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martedì 3 marzo 2015

ZANETTI STORY, IO C'ERO (non potevo mica mancare...)

Metti un venerdì sera, un cinema multisala, un gruppo di persone con qualcosa in comune, sullo schermo un film-documentario imperdibile (almeno per i presenti).
Sì, io c’ero. Venerdì sera come molti tifosi nerazzurri (pare che fossimo qualcosa come 80mila in tutta Italia) mi sono recato ad un cinema multisala per assistere alla proiezione di “Zanetti Story”. Per uno come me cresciuto a pane e Zanetti era quasi un atto dovuto.
La proiezione è alle 20.30 ma io arrivo in largo anticipo. Ecco che vedi spuntare le prime facce familiari (un’interista lo riconosci subito), qualcuno si presenta con magliette e sciarpe, il multisala col passare dei minuti si riempie di colori nerazzurri. Saluti l’amico (“anche tu qua?” “Eh, per il Capitano si fa questo e altro, non potevo mancare”), guardi con ansia l’orologio (“quanto manca?”), scatti un selfie per immortalare il momento e intanto prendi posto nella tua poltroncina prenotata.
Sullo schermo il countdown dice che mancano 10 minuti, scambi qualche battuta, butti un’occhiata intorno alla ricerca di qualche amico, qualche cenno di saluto col tizio che ha una faccia familiare ma non ricordi chi è.

Intanto il cinema si riempie. Sembra di essere allo stadio, in mezzo a tifosi nerazzurri. Solo che stavolta non c’è l’ansia del pre-gara, non c’è la preoccupazione se vinceremo o perderemo, non c’è l’adrenalina che scorre nelle vene. C’è solo l’attesa per il fischio d’inizio. Che arriva puntualmente alle 20.30. Silenzio, buio, che lo spettacolo abbia inizio.
Si parte con lo show iniziale dove parla Zanetti, intervengono i quattro presidenti nerazzurri Luca Facchetti (in rappresentanza del compianto Giacinto), Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti e Erick Thohir, poi è il turno di Robero Baggio e Ivan Ramiro Cordoba.
E finalmente la proiezione del film sul grande capitano ha inizio. Tra immagini di repertorio e testimonianze di chi l'ha conosciuto, scorre la carriera di Javier Zanetti, calciatore e uomo, campione e promotore di iniziative umanitarie.
El Tractor, l'uomo che nessuno in campo riesce a fermare senza ricorrere a una scorrettezza, racchiude nel suo gesto sportivo la più limpida delle metafore esistenziali. Le testimonianze di allenatori come Mourinho (che appena appare sullo schermo raccoglie l’applauso di tutta la sala), compagni di squadra come Cordoba, presidenti come Moratti e tifosi eccellenti come Michele Serra, Beppe Severgnini e Fiorello si alternano così alle confessioni della amorevole moglie Paula e di un romanziere veggente, Albino Guaròn, scrittore argentino che non lesina paragoni ingombranti per narrare le gesta di un uomo normale, ma capace di imprese straordinarie.
Non manca l’accenno al 5 maggio (il film parte proprio da lì, quasi a sottolineare che solo i grandi uomini riescono a rialzarsi da una sconfitta e riescono a raggiungere il traguardo della vittoria), a Calciopoli e al rigore su Ronaldo del ‘98.
Un film che doveva celebrare Zanetti ed è quello che alla fine fa. A qualcuno è piaciuto, a qualcuno meno. Questi i commenti mentre a fine proiezione l’onda nerazzurra abbandonava la sala e si dirigeva all’uscita. Chi si aspettava qualcosa di più “interista” sarà rimasto deluso. La cavalcata del Triplete è solo sfiorata, delle telecronache epiche di Scarpini e Recalcati neanche l’ombra.
In questi casi ognuno si fa in precedenza un’idea mentale del film che raramente coincide poi con la trama effettiva. Nonostante io immaginassi ben altro film, devo ammettere che non mi è dispiaciuto affatto. Forse perché sono così profondamente zanettiano, che ogni cosa che riguarda il Capitano mi va bene. Grande Capitano, Forza Inter, abbasso Milan, Juve merda.

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5 commenti:

Brother ha detto...

Deludente. A me non è piaciuto affatto. Unico momento degno di nota l'apparizione di Dio Mourinho.

Paolo84 ha detto...

Per me è stato bellissimo. Non è un film banale, televisivo, penso che il capitano si meritasse un film così particolare.
Mou è fantastico, ma anche Moratti non scherza. Quando ha citato lo scudetto a tavolino, definendolo importante come gli altri sul campo, è venuta giù la sala dagli applausi.

Winnie ha detto...

Gran bel film. L'inizio è da brividi e anche tutto il resto del film è davvero emozionante. A me è piaciuto molto.

Winnie ha detto...

@ Brother. Perché non ti è piaciuto? Deludente in cosa? Forse ti aspettavi un altro tipo di film.

Brother ha detto...

Probabilmente sì, mi aspettavo un film diverso. I racconti dello scrittore argentino sono stati noiosi (tranne alcuni passaggi) e prolissi. Mi aspettavo qualche testimonianza anche di Zanetti stesso e inoltre la storia non doveva finire al Triplete ma arrivare fino a fine carriera.
Per dire alcuni punti che non mi sono piaciuti.