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martedì 12 giugno 2018

MONDIALI, CHICCHE, PERSONAGGI E CURIOSITA’

L'urlo di Marco Tardelli nella finalissima del Santiago Bernabeu, a Madrid, l'11 luglio 1982. Si gioca Italia-Germania Ovest: dopo aver sbagliato un rigore con Cabrini, gli azzurri passano in vantaggio con Paolo Rossi e al minuto 69 raddoppiano con il tiro di Tardelli, che passa alla storia per la sua esultanza liberatoria. Liberatoria anche per tutti gli italiani, che aspettano questo trionfo dal 1938, 44 anni. "Dopo che segnai, tutta la vita mi passò davanti. La stessa sensazione che, si dice, si ha quando stai per morire. La gioia di segnare in una finale di Coppa del Mondo fu immensa, qualcosa che sognavo da bambino, e la mia esultanza fu una sorta di liberazione per aver realizzato quel sogno. Sono nato con quel grido dentro di me, e quello fu l'esatto momento in cui venne fuori".

Just Fontaine, l'attaccante della Francia che al Mondiale di Svezia 1958 guida la sua Nazionale al terzo posto, alle spalle di Brasile e Svezia, vincendo la classifica di capocannoniere con 13 gol. Un record, a oggi, mai battuto da nessuno.




A Brasile 1950 l'India viene invitata d'ufficio per rappresentare l'Asia ai Mondiali della rinascita post conflitto mondiale. La Nazionale prima dice sì, poi dice no per la gretta insistenza della Fifa che impone il rispetto ferreo del regolamento del calcio specie nel punto in cui si determina un equipaggiamento identico tra le due squadre: perché gli indiani, di giocare con gli scarpini, non ne vogliono sapere.

Lucien Laurent, il primo giocatore a segnare in un Mondiale. Il 13 luglio 1930, con la sua Francia, batte 4-1 il Messico ed è lui a siglare l'1-0.

Kenneth George Aston, per noi è soprattutto l'arbitro del famigerato Cile-Italia del 1962. Ma 4 anni dopo è il responsabile di tutti gli arbitri nella Coppa del Mondo. A lui si deve l'invenzione del cartellino giallo per l'ammonizione e del cartellino rosso per l'espulsione. Innovazioni introdotte da Messico 1970 e regola definitiva dal 1973. Inoltre, dal 1974 introduce l'uso della lavagna per indicare le sostituzioni, in modo da permettere ai giocatori e all'arbitro di capire più velocemente chi sia il calciatore da sostituire. Per la cronaca: il primo giocatore espulso nella storia del Mondiale è Placido Galindo del Perù. La partita è quella del 14 luglio 1930, Perù-Romania (1-3). La prima con un arbitro che sventola il rosso in faccia a un giocatore è quella che capita, a Germania 1974, a un cileno: Carlos Caszely in Germania Ovest-Cile del 14 giugno.

René Higuita, il portiere della Colombia che a Italia '90 si azzarda in un dribbling addirittura a centrocampo, perdendo il pallone e spianando la strada al gol di Roger Milla e alla qualificazione ai quarti di finale del Camerun, dove nessuna squadra africana è mai arrivata. 

Joseph Ilunga Mwepu passa alla storia per un gesto clamoroso. E' il calciatore dello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) che al Mondiale 1974, nella sfida contro il Brasile, non si fa conoscere per un gol o una prodezza. Sconfitta dalla Scozia (2-0) e dalla Jugoslavia (9-0), la squadra africana nell'ultima gara del girone affronta la Seleçao. A un certo punto, i brasiliani sul 3-0 hanno un calcio di punizione dal limite. Sul pallone si presenta un tiratore eccezionale, Rivelino. Mentre chiacchiera sul da farsi con i compagni di squadra, dalla barriera dello Zaire si stacca Mwepu, che corre verso il pallone e calcia il più lontano possibile tra lo stupore generale. Perché quel gesto? In Zaire vige la dittatura di Mobutu Sese Seko, il maresciallo presidente al potere dello stato africano per oltre 30 anni. Mobutu vuole sfruttare il calcio per aumentare la sua notorietà internazionale e dopo aver già cavalcato la vittoria in Coppa d'Africa, spera di usare il Mondiale del 1974 a scopi propagandistici. Ma lo Zaire prende 11 gol in due partite: "Se perdete per più di 3-0 col Brasile, nessuno tornerà a casa vivo". Ed ecco spiegato il perché del gesto di Mwepu. Un calcio per salvare la vita a tutti i componenti di quella Nazionale.

Ramòn Quiroga è il portiere del Perù al Mondiale 1978. Nato in Argentina, nel 1977 prende la cittadinanza peruviana e passa alla storia per aver incassato sei gol in quell'Argentina-Perù del 21 giugno 1978, celebre con il nome di Marmelada peruana. Quel risultato consente all'Albiceleste - che aveva bisogno di vincere con almeno quattro gol di scarto per finire prima nel girone - di passare alla seconda fase, presentarsi in finale e vincere il suo primo Mondiale battendo l'Olanda per 3-1.

Fernando Redondo, il giocatore (e che giocatore) al quale è stato impedito di partecipare a un Mondiale per via del suo taglio di capelli. A Francia 1998 Daniel Passarella, ct dell'Argentina, non vuole vedere nella sua rosa chiome stravaganti. "Tagliati quei capelli e potrai giocare con l'Argentina!", la frase del tecnico. Ma Redondo rifiuta.
 Lady Marianne 

ARTICOLO TRATTO DA: SPORTMEDIASET

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1 commento:

Winnie ha detto...

Grande Higuita. Un portiere direi "eccentrico", mica come quelli di oggi...