Ieri sera sotto la doccia pensavo a Lazio-Inter. Mancavano due ore alla partita, ero abbastanza teso, preoccupato. In questi casi mi faccio coinvolgere da quelle che io chiamo “sensazioni da tifoso”. Sapete bene di cosa parlo, di quando hai strane sensazioni, sentori vaghi. Sia in positivo che in negativo.
E ieri sera le mie sensazioni non erano positive. Avevo il sentore che non saremmo usciti indenni dall’Olimpico. La Lazio in gran forma, noi che abbiamo fallito tutti gli scontri diretti fin qui disputati, le scorie post-Leverkusen.
Vincere a Roma? Uhm… Quasi quasi mi sarei accontentato anche solo di un pareggio. E comunque sarebbe stata una sfida parecchio ostica e… speriamo bene.
A ripensarci ora fa quasi sorridere. No, in effetti a Roma non abbiamo vinto, abbiamo stravinto. Una vittoria chiara, netta, inequivocabile. Era uno scontro diretto importante, forse decisivo in questo scorcio di stagione, e ne siamo usciti come meglio non potevamo fare.
La Lazio ci ha messo in difficoltà 30-35 minuti, ma poi l’Inter ha deciso di mettersi a giocare e a portato a casa la partita con estrema facilità. Un po’ come quei pugili che per 3-4 round cincischiano, studiano l’avversario, danno qualche pugno, ricevono qualche colpo, poi decidono di chiudere l’incontro e in quattro e quattr’otto mandano ko l’avversario, in modo così rapido che l’altro non ci capisce più nulla. La Lazio era lì che si stava giocando alla pari questo match importantissimo e in un attimo si è ritrovata quattro gol sul groppone senza nemmeno sapere come.
Ormai è un dato di fatto, una realtà oggettiva. Questa Inter gioca a calcio, crea, diverte e si diverte. Andate a rivedervi i gol. Dal quinto di destra al quinto di sinistra ed è 2-0, staffilata da fuori area di Barella per il 3-0, dal braccetto di sinistra (ormai si chiamano così) all’esterno destro: 4-0. E poi la giocata di Thuram sul 6-0. Non sono molte in Italia e in Europa le squadre che giocano così, che divertono così.
“Facile sbloccarla con un rigore dubbio”. Rigore dubbio??? Certo, quando capitano all’Inter questi sono sempre e comunque rigori dubbi, rigori generosi, poi li concedono agli altri ed è un rigore netto, ineccepibile. Ormai è così, personalmente non ci faccio neanche più caso a commenti di questo genere.
Quello a cui faccio caso è che questa Inter si conferma squadra fortissima e candidata autorevole allo scudetto, con il Napoli senza coppe che rimane il gran favorito per il tricolore e con l’Atalanta che potrà dire la sua (anche perché con Juventus e Milan fuori dai giochi, si è capito nelle ultime uscite da che parte pende il “bilancino arbitrale”).
La strada è lunga, piena di insidie e di difficoltà. Da qui a fine gennaio abbiamo in campionato una serie di sfide potenzialmente alla nostra portata (Como, Cagliari, Venezia, Bologna, Empoli, Lecce), ma proprio per questo più insidiose delle altre. Quando pensi che la strada sia in discesa trovi sempre il sassolino che ti fa inciampare e cadere. Dovremo stare molto attenti. Anche perché in questo arco di tempo abbiamo anche gli ottavi di Coppa Italia fra due giorni e a gennaio la Supercoppa e due sfide di Champions League che toglieranno energie mentali e fisiche agli impegni di campionato. Insomma bisogna stare sempre attenti e sul pezzo. E non abbassare la guardia. Mai. FORZA INTER !!!
Poco fa, sotto la doccia, pensavo alla partita e... le sensazioni non sono per niente positive.
— CALCIOMANIA 90 (@EntiusDRC) December 16, 2024
Spero di sbagliarmi clamorosamente...#LazioInter #Amala
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
3 commenti:
Sono felice che le tue sensazioni fossero clamorosamente sbagliate. Abbiamo giocato e dominato alla grande. Direi che la metafora del pugile è più che mai azzeccata.
E' una vittoria pesantissima e importantissima. Ovviamente i giornalisti si sono guardati bene dal dirlo, ma, piaccia o no, è così. Abbiamo dato un segnale forte, anzi fortissimo.
@Matrix. E se sei felice tu, figurati io. Anche perché settimana scorsa avevo avuto la stessa sensazione prima di Leverkusen-Inter e non era finita benissimo (per usare un eufemismo).
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