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giovedì 30 maggio 2013

VERONA, L'INCUBO E' FINITO. 11 ANNI DOPO E' DI NUOVO SERIE A

LATO B Appunti sulla Serie Cadetta
Undici anni dopo è di nuovo Serie A. Al termine di una stagione sempre ai vertici della classifica, in cui non ha mai abbassato la guardia e superato quei pochi momenti difficili con le doti di una squadra costruita per vincere, il Verona ritorna nella massima serie.
Un rullo compressore, la formazione allenata da Andrea Mandorlini che ha indossato i panni della schiacciasassi in un Bentegodi divenuto autentico fortino violato solo da Vicenza e Padova e nel quale gli scaligeri hanno costruito i propri successi.
La società ha consegnato nelle mani del tecnico una Ferrari per il campionato cadetto: campagna acquisti di alto profilo, la precisa scelta di puntare su elementi provenienti dal palcoscenico della A in cerca di rilancio ma allo stesso tempo cultori della B.
Tra questi vi è senza dubbio Daniele Cacia, bomber rinato nella città di Romeo e Giulietta a suon di goal e giocate di talento. Quello dimostrato spesso e volentieri, ma poco accompagnato da continuità di rendimento e integrità fisica: fattori che lo hanno costretto a ripartire da giù, ma probabilmente i 24 sigilli stagionali rendono ancor più bello il riscatto dell'attaccante autentico trascinatore nella cavalcata dell'Hellas verso la A.
Ma non vanno dimenticati i vari Agostini e Sgrigna, arrivati a gennaio ma in grado di aumentare la qualità della rosa, un Jorginho sempre più padrone del centrocampo e già nel mirino di club importanti, oppure Halfredsson e Juanito Gomez garanzia di rendimento. E quel Martinho riscopertosi adatto al calcio italiano dopo un primo impatto sottotono.
Dai singoli ai numeri di un gruppo in grado di concludere l'annata con la difesa meno battuta del campionato: 32 i goal incassati dall'Hellas, nettamente meglio delle eterne concorrenti Sassuolo e Livorno. Meno prolificità delle rivali in zona offensiva, ma restano comunque 67 reti come bottino di ottima fattura per pensare alla promozione.
L'avvento di Maurizio Setti al timone del club veronese (dopo che Giovanni Martinelli dal 2009 lo ha rilanciato) ha dato ulteriore slancio alle ambizioni di una piazza affamata di grande calcio e intenzionata a voler tornare a respirare quanto prima l'atmosfera dei palcoscenici che contano: è stata proprio questa la ricetta per cancellare la delusione legata all'uscita di scena nella semifinale playoff dello scorso anno contro il Varese, dopo essere andati vicini al salto di categoria.
I fantasmi del passato, invece, ora sono stati ampiamente seppelliti grazie a una rivincita sportiva che consentirà agli scaligeri di rientrare nel giro che conta dopo un'assenza marcata 2001/2002.
Il difficile viene adesso, visto che il progetto societario dovrà consentire un consolidamento del club in A spazzando via i timori di una rapida ridiscesa in cadetteria. Magari proprio sulla scia di quanto costruito nelle recenti annate, puntando su calciatori affidabili e di spessore.
Nella mente dei tifosi gialloblù è ancora vivo l'incubo vissuto 11 stagioni fa, quando un girone d'andata strabiliante venne clamorosamente demolito da un finale di campionato disastroso che portò la squadra a sprofondare nel baratro della retrocessione.
Ma pensare alla prossima stagione è ancora prematuro. Adesso è giusto godersi il meritato ritorno ad alti livelli e a quella Serie A che da queste parti è mancata tanto.

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2 commenti:

Pakos ha detto...

L'altro giorno si faceva il discorso sull'organico del Sassuolo che necessita di qualche innesto per essere competitivo in Serie A. Ecco quello del Verona mi sembra ben assortito e già competitivo per disputare un campionato nella massima serie.

Entius ha detto...

Sì, forse rispetto al Sassuolo la squadra scaligera ha un'organico più completo ma qualche innesto non guasta mai...