A distanza di 48 ore circa continuo a fare fatica a realizzare. Siamo Campioni d’Italia, noi, l’Inter, dopo 11 anni. Siamo noi che abbiamo interrotto l’egemonia bianconera, siamo noi che l’anno prossimo avremo quel triangolino verde-bianco-rosso sulla maglia. Sì, sì, proprio noi. Non la Juventus che deve rinunciare al sogno del decimo scudetto consecutivo, non il Milan che è stato capolista per 22 giornate, no, i Campioni d’Italia hanno i colori nerazzurri di Milano.
E tutto questo non può che essere bellissimo. Avrei mille cose da dire, da scrivere, da raccontare. Sono due giorni che ho nella testa mille pensieri da buttare giù e sono straconvinto che alla fine qualcosa che avevo pensato di scrivere mi sfuggirà di sicuro.
Da dove partiamo? Dalla fine, ovviamente. Da uno scudetto arrivato a quattro giornate dalla fine, mentre eravamo comodamente seduti in poltrona ad aspettare il risultato di Sassuolo-Atalanta e sperare che la formazione di Gasperini non vincesse per poter far partire la festa. Festa che puntualmente è partita al triplice fischio finale grazie all’1-1 finale.
13 punti di distacco dagli orobici, dalla Juventus e dal Milan. A leggere la classifica oggi si potrebbe pensare che è stata una passeggiata di salute. Ma questo campionato tutto è stato tranne che una passeggiata. Alla vigilia della sfida contro il Torino all’ottava giornata eravamo settimi con 12 punti. Il match contro i granata è stato probabilmente il primo passo cruciale di questa stagione. La vittoria in rimonta (da 0-2 a 4-2) fu la prima di un filotto di otto successi consecutivi che diede una prima impronta a questa stagione e aiutò a smaltire parzialmente la delusione per la prematura eliminazione dalla Champions League. Contro la Sampdoria l’Inter fallì la prova del nove perdendo il secondo match stagionale (il primo era stato il derby d’andata), ma dopo il pari contro la Roma arrivò la fondamentale vittoria contro la Juventus. Il pareggio di Udine all’ultima giornata d’andata non ci permise di laurearci campioni d’inverno.
Poco male perché il girone di ritorno abbiamo iniziato a viaggiare spediti come un treno e alla terza giornata dopo la vittoria contro la Lazio (complice la sconfitta del Milan contro lo Spezia) conquistammo la vetta della classifica e la domenica successiva con la vittoria nel derby andammo a +4. Le 11 vittorie consecutive nelle prime 11 giornate di ritorno ci hanno permesso di prendere il largo (anche grazie al fatto che il Milan ha iniziato a rallentare il passo) e nonostante qualche vittoria sofferta (vedi Cagliari e Verona) e qualche pareggio (Napoli e Spezia) siamo comunque riusciti a portare a casa questo 19esimo titolo.
La vittoria contro il Torino è stato il primo snodo cruciale, dicevo prima. L’altro è stato senza ombra di dubbio il reintegro di Eriksen e di Perisic. Per il danese Antonio Conte ha ridisegnato un nuovo ruolo e il giocatore ex Tottenham, da grande professionista quale è, si è adeguato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Da esubero da vendere al miglior offerente (era praticamente già con le valigie in mano) è diventato giocatore fondamentale ed imprescindibile di questa Inter.
Sebbene i meriti di questo scudetto vanno equamente divisi tra tutti i componenti della rosa. A partire da bomber Lukaku e dal suo inseparabile compagno d’attacco Lautaro Martinez, e poi il muro difensivo Skriniar-De Vrij-Bastoni (pensare che Skriniar stavamo quasi per venderlo l’estate scorsa…), Barella, inesauribile motorino del centrocampo, Hakimi, Brozovic, Handanovic (nonostante qualche indecisione di troppo, ma in altre occasioni, vedi il derby di ritorno, ha fatto il suo), e poi le riserve, Darmian trasformatosi in bomber nel mese di aprile, Sanchez, Young, D’Ambrosio, Ranocchia, leader dello spogliatoio nonostante abbia giocato poco, Vidal (un unico gol ma pesante contro la sua ex squadra), Gagliardini (sì, anche lui ha dato il suo contributo), Sensi, e ancora Kolarov, Vecino, Pinamonti, per finire a Radu e Padelli che non hanno giocato nemmeno un minuto per “colpa” dello stakanovista Handanovic.
Ma tutto questo non sarebbe potuto essere possibile senza il fondamentale contributo di mister Antonio Conte. Arrivato tra lo scetticismo di molti per il suo passato bianconero, in molti, me compreso, a novembre e dicembre, quando la squadra andava a singhiozzo, sostenevano che sarebbe stato opportuno sostituirlo. Lui ha continuato a lavorare, ha cementato un gruppo, lo ha trasformato in una perfetta macchina da guerra e ha conquistato tutti, nessuno escluso. Fatte le dovute proporzioni è diventato il nuovo Mourinho.
Permettetemi di concludere dicendo che questo scudetto è soprattutto di noi tifosi nerazzurri. Noi che per 11 anni abbiamo aspettato pazientemente (vabbè, non sempre, ogni tanto la pazienza è andata a farsi benedire), accettando i Mazzarri, i De Boer, i Gasperini, tifando per Stramaccioni (sì, lo ammetto io stravedo per lui), Pioli, Mancini, sperando in Spalletti (ci ha riportato in Champions League dopo 6 anni non dimentichiamolo). Noi che c’eravamo anche quando perdevamo col Beer Sheva in casa, in Europa League. Noi che in questi anni abbiamo tifato e ci siamo esaltati per Palacio, Coutinho, Kovacic, Icardi, Rafinha, Cassano, Pazzini, ma anche per Pereira, Kuzmanovic, Jonathan, Campagnaro, Rolando, Alvarez, Rocchi, Gargano e via discorrendo (la lista è veramente tanto tanto lunga). Noi che non abbiamo mai perso la fiducia, noi che in tutti questi anni abbiamo pazientemente aspettato che tornasse a splendere il sole e che i colori nerazzurri tornassero a brillare lassù, sopra tutto e tutti. Siamo Campioni d’Italia, ce lo siamo meritato e ce lo godiamo fino in fondo. Grazie (in)degni indossatori di una gloriosa maglia*!!!
FORZA INTER !!
*A dicembre prima di Cagliari-Inter conclusi l’articolo scrivendo per la prima volta quel “indegni indossatori in una gloriosa maglia”, portò bene e l’ho ripetuto alla fine di ogni articolo di pre-partita della stagione. Ma questi ragazzi sono più che degni di indossare questa gloriosa maglia.
5 commenti:
Concordo pienamente. Questo scudetto è anche e soprattutto di noi tifosi che non abbiamo mai mollato e smesso di crederci.
Sui meriti, impossibile non dire che questo scudetto è principalmente il frutto del lavoro di Conte. Se dopo 11 anni possiamo ricucire quel triangolino sulla nostra maglia gran parte del merito va sicuramente a lui.
Sì vabbè Conte grande condottiero. Ma vuoi mettere il Gran Maestro di Calcio Andrea Pirlo?
Credo che il merito vada distribuito fra tutti. Allenatore, giocatori, dirigenti, staff tecnico, magazzinieri. Tutti hanno dato il loro prezioso contributo.
@Nerazzurro. Quello sicuramente. Ognuno ci ha messo il suo, ma Conte ha dato quel surplus decisivo. Come fece Mourinho nell'anno del Triplete.
Se penso a come venne accolto Conte...
Ora siamo tutti ai suoi piedi.
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