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mercoledì 16 marzo 2011

QUEI DUE ATTIMI CHE HANNO CAMBIATO LA PARTITA. E LA STORIA

Minuto 39, anzi 39 e 10 secondi per la precisione. Fermiamo la partita qui e osserviamola un attimo. C’è quel pallone lì fermo ad un centimetro dalla linea bianca, si sta avviando a superare quella sottile linea bianca ma quasi si ferma. Come quando tu sei davanti ad un locale e ti chiedi “che faccio? Entro o non entro?”. Quel secondo sta per cambiare la partita ma non lo sa. Non lo sa lui e non lo sappiamo nemmeno noi. Ok, andiamo avanti. Il secondo successivo arriva Ranocchia (che fortuna che ci sia lui con le sue lunghe leve e non qualcun’altro) che la butta via. La palla sfiora il piede di Muller, sbatte sul palo e poi finisce fiacca tra le braccia di Julio Cesar. In quell’istante la partita era ad un bivio, quel pallone che rimane al di qua della linea le fa prendere una strada piuttosto che un’altra. Se quel pallone fosse entrato avremmo raccontato di un’altra partita, di altre emozioni, di un altro finale di stagione.
Certo poi arriverà tutto il resto. Perché senza un secondo tempo giocato da vera Inter, senza un Eto’o che si è preso la squadra sulle spalle e l’ha trascinata alla vittoria, senza uno Sneijder che si desta dal torpore in cui era cascato, e senza Pandev che, dopo aver sbagliato tutto lo sbagliabile, butta dentro l’ultimo pallone buono che gli capita sui piedi, quel pallone fermatosi a pochi centimetri dalla linea bianca sarebbe rimasto fine a se stesso.
Ma come si suol dire “tutto è bene cio che finisce bene”. Passato lo spavento, possiamo goderci questa serata indimenticabile. Dopo la galoppata di Berti, ricorderemo Monaco di Baviera anche per questa rimonta che ha avuto dell’incredibile e rientra tra le belle storie da raccontare ai nipotini.
Per il secondo anno consecutivo tocca a noi tenere alta la bandiera italiana a livello europeo. Mentre gli altri si fanno sbattere fuori da avversari tutt’altro che imbattibili, noi eliminiamo i vicecampioni d’Europa. Mentre gli altri non superano nemmeno i gironi di Europa League perché incapaci di vincere contro un’avversaria polacca, noi siamo nelle prime 8 squadre della massima competizione continentale.
La differenza la fanno sempre i campioni. Perché, inutile negarlo, gli altri hanno Ibrahimovic, noi abbiamo Eto’o che vale 50 milioni di euro in meno dello svedese ma a livello europeo ha ben pochi eguali. Basta guardare il suo curriculum e ci si accorge subito che non stiamo parlando di un campione qualsiasi e che solo in pochi possono ritenersi più forti di lui a livello mondiale. Un campione, un fuoriclasse, un giocatore fortissimo, definitelo come volete tanto la sostanza non cambia. E di sostanza ce n’è tanta.
E poi c’è Julio Cesar che ha combinato la frittata, ma dopo si è ricordato di essere il più forte portiere del mondo e invece di abbattersi ha salvato il risultato in un paio di occasioni come deve fare un grande portiere. E che dire di Sneijder? Si accende lui, si accende l’Inter. E’ il cuore pulsante della squadra. Potrei andare avanti citando tutti ma voglio farne solo un altro di nome: Goran Pandev. Ha sbagliato un paio di gol facili contro il Genoa, ha sbagliato parecchio contro il Brescia, ieri sera è stato deludente, nei convulsi minuti finali è lui a deviare su un tiro insidioso di Sneijder, per 87 minuti gliene abbiamo dette di tutti i colori, poi Eto’o gli dà un pallone prezioso, ce l’ha sul sinistro, il suo piede. Ecco fermiam
o la partita in quest’attimo che dura un’infinitesima frazione di secondo. Pandev, il pallone, noi col fiato sospeso. La manda ancora al lato? La spedisce di nuovo alta? Finalmente la butta dentro? Ok, mandiamo avanti il fotogramma. La palla finisce lì nell’angolino, sotto l’incrocio dei pali. Gooool !!! “ve l’avevo detto che segnava Pandev, ve l’avevo detto”. Strano il calcio. Un attimo prima sei un pirla qualsiasi che tutti vorrebbero prendere a calci nel sedere e l’attimo dopo diventi un eroe. Strano il calcio, un attimo prima eri fuori dall’Europa e un attimo dopo sei di nuovo dentro. Strano il calcio. Ma se non fossi così strano, così follemente illogico, non l’ameremmo così tanto. E non ameremmo questa squadra, questi colori, questa maglia che “è una gioia infinita che dura una vita”. La nostra vita. Forza Inter, Sempre.


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6 commenti:

Mattia ha detto...

Parlo da osservatore esterno che ieri sera ha voluto solo godersi lo spettacolo senza tifare per una o l’altra squadra. E’ stata una partita tatticamente brutta ma mi sono divertito moltissimo e sono stati 90 minuti molto emozionanti.

Complimenti per il passaggio finale dell'articolo. Ha emozionato parecchio pure me che interista non sono.

Entius ha detto...

Grazie Mattia. Il passaggio finale era velato di nerazzurro ma dedicato a tutti quelli che amano il calcio.
Mi fa piacere aver emozionato anche un tifoso non interista.

Brother ha detto...

Ieri sera ho aspettato invano il tuo post. Mi sono collegato solo ora al pc e mi sono ritrovato a leggere due bei post.
In particolare questo l'ho trovato eccezionale. E' fuori dal tuo normale "standard" (per lunghezza e soprattutto per qualità) e mi sono talmente emozionato che l'ho dovuto rileggere più volte.

Abbiamo scritto una bellissima pagina di calcio nerazzurro e il fantasma di Mourinho da ieri sera è un pò più piccolo.

Entius ha detto...

Brother, iniziavo a preoccuparmi perchè non avevo ancora tue notizie.
Fantasma di Mourinho più piccolo? Lo spero ma ho i miei dubbi.

PS: "E' fuori dal tuo normale "standard" (per lunghezza e soprattutto per qualità)" Che vuol dire? Che in genere scrivo post che fanno cagare? :-)

Winnie ha detto...

I due fotogrammi che ha fermato sono in effetti i due attimi decisivi. Se quel pallone fosse entrato o se Pandev avesse nuovamente fallito.... vabbè, non ci pensiamo, dai.
Tutto è bene ciò che finisce bene. L'hai scritto pure tu...

Brother ha detto...

Fai un pò tu... Io non ho detto nulla... eh eh eh :-)