CLASSE
A – Analisi e commenti sul Campionato Italiano
Tanto assurdo da non sembrare nemmeno vero. Siamo al 24 gennaio e mezza Serie A ha praticamente già finito la stagione. Sì, proprio così. Dal Torino ottavo con 30 punti fino al Pescara ultimo con 9 punti sono 12 (quindi più di mezza Serie A) le squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato. Crotone, Palermo e Pescara sono praticamente retrocesse visto che l’Empoli quart’ultimo è a 21 punti, ben 11 punti più del Crotone e del Palermo fermi a 10 punti. Di conseguenza tutte le squadre dal Torino all’Empoli (e dunque stiamo parlando, in ordine di classifica, di Bologna, Cagliari, Udinese, Chievo, Sassuolo, Genoa, Sampdoria) non hanno più nulla da chiedere a questa stagione. Già salvi dalla retrocessione, troppo distante la zona Europa per poter sperare di qualificarsi per le coppe.
Una situazione paradossale che, inevitabilmente, oltre a svuotare di interesse mezzo campionato, rischia di alimentare sospetti o, se non altro, dubbi sulla regolarità del campionato stesso. Perché è quasi normale che fra qualche giornata alcune squadre cominceranno a “scansarsi”, a giocare senza troppa foga, a lasciare spazio alle altre che puntano a qualche obiettivo.
Difficile trovare una causa sola a questa situazione. E’ un insieme di tante concatenazioni che hanno fatto scaturire quello che, ci auguriamo, sarà un evento più unico che raro. Molti hanno puntato il dito sul numero delle squadre, invocando il ritorno alle 18 squadre. Fermo restando che rimango favorevole al ritorno all’antico (vorrebbe dire quattro giornate in meno e di conseguenza anche un calendario meno intasato), non credo che la causa sia da ricercare nel numero esagerato delle partecipanti alla Serie A. Dal 2004-2005, prima stagione con 20 squadre ai nastri di partenza, abbiamo sempre assistito a campionati interessanti e combattuti, dove, soprattutto nelle retrovie, si lottava fino alla fine. Anche lo scorso anno che c’erano due esordienti come Carpi e Frosinone, il campionato è stato vivo fino alla fine.
Sicuramente il fattore principale è stato che Crotone, Palermo e Pescara non erano attrezzate per un campionato di Serie A. I rosanero sono in pieno caos già dalla scorsa stagione, il Crotone paga lo scotto di essere un’esordiente e soprattutto di non aver costruito una formazione capace di potersela giocare con le altre avversarie (e se andiamo a vedere tutti i punti persi dai pitagorici nei minuti finali delle partite ci accorgeremo come sarebbe bastato poco per avere una situazione di classifica ben diversa), stesso discorso per il Pescara di Oddo.
A questo, a mio avviso, aggiungiamo il fatto che il divario tra le big e le altre è sempre più ampio e lo si capisce anche dal fatto che siano rimaste in otto a giocarsi l’Europa con l’Atalanta che potrebbe avere un calo e la Fiorentina che deve cercare di rientrare nel gruppo e di conseguenza col serio rischio che fra qualche settimana gli orobici e i viola si possano aggiungere al nutrito elenco di formazioni che non hanno più nulla da chiedere a questa stagione.
Ecco, probabilmente il problema principale non sono le 20 squadre ma il fatto che le stesse siano divise in due tronconi: da un lato le big che allestiscono formazioni di primo ordine, dall’altro le medio-piccole che allestiscono rose con buoni giocatori.
E in mezzo stiamo noi tifosi, svuotati già a fine gennaio di molti motivi d’interesse per seguire la serie A. Vorrà dire che ci appassioneremo ad altri campionati…
Mattia
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3 commenti:
A farne le spese sarà chi deve recuperare, perché se tutti si scansano quelli davanti non faranno passi falsi e le distanze non cambieranno. Vedremo cosa succederà da qui fino a maggio.
Se non sai quale campionato seguire ti consiglio la Serie B. Sempre affascinante e combattuta fino alla fine.
Non mi pare che alcune formazioni abbiano già mollato. Il Chievo ieri sera ha vinto al 90' all'Olimpico con la Lazio, Sampdoria e Udinese oggi hanno battuto Roma e Milan, il Genoa ha ripreso la Fiorentina sul gong.
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