Le peggiori previsioni sono state confermate per l'Olympique Lione, storico club francese alle prese con una gravissima crisi finanziaria.
Venerdì 15 novembre il club è comparso davanti alla DNCG (Direzione Nazionale del Controllo di Gestione), che ha analizzato i conti della società.
L'organo di controllo finanziario del calcio francese ha disposto la retrocessione precauzionale del Lione in Ligue 2 (la Serie B transalpina), lo stop al mercato e un tetto salariale.
Il Lione retrocederà in Ligue 2 al termine della stagione nel caso in cui la proprietà del club entro quella data non riuscirà a sanare i pesanti debiti, che ammonterebbero a più di 500 milioni di euro.
Il Lione eviterà la retrocessione alla fine della stagione se e solo se migliorerà il passivo che grava sulle sue casse.
Dovrà farlo, però, senza poter acquistare nuovi giocatori nella finestra di mercato invernale: potrà solo cedere, e dovrà farlo con una condizione da oggi nota urbi et orbi di grande difficoltà. Sarà difficile, quindi, strappare prezzi adeguati anche per i calciatori migliori della rosa.
Nel Lione militano tanti giocatori di grande livello come Lacazette, il protagonista degli ultimi Europei Mikautadze, Gift Orban e le vecchie conoscenze del nostro calcio Veretout (ex Roma e Fiorentina) e Tessmann (ex Venezia, in estate vicino all'Inter). Più il centrocampista Cherki, già accostato in passato a squadre come la Lazio.
Il Lione è di proprietà del fondo Textor, che aveva ammesso i debiti della società e adesso dovrà ripianarli per evitare la retrocessione d'ufficio al termine della stagione 2024/2025.
John Textor, uomo d’affari americano, attraverso la sua conglomerata Eagles Football Holdings Limited detiene la maggioranza delle azioni e le quote di altri club in giro per il mondo come Crystal Palace, Botafogo e Molenbeek.
Poche ore prima che questo terremoto si abbattesse sull'Olympique Lione, John Textor, il cui obiettivo è qualificarsi per la Champions League, aveva espresso uno strano ottimismo: "Sono fiducioso nelle nostre cifre. Nei prossimi mesi porteremo diverse centinaia di milioni in contanti", aveva dichiarato alla stampa. "Le autorità hanno guardato solo alla squadra di calcio francese e non hanno considerato le centinaia di milioni di dollari che arriveranno dalle diverse parti della nostra organizzazione. Non siamo affatto preoccupati per il nostro futuro. Guadagniamo circa 90 milioni di euro all'anno dalla vendita dei giocatori. Continuerà ad essere così, non c'è da preoccuparsi". Poi, invece è arrivata la durissima stangata.
Non è la prima volta che il Lione finisce sotto la lente della DNCG: nell'estate del 2023 il club era già stato supervisionato, prima che le misure di controllo venissero revocate al termine della scorsa stagione. In estate poi l'OL si era rinforzato con una campagna acquisti da 150 milioni: Niakhaté (32 milioni) e Nuamah (28,5 milioni) i colpi più costosi della squadra allenata da Pierre Sage, che oggi è quinta in classifica a -11 dal Psg capolista e in Europa League ha conquistato 7 punti nelle prime 4 gare.
Ora però i risultati sul campo lasciano il tempo che trovano: l'obiettivo primario diventa assottigliare il debito e provare a scongiurare una retrocessione che, conti alla mano, al momento sembra inevitabile.
THESEUS. “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.”
3 commenti:
Questa estate il Bordeaux, ora il Lione. Il calcio francese sta andando allo sfascio.
E bisogna ammettere che chi controlla i conti è un organo serio e severo. Fosse successo in Italia...
Fosse successo in Italia, multina, pacca sulla spalla e chi si è visto si è visto. Basta guardare la situazione della Juventus, debiti fino al collo e finora zero sanzioni.
@Collettivo. Eh, ma bisogna tutelare il brand...
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