E alla fine rimane la rabbia. La rabbia per quella torsione innaturale, per il nostro Principe che cade a terra, per quel maledetto ginocchio che fa crack.
Rimane la rabbia perché non sai nemmeno con chi prendertela. Colpa del terreno? Colpa del freddo? Colpa di Stramaccioni che lo ho fatto giocare? Come se il nostro mister poteva sapere che Diego si sarebbe fatto male…
Rimane la rabbia perché avevamo bisogno di Milito. Lui in questa rosa è l’unico insostituibile, là davanti rappresenta un elemento imprescindibile, il fulcro su cui gira tutta la squadra. Con i suoi gol, con i suoi movimenti, con le sue giocate, è una spina nel fianco delle difese avversarie. Il giocatore capace di far cambiare volto ad una partita.
Rimane la rabbia perché un infortunio del genere a 34 anni potrebbe voler dire chiudere qui a carriera e noi che l’abbiamo amato e idolatrato come si fa con un campione che ti ha fatto sognare non riusciamo ad accettare il fatto che la carriera del Principe del Bernal finisca così, con un infortunio dopo 7 minuti in una fredda serata di metà febbraio mentre affrontavamo una squadra rumena.
Rimane la rabbia perché pensi a quella sera di Roma, a quel pomeriggio di Siena, a quella indimenticabile notte di Madrid quando i suoi gol ci lanciarono verso un’indimenticabile Tripletta. Pensi a tutte le volte che l’ha buttata dentro, a quel gol col Chelsea dopo 3 minuti, alla tripletta nel derby nel maggio scorso, alla doppietta allo Juventus Stadium a novembre. E pensi che questa fantastica storia non può e non deve finire così.
Rimane la rabbia perché ora che avevamo ritrovato il bandolo della matassa siamo costretti a reinventarci tutto. Con un altro modulo, con altre idee. Forse addirittura andando a pescare tra i giocatori svincolati (Baros, Leto, Carew, Charisteas o addirittura Van Nistelrooy, ritiratosi a giugno o Crespo ritiratosi a febbraio dello scorso anno) il che vorrebbe dire un’alta probabilità di ripetere un Rocchi-bis.
Rimane la rabbia. E la voglia di rivederlo in campo. Fra sei mesi o fra un anno non importa. Diego ti rivogliamo vedere lì in mezzo al campo con la maglia nerazzurra numero 22 sulle spalle. Vogliamo vederti lottare su ogni pallone, vogliamo vederti buttarla ancora dentro, vogliamo vedere le tue braccia alzate per la gioia. Diego, ti aspettiamo. Torna presto.
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2 commenti:
Ecco cosa succede ad affidarsi a bomber ormai logori e a pensare di sostituirli con attaccanti più vecchi.
Milito nonè eterno, questo è ovvio per tutti ma non per la dirigenza nerazzurra. L'Inter aveva Longo e Livaja, ma ha preferito mandarli in prestito e affidarsi al 36enne Rocchi.
Daccordo sulla pessima gestione dei nostri ragazzi e sulla ricerca del vice-Milito. Ma un'infortunio come questo poteva capitare a chiunque, non c'entra nulla il fatto che il Principe abbia 34 anni.
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