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venerdì 22 maggio 2020

L’APOTEOSI (quando il sogno Triplete divenne realtà)

22 maggio 2010. Sì, sono passati 10 anni. Ma per il popolo nerazzurro è appena l’altro ieri. Perché continuiamo ancora ad emozionarci come in quel sabato sera. Perché ci ricordiamo ancora tutto: dove eravamo, con chi eravamo, cosa facemmo, cosa dicemmo. Ricordiamo i gesti, le urla, gli abbracci, le lacrime. Quante lacrime abbiamo versato in quei giorni. Lacrime di felicità, di emozione, per “una gioia infinita che dura una vita”. Ma rileggendo cosa scrissi in quei giorni mi sono accorto di una cosa che spesso sfugge a molti. Ci soffermiamo sempre sul momento di felicità, ma ci sfugge quasi sempre quello che l’ha preceduto. L’attesa del piacere è esso stesso piacere, diceva qualcuno. E quella settimana che ci separò dal trionfo fu altrettanto intenso, ricco di sensazioni, di emozioni, di ricordi, di tutto. Tra le mille cose che scrissi in quei giorni c’è una verità che ritengo assoluta: un’emozione così intensa non la rivivremo più. FORZA INTER e… Buona Lettura!!!



DURANTE LA SETTIMANA…
L’attesa. L’attesa è un miscuglio di emozioni, sensazioni, ricordi. Stavolta l’attesa è una piacevole ossessione che ci trascineremo fino a sabato. Il lavoro, la famiglia, gli amici (tranne quelli nerazzurri) sono solo un contorno a questo pensiero fisso, un pensiero fantastico.
Non capita tutti i giorni (anzi nel nostro caso non succedeva da un bel po’) di giocarsi una finale di Champions League e io sto scoprendo giorno per giorno cosa si prova, le sensazioni, le emozioni. I ricordi malinconici che si mescolano alle gioie, i gol che ci hanno fatto esultare si confondono con le amarezze, e poi quei due colori, quell’azzurro che s’intreccia col nero, che da sempre vuol dire passione, fede, ricordi di vita.
Perché l’Inter ti ha attraversato la vita, te l’ha riempita, ti ha consolato quando eri triste, ti ha rabbuiato quando eri felice, ti ha fatto gioire, incazzare, sognare ma non ti ha mai abbandonato. Perché l’Inter è stata sempre là accanto a te, perché l’Inter è una delle poche certezze che ti trascini dietro da quando avevi dieci anni ed è una certezza che porterai sempre con te, fino alla fine. Perché l’Inter è qualcosa che non puoi spiegare a chi non la vive. Certe cose non si possono capire e non si possono spiegare.
Siamo lì, a poche ore dall’evento. Guardateci, osservateci, stupitevi, ma non chiedeteci di spiegarvi cosa stiamo provando.
QUEL FANTASTICO PENSIERO CHIAMATO FINALE...

IL GIORNO PRIMA…
Eccoci entrati nella fase critica. Ho sempre pensato che le ultime 24 ore sarebbero state le più difficili. Siamo entrati in quella fase in cui non pensiamo più a nulla. Ci siamo isolati dal mondo, non esiste più niente. Madrid, Champions League, finale, Inter-Bayern Monaco. La nostra mente ruota tutto intorno a questo pensiero, come ogni giorno da miliardi di anni la terra ruota intorno al sole (o forse è il contrario, non lo so e non me ne importa una cippa).
Col passare dei minuti si avvicina il grande evento, cresce la tensione ma anche le emozioni, quell’adrenalinica attesa per 90 minuti che aspettiamo e sogniamo da una vita. Non ci sarà un’altra vigilia così, non ci sarà un’altra partita così. Se fra un anno, o due o dieci l’Inter andrà di nuovo in finale di Champions League nulla sarà più come stavolta. Perché ora stiamo vivendo la nostra prima volta. La nostra prima finale di Champions League. La prima volta che i nostri sogni sono diventati realtà. Respirate amici nerazzurri, respirate. Perché un’aria così non la respireremo mai più.
LA FASE CRITICA (ovvero il Giorno della Vigilia)

IL GRANDE GIORNO
E alla fine il grande giorno è arrivato. Per giorni, mesi, anni abbiamo sognato questo giorno. Abbiamo sognato di essere in finale di Champions League, abbiamo sognato di giocarci la coppa più bella, la coppa più prestigiosa, la coppa più...
Negli ultimi giorni sto cercando di condividere con voi le mie emozioni, le mie sensazioni, ma come si fa? Come si può descrivere cosa si prova ad alzarti un sabato mattina col pensiero del Grande Giorno? Quali parole usare per dirvi cosa ho provato quando ho aperto la finestra e ho visto fuori un bel sole primaverile? Come spiegare il brivido nel respirare l’aria del Grande Giorno?
Comunque vada (toccatina, please) niente potrà toglierci la gioia di essere stati qui, di aver vissuto questa bellissima primavera, di aver lottato fino all’ultimo minuto per vincere tutto. Niente e nessuno potrà mai toglierci le emozioni che stiamo vivendo e che resteranno indelebili nel nostro cuore.
Un giorno, fra qualche anno, racconteremo di quel sabato di maggio quando aspettavamo di salire sul tetto d’Europa e con gli occhi lucidi ricorderemo uno per uno questi istanti come se li avessimo vissuti il giorno prima.
E' IL GRANDE GIORNO !!!

CAMPIONI D’EUROPA!!!
Campioni d’Europa, siamo Campioni d’Europa. Stento ancora a crederci e aspetto da un momento all’altro che qualcuno mi dica che è stato solo uno scherzo.
Dopo 45 anni l’Inter solleva la Coppa Campioni e questi ragazzi si riappropriano prepotentemente dell’appellativo di Grande Inter.
Nessuno in Italia è mai riuscito a vincere scudetto, Coppa Italia e Champions League in una sola stagione. Una bella e gustosa rivincita dopo anni di amarezze e delusioni.
Finisce 2-0 l’Inter è campione d’Europa e realizza un’irripetibile triplete a coronamento di una stagione che non dimenticheremo più. Campioni d’Europa, Campioni d’Europa, Campioni d’Europa. Il popolo nerazzurro è in festa, il sogno è diventato realtà. Siamo sul tetto d’Europa e ci godiamo la piacevole brezza della vittoria.
DOPO 45 ANNI L'INTER E' SUL TETTO D'EUROPA

IL GIORNO DOPO
Credo che tutti i tifosi nerazzurri abbiano provato delle sensazioni nuove e bellissime ieri sera. I meno giovani avevano ricordi troppo lontani e sfocati per ricordarsi cosa si provava in una finale di Champions League e i più giovani non sapevano nemmeno cosa fossero.
Per anni abbiamo visto gli altri trepidare per una finale, esultare per una Champions vinta. Per anni abbiamo subito sfottò in silenzio con l’ostinata speranza che un giorno potesse capitare anche a noi.
Il destino ci ha ripagato di anni di sofferenze, di sfottò, di amarezze, di stagioni virtualmente finite già a Natale. Il destino ci ha ripagato e con gli interessi. La Champions League si è nuovamente colorata di nerazzurro. Un capitano, un nostro capitano, ha di nuovo alzato quella coppa dalle grandi orecchie. Zanetti come Picchi, Mourinho come Herrera, Moratti come Moratti. Se ci sono due persone che più di tutti meritavano questa gioia ieri sera, erano proprio Moratti e Zanetti.
Questa coppa è soprattutto per loro due. E anche per noi tifosi. Noi che ci siamo sentiti umiliati e derisi per anni, noi che non abbiamo mai smesso di crederci, noi che avevamo un sogno e non l’abbiamo mai mollato finché non è diventato realtà. Anzi il sogno è diventato ancor più bello. Perché ieri sera festeggiavamo la Champions League ma allo stesso tempo festeggiavamo una triplete storica che in Italia non è mai riuscita a nessuno e che in Europa è successo solo a 5 squadre (Celtic 1967 Ajax 1972 PSV Eindhoven 1988 Manchester United 1999 Barcellona 2009) prima di noi.
La stagione nerazzurra è stata leggendaria, memorabile. Stiamo facendo la storia, hanno fatto la storia. E noi potremo dire orgogliosamente “io c’ero”. Io c’ero quando l’Inter tornò sul tetto d’Europa dopo 45 anni, io c’ero quando l’Inter vinse il quinto scudetto consecutivo, io c’ero quando l’Inter fece una tripletta storica, io c’ero quando Milito era il nostro Re, io c’ero quando Mourinho era il nostro Dio, io c’ero e un giorno tutto questo lo potremo raccontare.
La Grande Inter finalmente è tornata. Ed è più bella e più forte di come l’avevamo lasciata 40 anni fa. Se è un sogno, vi prego, non svegliateci.
SE E' UN SOGNO NON SVEGLIATECI !!!


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9 commenti:

Brother ha detto...

Tu così mi fai piangere di brutto!!! Mamma mia, che emozioni, che sensazioni, che gioie. No, non si può raccontare tutto questo.

Matrix ha detto...

Non si può raccontare e per chi non l'ha vissuto non si può nemmeno capire. Sono sensazioni che devi aver vissuto, altrimenti sembrano solo delle stupidi sciocchezze.

Winnie ha detto...

"Un’emozione così intensa non la rivivremo più".
Assolutamente d'accordo. Abbiamo vissuto emozioni mai provate prima e che non abbiamo più provato. Abbiamo fatto il pieno per tutta la vita.

Nerazzurro ha detto...

Ma è normale che dopo 10 anni ci emozioniamo ancora come 10 anni fa? Secondo me abbiamo vissuto emozioni così intense da non riuscire a metabolizzarle. E' come se fossimo rimasti ancora a quel 22 maggio 2010.

Nicola ha detto...

Parafrasando un famoso film "noi non supereremo mai quella fase". FORZA INTER!!!

Entius ha detto...

@Nerazzurro. Visione complessa, ma tutto sommato giusta. Emozioni così intense non sono facili da metabolizzare...

Brother ha detto...

E aggiungerei anche che le emozioni vissute non sono nemmeno quantificabili. Tutto era emozione.

Anonimo Romanista ha detto...

Senza il nostro suicidio contro la Sampdoria, col cazzo che facevate il Triplete... :-)
Sfottò a parte, fu un trionfo meritato. Mi pesa ma devo ammetterlo.

Nerazzurro ha detto...

@Anonimo Romanista. Senza il nostro suicidio tra febbraio e metà aprile col cazzo che vedevate la vetta. Come vedi è tutto relativo.