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lunedì 5 febbraio 2024

MANIFESTA SUPERIORITÀ NERAZZURRA, MA È ANCORA LUNGA…

Anche io ieri sera ho visto la partita tra l’Inter e quelli là (ma si chiama così quella squadra? Mi devo ricordare di chiederlo a papà). Sono piccolina e di calcio ne capisco poco, ma non potevo fare a meno di sostenere insieme al mio papino i colori nerazzurri in una serata così importante e decisiva per il nostro campionato. 
Papà inizia un’ora prima con i suoi soliti sfoghi, batte le mani, urla “via nerazzurri via”, saltella, fa sospironi profondi. Io vorrei vedere in santa pace le canzoncine, ma è praticamente impossibile con tutto questo baccano. E non bastano nemmeno i rimproveri di mia mamma a frenarlo. 
Amore, che stai facendo? Questo è il blog di papà, Tu sei ancora piccolina…. 
Lasciami stare papino, sto scrivendo di Inter-Juventus. Faccio io, tu riposati che sei stanco. Allora, dicevamo del pre-partita e di papà che si agita nervosamente. Alle 20.30 finalmente si accomoda sul divano, brutto segno per me. Infatti mi toglie le canzoncine e passa alla partita. Provo a protestare, ma inutilmente. Non mi rimane che sedermi sul divano accanto al mio papà e guardare la sfida tra “i nostri ragazzi” e “quelli là”. 
Papà è tranquillo, parla poco, non si agita più di tanto. Però è teso. Sono una bimba di tre anni, ma non sono mica scema, si vede che papà è teso. Si alza all’improvviso quando Cialalogu fa un lancio lungo lungo e poi dice qualcosa di brutto quando un difensore di quelli là anticipa Turam. 
Poi Barella fa un cross in area, Pavà fa una rovesciata e la palla arriva a Turam e poi, dopo un tocco di uno di quelli là, va in gol. Oh no, hanno segnato quelli là… anzi, no, ha segnato l’Inter. 
Papà impazzisce, si alza, urla, si inginocchia davanti la televisione, urla “Sììì, sììì, sììì”, mi abbraccia forte forte, canta “e se ne va la capolista se ne va”. Guardo verso la porta, non sta andando via nessuno, vorrei chiedergli chi è la capolista, ma forse è meglio non disturbarlo. Che poi non ho ben capito, se ha segnato uno di loro perché il gol lo hanno assegnato a noi? Domanderò a papà. 
All’intervallo arriva mamma e mi porta in bagno a cambiarmi il pannolino e a mettermi il pigiamino. È arrivata l’ora di fare la nanna. “Riesci a farla addormentare?” chiede a papà mentre mi poggia di nuovo sul divano. Papà risponde “Ci provo”, ma si vede che è troppo impegnato e teso. L’Inter sfiora il secondo gol con Barella, papà strozza un urlo in gola e dopo borbotta qualcosa. 
Piano piano mi cala la palpebra e allora mi sistemo sul cuscino e mi metto a dormire, papà mi guarda sorridente e mi dà la manina. Forse è meglio che mi addormento da solo, perché se aspetto lui… 
Nel dormiveglia lo sento borbottare contro uno dei nostri che sbaglia un altro gol. Ad un certo punto si alza, si inginocchia in mezzo alla stanza, alza le braccia al cielo e mormora qualcosa. Mi sa che è finita e che abbiamo vinto. 
Abbiamo vinto contro quelli là. Papà ci teneva tanto. Ancora mancano altre partite, però papà è contento lo stesso. Quando vinciamo contro quelli là o contro la seconda squadra di Milano papà è sempre più contento, come se avessimo vinto una coppa. 
Amore hai finito? Mi fa piacere che vuoi dire la tua, ma vorrei anche scrivere io. 
Uffa, papino. Va bene, però mentre scrivi mi metti le canzoncine. 
D’accordo…. 
Un ultima cosa e poi ti lascio il computer. FORZA INTER!!! (papino ci tiene tanto…) 
Allora. Eccomi. Partirei da un concetto già espresso ieri sera e nei commenti del weekend, ma che è importante ribadire: ancora non abbiamo fatto nulla. Mancano 15 partite alla fine (16 per noi che dobbiamo recuperare Inter-Atalanta), può succedere ancora tutto e il contrario di tutto. Per dire, sabato pareggiamo a Roma, la Juventus vince con l’Udinese e torna a -2. 
Però intanto abbiamo messo un primo mattoncino per lo scudetto. Vincere lo scontro diretto era
importante, per la classifica, per ribadire la nostra superiorità, se vogliamo anche per una questione di morale. 
Era importante vincere, ma noi non abbiamo vinto, abbiamo stravinto. Una superiorità netta, indiscutibile, inattaccabile. Un gol fatto, un palo preso, due miracoli di Szczesny. Dall’altra parte Sommer ha fatto da spettatore. Avrebbe potuto anche mettersi comodamente seduto in poltrona dietro la porta, non sarebbe cambiato nulla. 
Alla fine la Juventus deve essere contenta di aver perso di misura, perché poteva finire in goleada. E dal nostro lato questo è un aspetto tutt’altro che positivo. Troppi errori sotto porta, troppi gol sprecati, così non va mica bene. Se crei tanto e non concretizzi, rischi seriamente di essere beffato. Siamo stati fino al 95esimo col fiato sospeso, quando già da metà ripresa avremmo potuto mettere il risultato in cassaforte. 
Quello che dovrebbe fare una grande squadra. E noi ormai siamo una grande squadra, pronti a giocarcela con tutti, in Italia e in Europa. FORZA INTER!!!

ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.

3 commenti:

Brother ha detto...

É molto molto lunga. Ancora c'è parecchio da pedalare. Ed è tutta in salita.

Annuccia ha detto...

Fantastiche queste "letture" da parte di tua figlia. Le adoro.

Entius ha detto...

@Brother. In salita e piene di insidie.