ARTICOLI RECENTI

martedì 5 giugno 2018

MA NOI NON CI SAREMO (pensieri sparsi a nove giorni dal Mondiale)

Nove giorni. Mancano nove giorni all’inizio dei Mondiali 2018. Fra nove giorni la Russia, padrona di casa, affronterà l’Arabia Saudita nella prima di 79 partite che ci accompagneranno per più di un mese.
Trentadue nazionali, otto gironi, 79 partite, 38 giorni. Questo, signori miei, è il Mondiale di calcio. Un evento fantastico ed imperdibile che si ripete ogni quattro anni come un rituale tramandato da generazione in generazione (vabbè, forse sto esagerando…). Ma noi, non ci saremo.
Dopo 60 anni il popolo italico siederà sul divano a godersi lo spettacolo più bello del mondo senza poter tifare per i colori azzurri. Adotteremo l’Islanda o magari Panama, tiferemo per l’Argentina o la Germania, ci esalteremo per un gol di Leo Messi o Cristiano Ronaldo, ci innamoreremo follemente (dal punto di vista calcistico, sia ben inteso) di un attaccante nigeriano o di un terzino coreano, ma non sarà la stessa cosa. Sarà per noi un Mondiale monco, una torta a cui manca una fetta, un automobile senza un finestrino. Ci mancherà l’Italia. Ah, e come se ci mancherà…

Sapete a novembre quando la Svezia ci precluse la possibilità di poterci giocare il Mondiale, non ci rimasi così male. Prevalse il lato razionale, logico. Siamo stati sbattuti fuori perché lo meritavamo, perché il nostro calcio è in rapido declino, perché non siamo più capaci di tirar su dei fuoriclasse. In quei giorni scrissi “Siamo fuori dal Mondiale. Meritatamente. (…). Meritatamente perché questa eliminazione prematura non è un fulmine a ciel sereno, ma l’inevitabile conseguenza di una situazione che si stava trascinando già da molto tempo. È un po’ come se uno è malato e non si cura, prima o poi peggiora gravemente. E il calcio italiano in questi ultimi anni era gravemente malato. L’ho scritto già in più di un’occasione in questi giorni. Nel 2010 siamo stati eliminati alla fase a gironi da Slovacchia e Nuova Zelanda, quattro anni fa sempre alla fase a gironi ci fece fuori la Costarica. Stavolta ci siamo fermati un passo prima, ma nella sostanza cambia ben poco.” Parole che, per intenderci, confermo anche stasera a distanza di sette mesi (ok, non vi chiederò cosa abbiamo fatto in questi mesi per invertire la rotta…).
Ma più si avvicina l’inizio dei Mondiali e più inizia a venir fuori il lato romantico. Quello che ti fa immaginare serata fantastiche con gruppi di amici e/o parenti, tutti riuniti sotto la bandiera tricolore a tifare Italia. Quello che ti fa ripensare a Italia ’90 ogni qualvolta si avvicina un nuovo Mondiale. Quello che ti fa tirare fuori dal cassettone la bandiera per poterla esporre sul balcone. Quello che ti fa emozionare ogni volta che giri per la città e vedi decine di bandiere che sventolano allegramente esposte sui balconi. Quello che ti fa rattristare perché pensi che fra nove giorni inizieranno i Mondiali e noi non ci saremo. Al gran galà del calcio mondiale noi siamo rimasti fuori. Meritatamente, scrissi sette mesi fa. Malinconicamente, direi stasera. Molto malinconicamente.

Se ti è piaciuto l’articolo ISCRIVITI AI FEED per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti !!!

4 commenti:

Nerazzurro ha detto...

Credo sia inutile piangere sul latte versato. Certo, dispiace, ma come sottolinei tu è più che meritata. Il problema semmai è che questa eliminazione non ha insegnato nulla.

Matrix ha detto...

Eliminazione meritata. Però, caspiterina, ha ragione Entius. Iniziano i Mondiali e noi non ci saremo…

Rudy ha detto...

Io la bandiera la espongo lo stesso. Come ho fatto in occasione di ogni Mondiale. Siamo italiani!!! Lo voglio urlare anche se in Russia non ci saremo.

Michele ha detto...

Venire eliminati o uscire al primo turno come successo negli ultimi due Mondiali non cambia di molto la sostanza: siamo una Nazionale mediocre.