Possiamo dire addio al Totocalcio e al Totogol. La vecchia schedina va in pensione e sarà sostituita da un nuovo gioco, un unico prodotto, gestito dai Monopoli ma pubblicizzato e promosso dalla nuova Sport e Salute che sostituirà la Coni servizi. Lo prevede un emendamento alla manovra depositato dai relatori in Commissione Bilancio del Senato.
Il crollo della raccolta e del gettito per l'Erario registrata negli anni dal Totocalcio ha spinto l'esecutivo giallo-verde a rivedere il concorso. Il nuovo prodotto sarà promosso e potrà essere pubblicizzato, in deroga ai divieti del decreto dignità sulla pubblicità del gioco d'azzardo. Un provvedimento dell'agenzia delle Dogane e dei Monopoli dovrà fissare giocata minima, andamento del gioco e la posta unitaria.
La proposta di modifica prevede la possibilità di definire una quota da destinare al montepremi variabile tra il 74 e il 76 per cento della raccolta "proprio per individuare una possibile leva di attrazione per i giocatori".
Alla società Sport e Salute è destinata una quota tra l'11 e il 13 per cento della raccolta, da destinare allo svolgimento delle attività di promozione del gioco, in forme di integrazione dello stesso con attività sociali, sportive, culturali, nonché di proposte di sviluppo per la sua diffusione.
Scompare così un oggetto che è stato parte integrante della nostra storia. La mitica schedina che ha fatto sognare generazioni di italiani, tutti pronti a sognare di cambiare la vita grazie ad una vincita milionaria.
L’idea venne ad un giornalista della Gazzetta dello Sport, Massimo Della Pergola che si inventa un gioco sul calcio e la fortuna, un modo per scommettere alla buona sulle partite del campionato. La prima schedina è del 5 maggio 1946, costa 30 lire, si vince ancora con il 12, quel giorno il Genoa pareggia con il Como, il Novara batte il Legnano e a vincere è un signore di Milano, originario di Roma, un certo Emilio Biasotti, che si mette in tasca 496.826 mila lire. Il colpo da maestro è di aver puntato sulla vittoria dell'Inter contro la Juventus, con gol di Romano Penzo al 4 minuto del secondo tempo. La schedina funzionava e la gestione passò al Coni, che con quei soldi ci organizzò le meravigliose Olimpiadi di Roma.
È l'Italia che crede nei miracoli e si affida, a partire dagli anni '50, alla speranza di un 13. Un numero che ti cambia la vita e che ha davvero fatto parte della storia del Paese grazie anche a vincite miliardarie (c'erano ancora le lire) come i cinque miliardi e mezzo vinti nel 1993 a Crema. Quello fu il picco, anche delle giocate, ma già da anni era stata rimpiazzata nelle preferenze, e nei sogni milionari, degli italiani dalle bollette on line e dei centri scommesse e che per questo era diventata quasi una sconosciuta per i giovanissimi.
“Ho fatto 13…” è un sogno che ha accompagnato per molti anni gli italiani, tutti incollati davanti al televisore nel momento in cui venivano dati i risultati con relativi segni (1 se aveva vinto la squadra di casa, 2 se aveva vinto la squadra ospite, X in caso di parità), sognando di aver azzeccato tutti i pronostici per portare a casa la vittoria milionaria (ma in alcuni casi ci saremmo accontentati anche del 12).
Negli ultimi anni era stata sostituita dalle scommesse online ed era sempre più raro vedere in giro schedine del Totocalcio o irriducibili che sfidavano la fortuna cercando di azzeccare i 13 segni giusti. La scomparsa era tanto scontata quanto inevitabile. Peccato.
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2 commenti:
Parliamoci chiaro. Quando è stata l'ultima volta che avete visto una schedina? E da quanto tempo non provate a giocarla?
Il Totocalcio è morto e sepolto già da un pò di anni.
In effetti con l'arrivo delle scommesse sportive il Totocalcio è scomparso sempre di più. Io ero convinta che fosse già andato in pensione da un pò.
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