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giovedì 14 gennaio 2016

GARCIA-ROMA: E' FINITA. TORNA SPALLETTI

L’avventura di Rudi Garcia sulla panchina della Roma è giunta al termine. La posizione del tecnico francese era già traballante da qualche settimana, ma solo ieri la dirigenza giallorossa ha deciso di esonerarlo e di richiamare sulla panchina romanista quel Luciano Spalletti che ha lasciato ricordi positivi nella Capitale.

L’inizio era stato più che benaugurante con le storiche 10 vittorie consecutive che avevano lanciato la Roma, a cui però non hanno fatto seguito trionfi e trofei. Il bilancio dell'avventura di Garcia sulla panchina della Roma non può essere certo considerato trionfale, ma nemmeno fallimentare. Il tecnico lascia la squadra in una condizione decisamente migliore rispetto a quella trovata. Ricordiamo che prima del suo arrivo la Roma era reduce da il 7° posto di Luis Enrique ed il 6° dell'annata divisa tra Zeman e Andreazzoli e culminata con la storica sconfitta in finale di Coppa Italia con la Lazio. Garcia l’ha riportata in alto con due secondi posti consecutivi e l’accesso diretto alla Champions League. Senza dimenticare che col l’ex tecnico del Lille in panchina la Roma ha vinto più della metà delle partite disputate.
Insomma sarebbe un errore giudicare negativa l’esperienza di Garcia sulla panchina giallorossa. Purtroppo però era ormai giunta al capolinea. Lo dicono i risultati, lo dice il gioco che la sua Roma non riusciva più ad esprimere, lo dice anche il cambio di atteggiamento dello stesso allenatore in sala stampa: da un tono sfrontato e sicuro di sé, è passato ad un comportamento decisamente più posato e conciliante. Sembrano lontani i tempi delle “sviolinate” in campo, della “Chiesa al centro del villaggio”, delle polemiche dopo il famoso 3-2 allo Juventus Stadium.

Per ripartire la Roma si affida ad un grande ritorno. Quel Spalletti che guidò la Roma ad interessanti duelli con l’Inter di Mancini e che all’epoca (parliamo di qualche anno fa) riuscì a portare a casa due Coppa Italia e una Supercoppa Italiana (sempre vinte ai danni dell’Inter).
Spesso le minestre riscaldate non hanno portato i frutti sperati. Spesso, ma non sempre. Basterebbe guardare l’attuale situazione di Mancini all’Inter, oppure tornando indietro Mourinho al Chelsea, Capello al Real Madrid, Lippi alla Juventus. Insomma non sempre le minestre riscaldate si sono rivelati dei brodini insipidi. La Roma attuale potenzialmente può dare tanto. Ha una rosa competitiva e i campioni non mancano. Sta a Spalletti riuscire a trovare la quadratura del cerchio e a fare in modo di ottenere il massimo da questa squadra. L’obiettivo, almeno per questa stagione, non va oltre la qualificazione alla prossima Champions League. Difficile (ma non impossibile) immaginare una Roma che possa competere per lo scudetto. Almeno per questa stagione. Perché da giugno il tricolore diventerà un obiettivo primario. E chissà che Spalletti non riesca finalmente a centrare il titolo che gli è sfuggito in passato. Quel titolo che Garcia aveva promesso ai suoi tifosi, ma che è rimasto solo una promessa.

2 commenti:

Mattia ha detto...

Non so fino a che punto questo avvicendamento abbia un senso. Garcia stava facendo un buon lavoro e la Roma è comunque tra le prime. La qualificazione in Champions sarebbe stato capace di conquistarla anche il francese, non c'era bisogno di richiamare Spalletti.

Anonimo Romanista ha detto...

Purtroppo era una mossa inevitabile. La squadra non seguiva più i dettami di Garcia e i risultati ne risentivano. E' vero che venivamo da due stagioni eccezionali ma è anche vero che finora quest'anno la Roma non ha mai entusiasmato particolarmente.
Ho qualche perplessità sul ritorno di Spalletti. Personalmente avrei preferito un traghettatore fino a giugno e poi provare l'assalto a Conte.