Sesto trionfo per entrare nella storia. La Juventus vince il suo sesto scudetto consecutivo (33esimo complessivo) e scrive la storia del calcio italiano visto che nessuna altra squadra era mai riuscita a infilare un filotto così lungo (la Juve degli anni 30, il Grande Torino e l’Inter post-Calciopoli si sono fermate a 5).
Dopo aver vinto allo sprint (il primo titolo), in rimonta (un anno fa) e per distacco (le altre volte), stavolta i bianconeri l’hanno fatto con la serenità di chi si sente, ed è, più forte: prima dominando, poi controllando. E’ stato un altro successo per evidente superiorità, o se preferite per evidente inferiorità delle avversarie.
La resa della concorrenza è stata mentale, ancor prima che sul prato: «Con una Juve così, arrivare secondi è una vittoria», aveva ammesso Spalletti. Comprato il meglio dalle rivali, da Higuain a Pjanic, non poteva che finire così. Di fatto il campionato 2016-2017 era già stato assegnato sulla carta ad agosto, ci voleva solo il responso del campo che è arrivato domenica pomeriggio.
E ancora: come dimenticare il peso di una gestione societaria impeccabile, l’unica in Serie A a superare la quota dei 300 milioni di fatturato, che garantisce sul mercato acquisti da 90 milioni e stipendi da top player che nessun altro in Italia può permettersi. Per non parlare di quella superiorità mentale che solo le vittorie sanno darti, e che si traduce in sudditanza psicologica delle avversarie e anche degli arbitri (forse più degli arbitri che delle avversarie).
La vera grandezza della Juventus sta nell’ordinarietà dello straordinario. Vincere sempre contro avversari sempre diversi: Milan, Roma o Napoli non fa differenza. Rinnovarsi tanto (del primo scudetto sono rimasti appena sei giocatori: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio) per rimanere se stessi.
Il primo scudetto fu quello della rinascita con Conte, il secondo della conferma, il terzo dei record dei 102 punti. Il quarto è stato in realtà il primo di Allegri, il quinto l’apertura di un nuovo ciclo più giovane e fresco che infatti si completa ora. E così siamo arrivati al sesto, che in fondo non è altro che un piccolo tassello di un quadro più grande e più ambizioso, che dopo la Coppa Italia e lo scudetto prevede la finale di Champions League col Real Madrid. A caccia di quel Triplete che è ormai diventata un’ossessione e che, siamo sicuro e lo stiamo ripetendo da settimane, stavolta arriverà davvero.
PS: Promossi a pieni voti sul campo ma bocciati in matematica. 33, gli scudetti sono 33. Vabbè che la matematica è un’opionione ma 27+6 fa sempre 33. Questa estate tutti a ripetizioni di matematica…
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4 commenti:
Mi dispiace contraddirti ma il conteggio è esatto. Ai 33 scudetti devi aggiungere il Torneo Nazionale di Bocce del Dopolavoro Ferroviario e la Finale Nazionale di Scopone Scientifico. Tra l'altro entrambi sono tra i pochi trofei vinti onestamente dai bianconeri.
"superiorità mentale che si traduce in sudditanza psicologica delle avversarie e anche degli arbitri".
Ah ah ah ah ah Adesso si chiama Sudditanza Psicologica? Ah già, l'hanno chiamata sempre così. Anche ai tempi di Moggi.
Aldilà del conteggio, se sono 33 oppure 35, direi che è una vittoria ampiamente meritata. I bianconeri hanno dimostrato di essere i più forti e di aver conquistato uno scudetto meritato.
Collettivo, apprezzo la tua coerenza. Anche di fronte all'evidenza continui a ripetere le stesse inutili stronzate. Sii sportivo, ammettilo per una volta che la Juventus ha meritato di vincere questo scudetto sul campo. Gli errori arbitrali possono starci e hanno aiutato tanto la Juventus, quanto Roma e Napoli. Quindi...
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