Ai tempi di Napoli prima e Parma dopo Fabio Cannavaro mi stava simpatico, anzi vi dirò di più, era addirittura tra i miei difensori preferiti tanto da sperare che un giorno potesse vestire nerazzurro.
E nerazzurro lo diventò. E io corsi subito a comprare la sua maglietta (non so se sia finita in qualche cassonetto o è ammuffita in qualche angolo sperduto della mia casa). E poi?
E poi passò alla Juventus e, si scoprì qualche anno dopo, dietro quel trasferimento c’era la mano di Moggi che, nonostante i tifosi juventini si ostinino a dire il contrario, in quegli anni comandava e condizionava tutto ciò che si muoveva ad un palmo dal pianeta calcio in Italia.
Normale per un tifoso interista che nasca un sentimento di antipatia e odio sportivo verso un giocatore che fuori dal campo non è stato certo impeccabile.
Già, perché alla storia andrà l’altro Cannavaro. Quello che per quasi due decenni è stato tra i migliori difensori italiani, quello che ha alzato la Coppa del Mondo come capitano (lui come Dino Zoff, la differenza che passa tra me e Gianni Brera), quello che si ritrovò vincitore di un Pallone d’Oro solo perché capitano dell’Italia Mondiale.
Ma Cannavaro fu anche quello che nel maggio 1999 alla vigilia della finale di Coppa Uefa contro l’Olympique Marsiglia si fece riprendere da una telecamera mentre si faceva una flebo (che conteneva Neoton, un farmaco che non rientra nella lista del doping). Cannavaro è anche quello che con Moggi organizzava il suo passaggio alla Juventus. Ricordate? "Fai chiamare Ghelzi (che poi era Ghelfi...) e Ghelzi lo farà. Gli dici: guarda, io voglio andà via perché non so' considerato dall'allenatore e stop". Cannavaro finì alla Juventus. Un ricatto finito come doveva finire.
Ma Fabione fuggì anche dalla Juventus subito dopo l’esplosione di Calciopoli."Voglio vincere la Champions, se rimanessi alla Juve diventerei troppo vecchio prima di poter tornare nell'Europa che conta, ho scelto Madrid, qui ho la possibilità di raggiungere questo obiettivo". Champions che non vinse. Ma tornò alla Juventus e ai tifosi bianconeri che lo accusavano di essere un traditore rispose "Non ho tradito nessuno. Il mio passaggio al Real Madrid fu deciso con la società". Ma come? Non aveva detto che se ne andava per vincere la Champions League?
Ma Fabio Cannavaro rientra tra quei giocatori a cui si deve perdonare tutto e allora nessuno ricorderà flebo, ricatti e tradimenti ma solo i suoi successi, le sue 136 presenze (record) nella nazionale italiana, e poi 2 coppe Italia, 1 Supercoppa, 2 campionati spagnoli, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Coppa Uefa, 1 campionato Europeo Under 21, 1 Coppa del Mondo, 1 pallone d’oro e 1 Fifa World Player. Vinse anche due scudetti in Italia ma sono stati revocati quindi non fanno curriculum.
La sua carriera da calciatore finisce qui. Per lui è già pronto un futuro da dirigente. Sperando che non sia un dirigente “alla Moggi”.
E nerazzurro lo diventò. E io corsi subito a comprare la sua maglietta (non so se sia finita in qualche cassonetto o è ammuffita in qualche angolo sperduto della mia casa). E poi?
E poi passò alla Juventus e, si scoprì qualche anno dopo, dietro quel trasferimento c’era la mano di Moggi che, nonostante i tifosi juventini si ostinino a dire il contrario, in quegli anni comandava e condizionava tutto ciò che si muoveva ad un palmo dal pianeta calcio in Italia.
Normale per un tifoso interista che nasca un sentimento di antipatia e odio sportivo verso un giocatore che fuori dal campo non è stato certo impeccabile.
Già, perché alla storia andrà l’altro Cannavaro. Quello che per quasi due decenni è stato tra i migliori difensori italiani, quello che ha alzato la Coppa del Mondo come capitano (lui come Dino Zoff, la differenza che passa tra me e Gianni Brera), quello che si ritrovò vincitore di un Pallone d’Oro solo perché capitano dell’Italia Mondiale.
Ma Cannavaro fu anche quello che nel maggio 1999 alla vigilia della finale di Coppa Uefa contro l’Olympique Marsiglia si fece riprendere da una telecamera mentre si faceva una flebo (che conteneva Neoton, un farmaco che non rientra nella lista del doping). Cannavaro è anche quello che con Moggi organizzava il suo passaggio alla Juventus. Ricordate? "Fai chiamare Ghelzi (che poi era Ghelfi...) e Ghelzi lo farà. Gli dici: guarda, io voglio andà via perché non so' considerato dall'allenatore e stop". Cannavaro finì alla Juventus. Un ricatto finito come doveva finire.
Ma Fabione fuggì anche dalla Juventus subito dopo l’esplosione di Calciopoli."Voglio vincere la Champions, se rimanessi alla Juve diventerei troppo vecchio prima di poter tornare nell'Europa che conta, ho scelto Madrid, qui ho la possibilità di raggiungere questo obiettivo". Champions che non vinse. Ma tornò alla Juventus e ai tifosi bianconeri che lo accusavano di essere un traditore rispose "Non ho tradito nessuno. Il mio passaggio al Real Madrid fu deciso con la società". Ma come? Non aveva detto che se ne andava per vincere la Champions League?
Ma Fabio Cannavaro rientra tra quei giocatori a cui si deve perdonare tutto e allora nessuno ricorderà flebo, ricatti e tradimenti ma solo i suoi successi, le sue 136 presenze (record) nella nazionale italiana, e poi 2 coppe Italia, 1 Supercoppa, 2 campionati spagnoli, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Coppa Uefa, 1 campionato Europeo Under 21, 1 Coppa del Mondo, 1 pallone d’oro e 1 Fifa World Player. Vinse anche due scudetti in Italia ma sono stati revocati quindi non fanno curriculum.
La sua carriera da calciatore finisce qui. Per lui è già pronto un futuro da dirigente. Sperando che non sia un dirigente “alla Moggi”.
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4 commenti:
Articolo fazioso e condito da disinformazione pura! Complimenti!
Disinformazione pura?? Non è forse vero che si fece di Neoton (sempre che fosse in effetti Neoton)? Non è forse vero che lasciò l'Inter su "suggerimento" di Moggi? Non è forse vero che lasciò la Juventus (al contrario di Buffon e Del Piero, giusto per citarne due) appena la barca affondo?
Disinformazione pura? Togliti le fette di prosciutto dagli occhi.
Sul campo si è rivelato un difensore unico nel suo genere, impeccabile nell'anticipo e devastante di testa nonostante la statura non giocasse a suo favore.
Tutto il resto, in fondo, è noia. E scommetto che anche tu, quel 9 luglio di cinque anni fa, hai gridato alla sua immagine in «tivù» di alzarla, quella maledetta coppa.
www.pianetasamp.blogspot.com
La storia dei ricatti sinceramente non la conosco, quella della flebo a me sembrò più una goliardata che altro, preferisco giudicarlo per quello che ha fatto sul rettangolo verde e qui credo che tutti debbano togliersi il cappello di fronte a uno dei più forti difensori di sempre...ciao!
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