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mercoledì 17 settembre 2014

EUROPA LEAGUE, LA "PICCOLA" EUROPA DA CONQUISTARE

Forse non è importante come la Champions League, forse non dà lo stesso prestigio, sicuramente la musichina della Champions dà tutt’altra emozione, ma sempre di Europa si tratta. Ecco perché non capisco perché si voglia sminuire l’Europa League.
Gli appassionati di calcio in Italia sono convinti che lo scudetto e la Champions League sono il top e che Coppa Italia e Europa League non valgono una mazza. Poi ci ritroviamo con Portogallo e Olanda che rischiano di superarci nel ranking Uefa e tutti corrono a piangere e ad invocare più attenzione verso la “coppetta” europea.
Per l’ennesima volta ci ritroviamo a settembre a sperare che questa sia la stagione buona e che finalmente le nostre squadre onorino la competizione fino alla fine e non si faccia buttare fuori da semi-sconosciute squadre slovene, bulgare o ucraine. Lo scorso anno la Juventus arrivò fino ad un passo dalla finale, forse stimolata più dal fatto che l’atto finale si giocasse allo Juventus Stadium che non dalla competizione in sé. Alla fine si dovette arrendere al Benfica.
Ma rappresenta un’eccezione. Spesso le nostre squadre vengono sbattute fuori prima, in genere a febbraio o al massimo agli ottavi. Quasi sempre da avversari alla propria portata (la Lazio lo scorso anno si fece eliminare dal Ludogorets…).
Pertanto ci affidiamo al Torino che sente nuovamente aria d’Europa dopo due decenni, alla Fiorentina che vorrebbe finalmente alzare il primo trofeo dell’era Della Valle, al Napoli di Benitez che deve riscattare la prematura eliminazione in Champions League e un inizio di stagione non certo brillante.
Ma soprattutto ci affidiamo all’Inter di Mazzarri che dopo aver superato il turno preliminare come una qualsiasi amichevole (visto anche l’avversario…) approda alla fase a gironi dell’Europa League tornando in Europa dopo un anno e mezzo.
L’ultima volta fu il 14 marzo 2013. L’Inter di Stramaccioni sfiorò l'impresa contro gli inglesi del Tottenham, vincendo 4-1 A San Siro dopo il 3-0 dell'andata. Da allora è cambiato tutto. Mazzarri ha preso il posto di Stramaccioni sulla panchina nerazzurra, Zanetti ha lasciato la fascia di capitano a Ranocchia, il Presidente non parla più milanese ma indonesiano e il responsabile dell’area tecnica non è più Branca ma Ausilio.
Ripartiamo da lì, anzi ripartiamo da qui. Da Kovacic e Icardi, da Hernanes e Guarin, da Ranocchia e Osvaldo, da Handanovic e Dodò. Ripartiamo da questa squadra che ha fame di vittorie e vuole iniziare una nuova era partendo dal basso, da una Europa League che tutti snobbano e sminuiscono e che invece ha sempre un certo prestigio. E anche un certo valore visto che quest’anno vincerla significherebbe un posto assicurato nella prossima Champions League.
Domani sera andiamo in Ucraina ad affrontare il Dnipro (avversario che non evoca bei ricordi al nostro mister…) con la speranza di iniziare la rincorsa verso una grande stagione.
Dici Kiev e non puoi non ricordarti che proprio da qui, proprio dalla capitale ucraina, iniziò cinque anni fa il grande sogno chiamato Champions League. Quella sera di inizio novembre, la rete di Schevchenko, la palla che non voleva entrare, e poi Milito, prima dell’urlo liberatorio al gol di Sneijder. Ecco, ripartiamo da qui, da quella fame di vittoria. Come scrissi 2 anni fa “Ripartiamo da qui con la speranza di arrivare lontano, di arrivare a sollevare il trofeo fra nove mesi. I grandi cicli iniziano dal basso (il ciclo di vittorie ottenute tra il 2005 e il 2011 iniziò con una “misera” Coppa Italia) e noi dal basso ripartiremo. Con la speranza di arrivare fra qualche anno a sollevare ancora una volta quella coppa dalle grandi orecchie. FORZA INTER !!

1 commento:

Simone ha detto...

Come ogni anno i buoni propositi a settembre non mancano mai. Bisognerà vedere cosa succederà strada facendo. Speriamo bene... Che sia l'anno buono?