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giovedì 30 aprile 2015

COME COMBATTERE LA VIOLENZA NEGLI STADI?

Sempre più spesso negli stadi italiani accadono cose che non dovrebbero accadere: risse, episodi di razzismo, discriminazione territoriale e chi più ne ha più ne metta.
Il famoso Daspo, tanto pubblicizzato dai governi che lo hanno promosso e fatto diventare legge, non ha sortito gli effetti sperati e non ha impedito a orde di barbari di rovinare ogni domenica lo sport più bello del mondo. Uno sport che dovrebbe essere destinato alle famiglie e ai tifosi, quelli veri però.
Ma come si combatte la violenza negli stadi? Esiste un modo per debellarla definitivamente?
Intanto, per "restituire il calcio alle famiglie" dovremmo iniziare a guardare come hanno fatto gli altri paesi europei per prendere esempio.

In Gran Bretagna, dove è forse accaduto l'episodio più grave di tutti, la strage dell'Heysel del 1985, sono stati introdotti numerosi provvedimenti. Lo "Sporting Event Act" vietò l'introduzione degli alcolici negli stadi (era ora), mentre il "Public Order Act" del 1986 permise alla magistratura di interdire la presenza negli eventi sportivi di soggetti ritenuti violenti, costringendoli all’obbligo di firma in caserma.
Dopo la strage di Hillsborough (1989) che costò la vita a 96 tifosi del Liverpool, il primo ministro inglese Margaret Thatcher diede un'accelerata e intensificò le misure per combattere i comportamenti degli hooligans. Da quel momento tutti quelli che erano stati condannati per reati legati agli eventi sportivi non potevano più entrare negli stadi del Regno Unito e chiunque volesse assistere a una partita di calcio da quel momento in poi ha l'obbligo di esibire un documento di riconoscimento, dato che in Gran Bretagna non è obbligatorio portarlo sempre con sé. Nacque anche un reparto speciale della polizia inglese che si occupava di garantire la sicurezza negli stadi e in questi ultimi vennero tolte tutte le barriere, colpevoli secondo il governo inglese di creare tensioni e amplificare l'entità degli incidenti. La Gran Bretagna ha anche responsabilizzato i club, affidando loro la proprietà degli stadi e la sicurezza durante gli eventi sportivi.

Le misure adottate in Gran Bretagna sono state prese negli ultimi anni anche in Germania, dove si è proceduto a una ristrutturazione delle strutture sportive e all'installazione in tutti gli stadi di telecamere a circuito chiuso. Anche in Germania si fa ricorso a servizi di vigilanza pagati dalle società.
Anche in Spagna e Francia negli ultimi anni sono state adottate le stesse misure, in particolare in Francia con una legge del 1993 è stata varata una legge contro la violenza negli stadi e in Spagna è stata vietata l'introduzione negli stadi di qualsiasi oggetto che possa trasformarsi in un'arma o che possa creare pericolo.
Che dire, come al solito il nostro caro Governo italiano si accorge sempre troppo tardi delle precauzioni che bisogna prendere, ma siamo fiduciosi e speriamo che presto la violenza negli stadi, il razzismo e ogni tipo di discriminazione saranno solo un lontano ricordo.
Fonte: PronosticiSerieA.info


1 commento:

Salvatore ha detto...

Dal punto di vista dell'organizzazione e della certezza della pena siamo lontani anni luce dalle altre Nazioni. Inutile girarci intorno, non arriveremo mai ai livelli inglesi e tedeschi.