LATO B – Appunti sulla Serie Cadetta
La favola è diventata realtà: con quattro giornate di anticipo, il Carpi è in serie A. Nella trentottesima giornata della serie B, la squadra di Castori pareggia con il Bari e può festeggiare l’aritmetica promozione. Per gli emiliani si tratta della prima promozione nella massima serie in 106 anni di storia del club. Un risultato storico per la piccola città della provincia di Modena (appena 70.000 abitanti) e per un club che tre anni fa non aveva giocato neanche un campionato di B.
Una promozione frutto della programmazione, del lavoro grazie alla società guidata dal presidente Claudio Caliumi e dall'allenatore Fabrizio Castori. Un campionato dominato in lungo e in largo, giocando un calcio veloce, offensivo e spettacolare.
Eppure la stagione del Carpi comincia a fari spenti. Nelle prime otto giornate la squadra di mister Castori perde già due volte e raccoglie, insieme a tre vittorie, altrettanti pareggi. Dopo la vittoria di misura col Latina del Cabassi scatta la scintilla. I biancorossi rifilano infatti all'ambizioso Pescara di Baroni un memorabile 0-5 davanti all'attonito pubblico dell'Adriatico: praticamente ogni palla lunga per la punta (Mbakogu) o per l’esterno che attacca la profondità (Concas o Letizia) libera un uomo davanti al portiere avversario.
Da quel momento in poi il Carpi non si guarda più indietro, è un bulldozer. L’unico passaggio a vuoto arriva tra il 25esimo e il 28esimo chilometro: la squadra raccoglie quattro 0-0 consecutivi, proprio in concomitanza con le ormai celebri dichiarazioni anti-Carpi di Claudio Lotito. Il 2-0 interno con l’Avellino spezza l’incantesimo, le prepotenti affermazioni negli scontri diretti con Vicenza e Bologna fanno il resto: la Serie A è ormai in tasca.
Era dai tempi della Juve che una squadra non dimostrava una superiorità così evidente nei confronti degli avversari nella serie cadetta.
Il budget annuale del Carpi non è certo principesco (monte ingaggi di 3 milioni di euro, cui si aggiunge un altro milione abbondante per il resto dalla gestione), ma insegna come nessun traguardo sia impossibile, se si agisce con passione e intelligenza. A cominciare dalla scelta dell’allenatore, quel Fabrizio Castori che dopo una gavetta infinita (11 campionati di serie B) a 61 anni si toglierà la soddisfazione di debuttare in Serie A. E pensare che nel febbraio dell’anno scorso era andato a Donetsk per firmare con il Metalurg: rinunciò solo perché pochi giorni dopo scoppiò la guerra in Ucraina.
Tipo sanguigno, Castori: nel suo curriculum una squalifica di due anni per una maxirissa durante la finale dei playoff di Serie C tra Cesena e Lumezzane, ma anche tanto lavoro e un’etica del sacrificio in grado di fare presa sui calciatori.
L’unione ha fatto la forza del Carpi. Fuori dal campo con una società basata su un groviglio armonioso di imprenditori locali operanti nella maglieria: i proprietari Stefano Bonacini e Roberto Marani, titolari del marchio «Gaudì», convivono tranquillamente con il presidente azionista di minoranza Claudio Caliumi, patron della griffe di moda femminile «Marilena», e con lo sponsor «Blumarine» della famiglia Tarabini. Ma anche sul rettangolo da gioco con una squadra piena di elementi che si sono rivelati utilissimi e funzionali alla causa: dal bomber Jerry Mbakogu all’ala con il vizietto del gol Antonio Di Gaudio, passando per l’attaccante pescato nei Dilettanti Kevin Lasagna, il capitano Filippo Porcari e il portiere brasiliano Gabriel, in prestito dal Milan.
La favola è diventata realtà. E nonostante non manchino le insidie (prima fra tutte la questione stadio), Carpi ha tutta l’intenzione di vivere fino in fondo questa fantastica avventura.
BENVENUTO IN SERIE A !!!
Pakos
ALCUNE CURIOSITÀ
Il Carpi è la 64^ squadra nella storia della Serie A a girone unico. L'ultima "novità" fu il Sassuolo nella stagione 2013/14.
Il Carpi è la nona squadra dell'Emilia-Romagna a giocare in Serie A dopo Bologna, Parma, S.P.A.L., Modena, Cesena, Piacenza, Reggiana e Sassuolo. Solo la Lombardia ha fatto meglio (11).
Il Carpi è la terza squadra della provincia di Modena a giocare in Serie A, dopo Modena e Sassuolo. La provincia che ha portato più squadre in A è quella di Genova (Genoa, Sampdoria, Liguria, Sampierdarenese e Andrea Doria), seguita da quella di Milano (Inter, Milan e Legnano).
Per la prima volta, due squadre della stessa provincia (Carpi e Sassuolo) ma diverse dal capoluogo si affronteranno in Serie A. Tolte le sfide stracittadine, la Serie A ha fatto registrare altri tre incontri tra squadre della stessa provincia: Fiorentina-Empoli, Inter-Legnano e Milan-Legnano.
Il Carpi è l'ottava squadra non capoluogo di provincia a giocare in Serie A. Nell'elenco sono comprese anche Lecco e Cesena, ora capoluoghi di provincia.
Delle 63 squadre che hanno giocato almeno una stagione in Serie A, 17 sono retrocesse in Serie B al primo anno assoluto. Tra queste, solo un'emiliana (Piacenza 1993/94).
Considerando le debuttanti assolute in serie A dell'ultimo quarto di secolo, dal 1990 ad oggi, 5 esordienti su 10, ovvero il 50% arriva proprio dall'Emilia Romagna: Parma, Reggiana, Piacenza, Sassuolo e Carpi. Le altre debuttanti assolute degli ultimi 25 anni in serie A sono state Ancona, Reggina, ChievoVerona, Siena e Treviso.
1 commento:
Complimenti al Carpi. Sono sicuro che il prossimo anno farà un buon campionato di Serie A.
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