Era la stagione 89-90, quella con lo scudo tricolore sulle maglie nerazzurre. Per la prima volta comprai una bustina dei mitici calciatori Panini. L'album costava 1000 lire, la bustina costava 200 lire e c’erano 6 figurine. Trovai Dertycia della Fiorentina, Gerolin e Tempestilli della Roma e altre tre figurine che non ricordo. Dopo quella stagione feci la raccolta per altri 4-5 anni, senza mai completare l’album. Solo una volta (1991-92 mi pare) riuscii a completare la rosa dell’Inter, l’unica che veramente mi interessava finire.
Vi confesso che mi mancano quei piccoli rituali legati alle figurine. Le bustine da comprare, le figurine da attaccare (rigorosamente metà per uno con mio fratello), i doppioni da scambiare, o al limite da usare per giocarci a soffietto (dove io e mio fratello eravamo bravissimi). Le squadre erano composte da quei 15-16 giocatori e le squadre erano tutte lì, non c’erano giocatori esclusi o solo citati. Giocare a soffietto erano un modo per giocare con i calciatori in un’epoca dove non c’era la Playstation e il computer era cosa rara. L’album, insieme alle partite pomeridiane con gli amici e a poco altro, riempiva buona parte dei nostri pomeriggi e dei nostri pensieri. La vita non era ancora difficile e le donne facevano parte di un universo lontano sconosciuto.
Attaccare le figurine o semplicemente sfogliare l’album Panini era ogni volta una sensazione bellissima e stupenda. Un’emozione che rimpiango, insieme alla mia leggerezza infantile che mi ha portato banalmente a buttare via, tanto tempo fa, i miei album Panini.
(Mi sembra giusto ricordare così il signor Franco Cosimo Panini, morto ieri)