Siamo alla resa dei conti finale. Ora che non ci sono più asterischi ad alimentare illusioni (alla fine, volenti o nolenti, la partita da recuperare con il Bologna e i potenziali tre punti in più in classifica erano sono questo: illusioni), siamo noi contro loro. Quattro partite noi, quattro partite loro. 360 minuti noi, 360 minuti loro. A fare la differenza (e che differenza) sono quei due punti in più in classifica che loro hanno. Due punti in più che alimentano valanghe di inutili “se”. Se avessimo vinto contro il Bologna, se l’avessimo portata a casa contro Genoa o Torino, se non avessimo avuto quei due mesi di vuoto, e soprattutto il “se” principale, quello che finora sta decidendo la stagione e che alla fine quasi sicuramente si rivelerà decisivo: se avessimo vinto il derby.
Che tu creda ancora allo scudetto oppure no.
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Quei tre minuti di vuoto totale hanno deciso il derby e, come già scritto, decideranno la stagione. Poi il simbolo di un’eventuale scudetto perso diventerà Radu, ma il titolo lo abbiamo perso altrove nel corso della stagione. Un po’ come avvenne nel 2002. Tutti ricordano Gresko, ma lo scudetto lo perdemmo nelle settimane precedenti (e non solo per demeriti nostri, questo va sicuramente sottolineato).
Tu ci credi ancora allo scudetto? Mi ha chiesto qualcuno ieri pomeriggio. Onestamente non lo so. Una parte dice che nulla è perduto fino al 90esimo della 38esima giornata, men che meno in una stagione come quella che stiamo vivendo piena di imprevisti e improvvisi colpi di scena. Un’altra parte dice che il Milan è troppo lanciato per perdere punti per strada in questo decisivo mese finale. Come scrivevo mercoledì sera “a questo punto non so fino a che punto i rossoneri, rinfrancati dal gol di Tonali contro la Lazio al 92esimo e dalla sconfitta di questa sera dell’Inter, potranno incappare in un passo falso”.
Di sicuro la sfida di domani pomeriggio in quel di Udine è più che mai decisiva. Soprattutto per dare un segnale. Di resa o di lotta. Vincere in Friuli equivarrebbe a dire che ci siamo, che non molliamo la presa e che lotteremo fino all’ultimo. Se non dovessimo portare a casa i tre punti significherebbe che abbiamo mollato la presa e che possiamo iniziare a prendere le forbicine per scucire quel triangolino verde-bianco-rosso dalle nostre maglie. Ecco domani sera verso questa ora vi saprò dire se credo ancora nello scudetto oppure no.
Servirà una reazione. Una reazione forte. Servirà una grande partita, come del resto abbiamo sempre fatto nell’ultimo mese, dalla sfida vinta all’Allianz Stadium in poi. Anche mercoledì sera contro il Bologna. In terra emiliana ci è andata male, se vogliamo siamo anche stati sfortunati, ma se giochiamo come abbiamo fatto nelle ultime 4-5 occasioni credo che riusciremo a portare a casa i tre punti (mica può andarci sempre male…).
L’Udinese farà di tutto per metterci il bastone fra le ruote, farà la partita della vita come fanno tutte le squadre quando incontrano l’Inter (al contrario di qualcun altro non abbiamo società “amiche” che si fanno da parte al momento opportuno). Ma noi siamo l’Inter, siamo i Campioni d’Italia in carica (un anno fa nel primo weekend di maggio festeggiavamo il titolo…), siamo lanciati verso l’obiettivo scudetto, non possiamo e non dobbiamo farci impensierire e fermare da una squadra che attualmente è al dodicesimo posto in classifica. Possiamo e dobbiamo portarla a casa. Capito ragazzi? FORZA INTER !!!
1 commento:
Non dipende più da noi. Questo è il problema più grande. E la vedo dura, molto dura.
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