Ho trovato interessante questa intervista a Carlo Petrini. L’ex calciatore di Roma e Milan non è mai banale quando parla e le sue parole sono racconti di cruda realtà che in molti continuano a far finta di non vedere.
Qui riporto alcuni passaggi che ho trovato meritevoli di attenzione. L’intervista completa la trovate QUI.
“I miei errori iniziarono a metà dei ’60, al Genoa. Siringhe. Sostanze. La chiamavano la bumba. Avevo 20 anni. Non smisi più. Il nostro allenatore, Giorgio Ghezzi, ex portiere dell’Inter, ci faceva fare strane punture prima della gara. Un liquido rossastro. Se vincevamo, si continuava. Altrimenti, nuovo preparato.”
“Hanno sperimentato su di noi. Non ci curavano, ci uccidevano. Vorrei sapere con quali ausili gli eroi contemporanei disputano 70 incontri l’anno.”
Chi ha nascosto tutto?
Allenatori, calciatori, presidenti. Il sistema che ancora foraggia con le elemosine quelli capaci di non tradire. Gente che ogni mattina si alza con la paura e che continua a tacere anche se oggi, grazie agli ‘aiutini’ farmacologici o è una lapide con un’incisione o recita da vegetale.
Di chi parla Petrini?
Di quel piccolo uomo di Sandro Mazzola, che ha smesso di parlare al fratello Ferruccio. Di Picchio De Sisti, che nega l’evidenza nonostante la malattia. O del commovente Stefano Borgonovo. Uno che sta molto male, aggredito dalla Sla e che continua a sostenere che il pallone non c’entri nulla. Se non mi facesse piangere, verrebbe da ridere.
Lei fu tra i protagonisti del primo calcioscommesse, quello della primavera 1980.
E oggi succede la stessa cosa. Partite combinate, risultati compromessi, soldi gestiti dalla camorra, dalla mafia, dalla ‘ndrangheta.
La ‘ndrangheta forse uccise Bergamini. Lei ci scrisse un libro.
Che è servito per riaprire l’inchiesta, dopo più di 20 anni. Bergamini era l’ingenuo, il ragazzo pulito, smarrito in una vicenda più grande di lui. La scoprì, provò a uscirne e lo fecero fuori. Dentro la sua squadra, il Cosenza, c’era chi organizzava traffici di droga. Bergamini era l’anello debole e fu suicidato.
Dica la verità. Lei ce l’ha con la Juve, fin dal 1980.
Al contrario. La salvai. Nell’ 80 giocavo con il Bologna. Bettega chiamò a casa di Savoldi e ci propose l’accordo. Tutto lo spogliatoio del Bologna, tranne Sali e Castronaro, scommise 50 milioni sul pareggio. Prima della partita, nel sottopassaggio, chiesi a Trapattoni e Causio di rispettare i patti: “Stai tranquillo, Pedro, calmati”, mi risposero.
Tutta la Juve sapeva?
Certo. Rivedetevi le immagini, sono su Youtube. Finì 1-1. Errore del nostro portiere, Zinetti e autogol di Brio. Bettega ce lo diceva, durante la partita: “State calmi, vi faccio pareggiare io”. La gente ci fischiava e tirava le palle di neve. Una farsa. Quando lo scandalo esplose, Boniperti e Chiusano mi dissero di scovare Cruciani e convincerlo a non testimoniare contro la Juve: se li avessi aiutati, loro avrebbero aiutato me. Fui di parola, incontrai Cruciani al cancello 5 di San Siro, ero mascherato. Una scena surreale. Lui accettò e la Juve si salvò dalla retrocessione. Ma alla fine pagai soltanto io.
Le è rimasta la possibilità di raccontare.
Neanche quella. Ho dato fastidio a gente potente. Mi hanno minacciato di morte e poi coperto con gli insulti. Per i Savoldi e i Dossena ero un bugiardo, per Rivera un pornografo. Se l’era presa perché lo descrivevo per quello che era, una fighetta. I miserabili sono loro. Mi impedirono di andare persino a parlare nelle scuole. Zitto dovevo stare, ma non ci sono riusciti.
VOTA QUESTO POST SU Tweet
Se ti è piaciuto l'articolo, iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!
7 commenti:
Stesse situazioni trentanni dopo. Va bene l'amore per il calcio, ma quand'è che i tifosi inizieranno a scandalizzarsi un po' e criticare questa sporcizia??
All'inizio pensavo che Petrini fosse solo uno che scrive per farsi pubblicità ma col passare del tempo mi sto sempre più convincendo che ha pienamente ragione e ciò che dice e scrive è la cruda realtà. Un dato su tutti: nessuno lo ha mai querelato o attaccato. Un motivo ci sarà...
Ogni volta è la solita storia. Ci indigniamo, ci arrabbiamo, censuriamo gli atteggiamenti, diamo ragione a Petrini (sempre ammesso che abbia ragione...) e alla fine corriamo tutti a seguire la nostra squadra del cuore.
Ma come fate a credere a quello che dice questo individuo??
A sembra solo un Moggi ante litteram. Uno che, poiché LUI si è dopato tutta la vita, anche gli altri si sono dopati. Ma per favore…
www.pianetasamp.blogspot.com
D'accordo con Nerazzurro, andiamoci piano, molto piano col prendere per buono qualsiasi cosa che viene detta riguardo a questi delicati argomenti...ciao!
Io invece credo che abbia ragione Ciumalao. Petrini nei suoi libri fa nomi e cognomi, non mi pare di aver mai letto di querele o denunce. Vorrà dire qualcosa?
Probabilmente le dichiarazioni di Petrini vanno prese con le pinze ma credo che un fondo di verità in quello che dice ci sia.
Abbiamo visto come dietro al calcio spesso ci siano organizzazioni criminali (in alcuni casi anche internazionali) e la Juventus di Agricola (sentenze a parte) ha dimostrato che il doping nel calcio c'è. Non vorrete mica credere che siano solo i juventini a doparsi?
Posta un commento