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giovedì 12 maggio 2022

UN TRIS CHE CREDEVO IMPOSSIBILE (appunti di una serata da incorniciare)

Se avessi avuto 10 euro da buttare in una scommessa sull’esito della finale di Coppa Italia (in questo periodo non ho 10 euro in generale, figuriamoci da buttare in una scommessa) probabilmente, anzi quasi sicuramente, non li avrei buttati sulla vittoria dell’Inter. Parliamoci chiaro, battere per la terza volta in stagione la Juventus era un’impresa molto molto improbabile. Non dico impossibile (nel calcio nulla è impossibile), ma quasi. Non ci è mai capitato in 114 anni di storia e più in generale ci sono riusciti solo la Fiorentina nel 1940-41 e la Lazio nel 1942-43. Roba di ottanta anni fa, mica ieri. 
E poi vi pare che la Juventus, dopo la Supercoppa perde anche la Coppa Italia? E come sempre c’è l’incognita arbitrale. No, sta Coppa Italia difficilmente prenderà la strada di Milano.
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Con questi pensieri mi sono seduto sul divano ieri sera. A quello che ho già scritto aggiungerei anche il fatto che mia figlia ieri pomeriggio aveva vomitato tre volte e siccome io sono molto scaramantico, avevo letto questa cosa come una premonizione negativa. 
Il gol di Barella mi ha evidentemente tranquillizzato (vuoi vedere che…), ma l’uno-due bianconero ad inizio ripresa mi ha fatto piombare immediatamente nel pessimismo più totale (ecco, lo sapevo) e tra me e me imprecavo pensando che ci siamo giocati scudetto e Coppa Italia in tre minuti. Tre minuti in cui, sia contro il Milan in campionato a febbraio, sia ieri sera contro la Juventus, ci siamo fatti ribaltare una partita che stavamo vincendo e che non meritavamo di perdere. 
Però in fondo al cuore la piccola fiammella della speranza era sempre accesa. Il “ci spero, ma non ci credo” che non muore mai. Quando a 10 minuti dalla fine Valeri assegna calcio di rigore all’Inter fatico a crederci. Anzi, sono quasi timoroso che il Var gli faccia cambiare idea. E subito dopo il timore è che Calhanoglu lo sbagli. E invece 2-2 e tutto rimesso in discussione. 
Nei supplementari ho la mente sgombra, non penso più a nulla, non spero nulla, non temo nulla. Valeri sorvola sul fallo di De Ligt su De Vrij. C’era da immaginarselo. E invece il Var lo fa tornare sui suoi passi. Ripresosi dallo shock (due rigori a favore dell’Inter in una sfida contro la Juventus non credo siano mai stati fischiati e difficilmente verranno fischiati in futuro) penso “Dai Ivan, non facciamo scherzi”. E Perisic, che non scherza mai, la butta dentro. La gioia diventa estasi quando sempre Perisic al volo di sinistro chiude il match. Vorrei urlare a squarciagola (anche per farmi sentire dai vicini di pianerottolo che, credo, sono rossoneri), ma la pargola dorme beata e svegliarla con un urlo significherebbe subire l’ira funesta di mia moglie (meglio non rischiare…). 
È fatta, è fatta, è fatta. Un po’ di apprensione per i restanti minuti dei tempi supplementari e poi la gioia può esplodere (sempre in silenzio, ovviamente). La Coppa Italia è nerazzurra, la Juventus torna a casa con quattro pere e zeru tituli. Per quest’anno non dovranno più incontrarci. Sicuramente una buona notizia per loro. 
È stata sicuramente una bella finale. Non sono mancati i gol, non è mancato lo spettacolo, non sono mancate le emozioni. Come ho scritto anche ieri sera, meritavano entrambe di vincere, ma alla fine ha prevalso quella che ci ha creduto di più. La Juventus dopo il 2-1 ha pensato bene di tirare i remi in barca e chiudersi in difesa. 
Gli amici juventini si sono lamentati per l’arbitraggio, ma dovrebbero farsi un bell’esamino di coscienza e riconoscere che la Juventus ha smesso di giocare a metà secondo tempo. Anche perché non erano proprio loro che dicevano che gli arbitri sono gli alibi dei perdenti? O forse ora che gli arbitri non li aiutano più questa cosa non vale più? Boh, misteri bianconeri. 
Il tanto bistrattato Inzaghi ha portato a casa due trofei al primo anno e nella peggiore delle ipotesi chiuderà secondo in campionato. E dopo che gli hanno venduto Lukaku e Hakimi e ha dovuto rinunciare ad Eriksen. Forse qualcuno dovrebbe chiedergli scusa e ricredersi sul buon Simone. Ha fatto un buon lavoro. Anzi sta facendo tutt’ora un buon lavoro. Dobbiamo solo inchinarci a lui e rendergli il giusto merito. 
A lui, come ai giocatori. Come a Perisic che sta vivendo la sua miglior stagione della carriera, come a Lautaro Martinez sempre più leader e bomber in questa squadra, come a Barella, come a Brozovic, come a Skriniar, giù giù fino a tutti gli altri, incluso Ranocchia che con una semirovesciata in Inter-Empoli, ottavo di finale di Coppa Italia, ha permesso di essere qui. Siamo una squadra fortissima. Soprattutto siamo una squadra. A sto punto meriteremmo pure lo scudetto. Vero? FORZA INTER !!!!
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3 commenti:

Theseus ha detto...

Da semplice appassionato di calcio ho visto una bella partita con due squadre che hanno giocato a viso aperto. Se vogliamo, è stata una finale quasi anomala. Ha vinto la più forte. E avrei scritto la stessa cosa se a vincere fosse stata la Juventus.

Matrix ha detto...

Anche io ci credevo poco, sebbene ci sperassi tanto. Più che altro temevo "indirizzamenti arbitrali". Invece siamo stati grandi. Anche grazie ad una Juventus che ha confermato ancora una volta di essere poca roba in questa stagione.

Winnie ha detto...

Nelle ultime due stagioni la Juventus ha dimostrato di essere alla frutta. Lo scorso anno l'ha tenuta a galla Cristiano Ronaldo, quest'anno invece...
Vabbè, parliamo di squadre serie. Abbiamo avuto un momento di blackout ma complessivamente secondo me abbiamo giocato meglio. Quindi è un trionfo meritato.