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lunedì 15 aprile 2019

CRONACA DI UNA RETROCESSIONE ANNUNCIATA

 CLASSE A – Analisi e commenti sul Campionato Italiano 
Nella giornata di ieri, dopo la sconfitta casalinga per 3-1 contro il Napoli, è arrivata per il Chievo la matematica retrocessione in Serie B. Un evento nell’aria ormai da diverse settimane e arrivato nell’ultimo weekend, con bei sei giornate d’anticipo rispetto alla fine del campionato. Una retrocessione certamente dovuta in parte alla turbolenta estate che ha passato il Chievo - coinvolto nel caso “plusvalenze fittizie” -, ma figlia anche di scelte errate fatte in precedenza.
Tutto parte dall’estate del 2017, quando il Chievo si è trovato a dover avviare un ricambio generazionale dell’organico. A fronte dell’addio di alcuni giocatori che tanto avevano dato alla causa gialloblù negli anni precedenti (come Sardo, Frey, Izco e Spolli), la campagna acquisti è stata condotta portando a Verona solo giocatori nati negli anni ’90. L’intenzione del nuovo ds Giancarlo Romairone era di rinforzare l’organico con elementi giovani, che avrebbero costituito l’ossatura della squadra negli anni successivi.
Qui sta il primo passo verso la successiva caduta in Serie B. Dei giocatori arrivati nell’estate 2017, infatti, sono davvero pochi coloro che hanno dato l’impressione di poter sostituire adeguatamente i titolari. Tra elementi che non hanno quasi mai convinto (come Pucciarelli e Garritano), giocatori praticamente mai utilizzati come Gaudino e altri che non hanno avuto neanche la possibilità di scendere in campo (come Rigione e Rodriguez, subito prestati in Serie B), la campagna acquisti del Chievo è stata un mezzo disastro. Solo una reazione d’orgoglio della squadra nelle ultime giornate ha evitato che la retrocessione arrivasse già al termine dello scorso campionato.
Una salvezza quindi molto sofferta, ma il peggio deve ancora venire. Nella scorsa estate, il Chievo è stato coinvolto nel ciclone delle plusvalenze fittizie. Una vicenda che ha portato i clivensi, per buona parte dei mesi estivi, a non avere certezze su categoria da affrontare e punti di penalizzazione da scontare (alla fine saranno tre). Dubbi che hanno avuto conseguenze importanti sul mercato, con partenze eccellenti non compensate da acquisti adeguati. Hanno infatti lasciato Verona ben 5/11 della formazione titolare dell’anno precedente (Gobbi, Dainelli e Gamberini in difesa, Castro a centrocampo e Inglese in attacco) oltre al giovane Bastien, che sarebbe stato l’erede naturale di Castro. Tali elementi, che hanno fatto le fortune gialloblù negli ultimi anni, sono stati sostituiti da giocatori che non si sono dimostrati all’altezza. Rossettini e Barba non hanno contribuito a ridare alla difesa clivense la sua storica solidità, Obi non ha reso secondo le aspettative in mediana e Djordjevic non ha avuto un rendimento sotto porta neanche lontanamente paragonabile a quello di Inglese.
Con delle premesse del genere, la stagione non può che essere travagliata. L’inizio di campionato è emblematico da questo punto di vista: 2 punti nelle prime 8 giornate, oltre che una serie prestazioni deludenti. La società prova a cambiare guida tecnica, ingaggiando Giampiero Ventura al posto di Lorenzo D’Anna. Ecco un altro momento chiave - in negativo - della stagione, con l’ex ct della Nazionale che, nella sua esperienza a Veronello, ha pensato più a sé stesso e alle sue idee di calcio che non alle esigenze della squadra. Tra prestazioni ancora più imbarazzanti delle precedenti e dichiarazioni che lasciavano intendere una poca convinzione nella possibile salvezza, il Chievo in 4 partite con Ventura al timone ha totalizzato un solo punto. Dopo le improvvise e discutibili dimissioni dell’allenatore successive al 2-2 interno con il Bologna, la società ha deciso di richiamare in panchina Mimmo Di Carlo. Un uomo “da Chievo”, che ha già salvato la squadra nel 2008/2009 partendo da una situazione disastrosa.
Con il cambio di allenatore arriva la svolta tanto attesa: 1 vittoria, 5 pareggi e 1 sconfitta nelle prime 7 giornate della gestione Di Carlo. La squadra, soprattutto, torna a giocare con il suo antico spirito: quella voglia di rendere la vita difficile ad ogni avversario che le aveva consentito di rimanere per tanti anni in Serie A. Un filotto di risultati del genere lascia ben sperare, ma i sogni di rientrare nella corsa salvezza vengono spezzati da un mese di gennaio difficile da più punti di vista. Il mercato invernale priva l’organico clivense di altri tre giocatori importanti come Birsa, Radovanovic e Cacciatore, ancora una volta non sostituiti in modo adeguato. Arrivano infatti alla corte di Di Carlo Diousse, Schelotto, Andreolli e Piazon, oltre al reintegro in rosa di Frey: giocatori reduci da mesi di inattività che quindi non danno alcuna garanzia. Inoltre, il Collegio di Garanzia del Coni conferma i tre punti di penalizzazione e, come se non bastasse, il Chievo non dà continuità ai primi risultati dell’era Di Carlo. Tra partite sfortunate sul piano degli episodi arbitrali (come la sconfitta casalinga contro la Fiorentina), sconfitte senza diritto di replica e vittorie gettate al vento con ingenuità (come in occasione del match contro l’Empoli, terminato 2-2 dopo il doppio vantaggio), i gialloblù non ci mettono molto ad allontanarsi dalla zona salvezza. L’opera viene completata con le ultime quattro sconfitte, che portano il Chievo a retrocedere con sei giornate d’anticipo.
Una caduta tra i cadetti che quindi non può essere attribuita al caso o alla sfortuna, ma alle tante scelte sbagliate negli ultimi due anni. La speranza dei tifosi clivensi è che la società abbia imparato la lezione, ripartendo immediatamente per tornare al più presto in Serie A.
 Paolo Lora Lamia 

5 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Analisi perfetta ed esaustiva. In effetti la retrocessione del Chievo parte da lontano, anche se secondo me decisiva è stata la scorsa estate con l'incertezza della Serie in cui avrebbe giocato.

Entius ha detto...

La scorsa estate ha pesato parecchio, a mio avviso. L'incertezza sulla Serie in cui avrebbe giocato e una campagna acquisti fatta di conseguenza ha portato a questa situazione.

Mattia ha detto...

Aggiungiamoci pure alcune scelte discutibili sull'allenatore. D'Anna prima e Ventura dopo non mi sono sembrati all'altezza del ruolo affidatogli.

Pakos ha detto...

Già in estate avevo ipotizzato un Chievo retrocesso. Per restare in Serie A devi fare i giusti investimenti e i clivensi negli ultimi anni hanno fatto parecchi errori.

Pakos ha detto...

Per non parlare degli errori di valutazione riguardante gli allenatori… Come gli è venuto in mente di puntare su Ventura?