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lunedì 10 settembre 2012

IL CALCIO EUROPEO VITTIMA DELL'INVASIONE DEGLI SCEICCHI

Hanno speso più di 400 milioni di euro in Europa e hanno proprietà calcistiche di primo livello nei maggiori campionati del Vecchio Continente. 
Sono i nuovi ricchi del calcio, gli sceicchi che stanno saccheggiando le rose dei top club europei (e non solo) per ingaggiare i migliori giocatori del momento. A suon di soldi e milioni improponibili per la maggior parte dei classici proprietari. Un’onda lunga che sta invadendo l’Europa e che ne destabilizza i parametri di compravendita, inquinando un mercato dettando tempi, nomi e soprattutto prezzi.
I club, non solo italiani, hanno dovuto fare scelte economiche ben precise che cavalcano parametri ferrei, pena l’esclusione dalle Coppe e ammende economiche per bilanci in passivo. Una morigeratezza cui hanno applaudito tutti, dai diretti interessati ai tifosi a chi del calcio non interessa nulla: si era arrivati a cifre troppo alte, ingaggi e spese fuori da ogni logica con le società calcistiche tenute in piedi da virtuosismi finanziari ai limiti della decenza.

In Italia la situazione è ben nota con Inter e Milan in primis che hanno stretto la cintura; in Bundesliga il rigore economico è attivo da quel 2006 in cui la Germania ospitò i Mondiali che si trasformarono in un ponte perfetto per la ricostruzione di un sistema calcistico oggi vincente e virtuoso; in Spagna la crisi è appena iniziata con la Liga sommersa da oltre 5 milioni di euro di debiti nei confronti dello Stato e delle banche.
Insomma, un disastro quasi totale dal quale emergono gli sceicchi con milioni di contanti in mano e il serio rischio di rimescolare le carte.
E’ capitato già alcuni anni fa con gli investimenti dei magnati della ex Russia, trovatisi improvvisamente pieni di soldi e incapaci di decidere dove investirli. Così, all’inizio del 2000 si era assistito all’assalto alla diligenza del calcio dai milionari dell’Est il cui simbolo principale è rappresentato dall’attuale padrone del Chelsea, Roman Abramovich che a Londra ha costruito un impero più a suon di soldi che di idee.
Russi investitori che sono entrati nel calcio europeo investendo o provando a investire nelle società del Vecchio Continente in difficoltà, a volte riuscendoci altre volte fallendo clamorosamente.
Ma da quei probabili investimenti, si è passati ad un nulla di fatto con gli stessi ricchi investitori russi a cambiare rotta e ad investire in patria: l’Anzhi con Eto’o, lo Zenit di Spalletti, la Nazionale Russa in mano a Capello sono tutti esempi di un impero che dopo aver sondato le terre vicine, si appresta a rinforzarsi dall’interno per sferrare al momento opportuno l’attacco decisivo.
Adesso è il momento degli sceicchi, imprenditori e proprietari del City, del PSG e prime sponsor ufficiali di altri top-club (il Milan ne sa qualcosa). Ma durerà poco, lasciando il calcio europeo più povero di prima. Il Fair Play Finanziario voluto da Le Roi Platini sancisce una regola ben precisa: investimenti proporzionali e mai superiori ai ricavi.
Un teorema che tra gli arabi milionari stenta semplicemente ad essere pronunciato. L’UEFA ha segnato la strada da percorrere.
Tolleranza zero, anche con chi professa fondi economici infiniti. Almeno sulla carta. Ma se davanti all’aut-aut di Platini gli sceicchi abbandonassero i loro poderi calcistici europei per investire in patria? Il calcio si ritroverebbe conquistato, depredato ed abbandonato. Uno scenario apocalittico, da Terzo Mondo del pallone (chiedere al Malaga, sedotto e abbandonato dagli sceicchi).
Uno scenario che si poteva (e forse si può ancora) evitare. E che per una volta ci vedrà spettatori disinteressati se gli sceicchi non supereranno i confini italici.

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2 commenti:

Mattia ha detto...

Non oso pensare cosa sucederà a City e Psg quando gli sceicchi andranno via.
Si dovrebbe dare un freno ora. Inutile piangere sul latte versato quando accadrà.

Ciaskito ha detto...

Non dimenticate che il figlio di Platini lavora per la società che è a capo del Psg.
Un conflitto d'interessi che gli impedirà di fare qualcosa.