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venerdì 8 febbraio 2008

IL DESTINO NEL NOME?

Qualche giorno fa Andrea faceva notare che anagrammato, Balotelli diventa Altobelli. E ipotizza che nel nome ci fosse un destino.
E invece ecco un articolo di TgCom che smentisce ciò.
Poi dicono che il destino è nel nome. Andatelo a raccontare a Kakà, a Ibrahimovic, a Shevchenko o a Rooney. Non a Riky, a Zlatan, a Andriy o a Wayne - quelli belli, ricchi e famosi - ma a Claudiano, a Mirnes, a Igor o a Mark, i loro omonimi. Il sottobosco del calcio mondiale è pieno di identità "sfigate". Come può crescere un ragazzino chiamato Ronaldo se deve giocarsela a distanza con il Fenomeno in persona? E infatti il Ronie del Rio Ave (campionato portoghese) ha segnato 7 gol in 9 stagioni da professionista: l'inevitabile complesso di inferiorità, deviando ogni volta il pallone sul fondo, ha piegato le recinzioni di mezzo Portogallo. E poi dicono che i Kakà non sono in vendita. Altro che. L'Academica è pronto a cedere il suo al Real Madrid di Calderon: anche lui, Claudiano Kakà, arrivò in Europa per cercar fortuna. Ma è finito a fare il difensore-mediano nella Superliga. E adesso costa due lire.
Proprio come Mark Rooney, il fallibile bomber dello Shelbourne, campionato semiprofessionista della repubblica irlandese. Roscio, piccoletto e sgusciante, è la copia sputata dell'illustre omonimo. Il problema è che non segna da due anni. E Igor Shevchenko, il giovane puntero del Krylia Sovetov? Anche sua moglie vorrebbe tanto trasferirsi a Londra per far studiare l'inglese ai marmocchi, però i gol non arrivano e nessuno lo cerca. L'agente Arsen Minasov continua a piazzarlo in Russia ("Vi faccio avere Sheva a due soldi": qualcuno alla suggestione abbocca), ma lui non segna nemmeno con le mani. Quelle che dovrebbe saper usare un Cech. Dovrebbe. Se Petr, infatti, ha collezionato miracoli nel Chelsea, Marek le ha combinate di tutti i colori nello Slovan Liberec. Mesi fa il club ceco lo ha spedito al Luch-Energia di Vladivostok, estremo confine orientale russo: una specie di punizione per le aspettative suscitate. Come pesa quel Cech sulle spalle. Per fuggire dalla scomoda omonimia, qualche "parente" povero dei big mondiali ha provato a imbrogliare il destino, nascondendosi in altri ruoli. Non è andata un granché a Pedro Toni: fa il difensore in Spagna, nello Zamora, ma a fine stagione lo cacceranno anche da lì. E' già successo col Luisitano, col Farense, col Benfica, col Beira-Mar e col Servette. I più "fortunati" credevano di essersela cavata all'anagrafe. E invece Pirlo(g) non trova spazio nell'Arges, serie B romena, e Messi(ns) sbaglia gol a ripetizione nel Bonner, infimo campionato tedesco. Anche lui, sotto sotto, ci sperava. Che il destino stesse davvero nel nome.

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