Roberto Mancini non ha più intenzione di sopportare le critiche e gli appunti, più o meno faziosi, a cui viene sottoposta la sua Inter. "Bisogna smettere di dire cose per destabilizzare la nostra squadra - dice a 'Inter Channel' -. Ora è rimasta solo la gara di Valencia a cui attaccarsi. Hanno detto che non meritiamo lo scudetto che abbiamo sul petto, che quest'anno era una passeggiata...adesso basta: non è così".
Ha scelto gli studi e i microfoni della televisione 'amica', ma il Mancio non ha certo usato toni da chiacchierata informale o messo in mostra i canonici sorrisi aziendali. L'allenatore dell'Inter ha perso la pazienza, e certo non da oggi. Il marasma venutosi a creare intorno alla Beneamata non gli è mai andato giù: non è riuscito a digerire chi, invece di chinare la testa e fare i complimenti all'armata nerazzurra dei record e delle vittorie in fila, esternava dubbi, perplessità, emetteva giudizi. La storia dello scudetto 'in carrozza', della passeggiata di salute, ha stancato Mancini e l'interessato ha deciso di comunicare la propria irritazione a chiunque abbia orecchie per intendere. E, viste le parole dirette utilizzate, non c'è nemmeno bisogno di avere un udito particolarmente sviluppato.
"Sin dall'inizio della stagione - ha spiegato il tecnico - sono state dette tante cose per destabilizzarci: da quello che è successo in estate, dicendo che non meritavamo lo scudetto che abbiamo sul petto, fino a dire che sarebbe stato facile vincere il titolo per l'Inter, pur sapendo che non è così. Ora è rimasta soltanto questa partita di Valencia...". Un affondo duro, deciso, senza mezze parole o mezze voci. Poi, è passato a un'analisi precisa di quella che, a detta dei cinici, è la competizione nella quale si vede la reale forza dell'Inter, quella Champions finora un po' stentata. "E' sempre stata una competizione diversa - ha spiegato -, più difficile e più facile. Più semplice rispetto a un campionato perché ci sono meno partite da disputare; dove però è più arduo passare il turno, perché si giocano due partite secche e si può sbagliare una gara e andare fuori senza meritarlo. Ciò che mi disturba, è che hanno fatto passare l'andata con il Valencia come una partita sbagliata da parte dell'Inter. In realtà, non è assolutamente così". Il ritorno del Mestalla chiarirà molte cose, anche sul futuro prossimo dei nerazzurri, ma Mancini non è più intenzionato ad accettare ritorsioni per un passato immacolato o tentativi di minare le certezze di un ambiente finalmente in grado di vivere e crescere da grande squadra e da società solida e vincente.
Ha scelto gli studi e i microfoni della televisione 'amica', ma il Mancio non ha certo usato toni da chiacchierata informale o messo in mostra i canonici sorrisi aziendali. L'allenatore dell'Inter ha perso la pazienza, e certo non da oggi. Il marasma venutosi a creare intorno alla Beneamata non gli è mai andato giù: non è riuscito a digerire chi, invece di chinare la testa e fare i complimenti all'armata nerazzurra dei record e delle vittorie in fila, esternava dubbi, perplessità, emetteva giudizi. La storia dello scudetto 'in carrozza', della passeggiata di salute, ha stancato Mancini e l'interessato ha deciso di comunicare la propria irritazione a chiunque abbia orecchie per intendere. E, viste le parole dirette utilizzate, non c'è nemmeno bisogno di avere un udito particolarmente sviluppato.
"Sin dall'inizio della stagione - ha spiegato il tecnico - sono state dette tante cose per destabilizzarci: da quello che è successo in estate, dicendo che non meritavamo lo scudetto che abbiamo sul petto, fino a dire che sarebbe stato facile vincere il titolo per l'Inter, pur sapendo che non è così. Ora è rimasta soltanto questa partita di Valencia...". Un affondo duro, deciso, senza mezze parole o mezze voci. Poi, è passato a un'analisi precisa di quella che, a detta dei cinici, è la competizione nella quale si vede la reale forza dell'Inter, quella Champions finora un po' stentata. "E' sempre stata una competizione diversa - ha spiegato -, più difficile e più facile. Più semplice rispetto a un campionato perché ci sono meno partite da disputare; dove però è più arduo passare il turno, perché si giocano due partite secche e si può sbagliare una gara e andare fuori senza meritarlo. Ciò che mi disturba, è che hanno fatto passare l'andata con il Valencia come una partita sbagliata da parte dell'Inter. In realtà, non è assolutamente così". Il ritorno del Mestalla chiarirà molte cose, anche sul futuro prossimo dei nerazzurri, ma Mancini non è più intenzionato ad accettare ritorsioni per un passato immacolato o tentativi di minare le certezze di un ambiente finalmente in grado di vivere e crescere da grande squadra e da società solida e vincente.
Sottoscrivo in pieno. Bravo Mancio, facciamoci rispettare ogni tanto!!
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