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domenica 27 aprile 2014

RIGORE E' QUANDO ARBITRA FISCHIA (Addio Mister Boskov)

Non serve essere tifosi della Sampdoria per aver amato Vujadin Boskov. Uno che non si prendeva mai troppo sul serio, sempre pronto a ricordarci che in fondo il calcio è solo un gioco e come tale va preso.
Ci sono personaggi che uniscono tutti, che raccolgono consensi dei propri tifosi ma anche dei rivali. E Boskov era senza ombra di dubbio uno di quelli. Con la sua faccia bonaria, il suo inconfondibile accento, le sue frasi diventate famose e che tutti ripetono all’infinito fino a scordarne chi sia stato il primo a pronunciarle.
Vujadin Boskov se ne è andato oggi, a 82 anni, 50 dei quali passati nel mondo del calcio. Molti lo ricordano come un grande allenatore ma prima di sedersi in panchina, Boskov è stato un calciatore di tutto rispetto. Conquistò l’argento olimpico a Helsinki ‘52 con la Jugoslavia. Nel 1961-62 arrivò in Italia alla Sampdoria, con cui gioca una sola stagione, prima di migrare in Svizzera, allo Young Boys.

La sua carriera da allenatore inizia proprio in territorio elvetico anche se il primo successo è però in Olanda, con il Den Haag, con cui conquista la coppa nazionale nel 1975. La sua vita da zingaro del calcio lo porta addirittura al Real Madrid, condotto al successo nella Liga 1979-80 e in due Coppe del Re.

Arriva poi in Italia per guidare l'Ascoli in Serie B, centrando immediatamente la promozione nella massima serie. Altra epoca, in cui un allenatore precedentemente alla guida di Real Madrid decideva di mettersi in gioco nella seconda serie italiana.
Nel 1986 passa alla Sampdoria. E’ l’inizio di un grandissimo momento d’oro per i blucerchiati. Sotto la sua guida il club doriano con Vialli, Mancini, Cerezo, Lombardo, Pagliuca, Mannini, Salsano, conquista l'unico scudetto blucerchiato, la Coppa delle Coppe, una Supercoppa Italiana e due Coppa Italia. Con tanto di finale di Champions League persa contro il Barcellona.
E tra un trionfo e l’altro non faceva mancare le sue perle che strappavano un sorriso. La più celebre è quel "Rigore è quando arbitro fischia" che ogni tifoso ha almeno una volta nella sua vita ripetuto ma che in molti ignorano la provenienza. (anche se la mia preferita è "Se uomo ama donna piú di birra gelata davanti finale di Champions forse é vero amore ma non vero uomo!")
Dopo aver abbandonato la Samp, si sedette sulle complicate panchine di Roma e Napoli, prima di provare l'esperienza svizzera del Servette e tornare ancora una volta in Liguria, prima di chiudere con Perugia e la Nazionale Jugoslava.
La miglior definizione su chi era Boskov l’ha data Federico Casotti che in un suo articolo ha scritto “Vujadin Boskov non ci lascia in eredità strane alchimie tattiche o momenti che hanno rivoluzionato il calcio. Ci lascia qualcosa di ben più grande: la forza del buonsenso, del saper gestire un gruppo di campioni semplicemente facendoli stare bene tra loro – e quel Del Bosque allenato a Madrid è senza dubbio il suo erede contemporaneo – e dello stemperare polemiche e tensioni con una battuta, sempre pronta a seppellire tutto. Insomma, un’eredità che non si misura in Coppe, ma in affetto e riconoscenza. Hai detto niente.”
Addio mister Boskov.

ALCUNE PERLE DI VUJADIN BOSKOV
Se uomo ama donna piú di birra gelata davanti finale di Champions forse é vero amore ma non vero uomo!
Se slego mio cane, lui gioca meglio di Perdomo.
Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio
Io penso che per segnare bisogna tirare in porta. Poi loro sono loro, noi siamo noi.
Dopo pioggia viene sole.
No serve essere 15 in squadra se tutti in propria area.
Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello!
Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri.
Rigore è quando arbitro fischia.
Palla a noi, giochiamo noi, palla a loro, giocano loro.
Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.
La partita finisce quando arbitro fischia.
Un giocatore con due occhi deve controllare il pallone e con due il giocatore avversario.


2 commenti:

Mattia ha detto...

Un grande uomo oltre che un grande allenatore. Sapeva sdrammatizzare e ironizzare come pochi. Niente a che vedere con gli allenatori attuali sempre seri e con la polemica pronta .

Unknown ha detto...

http://campionatolazio.blogspot.it/ Oi ciao ti volevo chiedere se potevi inserirmi nella tua blogroll come io ho già fatto ;) Comunque è venuto a mancare un grande che ha fatto con la Samp un po' la storia del calcio italiano.
"Gullit è come cervo che esce di brughiera"