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sabato 2 ottobre 2010

TRA VELENI E FRECCIATINE SI AVVICINA UN'ALTRO INTER-JUVE

Tempo di Inter-Juve. Domani sera si affronteranno per l’ennesima volta nerazzurri e bianconeri in quella che è diventato una sfida che va ben oltre il campo da gioco.
A cadenza periodica infatti sia l’una che l’altra non fanno mai mancare qualche dichiarazione al veleno contro l’avversaria. Il motivo del contendere è quasi sempre Calciopoli e le sue dirette conseguenze. I bianconeri non hanno ancora digerito il fatto di non essere più i padroni del calcio e di dover soccombere sul campo all’avversaria che fino a pochi anni fa era l’oggetto di sfottò e barzellette. I nerazzurri rivendicano la loro onestà e non mancano mai di ricordare come la cupola moggiana li abbia privati di alcune vittorie.
In particolare la Juventus si è intestardita sullo scudetto del 2006. Scudetto vinto sul campo ma revocato e assegnato all’Inter. I bianconeri, in attesa di poter un giorno tornare a vincere lo scudetto (e per la prima volta vincerlo onestamente), si accontenterebbero che venisse revocato anche ai nerazzurri. Come dire, se non posso vincerlo io non dovete vincerlo nemmeno voi. Non a caso tra i buoni propositi di Andrea Agnelli non c’è stato l’auspicio di fare una grande Juve ma semplicemente di far revocare lo scudetto del 2006. Scudetto che, se revocato, non ridimensionerebbero minimamente Calciopoli e i suoi colpevoli.
Ovviamente l’Inter non sta a guardare. Di recente l’amministratore delegato Ernesto Paolillo ha risposto a tono agli avversari “restituire lo scudetto? Forse alla Juventus dovrebbe toglierne altri”. In effetti i due scudetti del 1998 e del 2002 gridano ancora vendetta.
E tra presunte intercettazioni, lettere aperte, accuse infamanti a uomini di grande rispettabilità come Facchetti e processi infiniti, eccoci giunti a questo ennesimo Inter-Juve, un derby d’Italia che non è più tale da un po’ di anni. Una partita che sarà sempre accompagnata da veleni, accuse e frecciatine.
Ma alla fine sia da un lato che dall’altro c’è la consapevolezza che, come disse Gianni Riotta, “le due squadre siano necessarie alla reciproca fama”. L’Inter serve alla Juventus quanto la Juventus serve all’Inter. Pensateci bene, una vittoria non ci dà più gusto se pensiamo all’avversario che rosica? E una sconfitta dell’avversario non ci dà la stessa gioia di una nostra vittoria? Vabbè, noi interisti non abbiamo mai rosicato per un triplete bianconero ma queste sono sottigliezze.
E ora basta con questa sportività e smettiamola di invocare inutili revoche di scudetti. Affilate le spade e caricate i fucili, la battaglia si avvicina.


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1 commento:

Nerazzurro ha detto...

"le due squadre siano necessarie alla reciproca fama". Nel caso della Juve di quale fama dici? Quella di essere dei ladri mafiosi? :-)