“L’Inter è l’unica tra le grandi sulla quale gli arbitri si permettono di fare certi esperimenti. Sono errori, certo, ma con gli interisti gli arbitri hanno una libertà che con le altre grandi non hanno.” (Paolo Condò – Gazzetta dello Sport)
“Chi non ha fiducia nelle componenti federali non può fare calcio''. (Marcello Nicchi – Presidente dell’Aia)
"Ci sono degli errori, a volte accadono in momenti complessi della vita di una squadra. Questi errori dispiacciono in primis al mondo arbitrale e alla federazione" (Giancarlo Abete – Presidente Figc).
Vorrei partire da queste tre frasi perché danno sicuramente una lettura diversa della vicenda che sta tenendo banco in questi giorni. Inutile sottolineare come ritengo estremamente veritiera l’affermazione del giornalista della Gazzetta. Una netta presa di posizione che però trovo riduttiva. Non sono solo gli arbitri ad avere una libertà che con altre grandi non hanno ma anche alcuni dirigenti. E le affermazioni di Nicchi e Abete lo confermano. Scusate, ho scarsa memoria, ma non mi pare che dopo il famoso gol contestato di Muntari, il signor Nicchi abbia rivolto una frase di questo tenore all’amministratore delegato rossonero Galliani.
E mi pare di ricordare che non l’abbia fatto nemmeno quando sempre il signor Galliani dichiarò che questo campionato era falsato (ovviamente prima di abbonarsi al rigore ogni domenica). Quindi gli altri possono protestare e contestare gli arbitri, Moratti deve invece stare in silenzio. E se non gli sta bene può anche andarsene via.
Situazione che, in fondo, il nostro Presidente si è meritato con il suo atteggiamento passivo. L’ho già scritto ieri sera, che senso ha tacere per 5 mesi davanti ai numerosi torti arbitrali e poi d’improvviso svegliarsi e spararla grossa?
Vado a memoria ma mi pare di ricordare che Moratti si lamentò in modo vibrante dopo il rigore negato contro il Cagliari. Poi il nulla. Dov’era Moratti quando contro la Lazio non fu visto un rigore evidentissimo su Ranocchia e Milito fu fermato in un azione di 3 contro 1 per un fallo che non commise? Cosa sta facendo Moratti quando a Udine dopo pochi minuti Domizzi atterrò Palacio e non ci fu concesso il rigore con espulsione per fallo da ultimo uomo? Dov’era Moratti quando a Roma contro la Roma fu dato un rigore generoso ai padroni di casa? E sabato scorso il nostro caro Presidente non ha forse visto il fallo da rigore su Cassano? Perché in quelle occasioni se ne è stato zitto? Perché non ha alzato la voce? Perché non ha preteso rispetto?
Le parole di domenica sera sono perfettamente inutili. Non servono più, non ora che la stagione è ormai compromessa e che il terzo posto è diventato un’utopia.
Mi auguro che sia d’insegnamento per il futuro. Spero che finalmente il nostro Presidente si renda conto che una società forte non può prescindere dal fatto di avere un dirigente capace di far valere i diritti della propria squadra. Ci servirebbe uno “alla Mourinho”, che dica pane al pane e vino al vino, senza mezzi termini (ah, caro Mou, come ci saresti servito in questa tribolata stagione…). Quello che non stanno facendo né Branca, né Fassone. Il nostro Direttore Sportivo che è stato molto bravo ad aprire bocca per sparare cazzate e far scattare la scintilla nella nota vicenda di Snejder, perché non ha fatto lo stesso di fronte ai tanti episodi arbitrali ai nostri danni? Perché non è andato davanti ai microfoni e ha fatto valere le ragioni della propria società?
Ok l’allenatore in gamba, va bene la rosa competitiva, indispensabile un bomber da 20 reti a stagione, ma senza una società e una dirigenza forte non si va da nessuna parte. “Non siamo mica la Juventus o il Milan”, ho scritto ieri sera. Però sotto questo punto di vista (e solo sotto questo punto di vista) prendiamo esempio da loro. Una squadra forte non può prescindere da una dirigenza forte. Le partite si vincono tanto sul campo quando nella stanza dei bottoni. Sempre.
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3 commenti:
Abbiamo lasciato che fosse uno showman a prendere le nostre difese...
Poi non meravigliamoci se ci ridono dietro e ci prendono per i fondelli...
Chi é causa del suo mal... Se una cosa del genere fosse successa a Juventus o Milan sarebbe diventato un caso di Stato e avrebbe superato per importanza la guerra tra le due Coree.
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