Catania poteva e doveva rappresentare un nuovo inizio. L’inizio della riscossa, l’inizio della risalita, chissà magari anche l’inizio di una nuova stagione, un po’ come avvenne con l’arrivo di Leonardo lo scorso anno.
Invece Catania rappresenta il capolinea. E’ da agosto che arrivavano segnali preoccupanti in tal senso ma noi, accecati dalla nostra passione nerazzurra, abbiamo fatto finta di non vedere. Di non vedere che una società spendeva i soldi senza logica ricoprendoci di giocatori non indispensabili, di non vedere di avere un centrocampo fatto di giocatori ormai in declino, di non vedere che il ricambio generazionale non era avvenuto, di non vedere che il problema non era semplicemente di moduli e allenatori incapaci, di non vedere che a sto giro la classe arbitrale fa sul serio e farà di tutto per farci affondare.
Sei partite (sette considerando anche la Supercoppa), sei arbitri, sei partite con decisioni discutibili. Alcune gravi, altri un po’ meno (oggettivamente ieri sera a velocità normale non era facile vedere il tuffo di Bergessio). E’ chiaro a tutti (tranne Moratti) che c’è puzza di bruciato e che la linea che divide la casualità dalla premeditazione è molto molto sottile. Far sentire la nostra voce diventa sempre più indispensabile, invece di continuare a inchinarci a novanta gradi e cospargerci le terga di vaselina (perdonatemi la metafora molto volgare ma dovevo rendere l’idea).
Stamattina leggendo questo sondaggio della Gazzetta dello Sport mi è scappato un sorriso. Come possiamo pensare di poter lottare per lo scudetto? Credo che sia utopistico anche nutrire speranze di qualificazione alla prossima Champions League o alla prossima Europa League. Come già sostenevo ieri sera quest’Inter lotterà per la salvezza, se vogliamo essere ottimistici possiamo sperare in un tranquillo campionato di metà classifica come un Parma qualsiasi (arbitri, permettendo).
E’ questa la realtà attuale. La squadra non gira più. Il centrocampo fatto da Zanetti, Cambiasso e Stankovic non è più affidabile per 90 minuti, dopo 50-60 minuti va in tilt, soffre gli attacchi avversari, è come una barca in balia della tempesta. E le alternative sono Thiago Motta e Muntari (che dovevamo cedere…). La difesa, lasciata da sola, fa acqua da tutte le parti. Anche perché sia Lucio che Samuel non sono più quel muro invalicabile di due stagioni fa, Nagatomo è in preoccupante involuzione, meglio Chivu se non facesse qualche volta degli errori imperdonabili. L’attacco si poggia su Pazzini e molte speranze. Speranze che Milito e Forlan ritrovino la forma perduta, speranze che Zarate faccia il salto di qualità, speranze che prima o poi toccherà a Castaignos. A questo punto potremmo anche rivalutare il prestito di Eto’o. E state pur certo che una dirigenza attenta e intelligente come la nostra non si lascerà sfuggire un simile ingaggio.
Del resto Moratti, Branca e soci non ci hanno certo fatto mancare colpi di mercato d’indubbia intelligenza. Come Alvarez (preso per fare il terzo trequartista della rosa), come Jonathan (ma c’erano Maicon, Santon e avremmo anche potuto lanciare Faraoni), come Forlan (attaccante trentaduenne non schierabile in Europa, praticamente un affarone), come Zarate (una sorta di Pandev in salsa argentina) come Poli (venuto all’Inter solo per usufruire della nostra assistenza medica).
Ma comunque non mi preoccuperei più di tanto. A gennaio faremo un paio di colloqui con Capozucca, ci rifilerà Kucka e qualcun altro (Birsa o magari Veloso o Jorquera) in cambio dei soliti 20-30 milioncini più qualche comproprietà (di qualche giovane interessante, non possiamo rifilargli un bidone, loro non sono mica l’Inter) e tutti più contenti (soprattutto le casse di Preziosi).
Essere tifosi dell’Inter non è semplice. Ma noi ne siamo consapevoli e abbiamo accettato questa situazione. Altrimenti avremmo scelto una Juventus o un Milan. O no?
Invece Catania rappresenta il capolinea. E’ da agosto che arrivavano segnali preoccupanti in tal senso ma noi, accecati dalla nostra passione nerazzurra, abbiamo fatto finta di non vedere. Di non vedere che una società spendeva i soldi senza logica ricoprendoci di giocatori non indispensabili, di non vedere di avere un centrocampo fatto di giocatori ormai in declino, di non vedere che il ricambio generazionale non era avvenuto, di non vedere che il problema non era semplicemente di moduli e allenatori incapaci, di non vedere che a sto giro la classe arbitrale fa sul serio e farà di tutto per farci affondare.
Sei partite (sette considerando anche la Supercoppa), sei arbitri, sei partite con decisioni discutibili. Alcune gravi, altri un po’ meno (oggettivamente ieri sera a velocità normale non era facile vedere il tuffo di Bergessio). E’ chiaro a tutti (tranne Moratti) che c’è puzza di bruciato e che la linea che divide la casualità dalla premeditazione è molto molto sottile. Far sentire la nostra voce diventa sempre più indispensabile, invece di continuare a inchinarci a novanta gradi e cospargerci le terga di vaselina (perdonatemi la metafora molto volgare ma dovevo rendere l’idea).
Stamattina leggendo questo sondaggio della Gazzetta dello Sport mi è scappato un sorriso. Come possiamo pensare di poter lottare per lo scudetto? Credo che sia utopistico anche nutrire speranze di qualificazione alla prossima Champions League o alla prossima Europa League. Come già sostenevo ieri sera quest’Inter lotterà per la salvezza, se vogliamo essere ottimistici possiamo sperare in un tranquillo campionato di metà classifica come un Parma qualsiasi (arbitri, permettendo).
E’ questa la realtà attuale. La squadra non gira più. Il centrocampo fatto da Zanetti, Cambiasso e Stankovic non è più affidabile per 90 minuti, dopo 50-60 minuti va in tilt, soffre gli attacchi avversari, è come una barca in balia della tempesta. E le alternative sono Thiago Motta e Muntari (che dovevamo cedere…). La difesa, lasciata da sola, fa acqua da tutte le parti. Anche perché sia Lucio che Samuel non sono più quel muro invalicabile di due stagioni fa, Nagatomo è in preoccupante involuzione, meglio Chivu se non facesse qualche volta degli errori imperdonabili. L’attacco si poggia su Pazzini e molte speranze. Speranze che Milito e Forlan ritrovino la forma perduta, speranze che Zarate faccia il salto di qualità, speranze che prima o poi toccherà a Castaignos. A questo punto potremmo anche rivalutare il prestito di Eto’o. E state pur certo che una dirigenza attenta e intelligente come la nostra non si lascerà sfuggire un simile ingaggio.
Del resto Moratti, Branca e soci non ci hanno certo fatto mancare colpi di mercato d’indubbia intelligenza. Come Alvarez (preso per fare il terzo trequartista della rosa), come Jonathan (ma c’erano Maicon, Santon e avremmo anche potuto lanciare Faraoni), come Forlan (attaccante trentaduenne non schierabile in Europa, praticamente un affarone), come Zarate (una sorta di Pandev in salsa argentina) come Poli (venuto all’Inter solo per usufruire della nostra assistenza medica).
Ma comunque non mi preoccuperei più di tanto. A gennaio faremo un paio di colloqui con Capozucca, ci rifilerà Kucka e qualcun altro (Birsa o magari Veloso o Jorquera) in cambio dei soliti 20-30 milioncini più qualche comproprietà (di qualche giovane interessante, non possiamo rifilargli un bidone, loro non sono mica l’Inter) e tutti più contenti (soprattutto le casse di Preziosi).
Essere tifosi dell’Inter non è semplice. Ma noi ne siamo consapevoli e abbiamo accettato questa situazione. Altrimenti avremmo scelto una Juventus o un Milan. O no?
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5 commenti:
Situazione nera e senza fine.
Mi sembra che la tua analisi sia un tantino eccessiva ma purtroppo per molti aspetti devo darti ragione. Dagli arbitraggi che ci colpiscono in modo sistematico alla rosa orma logora e bisognosa di rinnovamento.
E sulla dirigenza stendiamo un velo pietoso. Da quel 22 maggio non ne hanno azzeccato una...
“Elongazione al comparto mediale dei flessori della gamba destra. Questo l’esito degli accertamenti strumentali ai quali, stamane, Walter Samuel è stato sottoposto”.
Due settimane. Chi sarà il prossimo infortunato?
Io non penserei già alla retrocessione ma certamente l?inter deve cambiare rotta. Sbagliato prendere Ranierie ancora più sbagliata non puntare sui giovani.
ps la serie A è pessima.
saluti laiziali
www.pianetasamp.blogspot.com
Capisco l'amarezza del momento ma il quadro che hai dipinto caro Entius mi sembra davvero esageratamente pessimista!
C'è ancora tutto il tempo per raddrizzare la stagione e in questo Ranieri è uno specialista, basterà ritrovare un pò di condizione e sono certo che la situazione migliorerà, certo poi bisognerà capire che vorrà fare Moratti da grande, sembra di essere tornati ai tempi pre Calciopoli quando compravate giocatori senza un senso logico...ciao!
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