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sabato 28 febbraio 2009

QUANDO CRISTIANO RONALDO ERA AD UN PASSO DALL'INTER


"Era la stagione 2002-2003, su segnalazione di Suarez l'Inter venne più volte e vedermi allo Sporting Lisbona. Sono stato davvero ad un passo dall'Inter, poi non so bene cosa successe a fine stagione e mi ritrovai ceduto al Manchester United. Il passato è passato, ora penso solo a batterla all'Old Trafford."

Cristiano Ronaldo un giocatore dell'Inter. L'idea è più che mai affascinante. Ma attenzione stiamo parlando del Cristiano Ronaldo di 5-6 stagioni fa, quello che giocava nello Sporting Lisbona ed era solo un promettente giovane.
Il portoghese sotto la gestione di Ferguson è maturato e migliorato parecchio diventando nelle ultime due stagioni il più forte giocatore al mondo (o comunque uno dei migliori).
All'epoca era soltanto un giovane promettente, come tanti giovani a 18 anni. Oggi avremmo potuto avere in squadra un campione oppure avremmo potuto avere un'eterna promessa incompiuta.
E facile farsi prendere dal rammarico per l'occasione persa però non dimentichiamoci che 6 stagioni fa l'Inter era un'accozzaglia senza arte né parte. Molto probabilmente un giovane come Cristiano Ronaldo si sarebbe perso o, peggio ancora, bruciato definitivamente.
Se da un lato c'è tanta amarezza perché la società nerazzurra si è fatto sfuggire un grande fuoriclasse dall'altro bisogna considerare l'ipotesi che se Cristiano Ronaldo fosse venuto all'Inter magari non sarebbe diventato il fuoriclasse che tutti oggi apprezzano.

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venerdì 27 febbraio 2009

LA GAZZA COPIA DAL MIO BLOG ???


L'altro giorno spulciavo tra i sondaggi della Gazzetta dello Sport quando all'improvviso ho trovato QUESTO.
Se vi sembra che abbia un'aria familiare avete visto giusto. E' un sondaggio che io ho proposto quasi due mesi fa e che è ancora presente sul blog.
Mi verrebbe da pensare che La Gazzetta dello Sport ha copiato il mio sondaggio...
Hanno aggiunto un paio di nomi, et voilà, il gioco è fatto...
Però se così fosse sotto sotto un po' mi fa piacere. Non capita tutti i giorni che un quotidiano nazionale copi le tue idee...

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giovedì 26 febbraio 2009

LI HANNO FATTI WERDER


Stasera il Milan giocava contro il Werder Brema nel ritorno degli ottavi della Coppa Uefa. Dopo l'1-1 dell'andata i cugini hanno chiuso il primo tempo sul 2-0. Era fatta. Invece sono fuori, come un balcone.
Adoro queste partite che rimangono incerte fino al novantesimo e chissà perchè sto godendo....

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ARRIVA IL CARTELLINO ARANCIONE PER GLI INDECISI

Il limbo è arancione. In mezzo tra il giallo che ti tiene in vita e il rosso che ti manda fuori. È la mezza misura, la punizione non troppo severa: ti fermano e poi ti ridanno il pallone. Semivivo o semimorto, a seconda dei punti di vista. Il cartellino arancione è l’ultima possibilità, è il bonus: perché sei stato cattivo, ma non fino al punto di finire lì la tua partita. È come essere rimandati a scuola: non bocciano, ti mettono in stand-by per un po’ perché tu capisca che così non si fa e poi ti rimettono al tuo posto, pronto a picchiare ancora. Il calcio si ricodifica: l’ammonizione a volte fa solo il solletico, ma l’espulsione penalizza troppo. Allora una bella passeggiata nella terra di mezzo, cioè tutto quello che il pallone non ha mai voluto e che adesso forse vuole avere: la zona sfumata, quel colore sbiadito che vuol dire e non vuol dire. Com’è la storia del fuorigioco? Tutto il corpo deve essere al di là dell’ultimo difensore. E quella del fallo laterale? La palla deve oltrepassare in toto la linea. E il gol? Idem. Il calcio non ha mai detto forse: o è sì, o è no. Questa è la rivoluzione arancione: la breccia cerchiobottista di chi vuole prendere tempo, di chi non vuole decidere. Perché espellere uno al primo minuto se puoi mandarlo fuori solo per un po’? Arancione, arancione, arancione. Troppo facile immaginare gli arbitri innamorati di quel colore di mezzo: pulisce la coscienza e non penalizza i mezzi cattivi. Vuol dire che per essere espulso uno dovrà essere il clone di Montero. Tutti gli altri, da Materazzi in giù, faranno l’abbonamento all’esclusione temporanea. La gomitata incerta sarà arancione, l’entrata a piedi uniti che non si sa se è volontaria o no sarà arancione. Un colore che è via di mezzo per definizione diventerà una regola costante. Abbiamo insegnato alle organizzazioni internazionali del pallone che l’indecisione non è poi così male e loro evidentemente vogliono crederci. D’altronde è la sintesi di un mondo ipocrita: non quello del pallone, ma tutto. Lo slalom tra una punizione vera e una mediata, come quelli che devono essere licenziati e invece poi riescono a cavarsela con una sospensione. Abbiamo cercato per anni di cambiare, di tornare alla differenza precisa tra severità e bontà: tutti felici perché è tornato il sette in condotta, tutti innamorati del grembiulino a scuola. Ora ci prendiamo questo cartellino arancione che è calcio, ma non è solo calcio: è la codificazione dell’immaturità. Siamo tutti Tanguy, immaturi e indecisi cronici, affamati dalla titubanza, impanicati dall’idea di stare o completamente dentro o completamente fuori. Tanguy viene mandato via da casa dai genitori, ma telefona ogni sera a mamma e papà con un telefono arancione. Caso, fatalità, coincidenza, combinazione, però l’arancione torna ogni volta che c’è qualcosa che dovrebbe essere e invece non è. È incompleto, indefinito, magmatico: qualche anno fa, il mondo s’è innamorato della rivoluzione ucraina dipinta d’arancio da Yushenko e dalla Tymoshenko ed è finita con il nulla, con quello che c’era e che c’è. Arancione è stato il simbolo del ritiro da Gaza dei coloni israeliani: era il 2004 e non è servito a niente. È stata anche la tinta delle dimostrazioni di piazza anti-siriana di Beirut: Hezbollah, però, è lì più forte di prima, più potente di prima. E poi arancio è anche il punto di riferimento della banca on-line che doveva stravolgere il mercato a favore dei clienti e che invece ha rischiato di squagliarsi con il crollo del sistema finanziario. E la liberazione di Ingrid Betancourt? L’hanno chiesta per anni con i fazzoletti arancio al collo. Sono spariti e lei è stata scarcerata. Dici che il calcio non c’entra nulla. Può essere, però l’unica squadra Orange è l’Olanda ed è la più grande incompiuta della storia: sempre fortissima e poi incapace di vincere, se non con Cruyff e poi con Van Basten. Arancio è un amore interrotto. Mezza passione. Ora arriva il cartellino? «La rivoluzione culturale del pallone». Perché dicono che così si entra nel futuro. Se si sbaglia, si resta fuori solo qualche minuto, poi si può prendere il prossimo autobus in ritardo. Arancione, anche quello. (Il Giornale)
Da qualche giorno mi gira in testa questa proposta del cartellino arancione. A me sembra una proposta molto italica. L'idea del "vai-fuori-ma-poi-rientri" è tipica del nostro paese. Politici e non solo sono stati buttati via e poi ripescati dopo poco tempo. Anche nel calcio funziona un po' così. Pene severe ridotte poi a sciocchezze. La chiamano rivoluzione culturale del pallone. A me non sembra proprio una rivoluzione culturale. Il calcio non è stato mai forse. E' si oppure no. Sei dentro o sei fuori. Sei espulso oppure non lo sei.
Evidentemente il mondo cambia, le decisioni spettano agli indecisi e a tutti gli altri tocca adeguarsi. Sventolando un cartellino arancione.


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mercoledì 25 febbraio 2009

E ORA ANDIAMO A GIOCARCI LA QUALIFICAZIONE IN INGHILTERRA

L’Inter vista nel primo tempo ieri sera mi ha fatto davvero impressione. E’ come se una bella donna si presentasse ad un galà spettinata, senza trucco e con addosso degli stracci. Non è certo quella l’Inter che ci aspettavamo e che doveva affrontare il Manchester United.
Per fortuna nella ripresa è entrata in campo la vera Inter e anche se non ha brillato particolarmente ha sicuramente giocato meglio. Cristiano Ronaldo è stato imbrigliato, la difesa inglese ha corso un paio di rischi e il centrocampo è andato in affanno.
Facile ipotizzare che la svolta sia stata Cordoba per Rivas. Non si può negare che l’esperienza del primo abbia dato sicurezza al reparto e di conseguenza a tutta la squadra. Anche perché "Tyson" Rivas si è reso protagonista di un primo tempo da brividi. L’altro esordiente della Champions era Santon. Era un rischio mettere un giovane in una zona dove transita il Pallone d’oro. Ma il bambino ci ha stupito ancora una volta con una prestazione da campione navigato. Ha sofferto un po’ Ronaldo specie all’inizio ma poi ha preso in mano la situazione come un veterano e per il portoghese è stata notte fonda.
Ma l’eroe della serata è stato sicuramente Julio Cesar. Senza le sue parate nel primo tempo (e anche nel finale) saremmo ora qui a leccarci le ferite e a parlare di un’altra Champions buttata via. Monumentale il nostro Giulione, una saracinesca umana. E’ decisamente lui il portiere più forte in questo momento.
Chi ha deluso è stato invece Ibrahimovic. Da uno come lui ci si aspettava che trascinasse la squadra, che prendesse in mano il gioco, che si rendesse pericoloso. Invece è stato impalpabile, Adriano ha fatto meglio di lui. In realtà nemmeno Maicon e Stankovic, due che potevano fare la differenza nel gioco offensivo, hanno inciso particolarmente mentre Muntari è apparso volenteroso ma
confusionario. Rimandato Rivas. Prestazione orrenda ma è giustificato perché non gioca spesso e quest’anno era esordiente in Champions.

E adesso ci tocca andare a giocarci la qualificazione a Manchester. Sono abbastanza ottimista. Oddio non sarà facile andare lì e non perdere ma sempre meglio che partire da uno 0-2 come lo scorso anno o come quel 2-2 di due anni fa contro il Valencia.
Certo ci sarà bisogno di un'altra Inter perché Julio Cesar può fare quanti miracoli vuoi ma prima o poi è facile che venga bucato. Ci vorrà un'Inter con la grinta del secondo tempo ma più organizzata. Con un'Ibrahimovic finalmente ispirato (sarebbe anche ora...) e un centrocampo che faccia sentire il suo peso sia in fase difensiva che in quella offensiva.
E naturalmente dovremo avere anche un pizzico di fortuna. Per vincere certe competizioni non basta essere forti ma avere anche un po' di buona sorte. Quella che a noi è sempre mancata. Chissà che fra due settimane sia la volta buona...


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martedì 24 febbraio 2009

MENO MALE CHE C'E' JULIO CESAR...


Champions League - Andata degli Ottavi di finale
INTER - MANCHESTER 0 - 0

Se penso al primo tempo non ho dubbi. E' un pareggio d'oro. Se guardo al secondo tempo credo che sia stato un peccato non essere riusciti a buttare dentro almeno un golletto.
La prima frazione è un vero incubo per i nerazzurri. Il Manchester sfiora più volte il gol e Julio Cesar deve fare gli straordinari per salvare il risultato.
Di tutt'altro stampo il secondo tempo. L'Inter, grazie anche all'ingresso di Cordoba al posto di un Rivas da suicidio, acquista sicurezza e riesce a creare qualche pericolo al Manchester. I nerazzurri sfiorano in un paio di occasioni il gol ma anche i Red Devils rischiano di andare in vantaggio. Alla fine finisce a reti inviolate e il discorso qualificazione rimane più che mai aperto (soprattutto grazie al nostro portierone) anche se fra due settimane all'Old Trafford bisognerà sfoderare una prestazione strepitosa, completamente all'opposto di quello che si è visto stasera.

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SOGNANDO UNA NOTTE DA CAMPIONI


Quanto manca? 4 ore abbondanti. 4 ore prima di riascoltare di nuovo quella maledetta musichina che mette addosso i brividi. 4 ore prima che le squadre si schierino a centrocampo e che in mezzo ad uno stadio stracolmo si inizi a giocare. 4 ore prima che sia Inter-Manchester United.
Saranno 90 minuti carichi di adrenalina. 90 minuti da vivere intensamente, 90 minuti di sofferenza sportiva. 90 minuti per continuare a sognare quel trofeo dalle orecchie grandi che ci piacerebbe risollevare al cielo una sera di maggio...

FORZA RAGAZZI !!!

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Verso Liverpool

lunedì 23 febbraio 2009

INTER-MANCHESTER, CROCEVIA DELLA STAGIONE



La doppia sfida contro il Manchester United rappresenta il crocevia della stagione. Ma è solo il primo di una lunga serie. Anche un'eventuale quarto di finale sarà un crocevia, anche la sfida contro la Juventus in campionato sarà un crocevia. Ogni partita importante è un crocevia. Ma attenzione crocevia non significa che se vieni eliminato la stagione è fallimentare. Ciò è quello che tutti i giornali e le televisioni stanno cercando di farci credere. Ma non è assolutamente così. La stagione si valuta nel complesso di tutte le manifestazioni che disputi.
Purtroppo in campionato se sbagli una partita hai modo di rifarti, in Champions League basta sbagliare una partita (o anche meno...) e sei fuori.
Mourinho è stato preso per vincere la Champions League ma non è detto che debba vincerla al primo colpo. Intanto sarebbe importante trasmettere una mentalità europea. Io credo che se vieni eliminato dopo avertela giocata alla pari non si può recriminare. A me basterebbe vedere un'Inter che se la gioca e che esce dal campo a testa alta nell'eventualità (spero remota) di un'eliminazione. Poi uscire col Manchester United ci può anche stare. Ci sono 6-7 squadre che possono ambire al titolo finale, noi siamo in questo lotto di pretendenti ma nello steso lotto credo che Manchester e Barcellona siano un gradino sopra le altre. Ciò non vuol dire che non abbiamo speranze contro i Red Devils ma che in caso di eliminazione non è il caso di fare drammi.
Sono comunque convinto che possiamo giocarcela e che possiamo anche vincerla. A volte basta un'episodio fortuito a favore per cambiare le sorti della partita.
Mi aspetto una grande partita da parte dei ragazzi nerazzurri. Non dobbiamo avere timore, imporre il nostro gioco e dimostrare di essere forti. Ci è capitato un brutto cliente ma anche gli inglesi non sorridono. Battere questa Inter non è facile e dobbiamo dimostrare che è quasi impossibile.
Forza Ragazzi, vogliamo una partita da Grande Inter.


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domenica 22 febbraio 2009

ADDIO DIRETTORE, CI MANCHERAI


Ci mancherà. Tantissimo. Stamattina è morto il giornalista Candido Cannavò, ex direttore storico della Gazzetta dello Sport dove attualmente curava una rubrica.
Era in coma da giovedì, per un emorragia celebrale, seguita al malore accusato mentre era nella mensa della Rcs.
Dal 1983 al 2002 era stato direttore della Gazzetta dello Sport facendola diventare un prezioso punto di riferimento per tutti gli sportivi. Quando lasciò, nella primavera del 2002, sentimmo subito la sua mancanza. Il quotidiano rosa non era più lo stesso. Forse nemmeno il calcio era più lo stesso. Tra pay-tv e dirette varie c'era sempre meno spazio ed interesse per il cartaceo. La Gazzetta non era più quella sorta di Bibbia che era stata.
Mi piaceva leggere gli editoriali di Cannavò. E mi piaceva anche la sua ultima rubrica "Fatemi capire". Aveva uno stile che mi affascinava, non era mai banale, mai noioso. Magari potevi non essere daccordo con quello che scriveva ma non potevi non riconoscergli la bravura. Quante volte, negli ultimi anni, sfogliando la Gazza abbiamo pensato "Eh, però quando c'era Cannavò..."?
Ci mancherà. Ci mancherà perché è stato un pezzo di storia del giornalismo italiano ma soprattutto perché è stato un pezzo della nostra storia, la storia di tutti noi. Ciao Candido....


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sabato 21 febbraio 2009

STRAORDI...MARIO, ENTRA E FIRMA I TRE PUNTI

Serie A - 25^ Giornata
BOLOGNA - INTER 1 - 2 57' CAMBIASSO - 79' Britos - 82' BALOTELLI
Entra a 9 minuti dalla fine e dopo un minuto segna il gol della vittoria. Voi penserete è Cruz. Invece no, è super Mario Balotelli che ci mette un minuto a conquistarsi una punizione e a dimostrare al suo grande maestro Mihajlovic quanto è diventato bravo a tirare i calci da fermo.
L'Inter non ha la testa al Manchester è nel primo tempo attacca e si rende pericolosa ma il fortino bolognese resiste. Ci pensa Cambiasso a sfondarlo. Il Bologna si sveglia si rende pericoloso, pareggia, viene tramortito da Balotelli ma non molla e allora ci deve pensare Julio Cesar a salvare il risultato.
L'Inter vince e, in attesa delle sfide di Juventus e Milan, prende il volo. Bologna è stata archiviata, tre punti sono in cassaforte. Ora sì, possiamo pensare al Manchester United e a quella musichina che ci mette addosso sempre i brividi.
FORZA INTER !!!
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A BOLOGNA CON LA TESTA AL MANCHESTER UNITED

Questo Bologna-Inter pomeridiano mi suona strano. Sarà l'orario, ore 16, che è un po' anomalo o forse perché la testa dei nerazzurri è rivolta a martedì e di colpo ci accorgiamo che c'è ancora la trasferta di Bologna tra noi e il Manchester. La partita in sè non è difficile ma credo che ormai si pensi solo al match di Champions League e, in tutta onestà, non mi meraviglierei se uscisse fuori un pareggio.
In vista della Champions qualche piccolo turnover lo farei. Magari butterei dentro Cordoba in difesa, Jimenez (e magari Vieira) a centrocampo e lì davanti almeno uno tra Cruz e Balotelli lo lancerei. Mourinho non è un'amante del turnover però abbiamo una rosa ampia ed è giusto anche sfruttarla. Tanto più che nelle prossime settimane ci aspetta un duro tour de force e bisognerà far rifiatare un po' di gente. Mourinho non penserà mica di arrivare a maggio facendo giocare sempre gli stessi...
Ibrahimovic, Maicon, Cambiasso, lo stesso Zanetti, sono giocatori fondamentali per questa Inter ed è necessario averli sempre in piena forma perciò dargli un po' di riposo non è una cattiva idea.
Chiunque giochi spero che la testa sia concentrata alla partita. Bisogna pensare partita dopo partita. Per due ore cancelliamo Manchester, per due ore pensiamo solo ed esclusivamente al Bologna. Solo stasera all'ora di cena (e anche un pò prima) potremo iniziare a pensare alla Champions League. Forza Ragazzi !!!

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giovedì 19 febbraio 2009

QUANDO LA TRAGEDIA NON E' SOLO UNA FATALITA'

Seppur con qualche giorno di ritardo volevo dire la mia sul grave episodio di domenica scorsa nel post partita di Genoa-Fiorentina. Alcuni tifosi genoani hanno aggredito il pullman dei giocatori viola. Nella manovra di ripartenza il pullman ha investito un tifoso rossoblu, Gabriele Amato, le cui condizioni rimangono gravissime. L'episodio è molto identico a quello in cui lo scorso anno perse la vita Matteo Bagnaresi, tifoso juventino.
La partita era stata bella e divertente. Il Genoa era andato in vantaggio per 3-0 e la Fiorentina aveva raggiunto il pareggio all'ultimo secondo. Un bel spettacolo rovinato come sempre da quattro deficienti. Non capisco il perché dell'atteggiamento dei tifosi rossoblu che, da veri tifosi, avrebbero dovuto applaudire e non aggredire il pullman viola.
E come sempre succede in Italia, in questi casi la vittima passa sempre per martire. C'è un interessante articolo scritto su"La Settimana Sportiva" all'epoca della morte di Bagnaresi. Vi consiglio di andarlo a rileggere. Lo troverete attuale.
Io la penso esattamente come l'autore dell'articolo. Ci sono vittime e vittime e non si possono mettere sullo stesso piano chi muore per tragiche fatalità e chi invece se la va a cercare.


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mercoledì 18 febbraio 2009

KATE PERRY "NERAZZURRA" A SANREMO


Ieri sera prima puntata del Festival di Sanremo (tutti lo criticano ma poi lo guardano...). Kate Perry è stata l'ospite internazionale. Dopo l'esibizione canora la cantante statunitense si è prestata ad una simpatica gag con Paolo Bonolis. Il presentatore ha sostenuto di avere una cosa in comune con la cantante: la passione per i Queen. I due hanno accennato un brano della band inglese.
Poi la sorpresa finale. La Perry dice di aver un'altra cosa in comune con Bonolis: apre la giacchetta bianca e viene fuori un costume nerazzurro, in "onore" della passione interista del presentatore.

martedì 17 febbraio 2009

ASSOLTO !!!


Sinceramente ho temuto il peggio. Questa storia della squalifica ad Adriano mi sembrava una stronzata (diciamo, lo era). Eppure ero in apprensione. Il brasiliano veniva da tre turni di squalifica per prova televisiva e sinceramente mi sarebbe scocciato vederlo di nuovo fermo ai box. Tanto più che si vedeva lontano un miglio che non era volontario. Ha colpito malissimo e gli è rimbalzato sul braccio. Il gol era da annullare ma la squalifica non aveva motivo di essere.
E infatti per fortuna si è risolto tutto in una bolla di sapone. Adriano ha potuto festeggiare il suo compleanno (27 anni, Auguri !!!) e ad Appiano hanno fatto una bella grigliata.

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lunedì 16 febbraio 2009

LANCIATI VERSO LO SCUDETTO GRAZIE AD UN FAVOLOSO DERBY

Possiamo restare giorni e giorni a discutere sulla volontarieta del tocco di mano di Adriano sul primo gol, sul dilemma se il gol era da annullare oppure no (parere sportivo: era da annullare). Magari alla fine Adriano verrà pure squalificato ma ciò non toglie che la sentenza del derby è impietosa. Inter che prende il largo, Inter che per 70 minuti ha dato una lezione di calcio ai cugini rossoneri, Inter che se non fosse per quel difetto cronico di mangiarsi quintali di gol avrebbe chiuso in goleada.
Il distacco è netto. L'Inter mette le mani sullo scudetto e, come lo stesso Mourinho ha ammesso, solo lei può perderlo. Lo scorso anno a questo punto della stagione l'Inter aveva l'identico distacco e poi finì con una vittoria al fotofinish. Ma lo scorso anno l'Inter fino a questo punto aveva fatto un campionato quasi impeccabile. Invece quest'anno ha avuto delle battute a vuoto, ha pareggiato in casa con Genoa, Torino e Cagliari, ha perso a Bergamo. Nonostante ciò ha comunque 9 punti di distacco. In definitiva, mentre lo scorso anno l'Inter costruì il vantaggio per bravura propria, quest'anno si è creato l'abisso per demeriti altrui.
Del resto ci vuole un bel po' di fantasia per immaginare che la Juventus e il Milan visti in questi mesi possano lottare per lo scudetto. Qualche volta azzeccano una partita ma non basta. Bisogna essere costanti, avere una squadra solida, vincere con le piccole e con le grandi. Se lasci dei punti per strada poi li devi recuperare. L'Inter ha avuto delle battute a vuoto ma poi si è ripresa. Non si può competere con l'Inter se hai una difesa imbarazzante (in quella rossonera manca solo Gresko) o una squadra che aspetta solo l'illuminazione del proprio fuoriclasse (Del Piero).
L'Inter ieri sera mi è piaciuta per grinta, forza e carattere. Ho visto ancora una volta una prestazione convincente e una squadra ben messa in campo. Questo derby vinto è una bella iniezione di fiducia in vista di Manchester. E' vero, contro i Red Devils bisognerà dare qualcosa in più però questa squadra mi sembra matura per potersela giocare alla pari con i campioni inglesi. Ora che lo scudetto è saldamente nelle nostre mani, possiamo partire alla conquista dell'Europa.

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domenica 15 febbraio 2009

STREPITOSAMENTE INTER


Serie A - 24^ Giornata
INTER - MILAN 2 - 1
29' ADRIANO - 43' STANKOVIC - 71' Pato

L'Inter fa suo il derby e da una bella spallata al campionato. I nerazzurri entrano con tutt'altra mentalità rispetto all'andata e in campo si vede una partita equilibrata e divertente. Stankovic si mangia un gol a porta vuota e allora alla mezzora Maicon (recuperato in extremis) imbecca Adriano che di testa (e con un evidente tocco di braccio) porta in vantaggio i nerazzurri. La reazione del Milan è sterile e allora l'Inter prima dell'intervallo colpisce di nuovo con Stankovic. 2-0 all'intervallo. La ripresa si apre con Adriano che spreca una ghiottissima occasione. L'Inter potrebbe segnare ancora ma si affloscia e il Milan ne approfitta con Pato a venti minuti dalla fine. Il finale è da cardiopalma con il Milan che si presenta più volte davanti a Julio Cesar costringendo il portierone nerazzurro ad un paio di interventi miracolosi.
Finisce con la vittoria nerazzurra. L'arbitro Rosetti non ha avuto una serata positiva. Tocco di braccio sul gol di Adriano, mancata espulsione di Ambrosini per doppia ammonizione, rigore dubbio a favore del Milan. Ma ciò non toglie che abbiamo vinto meritatamente e che se fosse finita con 4-5 gol di scarto nessuno avrebbe potuto avere da ridire.
Gli uomini di Mourinho hanno ben 9 punti di vantaggio sulla Juventus e 11 sul Milan. Mancano troppe partite per parlare di campionato chiuso però per il momento l'Inter ha preso il largo e per le inseguitrici colmare l'abisso che le divide dalla vetta non sarà per niente facile.
Per il momento, come recita quel ritornello, "Se ne va, Se ne va, La capolista se ne va..."

FORZA INTER


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PRONTO PER IL DERBY. FORZA RAGAZZI !!!


Mancano meno di tre ore poi sarà derby. Inutile ribadire l'importanza del derby e la maledetta voglia di vincerlo a tutti i costi. Contro Milan e Juventus vorrei vincere sempre che sia una finale di Champions League o un torneo aziendale di tressette cambia poco. Vincere, vincere, vincere.
Lo dicevo già ieri sera. E' un derby strano, un derby che decide tutto e non decide nulla. Perché se è vero che la stagione è ancora lunga è pur vero che alcune partite possono avere risvolti psicologici non indifferenti. Vincere il derby potrebbe essere un'ulteriore spinta emotiva in vista della Champions League, spedirebbe i cugini a -11 (e la Juventus a -9) e darebbe una svolta alla stagione. Perdere potrebbe farci perdere sicurezza, magari riaffiorerebbero vecchi dubbie incertezze (e non oso immaginare come ci sguazzerebbero dentro la stampa).
Anche se bisogna vedere anche un'altro risvolto della medaglia. Vincere ci darebbe la sicurezza di essere i più forti e magari potremmo andare incontro ad un rilassamento (deleterio a 9 giorni dal Manchester). Perdere ci potrebbe dare una carica rabbiosa per reagire e ripartire alla grande.
Comunque nel dubbio sempre meglio vincere. Ha ragione Mourinho quando sostiene che l'importante è vincere lo scudetto ma lo scudetto si conquista anche vincendo derby e sfide cruciali. E la partita di stasera è sia un derby che una sfida cruciale. Ragazzi, che facciamo? La vogliamo vincere o dobbiamo ancora una volta regalare punti a squadre inferiori?

FORZA INTER

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ATTENZIONE !!! Questo è il post numero 1000 che scrivo. Speriamo che porti fortuna...

sabato 14 febbraio 2009

VERSO IL DERBY, ALLARME-MAICON RIENTRATO

24 ore al derby e una buona notizia. Maicon è fra i convocati. Non so se giocherà, se andrà in panchina o in tribuna. L'importante è che ci sia perché vuol dire che l'infortunio non è grave. La mia preoccupazione non è tanto il derby quanto la doppia sfida col Manchester. Nella sciagurata ipotesi che perdiamo il derby rimaniamo comunque con un buon margine sulle inseguitrici e ci sarà modo di recuperare. Col Manchester basta sbagliare una partita e se fuori, senza appello.
Ma ritorniamo al derby. Sarà una bella sfida. Il fatto che mancherà Kakà non mi consola affatto. Certo un'insidia in meno ma ciò non toglie che il Milan è una squadra forte, che è pur sempre un derby e i derby non sempre li vincono i più forti (basta guardare gli ultimi due derby).
E' un derby anomalo che arriva troppo presto e che non sarà per niente decisivo. E' vero se l'Inter vince va a 11 punti ma lo scorso anno abbiamo potuto vedere come 11 punti sia un distacco consistente ma non dà certo sicurezza. Se finisce in parità rimangono 8 punti e non cambia nulla, se vince il Milan si avvicina pericolosamente ma 5 punti sono un buon margine e con tante partite ancora davanti c'è tutto il tempo per allungare di nuovo.
Credo che non sia una partita scudetto (la primavera è lontana) ma vorrei comunque vincerla ad ogni costo. Abbiamo perso gli ultimi due derby ed è molto fastidioso quando perdi con Milan e Juventus. Ecco perché domani sera vorrei vincere. Non importa come. Certo una vittoria netta (per esempio 4-0) sarebbe bellissima ma anche una vittoria sofferta o una vittoria con gol decisivo (magari autogol) nel recupero sarebbe altrettanto soddisfacente.
Altre 22 ore poi sarà derby. Sono già pronto.


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SAN VALENTINO ASPETTANDO IL DERBY

Riproporre per il terzo anno consecutivo questa immagine mi sembrava eccessivo. E così mi sono affidata alle vignette di Bar Sport. Anche perché mi sono accorto che era da un po' che non postavo le loro vignette.
Buon San Valentino a tutti !!! A quelli che amano la propria squadra del cuore, a quelli che amano la propria ragazza (o moglie) e a quelli che ama entrambe.


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