Dieci anni fa in un malinconico mercoledì di dicembre ci lasciava l’avvocato Peppino Prisco. E’ incredibile come il tempo non abbia scolorito il suo ricordo. Anzi il Grande Peppino è sempre vivo nei nostri cuori, come se fosse morto ieri.
Sabato scorso avrebbe compiuto 90 anni. L’Inter gli ha “regalato” una vittoria. Come gli regalò una vittoria quella sua ultima domenica nerazzurra. L’Inter era di scena a Brescia, vinse 3-1 ma soprattutto ci fu il ritorno al gol di Ronaldo, giocatore che lui amava tantissimo. Tre giorni dopo se ne andò. E ci scommetto che se ne andò felice.
Ci manca Peppino, ci mancano le sue battute, i suoi sfottò, la sua ironia pungente. Chissà cosa avrebbe detto dei tanti ricorsi della Juventus, chissà come avrebbe punzecchiato la dirigenza juventina. Sarebbe stato bello se fra due giorni, al famigerato tavolo della pace, si fosse seduto lui e non Moratti.
Ieri ricordavamo con alcuni amici le sue tante battute su juventini e milanisti. Ad una convention di Inter club si alzò e chiese alla platea di alzarsi perché c’è una commemorazione da fare e, quando tutti erano in piedi col suo sorriso beffardo disse “Bene, ora che siamo tutti in piedi, chi non salta è milanista!” e si mise a saltare.
A chi, per questioni anagrafiche, non ha avuto la fortuna di conoscerlo suggerisco di vedere video di “C’è solo l’Inter” che inizia con Prisco che, rivolgendosi al giornalista che lo intervista, dice “Qualcuno, qualche suo collega mi ha detto: ‘Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter’. Non è esatto, io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter.”
Ecco Peppino Prisco era semplicemente questo. Un inguaribile malato di Inter. Un manifesto vivente del puro e sano interismo. E se dopo 10 anni tutti gli interisti, dal primo all’ultimo, lo ricordano e lo rimpiangono non è una pura casualità.
Ciao Peppino, ti abbiamo mai detto che ci manchi?
Sabato scorso avrebbe compiuto 90 anni. L’Inter gli ha “regalato” una vittoria. Come gli regalò una vittoria quella sua ultima domenica nerazzurra. L’Inter era di scena a Brescia, vinse 3-1 ma soprattutto ci fu il ritorno al gol di Ronaldo, giocatore che lui amava tantissimo. Tre giorni dopo se ne andò. E ci scommetto che se ne andò felice.
Ci manca Peppino, ci mancano le sue battute, i suoi sfottò, la sua ironia pungente. Chissà cosa avrebbe detto dei tanti ricorsi della Juventus, chissà come avrebbe punzecchiato la dirigenza juventina. Sarebbe stato bello se fra due giorni, al famigerato tavolo della pace, si fosse seduto lui e non Moratti.
Ieri ricordavamo con alcuni amici le sue tante battute su juventini e milanisti. Ad una convention di Inter club si alzò e chiese alla platea di alzarsi perché c’è una commemorazione da fare e, quando tutti erano in piedi col suo sorriso beffardo disse “Bene, ora che siamo tutti in piedi, chi non salta è milanista!” e si mise a saltare.
A chi, per questioni anagrafiche, non ha avuto la fortuna di conoscerlo suggerisco di vedere video di “C’è solo l’Inter” che inizia con Prisco che, rivolgendosi al giornalista che lo intervista, dice “Qualcuno, qualche suo collega mi ha detto: ‘Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter’. Non è esatto, io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter.”
Ecco Peppino Prisco era semplicemente questo. Un inguaribile malato di Inter. Un manifesto vivente del puro e sano interismo. E se dopo 10 anni tutti gli interisti, dal primo all’ultimo, lo ricordano e lo rimpiangono non è una pura casualità.
Ciao Peppino, ti abbiamo mai detto che ci manchi?
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1 commento:
Ciao Peppino, rimarrai per sempre il più grande tifoso nerazzurro.
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