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lunedì 14 marzo 2022

COSÌ NON SI VA DA NESSUNA PARTE

Dopo aver dato la sensazione (anche se quasi sicuramente era qualcosa di più di una semplice sensazione) di aver smarrito la retta via, sembrava che finalmente fossimo tornati sulla giusta strada e che fossimo in grado di riprendere il cammino bruscamente interrotto nel mese di febbraio. La prestazione più del singolo risultato contro Salernitana e Liverpool ci aveva illuso. Illuso che il peggio fosse alle spalle, illuso che fossimo tornati quelli di novembre-dicembre, illuso che nella lunga corsa primaverile avremmo potuto dire la nostra (che non necessariamente vuol dire vincere a tutti i costi), illuso che fossimo ancora quella squadra forte e imbattibile capace di creare un solco tra se e le avversarie. 
Invece la sfida col Torino ci restituisce un’Inter stretta parente di quella vista a febbraio, che perde la vetta della classifica a tutti gli effetti dopo aver coltivato per alcune settimane l’illusione che vincendo il recupero contro il Bologna sarebbe comunque potuta ritornare ad essere prima (sempre ammesso che l’Inter attuale riuscisse a vincere a Bologna). 
La domanda che dovremmo farci è: quale è la vera Inter? Quella pre-natalizia o quella di febbraio? Vi avviso, è una domanda che io non mi voglio porre (e non mi porrò per nessun motivo) per il timore di darmi risposte che non mi piacerebbero (e che non vi piacerebbero). 
Questa Inter ci dà una sola inappellabile certezza: Così non si va da nessuna parte. Se hai una difesa che prende gol ridicoli, non vai da nessuna parte. Se hai degli attaccanti che fanno molta fatica a buttarla dentro, non vai da nessuna parte. Se hai un centrocampo molle e senza idee, non vai da nessuna parte. Se basta l’assenza di un giocatore per metterti in crisi, non vai da nessuna parte. Se prendi un gol dopo 13 minuti e ci metti 80 minuti per pareggiare, non vai da nessuna parte. Se hai un allenatore incapace di gestire le partite, non vai da nessuna parte. Se fai sempre le solite sostituzioni standard (Sanchez per Lautaro, Vidal per Calhanoglu) al solito minuto, non vai da nessuna parte. Se chi subentra automaticamente abbassa il livello tecnico della squadra, non vai da nessuna parte. Se la panchina langue, non vai da nessuna parte. 
Se poi a tutto questo aggiungi un Milan che comunque continua a viaggiare, un Napoli che non perde colpi, una Juventus in grande rimonta, è evidente che devi avere qualcosa in più per tenere il passo. E allo stato attuale questo qualcosa in più non c’é. Mi scoccia ammetterlo, ma sì, mancano i gol di Lukaku. Anche se, come ho più volte ribadito, più che il belga, il vero tassello mancante è Eriksen. Ci mancano le sue qualità in mezzo al campo e la sua assenza pesa e tanto in questa squadra. 
Nelle ultime sei giornate abbiamo vinto una sola partita e abbiamo portato a casa sei punti su 18 disponibili. È vero, abbiamo affrontato Milan e Napoli, ma è anche vero che non siamo stati capaci di fare bottino pieno contro Genoa, Sassuolo e Torino, non proprio avversari insormontabili. Senza dimenticare che nel derby, ad un quarto d’ora dalla fine eravamo pure in vantaggio. 
Con questi numeri, per tornare al discorso precedente, non si va da nessuna parte. Serve un’inversione di rotta. E serve subito. Perché nulla è ancora perduto, ma il margine d’errore è praticamente azzerato. Nelle prossime decisive 10 gare non possiamo più sbagliare nulla. Ne saremo capaci? Anche in questo caso, preferisco non dare risposte per il timore di dover dire cose che non mi piacerebbero. FORZA INTER !!!

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4 commenti:

Brother ha detto...

Mi dispiace ammetterlo, ma non credo che torneremo sulla retta via. Perlomeno non a breve.

BlackWhite ha detto...

Non riuscite a vincere nemmeno con gli aiuti arbitrali. Pagliacci, siete solo dei pagliacci.

Alex ha detto...

Se certi rigori non li danno contro la Juventus, scandalo!!! Non li danno contro altre squadre, va tutto bene.

Annuccia ha detto...

Temo che la striscia positiva di novembre-dicembre ha nascosto un bel po' di difetti e lacune che abbiamo.