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giovedì 11 giugno 2020

DELOITTE, RICAVI IN CRESCITA PER LA SERIE A MA E' IN PERDITA OPERATIVA

Siamo sempre quarti fra le big five. Ma cresciamo. Lo dice l’”Annual Review of Football Finance” di Deloitte sul calcio europeo, una ricognizione sui numeri dei più importanti campionati continentali con uno sguardo pure sul nuvolosissimo orizzonte di questi mesi drammatici della tempesta Covid. La serie A rimane fuori dal podio (al primo posto sempre la Premier League, che precede la Liga e la Bundesliga) ma i ricavi sfiorano i due miliardi e mezzo di euro e presentano un significativo aumento in doppia cifra (+11% rispetto al 9% del continente). Al quinto posto della classifica, poco sotto i due miliardi dei ricavi, c’è la Francia, l’unico Paese in cui si è deciso di staccare la spina e di chiudere la stagione per pensare alla prossima. Il rapporto Deloitte mette in evidenza però un altro punto: la tendenza, all’interno dei campionati e fra le stesse leghe del panorama europeo, a un aumento della distanza fra “grandi” e “piccole”. La classifica delle top ten dei più importanti campionati in ordine di ricavi è completata da Russia, Turchia, Olanda, Portogallo e Belgio.

I numeri italiani sono caratterizzati da un aumento della quota per i diritti televisivi (il 2018-2019 è stato la prima stagione dei nuovi accordi triennali), ma c’è anche da registrare una perdita operativa di 36 milioni di euro (dopo due anni di utili) che è causata da un rapido incremento dei salari. Ora si apre la sfida per recuperare terreno nei confronti della locomotiva Premier League, ma anche rispetto a Liga e Bundesliga.
La Serie A sta cercando di recuperare il terreno perduto nei confronti di Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1, puntando su una crescita dell’appeal internazionale e sullo sviluppo di capacità di broadcasting proprie.
Si sottolineano in ambito italiano le potenzialità di aprire a investimenti di Private Equity e alla creazione di una propria piattaforma tv in collaborazione con una terza parte. Rispetto a spagnoli e tedeschi, reggiamo nel computo dei diritti, ma siamo decisamente più indietro nelle entrate per i biglietti. Abbiamo fra i cinque campionati la percentuale più bassa di riempimento degli stadi.
Osservazioni lontane dalla realtà di oggi visto che è cominciata l’epoca delle porte chiuse (e non è chiaro quanto durerà). D’altronde le incertezze sul futuro non riguardano solo il ritorno del pubblico, anche un’eventuale riapertura degli impianti sarebbe organizzata con capienza molto più limitata. C’è da verificare che cosa succederà in termini di sponsorizzazioni e marketing, quanto il mercato potrà riprendere.
Su questo, però, il rapporto Deloitte presenta una lettura non pessimista. Se è vero che il 2019-2020 passerà alla storia come l’annus horribilis, il 2020-2021 potrà beneficiare dello sconfinamento della precedente stagione agonistica. “Prevediamo che i piani di riavvio per la Premier League e alcuni suoi pari - dice Dan Jones, partner capo dello Sports Business Group di Deloitte - porteranno a un rapido recupero dei risultati finanziari poiché alcuni ricavi delle trasmissioni 2019/20 verranno spinti nell’esercizio 2020/21, il che potrebbe comportare un anno di entrate eccezionali”. È anche la speranza della serie A che riparte. E che sogna finalmente di raggiungere il podio.

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2 commenti:

Ciaskito ha detto...

Finché in Italia continueranno a comandare determinati soggetti non ci sarà nessuna speranza di crescita e rilancio...

Entius ha detto...

Più che di soggetti che comandano è un problema di qualità dello spettacolo che sappiamo offrire. Spesso le partite della serie A sono di una bruttezza esagerata. Vedi la semifinale di ieri sera.