L’ho già scritto ieri sera e lo confermo anche ora. Ci speravamo tanto ma ci credevamo poco. Non era una partita facile questo derby. I rossoneri sono più squadra, Ibrahimovic e Boateng sono capaci di fare la differenza e poi c’era la variante arbitrale. Insomma questo derby sembrava una scomoda matassa da sbrogliare. E Ranieri l’ha sbrogliata. Si è presentato con un’Inter chiusa, stretta nella propria area. Un atteggiamento tattico improntato su difesa e contropiede che fa storcere il naso agli esteti del bel calcio.
FONTE: Inter.it |
Lucio e Samuel si sono piazzati a guardia della difesa respingendo tutti gli attacchi e mettendo Ibrahimovic e Pato in condizione di non nuocere. Boateng ha vagato nel vuoto e alla fine i rossoneri si sono dovuti arrendere alla concretezza dei cugini, bravi a sfruttare una delle pochissime occasioni che gli sono capitate.
In realtà la partita avrebbe potuto prendere un’altra piega già dopo cinque minuti se Copelli non avesse sbandierato il fuorigioco sul colpo di testa di Motta che si è infilato in rete. Fuorigioco che non c’era e gol annullato che poteva costarci caro. Ma siamo comunque venuti a capo del derby. Magari soffrendo più del dovuto ma ben felici di portare a casa questa vittoria.
Una vittoria preziosa, che ci avvicina sempre più a quel terzo posto che vuol dire Champions League. Stiamo qui a parlare di Champions League, addirittura qualcuno più ottimista pronuncia la parola che fa rima con “te-lo-avevo-detto”. Pensare che due mesi fa eravamo lì in fondo, ad un passo dalla zona retrocessione, a sperare in un paio di vittorie consecutive che ci potessero risollevare da quella scomoda posizione. Ora le vittorie consecutive sono diventate sei e l’area che respiriamo è tutt’altra.
Stiamo ritornando ad essere l’Inter del Triplete. Lucio e Samuel sono muri invalicabili, Milito ha ritrovato lo smalto in zona gol (il sigillo di ieri sera è un tipico gol alla Milito), Maicon è un’arma in più sulla fascia, Zanetti è un highlander che se ne frega degli anni che passano, Cambiasso e Thiago Motta lì in mezzo hanno riscoperto quantità e qualità. Manca la luce di Sneijder ma a quanto pare abbiamo imparato a farne a meno (un buon segno in prospettiva futura visto che l’olandese è dato come sicuro partente a giugno).
Non siamo belli da vedere come il Barcellona, non segniamo tantissimo, non facciamo calcio spettacolo. Siamo una squadra anni ’60 tutta catenaccio e vittorie di misura. Ma bisogna fare di necessità virtù e in questo, non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, bisogna rendere merito a Ranieri. Ha preso una squadra a pezzi, distrutta, l’ha ricomposta pezzo dopo pezzo come un puzzle e le ha restituito gioco, dignità, mentalità, forza di gruppo.
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I giocatori che hanno vinto il derby giocando una partita da gladiatori sono gli stessi che a settembre sembravano ormai ex calciatori sul viale del tramonto. Ricordate come Zanetti e Cambiasso corressero a fatica lì in mezzo? Ricordate come Milito non ne azzeccasse una? Ricordate con che facilità i nostri difensori venivamo infilati dagli attaccanti avversari? E ora guardatevi questa Inter e trovatemi un artefice di questa metamorfosi che non sia Ranieri.
Magari non lotteremo al vertice, ma sono sicuro che faremo un campionato da protagonisti e che a fine anno raccoglieremo i frutti di una stagione comune positiva.
Ora sarà importante non montarsi la testa e continuare a sgobbare partita dopo partita senza farci tentare da sirene verde-bianco-rosse. Guardiamo alla prossima partita, solo a quella e a nient’altro. C’è la Lazio domenica sera, no anzi, c’è prima la Coppa Italia giovedì. Non bisogna trascurare nulla, tanto meno la coppa nazionale di cui siamo detentori. Guardiamo avanti. E finalmente lo possiamo fare con fiducia, con la consapevolezza che possiamo portare a casa la vittoria e non con il terrore di assistere ad un altro disastro. Ah, che avventura affascinante essere tifosi nerazzurri…
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2 commenti:
Non c'è derby senza sofferenza e i derby vinti soffrendo sono i più belli. L'Inter è tornata, adesso sono c...i vostri.
Prendere l'Inter nello stato in cui era a settembre e portarla a lottare per le prime posizioni non era semplice.
Ranieri è un bravissimo allenatore e la sua carriera parla per lui. Gli manca solo di vincere uno scudetto. E se quest'anno fosse l'anno buono?
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