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lunedì 12 luglio 2021

I MERITI DI MANCINI E LA FORZA DEL GRUPPO

Dove eravamo tre anni fa? Ve lo ricordate? Certo che sì. Comodamente seduto sul divano di casa a seguire un Mondiale di calcio che ci vedeva spettatori e non protagonisti. L’Italia, intesa come Nazionale, aveva raggiunto il suo punto più basso e c’era da ricostruire una squadra e una credibilità ripartendo dal basso, dalle macerie. “È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”, direbbe Artur Bloch (spero di non aver sbagliato citazione). E questo qualcuno, tre anni fa, rispose al nome di Roberto Mancini. 
In questo arco di tempo Roberto Mancini ha ricostruito per intero la Nazionale azzurra. Gli ha dato un’identità, ha dato fiducia a molti ragazzi giovani (non dimentichiamoci che convocò Zaniolo ancora prima che esordisse in Serie A), ha creato e forgiato un gruppo che è diventato sempre più unito e compatto. 
Ha avuto poi il merito (che in pochi sottolineano) di attorniarsi di uno staff tecnico a sua immagine e somiglianza. Alberigo “Chicco” Evani, Fausto Salsano, Giulio Nuciari, Attilio Lombardo, a cui vanno aggiunto il team manager Gabriele “Lele” Oriali che già era nell’entourage azzurro e che con Mancini aveva lavorato insieme all’Inter e il capo delegazione azzurra Gianluca Vialli, un amico fraterno del tecnico azzurro. 
Ha conquistato la qualificazione agli Europei vincendo 10 partite su 10. È arrivato alla fase finale della competizione con la consapevolezza di potersela giocare. L’obiettivo minimo erano i quarti, entrare tra le prime quattro sarebbe stato un buon risultato, arrivare fino in fondo era una speranza, vincere un sogno. 
Ma si sa i sogni sono fatti per essere realizzati. E nonostante qualche defezione dell’ultimo momento (Stefano Sensi e Lorenzo Pellegrini hanno dovuto lasciare il ritiro quando ormai le liste erano chiuse ed erano state fatte anche le foto ufficiali, al loro posto Matteo Pessina e Gaetano Castrovilli), il gruppo azzurro è partito alla grande dimostrando da subito di fare sul serio. 3-0 alla Turchia, 3-0 alla Svizzera, 1-0 al Galles. Siamo arrivati agli ottavi in pompa magna e con le quotazioni in crescita. Qualche difficoltà contro l’Austria agli ottavi, abbiamo poi superato il duro scoglio Belgio ai quarti. Le semifinali ci hanno messo di fronte la Spagna, un avversario non semplice. Infatti abbiamo sofferto, rischiato di crollare, ma siamo riusciti a rimanere a galla e a conquistare la finale ai rigori. Tutti a Wembley a giocarci l’Europeo contro i padroni di casa dell’Inghilterra e a provare a riportare a casa un trofeo che mancava da 53 anni. 
La partita si era messa male dopo appena due minuti. Ma l’Italia non si è disunita, ci ha creduto, pian piano ha risalito la china. Nonostante le difficoltà, nonostante tutto. Abbiamo trovato il pareggio, ce la siamo giocata fino alla fine. Fino ai rigori. E alla lotteria finale, ancora una volta è salito in cattedra il vero protagonista azzurro di questo Europeo: Gigio Donnarumma. Il palo di Rashford, le parate su Sancho e Saka e poi la gioia del popolo italiano è potuta esplodere in tutta la sua grandezza. Siamo sul tetto d’Europa, siamo Campioni d’Europa dopo più di mezzo secolo. 
È l’Europeo di Donnarumma, dicevamo. Il portiere ex Milan ha fatto la differenza. Ha messo una pezza sugli errori di Chiellini e Bonucci, ha salvato il risultato su Lukaku e De Bruyne agli ottavi, è stato assoluto protagonista ai rigori sia in semifinale che in finale. Senza ombra di dubbio è stato il migliore degli azzurri. Non a caso è stato eletto miglior giocatore del torneo. Ma è stato anche l’Europeo di Jorginho, di Verratti, di Spinazzola, di Chiesa, di Insigne, di Barella, di Immobile, di Di Lorenzo, del duo difensivo Chiellini-Bonucci, di Locatelli, di Pessina, di Berardi, di Florenzi, di Bernardeschi, di Belotti, di Cristante, di Emerson Palmieri, di chi ha giocato meno come Bastoni, Acerbi, Sirigu, Castrovilli, Raspadori, Meret, Toloi. Tutti sono stati importanti, tutti sono stati preziosi. Se siamo diventati Campioni d’Europa dopo 53 anni, se abbiamo cancellato quella brutta pagina del Mondiale 2018, se oggi guardiamo tutti dall’alto in basso è merito di tutti loro, senza distinzioni. Come cantava Checco Zalone in quell’ormai lontano 2006 “siamo una squadra fortissimi, fatta di gente fantastici”. GRAZIE RAGAZZI !!! GRAZIE AZZURRI !!!


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8 commenti:

LadyMarianne ha detto...

È il gruppo la vera e unica forza di questa squadra.

Matrix ha detto...

Sono daccordo con LadyMarianne. Mancini ha avuto il merito di creare un gruppo forte e solido. Del resto non dimentichiamoci che ha fatto quasi sempre bene dovunque sia andato, dall'Inter al City.

Nerazzurro ha detto...

All'Inter vinse lo scudetto dopo 17 anni, al City, se non ricordo male dopo più di 50 anni. Ora ha riportato l'Europeo in Italia dopo 53 anni.
Abbiamo osannato allenatori per molto molto meno.

Michele ha detto...

Se penso che Donnarumma é andato via a zero...
Venderlo dopo gli Europei ci avrebbe permesso di fare una campagna acquisti faraonica.

Winnie ha detto...

I meriti di Mancini crescono in maniera esponenziale se pensiamo che ha vinto senza attaccanti e con una coppia difensiva da casa di riposo (nonostante i giornalisti ci vogliano far credere il contrario).

Entius ha detto...

Mancini è l'arma in più di questa Nazionale. E' riuscito a creare un gruppo di ragazzi che si aiutano tra di loro e più che essere un gruppo, fanno gruppo.

Brother ha detto...

"Abbiamo osannato allenatori per molto molto meno."
Ogni riferimento a Lippi non è puramente casuale. Vero, Nerazzurro?

BlackWhite ha detto...

Coppia difensiva da casa di riposo... Ma dove cazzo vivete? L'astio verso la Juventus e i juventini vi sta bruciando il fegato...