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martedì 4 novembre 2014

CITY VS UNITED: STORIA DI UN DERBY SEMPRE MOLTO ACCESO

C’è una maglia rossa, appoggiata in un angolo, in un chiassoso spogliatoio, che è stata da poco scagliata con fervore. Questa maglia un tempo era sinonimo di orgoglio, passione, sacrificio e successo.
In un uggiosa e gelida giornata di Manchester, è il giorno del derby. La più classica delle rivalità cittadine dal secondo dopoguerra a quest’oggi.
I “Citizen” i veri tifosi e padroni della città di Manchester, sono fieri di distinguersi come tali al cospetto dei “Red Devils”, i quali originariamente provenivano in prevalenza dalla periferica Newton Heath.
I due spicchi di tale città, a dispetto di altre realtà più infuocate e sanguinarie, hanno anche una lunga collaborazione sportiva nel secolo scorso. A ridosso della Seconda guerra mondiale la squadra che giocava in casa univa le due fazioni sotto un unico tifo. All’incirca per un decennio, l’Old Trafford fu inagibile per i bombardamenti e cosi obbligo lo United (dietro cospicuo corrispettivo, 5mila sterline annue) giocava al Maine Road, il vecchio stadio del City.
Dal 6 febbraio 1958, una buona parte dei tifosi del City e molti di quelli ancora indecisi su quale squadra della città tifare, cominciarono a sostenere lo United. Il motivo fu un incidente aereo accaduto quel giorno a Monaco di Baviera, in Germania, nel quale persero la vita 23 passeggeri, tra cui otto giocatori dei Red Devils.
Da quel momento in poi, molti tifosi del City, per una sorta di empatia e di solidarietà collettiva, cambiarono squadra e divennero sostenitori dello United.
La rivalità più accesa e sentita tra le due squadre risale agli anni ‘70, quando in campo i giocatori delle due squadre iniziarono a giocare in maniera più aggressiva del solito per via di alcune vecchie ruggini mai del tutto sopite. Il culmine del duello si raggiunse in un derby del dicembre del 1970, quando la leggenda dello United ,George El Beatle Best, commise un tackle bruttissimo sul calciatore del City Glyn Pardoe. Questi uscì con una gamba rotta, ma il fallo fu così grave che i medici, poco tempo dopo, stavano optando per una truculenta amputazione.
Un episodio simile coinvolse nel 2001 l’allora capitano dello United, l’irlandese Roy Keane, che stroncò letteralmente la carriera del calciatore norvegese del City, Alf-Inge Haaland.
Tali episodi rimarcano in pieno il concetto del calcio come uno sport rude.
Oggi, dopo anni di dominio assoluto dello United e nonostante alcuni trasferimenti da una squadra all’altra che crearono molte polemiche (come quelli negli ultimi anni di Petr Schmeichel e Carlos Tévez dallo United al City), la rivalità è vissuta in maniera più serena.
Recentemente ambedue le squadre, grazie a ricche dirigenze straniere le quali hanno convogliato molti soldi nelle casse, si trovano più o meno sullo stesso livello e il monopolio dei Red Devils è ormai solo un ricordo. Se poi si calcolano le entrate del 2010 dei due club, la loro somma (125 milioni di sterline del City e 286 dello United) arriva a ben 410 milioni di sterline.
2 Novembre 2014. Ore 2.00 PM.
De Gea; Valencia, Smalling, Rojo, Shaw; Blind; Januzaj, Fellaini, Rooney, Di Maria; Van Persie.
Eccovi l’undici titolare. Squadra inedita e costosa. Il Manchester United che ha giocato il derby in trasferta contro il City era la squadra più cara della storia della Premier League. Così dicono in Inghilterra ma dai primi conti c’è il caso che abbiano ragione. Gli undici titolari sono costati oltre 300 milioni di euro grazie soprattutto agli ampi investimenti concessi a Van Gaal in estate. C’è una postilla però che farà statistica nel calcio, ed ha una sua vaga importanza: i Red Devils sono stati sconfitti. 1-0. El Kun Aguero per l’ennesima volta decisivo. E il più pericoloso in assoluto nel primo tempo e nella ripresa trova il gol decisivo, il decimo in campionato. Una rete da manuale del calcio: taglio perfetto di Yaya Touré per Clichy cross al bacio e tocco in anticipo del centravanti argentino.
Non accadeva dal 1970 che il Manchester City vincesse quattro derby di fila e questo dato storico ribadisce il concetto che, in questo momento, la squadra di Manuel Pellegrini è più forte dello United, ma gli ultimi venti minuti della stracittadina numero 168 hanno mostrato il lato oscuro dei campioni d’Inghilterra.
I supporters più caldi del Manchester United , la Red Army,nonostante i folli esborsi economici da parte della dirigenza Glazer sul fronte mercato, inizia a rumoreggiare vistosamente, ampiamente delusa da tale compagine, tanto narcista, quanto effimera.
Non è un caso che una piccola sezione separatista di tifosi dello United abbia deciso di prendere le distanze dalla squadra abbracciando un idea di calcio meno legata al concetto di business.
Nel 2005 avvenne la scissione definitiva da parte di un folto gruppo di tifosi. La gestione debitoria di Glazer viene evidenziata come la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma non come unico motivo fondante della scissione dei tifosi. Nello stesso anno nacque così la società Fc United Of Manchester che si caratterizza per essere un Community Football Club dove la proprietà e la gestione è divisa equamente e democraticamente tra i suoi membri. La sua struttura aziendale è una Community Benefit Society, una sorta di Cooperativa, e l’iscrizione è aperta a tutti, sono tutti co-proprietari con una quota di voti nel club.
L’Fc United forse è nato per protestare contro il business ammazza sentimenti che divorava il Manchester United, ma è alimentato da sincero attaccamento dei tifosi per il calcio e il senso di collettività ed appartenenza che questo rappresenta. Questo naturalmente non vuol dire che i tifosi-proprietari rinneghino la loro passata fede, molti di loro sono ancora fan del Manchester United ma sono sempre più distaccati dalla logica di calcio inteso esclusivamente come business che rappresenta.
A Manchester due idee di calcio si contrappongono. l’Fc United of Manchester rovescia l’idea moderna di calcio. Ognuno di noi può trovare la prospettiva maggiormente conforme alla propria identità. Libero arbitrio.
Dove sono i Diavoli Rossi? Il celebre soprannome di Red Devils fu affibbiato al club per la prima volta agli inizi degli anni ’60 dopo che il manager Matt Busby sentì chiamare così i componenti della squadra di rugby di Salford, caratterizzata dalle maglie rosse, proprio come quelle usate dai giocatori del suo club. Dove è lo spirito indomita di tale squadra ? Sembra aver smarrito la rotta dopo l’abbandono dell’irlandese Ferguson e in balia degli ultimi frequenti cambi di gestione tecnica.
Van Gaal riesce ancora una volta ad attirare le attenzioni su di se per il copione tattico e le posizioni dei giocatori. Passi la scelta di un offensivo 4-1-4-1 con Januzaj, Fellaini e Di Maria schierati quasi in linea con Van Persie, ma vedere Rooney costretto a remare da mediano, sembra pura follia.
Quella maglia rossa è ancora li. La celebre maglia rossa numero 7 reds. Indossata da simboli iconici del calcio : un ragazzo di Belfast, George Best; un colosso d’origine francese dallo sguardo fiero, Eric Cantona;
un giovane londinese dalla chioma bionda, David Beckam; un arrogante giocoliere lusitano,Cristiano Ronaldo.
La casacca reds dello United ha nuovamente bisogno di affermazione nel presente e tornare a scrivere pagine importanti nel futuro, sopra il cielo del Teatro dei Sogni.
 Marco Ianne 

2 commenti:

Theseus ha detto...

Un bel derby, molto agonistico ma tutto sommato corretto. E soprattutto un derby spettacolare da vedere.
Anche se negli ultimi anni il derby di Manchester è stato sempre bello da vedere.

Marco ha detto...

Un derby millionario e ricco di fascino