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lunedì 21 maggio 2018

RITORNIAMO A RESPIRARE L’ARIA DA CHAMPIONS LEAGUE

“Amala, pazza Inter Amala. 
E’ una gioia infinita 
che dura una vita, 
pazza Inter Amala.”
Dite la verità, tra ieri sera e oggi l’avete canticchiata almeno una volta anche voi. E magari avete aggiunto anche la musichina della Champions League che tanto ci piace e che tanto ci mancava.
Ritroviamo la Champions League dopo sei anni. Tanto, troppo tempo per una squadra come l’Inter. Se poi pensiamo a quello che abbiamo combinato in questi sei anni in cui abbiamo alternato partecipazioni all’Europa League a stagioni fuori dall’Europa, allora la gioia è doppia. Siamo nell’Europa che conta, torneremo a calcare palcoscenici degni della nostra storia, andremo a Madrid, a Manchester, a Barcellona, a Parigi, a Londra, a Monaco di Baviera, a Liverpool. Niente più trasferte in posti lontani, ai confini del mondo, niente più sfide con squadre sconosciute ai più (la mente va sempre al Beer Sheva).

Si torna nell’élite del calcio europeo. E lo facciamo dopo una stagione tra alti e bassi e gli ultimi 90 minuti non adatti ai deboli di cuore. L’anno prossimo insieme alle big europee ci saremo anche noi e il martedì e il mercoledì non saremo più costretti a trovarci un hobby alternativo.

E’ una qualificazione meritata? Secondo molti no, avrebbe meritato la Lazio. Io rimango del mio parere, che ho espresso già mille volte nell’ultimo periodo: meritavamo sia noi che la Lazio. Sabato sera, se ricordate, scrissi “E’ una qualificazione che meritiamo entrambe in egual misura. Una delle due la conquisterà meritatamente, l’altra ne resterà fuori immeritatamente.” Alla fine l’Inter l’ha conquistata meritatamente, la Lazio è rimasta fuori immeritatamente. Tutto qui. Ridicolo arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che la Lazio è più squadra, ha giocato meglio, era più forte. Il verdetto del campo ha detto Inter. Lo ha detto ieri sera dopo 90 minuti, anzi dopo 38 giornate. Più verdetto di così…
E’ una qualificazione che ha un nome e un cognome: Luciano Spalletti. Siamo tutti d’accordo sul fatto che c’è molto del tecnico toscano in questa Champions League conquistata. Ha trasformato Skriniar in un difensore insuperabile, ha trovato una collocazione tattica a Brozovic (a gennaio-febbraio l’avremmo venduto di corsa, oggi non riusciamo a pensare ad un’Inter senza di lui), ha rivalutato e rilanciato giocatori come Ranocchia, D’Ambrosio, Gagliardini e, in parte, Santon, ha gestito e gettato nella mischia al momento opportuno Cancelo, Karamoh e Rafinha. Insomma ha preso una squadra allo sbando e l’ha trasformata in un gruppo capace di arrivare nelle prime della classe. 
Già visto così il lavoro di Spalletti è strepitoso, ma lo diventa ancora di più se pensiamo che ha dovuto fare le nozze con i fichi secchi. L’abbiamo detto la scorsa estate e periodicamente l’abbiamo ripetuto anche durante la stagione: questa squadra ha 11-12 titolari e dietro c’è il vuoto. La panchina nerazzurra infatti offriva ben poche alternative. Non avevamo giocatori capaci di cambiare volto alla partita (a meno che non pensiate che Eder e Karamoh lo siano) e soprattutto non avevamo un vice-Icardi degno di questo ruolo (non a caso quando Maurito era in giornata no, abbiamo visto i sorci verdi).
Ma tutto ciò ora non importa. Siamo partiti il 20 agosto con l’intenzione di conquistare un posto in Champions League ed eccoci qua, esattamente nove mesi dopo, a festeggiare il nostro ritorno nella massima competizione europea. Ci siamo, siamo tornati. Ed è una qualificazione che ha il sapore della rinascita. Da oggi può partire una nuova era nerazzurra. Noi siamo pronti a festeggiare nuovi trionfi, voi giocatori siete pronti a conquistarli? FORZA INTER !!!

1 commento:

Matrix ha detto...

Mi ci sono voluti due giorni per rirpendermi. :-)
Oddio, che serata fantastica, quante emozioni. Con l'Inter non ci si annoia mai. Per fortuna o purtroppo. Comunque l'importante è essere riusciti a centrare la qualificazione. Tutto il resto per il momento non conta.