Lo stesso Robben ha un’altra ghiotta occasione poco prima dell’intervallo. Grave errore di Hummels e, a colpo sicuro, Robben spara sul volto di Weidenfeller.

Se il primo tempo era stato di marco giallo nera, la seconda frazione è decisamente più bavarese con più possesso palla e gioco propositivo.

LA FAVOLA SASSUOLO APPRODA IN SERIE A

LATO BAppunti sulla Serie Cadetta
Dopo tanto penare, finalmente la Serie A. Il Sassuolo, dopo aver accarezzato la massima serie prima nel 2010 (arrivò quarto, fu eliminato dal Torino ai playoff) e poi nel 2012 (chiuse la stagione terzo a soli tre punti da Pescara e Torino ma fu eliminato dalla Sampdoria ai playoff), brinda ad una promozione meritata e annunciata: il tappo è esploso solo all'ultima giornata, con la vittoria contro il Livorno che ha sancito la conquista della Serie A, per la prima volta nella storia del club neroverde.
Gli emiliani sono la 63esima squadra a partecipare alla A. Una vera provinciale, nel vero senso della parola. Provinciale come lo sono state in passato Empoli, ora ai playoff, Casale, Legnano e Pro Patria, squadre di città non capoluoghi di provincia.
Un piccolo stadio, una piccolissima città rispetto alle metropoli e alle altre grosse città militanti nella massima serie: Sassuolo, nel modenese, ha infatti poco più di 41.000 abitanti. 21.000 i posti a sedere dell'impianto, chiesto in prestito allo stesso Modena.

venerdì 24 maggio 2013

ORA E' UFFICIALE: STRAMACCIONI PAGA PER TUTTI !!!

“FC Internazionale comunica di aver raggiunto l'accordo con Walter Mazzarri, nuovo allenatore dell'Inter.
FC Internazionale ringrazia Andrea Stramaccioni per il grande impegno profuso e la professionalità dimostrata in un anno particolarmente difficile. L'accordo con Walter Mazzarri avrà durata biennale.” (Inter)
Poche righe pubblicate sul sito dell’Inter per rendere ufficiale qualcosa che sapevamo già da qualche giorno. Stramaccioni non è più il tecnico dell’Inter e gli subentrerà Walter Mazzarri che proprio domenica sera aveva dato il suo addio al Napoli.
Non è che la cosa ci colga granché di sorpresa. Se ricordate bene in tempi non sospetti io l’avevo preannunciato che alla fine Stramaccioni avrebbe pagato per tutti mentre Branca e Combi sarebbero rimasti saldamente al loro posto.
Una scelta quella della dirigenza nerazzurra molto discutibile ma che ad un certo punto è diventata inevitabile. Bisognava trovare un capro espiatorio a cui addossare tutte le colpe della stagione fallimentare e poiché tanto il direttore sportivo Branca che il medico sociale Combi sono degli intoccabili non rimaneva che scaricare tutto sul giovane tecnico romano.

giovedì 23 maggio 2013

SERIE A 2012-13: ECCO I VERDETTI (tra posti Champions regalati e delusioni nerazzurre)

CLASSE A Analisi e commenti sul Campionato Italiano
SERIE A 2012-2013 - CLASSIFICA FINALE
Pos.
Squadra
Pt
G
V
N
P
GF
GS
1.
Juventus
87
38
27
6
5
71
24
2.
Napoli
78
38
23
9
6
73
36
3.
Milan
72
38
21
9
8
67
39
4.
Fiorentina
70
38
21
7
10
72
44
5.
Udinese
66
38
18
12
8
59
45
6.
Roma  Roma
62
38
18
8
12
71
56
7.
Lazio  Lazio
61
38
18
7
13
51
42
8.
Catania Catania  Catania
56
38
15
11
12
50
46
9.
Inter  INTER
54
38
16
6
16
55
57
10.
Parma  Parma
49
38
13
10
15
45
46
11.
Cagliari Cagliari  Cagliari
47
38
12
11
15
43
55
12.
Chievo Chievo  Chievo
45
38
12
9
17
37
52
13.
Bologna Bologna  Bologna
44
38
11
11
16
46
52
14.
Sampdoria  Sampdoria (-1)
42
38
11
10
17
43
51
15.
Atalanta Atalanta  Atalanta (-2)
40
38
11
9
18
39
56
16.
Torino  Torino (-1)
39
38
8
16
14
46
55
17.
Genoa  Genoa
38
38
8
14
16
38
52
18.
Palermo
32
38
6
14
18
34
54
19.
Siena (-6)
30
38
9
9
16
38
52
20.
Pescara
22
38
6
4
28
27
84

mercoledì 22 maggio 2013

QUEL SOGNO DA CUI NON AVREMMO VOLUTO SVEGLIARCI...

Tre anni, tre lunghissimi anni. No, non vi ricorderò cosa successe il 22 maggio 2010. Lo sapete benissimo, lo sappiamo benissimo. E se per caso non lo sapete, peggio per voi.
Ancora una volta ho riletto gli articoli che scrissi in quella settimana e per l’ennesima volta sono stato tentato dal ri-postarne alcuni passaggi. Ma l’avevo già fatto lo scorso anno e due anni fa, non mi sembrava il caso di ripetermi (in ogni caso a fine articolo troverete i link, se avreste voglia di rileggere tutto).
Cosa dire? Ormai c’è ben poco da dire. Abbiamo già detto tutto e oggi, a distanza di tre anni e con l’Inter che ha chiuso la stagione al nono posto, quel trionfo è diventato un puntino lontano. Se ci pensate bene anche i vostri ricordi sono un tantino più distanti, più sbiaditi. Magari ricordate ancora cosa avete fatto, cosa avete detto, ma certe sensazioni, certi brividi, certi odori, li avrete quasi dimenticati.
Un po’ come quando fate un sogno. Il giorno dopo lo ricordate benissimo ma dopo una settimana avete ricordi vaghi ed imprecisi.

martedì 21 maggio 2013

IL RISPETTO È UN'ALTRA COSA

Il 26 Marzo 2012 Andrea Stramaccioni, con l'Inter in crisi, notato per aver vinto da pochi giorni la Next Generation Series (la Champions delle squadre primavera) guidando la squadra con determinazione e grinta, preparato e dotato di una certa stoffa e brillantezza, viene chiamato in prima squadra per risollevarla da un periodo nero.
Lui inizia a lavorare e in 7 partite a disposizione ottiene 4 vittorie 1 pareggio e 2 sconfitte, tra cui la superba vittoria per 4 a 2 nel derby.
Tutto ciò porta Moratti, scelto personalmente da lui, a confermarlo senza dubbi e fargli un contratto di 3 anni con l'intenzione di costruire un progetto, sapendo che non sarebbe stato possibile vincere subito e proprio per questo ripartendo da un allenatore giovane che già aveva dimostrato quello che valeva.
In estate fa 3/4 richieste, non viene accontentato, problemi di soldi dicono, e ripiegano su altre scelte secondarie.

Inizia il campionato tra alti e bassi, fino a trovare, con le caratteristiche dei giocatori a disposizione, il modulo giusto e la compattezza che portano a una serie di vittorie consecutive in casa e fuori, toccando l'apice con la vittoria di Torino sulla Juventus, viziata da un primo tempo con errori incredibili dell'arbitro, segno quindi di carattere e gruppo pronto a reagire. Da li inizia l'incubo.

lunedì 20 maggio 2013

DISASTROSO EPILOGO DI UNA DISASTROSA STAGIONE

Ci sono mille modi per perdere una partita. E ci sono mille modi per chiudere una stagione maledetta. Ma tra i mille modi non c’è sicuramente quello di prendere 5 gol in casa.

 Che ieri sera con l’Udinese avremmo perso l’avevamo messo in preventivo. L’andamento della stagione è sotto gli occhi di tutti, era inutile farsi illusioni e sperare in chissà quale risultato.

Ma ci aspettavamo una prova d’orgoglio, ci aspettavamo che tutti togliessero fuori gli attributi e tentassero di uscire da San Siro a testa alta, magari sconfitti ma a testa alta (10 giorni fa contro la Lazio si era vista ben altra Inter).
Invece è stata una partita pietosa, segnata già dopo 10 minuti e due disattenzioni difensive gravissime (senza considerare un salvataggio di Cambiasso sulla linea).
Non era questa l’Inter che avremmo voluto vedere ieri sera, non era questa l’Inter che avremmo voluto vedere negli ultimi 3-4 mesi.
I numeri di questa stagione sono impietosi. Sedici sconfitte in campionato, di cui 10 solo nel girone di ritorno (superato il record di sconfitte che durava dalla stagione 1946-47). 19 punti nella seconda parte del campionato: solo Pescara (2 punti), Palermo (15) e Atalanta (18) hanno fatto peggio.

domenica 19 maggio 2013

RALLEGRATEVI NERAZZURRI, FINALMENTE E' FINITA !!!

Serie A 2012-2013 – 38^ Giornata
INTER - UDINESE 2 - 5
1' Pinzi - 10' Domizzi - 12' JUAN JESUS - 40' Di Natale - 52' Gabriel Silva - 63' ROCCHI – 67' Muriel

INTER: (3-4-2-1): Handanovic; Pasa, Cambiasso, Juan Jesus; Nagatomo, Kuzmanovic (33' st Benassi), Kovacic, Pereira; Alvarez (9' st Palacio), Guarin; Rocchi (24' st Schelotto).
A disposizione: Belec, Carrizo, Forte, Garritano, Ferrara, Spendlhofer, Olsen.
All.: Stramaccioni.
UDINESE (3-5-2): Brkic; Benatia (24' st Angella), Danilo, Domizzi; Basta, Pereyra, Allan, Pinzi (43' st Rodriguez), Gabriel Silva; Muriel (35' st Badu), Di Natale
A disposizione: Padelli, Pawlowski, Ranegie, Campos Toro, Pasquale, Merkel, Heurtaux, Maicosuel, Zielinski.
All.: Guidolin.
Arbitro: Mazzoleni

Sì, finalmente questa maledetta stagione è finita. E’ questa l’unica buona notizia per l’Inter che chiude la stagione rimediando una cinquina dall’Udinese e chiudendo con 16 sconfitte al passivo (credo che sia un record…).
Stramaccioni, impegnato ormai nel preparare le valigie, schiera la formazione preannunciata con Handanovic in porta, Pasa, Cambiasso e Juan Jesus in difesa, Nagatomo, Kovacic, Kuzmanovic e Pereira a centrocampo e Alvarez e Guarin di supporto a Rocchi.
Pronti via e dopo 50 secondi l’Udinese è già in vantaggio con Pinzi. L’Inter ci capisce ben poco nei primi minuti. Al nono Cambiasso salva sulla linea e un minuto dopo Domizzi su cross da punizione infila il 2-0. Partita già segnata dopo 10 minuti ma i nerazzurri finalmente si svegliano. Al 12esimo Juan Jesus accorcia le distanze. Il gol rinvigorisce l’Inter che dà la sensazione di poter agganciare in pareggio. E’ una buona Inter quella del primo tempo ma a cinque minuti dal termine Di Natale si inventa un gol da cineteca e riporta l’Udinese a due gol di margine.