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lunedì 30 luglio 2018

QUANTO COSTA GIOCARE A CALCIO IN ITALIA?

Quanto costa giocare a calcio in Italia? Ogni anno sono tantissimi i piccoli atleti che si affacciano al mondo del calcio, sport nazionale per eccellenza che raccoglie una grande quantità di società e di addetti ai lavori. Tra i tanti aspetti del pallone, uno di quelli che fa sempre discutere è sicuramente quello legato ai costi di iscrizione degli atleti che vogliono tesserarsi presso una qualsiasi società calcistica.
Come riporta il “Fatto Quotidiano”, tra rette annuali da 600 euro, scarpini e kit che comprende tuta, divisa da gioco e giaccone si può arrivare tranquillamente a sacrificare un mese di stipendio. Per non parlare poi di tornei e campionati vari, e del prezzo che gli stessi genitori sono costretti a sostenere per poter assistere alle gare dei figli.

Per provare a capire come siano cambiate le cose negli anni, il “Fatto Quotidiano” ha chiesto a Paolo, giovane allenatore di una grossa società calcistica romana: «Venti anni fa nel settore agonistico non si pagava, le Federazioni davano più fondi. Oggi invece non solo questi fondi non ci sono, ma aumentano i costi di iscrizione ai campionati e quelli di gestione delle strutture, basti pensare che fare un campo di calcio regolamentare costa circa 130.000 euro. E nessuno aiuto viene dalla politica, né tantomeno dai Comuni, tranne rari casi e in genere sempre per l’organizzazione di manifestazioni. Così i costi si riversano sulle famiglie».
Nonostante le agevolazioni a livello fiscale, le Asd, Associazioni sportive dilettantistiche, vivono in una situazione di grande sofferenza, specie nel garantire il settore agonistico, il più costoso. Un problema è anche il ruolo del Coni, che ha annunciato fin da subito un controllo sui costi e sugli sprechi. I fondi dello Stato – 440 milioni – finiscono quasi tutti negli stipendi e poi alle 42 Federazioni. Tuttavia, alle singole società ovviamente arrivano le briciole, così oggi, dallo sport, divenuto un’opzione per soli ricchi, restano fuori i bambini poveri o a rischio povertà (1 su 3 secondo l’ultimo il rapporto di Save The Children).
«Noi abbiamo provato per due anni ad allenare gratis bambini con disagi familiari o senza soldi – ha spiegato ancora Paolo – ma alla fine, senza aiuti, ci siamo arresi. La Federazione è presente solo quando esige il pagamento del cartellino, una follia di 23 euro a bambino: consideri che solo a Roma ci sono tra i 50.000 e i 60.000 bambini iscritti, si tratta di oltre un milione di euro».
FONTE: CALCIO E FINANZA

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2 commenti:

Ciro ha detto...

Vorrà dire che i ragazzini torneranno a giocare per strada o nell'oratorio. Noi ci siamo cresciuti giocando così, non sarebbe male se si tornasse all'antico.

Anonimo ha detto...

Ho un figlio iscritto ad una scuola calcio. Vi posso garantire che le società ci marciano sopra, spesso facendo pagare più di quanto dovuto.
Bisogna essere inserito nei canali giusti anche per giocare nelle scuole calcio.