Ogni anno a fine dicembre si fa il riepilogo di ciò che è successo negli ultimi dodici mesi. Si ripercorrono vittorie, partite, successi, sconfitte.
Ieri sera mentre organizzavo le idee per i miei post di fine anno (che leggerete domani e dopodomani) pensavo che dietro a dodici mesi di calcio ci sono anche dodici mesi di tifo, di sofferenze, di partite seguite dal divano, da solo o in compagnia.
Dodici mesi di calcio sono quasi sempre dodici mesi di tifo, di emozioni, di sensazioni. Avessi scritto questo post un anno fa le parole sarebbero scese a fiumi. Perché non mi sarei soffermato solo alla serata di maggio, ma avrei avuto tre mesi interi da raccontare, con le sue emozioni, le sue gioie, i suoi novanta minuti ricchi di pathos.
Invece di questo 2011 c’è ben poco da raccontare. E gli aneddoti da tramandare ai posteri scarseggiano. Partirei da quella serata di metà marzo. L’Inter va a Monaco di Baviera per il ritorno degli ottavi di Champions League. Io convinsi un gruppetto di persone a seguire la partita insieme a casa mia. Ricordo che dissi a mio cugino “vinceremo 2-1 con gol di Pandev”. Non ho azzeccato il risultato ma sul gol di Pandev urlavo come un matto “hai visto? Che ti dicevo?”.
L’idea di seguire insieme la partita a casa mia venne riproposta due settimane dopo da mio fratello. C’era il derby. Era una partita decisiva per lo scudetto. Finì 3-0 per il Milan. L’amarezza si poteva tagliare a fette. Per fortuna rimanemmo fino all’una di notte a parlare con il mio amico MisterColt che fece da mattatore e con i suoi discorsi e i suoi aneddoti riuscì a farci smaltire la rabbia. Tre giorni dopo seguimmo ancora insieme l’Inter in quella che fu la peggior serata degli ultimi dieci anni. Quel 5-2 rifilatoci dallo Schalke04 fu una coltellata in mezzo al petto e stavolta non c’era MisterColt a farci smaltire la rabbia. Dopo la sconfitta contro il Trabzonspor abbia deciso di comune accordo di non seguire più insieme le partite dell’Inter. Pertanto da Novara (mamma mia che serataccia…) al gol di Isla passando per il Rocchi-Show, e la sconfitta con la Juventus ho smaltito da solo la rabbia per ogni sconfitta. E ovviamente ho gioito da solo per le sei vittorie nelle ultime sette gare.
Nella lunga cavalcata primaverile invece spesso mi ha fatto compagnia il mio cuginetto di sette anni. Un paio di volte è arrivato tra primo e secondo tempo e la partita è svoltata. Come a fine gennaio quando perdevamo 2-0 in casa col Palermo. A San Siro entrò Pazzini, a casa mia entrò mio cugino e ribaltammo la partita. Sul 3-2 gridai così forte che quasi si spaventò. Successivamente capitò la stessa cosa col Genoa. Perdevamo 1-0 all’intervallo, arrivò lui e la partita finì 5-1 per noi. In quell’occasione la mia esultanza fu molto più contenuta mentre al gol di Nagatomo lui saltellava per il salotto.
Spero che questo 2012 mi regali (anzi ci regali) ben altre emozioni. Mi piacerebbe fra un anno potervi raccontare 12 mesi di tifo ben diverso da questi.
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3 commenti:
Come tu stesso sottolineavi ad inizio articolo. C'era ben poco da raccontare in questo 2011.
Ah, se fosse stato il 2010...
E la finale di Coppa Italia?? Una sola gioia abbiamo avuto quest'anno, te la sei pure scordata...
Eh, hai ragione. Piccolo lapsus...
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