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sabato 29 ottobre 2011

LA MISSION IMPOSSIBLE NERAZZURRA E L'OPINIONE DI UN BIANCONERO

La sfida tra Inter e Juventus non è una sfida normale. Non lo è mai stato e presumo che non abbia nemmeno le pretese di essere una sfida normale. Gli eventi degli ultimi anni poi hanno accentuato l’odio sportivo da ambo le parti. Dal famoso scontro Ronaldo-Iuliano alle ultime vicende su Calciopoli passando per la dittatura Moggi, lo scudetto del 5 maggio, lo scudetto del 2006 assegnato a tavolino e le tante troppe parole spese nei tribunali.
Normale che in questa situazione si arrivi alla partita di stasera in un clima di “sangue o morte”, una sfida all’ultimo sangue dove giocherà un ruolo delicato l’arbitro Rizzoli chiamato a una direzione di gara perfetta per evitare di gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Che cosa succederebbe se fosse assegnato un rigore dubbio o una delle due squadre? E se fosse annullato un gol valido o assegnato un gol irregolare? E se l’arbitro andasse in tilt come è successo a Rocchi in Inter-Napoli?
Non voglio pensarci. Preferisco concentrarmi sul discorso puramente tecnico nella speranza (speriamo non vana) di un arbitraggio impeccabile.
Per l’Inter stasera è l’ultima chiamata per rientrare nella lotta al vertice. In caso di pareggio o sconfitta sarà bene abituarci all’idea di vivere una stagione transitoria con poche soddisfazioni e tante amarezze. Ranieri non può disporre di Julio Cesar infortunatosi mercoledì scorso. Ieri è andato out anche Thiago Motta (sai la novità…) pertanto la formazione è pressoché obbligatoria con Maicon, Lucio, Chivu e Nagatomo davanti a Castellazzi, Cambiasso, Zanetti e Stankovic in mediana e Sneijder ad illuminare il gioco dietro Zarate e Pazzini. Torna in panchina Milito dopo la deludente prestazione contro l’Atalanta.
E’ una partita difficile e anche parecchio complicata. Battere la Juventus non sarà per niente facile e il mio ottimismo nerazzurro è ai minimi storici. Come scrivevo ieri sera in un post su
Inter Café Vincerà la Juventus. I bianconeri sono più in forma, corrono il doppio (o forse anche il triplo) dei nostri. Il nostro centrocampo ha ottime possibilità di essere fatto a fettine dal loro. Inoltre i nostri giocatori sono stanchi e appagati come guerrieri al termine della battaglia mentre i giocatori juventini sono carichi e famelici. E se la partita prendesse una piega diversa non sottovalutiamo il Rocchi di turno che raddrizzerà la sfida a loro favore. Non vorrei sembrare eccessivamente pessimista ma credo che difficilmente riusciremo ad uscire indenni da San Siro. Anche se il pallone è rotondo e il calcio non è una scienza esatta. Il mio sogno rimane una vittoria grazie ad un gol a tempo scaduto su rigore inesistente o con l'autore del gol in posizione dubbia.”
Il mio pensiero sulla sfida di stasera è tutto qui. La Juventus ha ottime possibilità di vincere perché ha più fame di vittoria. Inoltre non dimentichiamoci che nelle grandi sfide la Juventus si esalta sempre mentre noi quando giochiamo contro la Juventus siamo sempre un po’ timidi e impacciati. Per uno strano motivo che ignoro i nostri ragazzi affrontano i bianconeri con lo stesso timore reverenziale con cui affronterebbero il Barcellona.
Spero di essere clamorosamente smentito stasera, spero che l’Inter porti a casa il risultato. Non importa come, l’importante è uscire vittoriosi da San Siro (paradossalmente anche con il gol a tempo scaduto su rigore inesistente o con l'autore del gol in posizione dubbia). Tre punti per la classifica, tre punti per rilanciarci alla grande, tre punti per battere i nostri odiati rivali. Sembra una mission impossible. Ma nel calcio nulla è impossibile. Vero, ragazzi? FORZA INTER !!!
PS: Il calcio è pur sempre uno sport e come tale deve essere preso. Pur nelle nostre convinzioni e nella nostra fede sportiva dovremmo evitare di alimentare il fuoco delle polemiche e dei veleni. Ecco perché ho chiesto a un amico, blogger juventino, di scrivere per il mio blog un suo personale contributo sulla sfida di stasera. Nel mio piccolo vuole essere un gesto distensivo e di sportività verso i tifosi bianconeri. Non so se ho fatto bene oppure no, però l’idea mi piaceva moltissimo e ringrazio Thomas che ha accettato l’invito.
Sono da sempre fedele alla teoria che “ad un amico non si può dire di no”.
Quando ho letto la mail nella quale Entius mi chiedeva un commento personale sulla partita tra la sua Inter e la mia Juventus che si disputerà questa sera al “Meazza”, due parole mi sono rimbombate nella testa: “Fatta eccezione…”.
Ci risiamo, un’altra volta. Ormai è diventato un match che dura trecentossantacinque giorni all’anno, un po’ come il calciomercato, che per pra
ticità (e burocrazia) hanno diviso in due grosse tranche (estiva e invernale), ma del quale se ne parla (e che si muove, di nascosto) in continuazione. E così anche per la nostra rivalità: quando l’arbitro fischia la fine dell’incontro, ci si sposta nelle aule dei tribunali, sui giornali, in televisione.
Stavolta siamo in testa in beata solitudine, come non accadeva dal 14 maggio del 2006. “Beata” per modo di dire: alla vigilia della decima giornata (di cui otto giocate sino ad ora), con dieci squadre raccolte nell’arco di cinque punti, con l’Inter che potrebbe tornare pericolosamente in gioco con una vittoria stasera, da parte nostra sarebbe sicuramente più opportuno ragionare sui piccoli passi.
Noi lo sappiamo bene, dato che veniamo da due settimi posti consecutivi: siamo stati bravi (come società, intendo, non certo come tifoseria) a gonfiare il petto in estate, per poi sgonfiarlo strada facendo.
In occasione del primo dei due, abbiamo cambiato completamento volto alla squadra mandando via Ranieri, il vostro attuale allenatore, quando mancavano solo due tappe dalla fine del campionato precedente, incolpandolo del fallimento di un’intera stagione dove – alla fine – siamo comunque arrivati secondi.
Viva il Brasile, Diego, Melo e quell’Amauri che a furia di aspettare il passaporto italiano adesso si allena con la formazione Primavera: vinta la gara contro l’Inter (5 dicembre 2009), nelle tre successive ci siamo persi la Champions League (Bayern Monaco) e il campionato (Bari e Catania). Come un colpo di tosse ha potuto distruggere il guerriero indomito progettato da Blanc.
Ancora un successo sull’Inter, lo scorso campionato (13 febbraio 2011, 1-0), e poi tre sconfitte di fila (Lecce, Bologna, Milan): dal 2006 ad oggi siamo stati spesso “grandi” con le “grandi”, e sempre “piccoli” contro le “piccole”. Siamo “mancati”, in pratica, quando si è trattato di fare il salto di qualità. Qualcosa era cambiato, però: pieni poteri ad Andrea Agnelli, e Del Neri è rimasto sino alla fine della scorsa serie A. Giusto, così si responsabilizzano anche i giocatori: troppo facile prendersela sempre e solo con l’allenatore.
Proprio in merito a questo non sono contento dell’arrivo di Ranieri a Milano: dispiace per Gasperini (il cui lavoro, vivendo a Genova ad essendo simpatizzante rossoblù, ho ammirato volentieri dal vivo in più occasioni), ma il nostro ex tecnico è sempre stato bravo a tirare fuori (e a farla tirare) la grinta nelle situazioni più difficili, salvo perdere le forze in dirittura d’arrivo in più occasioni.
Sarà anche per questo che circola da tempo la voce di un accordo tra Moratti e Spalletti per la prossima stagione.
Non parlo volutamente dei nostri 29 scudetti, di Palazzi e del Palazzo, di Rizzoli, di rigori dati, non dati, veri o inventati, perché argomenti simili li avremmo voluti già affrontare con Entius (l’idea, per correttezza, è giusto dire che fu sua) nel corso della scorsa estate. Quando ai primi di luglio il livello delle tensioni tra le due società si alzò notevolmente, mi sembrò giusto rimandare a tempo debito la discussione di simili argomenti, osservati da visuali (ovviamente, e completamente) differenti.
Ora parlerà il campo, di nuovo e finalmente. Prima di ogni gara della mia squadra del cuore penso sempre alle parole che amava ripetere Giampiero Boniperti, il nostro ex Presidente: “Alla Juventus vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. In questo caso, mi piace credere che il barone de Coubertin con il suo “L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”, volesse esprimere il pensiero di un uomo che, fosse vissuto al giorno d’oggi, magari avrebbe potuto vantarsi di essere interista sin da piccolo.
Stringo virtualmente la mano a Entius, nell’augurio che possa vincere il migliore. Non dovessimo essere noi, a quel punto mi attaccherei alle “eccezioni”, per sperare in un risultato diverso….


Thomas - Cronache Bianconere

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4 commenti:

Winnie ha detto...

Ce l'ho fatta!!! L'ho letto tutto. Articolo molto lungo rispetto al solito ma bello da leggere.
Speriamo bene. Anche io non sono molto ottimista per stasera ma mi auguro che la "Pazza Inter" faccia il suo dovere.

Alex ha detto...

Bella l'idea dell'articolo con due punti di vista. Un bel gesto di sportività che però secondo me è una goccia d'acqua in mezzo all'oceano di veleni e odio sportivo che ha preceduto e seguirà questa sfida.
Per stasera sono daccordo con Thomas, vinca il migliore. Non dovessimo essere noi, speriamo in un'eccezione...

Brother ha detto...

Cos’è tutto sto pessimismo? Vi voglio col sangue agli occhi, incazzati come quando un vigile vi fa una multa, con la bava alla bocca come quando vedete la Bellucci nuda, pronti a lottare come guerrieri nell’arena.
Non vogliamo perdere, non possiamo perdere, non dobbiamo perdere. Un solo grido ci deve unire: VINCERE E VINCEREMO!!!!!

Entius ha detto...

Brother, hai ragione. Ma di questi tempi essere ottimisti è un lusso. Un lusso che non possiamo permetterci.