Sono teso, sì, in fibrillazione sicuramente, ma tranquillo. La serenità di questi giorni mi sta facendo compagnia anche in questo sabato. L’ansia e la tensione sale. Sempre più. Ma con essa sale anche la consapevolezza che il nostro l’abbiamo fatto, che tutto sommato va bene così. Difronte c’è il Manchester City. E noi siamo solo l’Inter. Siamo il Monza o la Cremonese che vanno a giocare a San Siro contro l’Inter o a Torino contro la Juventus. Abbiamo la consapevolezza che loro sono più forti, che i favori del pronostico sono tutti per loro. Ma anche la speranza che non sempre le cose vanno come devono andare. Per dire, il Monza quest’anno ha vinto a San Siro contro l’Inter e contro la Juventus a Torino. Il calcio è strano, la palla è rotonda e tutto può succedere, non si può dare nulla per scontato.
Mi viene in mente un paragone. Esattamente quarant’anni fa, nel 1983 la finale di Coppa Campioni era tra la strafavorita Juventus e l’Amburgo, vittima sacrificale del trionfo bianconero. Dopo appena 7 minuti Magath con un gran tiro dal limite beffa Zoff. La Juventus non riuscì a ribaltare il risultato e la coppa finì inaspettatamente ai tedeschi. Ecco, noi siamo l’Amburgo del 2023. Non siamo favoriti, ma… vabbè ci siamo capiti.
Io ci credo. Io voglio crederci. I favori del pronostico non sono dalla nostra parte, ma sono ottimista. Senza coltivare particolari illusioni e aspettative, ma mi piace pensare che può succedere, che potrebbe succedere. E sottolineo “che potrebbe succedere”. Quindi può succedere, ma anche no. E se non dovesse succedere (cosa molto probabile, ci tengo a ribadirlo), va bene così. Saremo comunque soddisfatti dei nostri ragazzi e li ringrazieremo per averci regalato questi due mesi intensi e bellissimi che sicuramente non dimenticheremo mai. Ci hanno regalato emozioni, gioie, sensazioni e soprattutto questa lunga attesa. Come scrivevo sabato scorso “niente è più bello di una lunga attesa che alimenta sogni, speranze, forse illusioni. Noi tifosi viviamo per questi momenti, per queste emozioni e sensazioni che si dilatano nel tempo. Sarà una lunga settimana e comunque vada sabato prossimo, avremo vissuto giorni bellissimi ed indimenticabili.”
E ora che questa lunga attesa è praticamente finita, quasi mi dispiace.
È stato un bellissimo viaggio, ci siamo emozionati e, sì, abbiamo vissuto giorni indimenticabili. Ora siamo alla tappa conclusiva. 90 minuti, forse 120, al limite la lotteria dei rigori, e poi sapremo se questo lungo viaggio finirà in gloria oppure no.
Tredici anni fa, il giorno della partita scrissi “Comunque vada niente potrà toglierci la gioia di essere stati qui, di aver vissuto questa bellissima primavera, di aver lottato fino all’ultimo minuto per vincere tutto. Niente e nessuno potrà mai toglierci le emozioni che stiamo vivendo e che resteranno indelebili nel nostro cuore. Io rimango sempre del parere che una vittoria è resa speciale dall’attesa che la precede. Un giorno, fra qualche anno, racconteremo di quel sabato di maggio quando aspettavamo di salire sul tetto d’Europa e con gli occhi lucidi ricorderemo uno per uno questi istanti come se li avessimo vissuti il giorno prima.”
E anche stavolta è così. Niente e nessuno ci potrà togliere la gioia e le emozioni di essere stati qui un sabato di inizio giugno. E di poter un giorno raccontarlo ricordandolo con gli occhi lucidi.
Siamo pronti alla battaglia. Andiamo a giocarci sta finale con la beata spensieratezza di chi non ha nulla da perdere e proverà comunque a portarla a casa. E ci crederà fino alla fine. FORZA INTER !!!
Meno 25 ore.
— CALCIOMANIA 90 (@EntiusDRC) June 9, 2023
Non succede, ma se succede... ⚫🔵⚫🔵⚫🔵
Comunque tranquilli che non succede...#ManchesterCityInter #ChampionsLeagueFinal
3 commenti:
Andiamo a giocarcela. E che gloria sia.
Di giocare ce la siamo giocata. Per la gloria... ripassate.
Di giocare ce la siamo giocata. Per la gloria... ripassate.
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