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lunedì 9 settembre 2013

RIGANO' E QUEL DIRITTO NEGATO DI DIVENTARE ALLENATORE

Una vicenda che avrebbe del clamoroso se non fosse che ha luogo in Italia dove tutto è possibile, anche che ti sia impedito di fare il corso per conseguire il patentino da allenatore di prima categoria perché non hai presenze nella massima serie.
Ma andiamo con ordine. Per accedere alla professione di allenatore, in Italia, non basta avere le doti del sapiente di calcio, il carattere del condottiero di uomini, non basta aver talento. Bisogna prima conquistarsi l’accesso ai corsi federali e poi sperare che qualcuno ti dia l’opportunità di tentare. Per questo secondo passaggio ci si affida al mercato (come in tutti i settori del modo del lavoro, del resto), rimane il primo passaggio. Per poter fare i corsi del centro tecnico di Coverciano, quelli che abilitano alla professione di tecnico bisogna ottenere un punteggio, determinato da alcuni parametri decisi dai vertici Figc.

Dote fondamentale per ottenere un punteggio adeguato sono le presenze da calciatore professionista nella massima serie. Non importa se da gregario, da comparsa, da accidentale coprotagonista di un’avventura calcistica. L’importante è aver giocato in Serie A.

Ed ecco che Christian Riganò, che tutti ricorderanno come protagonista di una favola calcistica italiana che da muratore liparota lo vide primeggiare nella doppia promozione viola, quella della C2 e quella della B, non potrà avere la possibilità di guidare un gruppo di ragazzotti in pantaloncini e calzettoni.
Non stiamo parlando della possibilità di allenare. Per quello spetta a lui sapersi imporre e conquistare la fiducia di in presidente che decida di affidargli una squadra. Ma la possibilità di fare un corso per diventare allenatore, di apprendere, di imparare per poi misurarsi col mondo e col mercato. Un po’ come se ad un ragazzo di 20 anni gli sia negata la possibilità di iscriversi alla facoltà di medicina perché non è stato ricoverato in ospedale per un tempo sufficiente.
"Nel paese d’Italia, nella sua federazione calcistica, pare non sia data ad un uomo come Christian Riganò, la possibilità di misurarsi in un’altra grande sfida sportiva e professionale. Non è data a colui che ha vinto la grande sfida sportiva e professionale di riportare una gloriosa squadra come la Fiorentina dagli ingiusti oblii della C2 alla serie A. Nel paese della federazione che una decina d’anni fa concesse al delfino di qualche potente d’allora – un Roberto Mancini che, va detto, ha poi ampiamente ripagato la fiducia – di allenare con deroga e senza patentino una Fiorentina maledetta. Nel paese della federazione al cui corso di allenatori due mesi fa è clamorosamente bocciato Andrea Stramaccioni che pure ha già allenato in serie A solo perché un ricco e potente presidente voleva togliersi lo sfizio di affidargli la panchina dell’Inter.
Nella federazione di questo paese Christian Riganò non può, per ora, accedere alle lezioni del corso di Coverciano. Perché non risponde pienamente ai parametri. Parametri che di una persona ignorano i meriti. Il cervello. Il cuore. E le palle." (squer.it).

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5 commenti:

Stefano ha detto...

Credo che ci sia ben poco da aggiungere. Rimango senza parole...

Ciaskito ha detto...

Scusate ma dove lo vedete tutto questo clamore? E' forse una novità che in Italia vai avanti solo se hai santi in Paradiso? Quanti ragazzi non sono stati ammessi a questa piuttosto che a quella facoltà perché non avevano la giusta raccomandazione?
La questione dei parametri è solo una scusa. Stramaccioni non aveva mica presenze in Serie A.

il barte ha detto...

ciaskito.....vedi è proprio la rassegnazione che tu dimostri nel tuo commento che non permetterà mai di sradicare queste usanze tipiche italiote!
non è una critica a te sia chiaro, è invece una triste constatazione di quanto ormai NOI italiani siamo abituati a stare a pecora!!
ma in tutti i settori della vita. subiamo tutto passivamente senza dire nulla.
ormai GLI ALTRI, quelli ricchi e potenti, hanno capito che possono fare di tutto e di più!

Simone ha detto...

Non sono daccordo con l'articolo. C'é una graduatoria e ne va preso atto. Punto. Se Riganò non ha i requisiti adatti che ci possiamo fare? Nell'articolo si critica l'atteggiamento nei confronti di Mancini e Stramaccioni ma alla fine si chiede la stessa cosa: un escamotage per saltare la fila.

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Se ho ben capito la questione per accedere ai corsi di Coverciano c'è una graduatoria da rispettare, anche perchè immagino che ci sia la fila per entrarvi perlopiù formata da ex giocatori che hanno appeso le scarpe al chiodo e di certo ci sono più potenziali allenatori che squadre disponibili ad assumerli...
Probabilmente lo stesso Riganò è a conoscenza di tutto ciò e lo stesso Riganò probabilmente in graduatoria sarà davanti a qualcun altro che manco è stato un giocatore professionista...
Insomma, per una volta non mi sembra che ci sia da gridare allo scandalo...ciao!